Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 59
Medicina del lavoro 1 Pag. 1 Medicina del lavoro 1 Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Medicina del lavoro 1 Pag. 56
1 su 59
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

TRASMISSIONE PER CONTATTO DIRETTO

42 un contatto diretto da una superficie corporea ad un’altra con

►Comporta

conseguente trasferimento fisico di microrganismi (contatto diretto tra

persona infetta o colonizzata ed un ospite suscettibile).

In ambiente ospedaliero può avvenire quando un operatore mobilizza un

paziente, lo aiuta nel fare il bagno o compie altre attività di assistenza che

richiedono un contatto diretto.

La trasmissione per contatto diretto, inoltre, può avvenire tra due

pazienti, uno dei quali fonte di microrganismi infetti e l'altro ospite

suscettibile.

TRASMISSIONE PER CONTATTO INDIRETTO

Comporta un contatto di un ospite suscettibile con un oggetto contaminato

che fa da intermediario, di solito inanimato, come strumenti, aghi, indumenti

e guanti che non sono stati cambiati tra un paziente ed un altro.

LE MANI QUALE VEICOLO DI INFEZIONE

La trasmissione delle infezioni in Ospedale e in altri ambienti è facilitata dal

frequente contatto tra personale sanitario e paziente e quindi dalla possibilità

di trasmissione di microrganismi attraverso le mani del personale.

L'uso corretto dei guanti e il lavaggio delle mani sono le principali

misure preventive da utilizzare nell'assistenza dei pazienti.

PER VIA AEREA

Avviene per disseminazione di nuclei di goccioline, sia di particelle di

polvere contenenti l’agente infettivo.

Particelle in sospensione emesse con le secrezioni respiratorie da un

soggetto infetto.

Aerosol:

apertura di provette

 centrifugazione non protetta

I microrganismi trasportati in questo modo possono essere largamente dispersi

da correnti d'aria e possono venire inalate dall'ospite suscettibile dentro la

stessa stanza oppure lontano dal paziente fonte, a seconda dei fattori

ambientali; perciò è richiesto uno speciale trattamento e una ventilazione

dell'aria per prevenire la trasmissione per via aerea.

Si verifica per disseminazione:

di nuclei di goccioline di piccole dimensioni (droplet nuclei);

 di residui di piccole particelle (diametro di 5 mm o meno);

 di goccioline evaporate contenenti microrganismi che rimangono sospese

 nell'aria per un lungo periodo;

di particelle di polveri contenenti l'agente infettivo.

TRASMISSIONE TRAMITE GOCCIOLONE (DROPLET)

La trasmissione avviene attraverso le goccioline emesse dal paziente mentre

parla o con tosse o starnuti, oppure ancora durante manovre invasive.

43 Perché si verifichi il contagio è però necessario un contatto molto

ravvicinato.

E’ una forma di trasmissione per contatto. Tuttavia, il meccanismo di

trasferimento dei patogeni all'ospite è completamente distinto da entrambe le

trasmissioni per contatto diretto ed indiretto.

Le goccioline sono generate dal soggetto fonte, principalmente durante la

tosse, gli starnuti, parlando e durante l'esecuzione di alcune procedure

come aspirazione e broncoscopia.

La trasmissione si verifica quando le goccioline contenenti microrganismi

generate dalla persona infetta vengono espulse a breve distanza nell'aria e

depositate sulla congiuntiva dell'ospite, sulle mucose nasali o nella

bocca.

Poiché le goccioline non rimangono sospese nell'aria, non sono richiesti speciali

trattamenti dell'aria o una particolare ventilazione per prevenire la

trasmissione delle stesse; infatti la trasmissione per goccioline non deve essere

confusa con la trasmissione per via aerea.

Esempi di tale trasmissione sono:

- da Haemophilus influenzae che può provocare meningite, polmonite,

epiglottidite e sepsi;

- da Neisseria meningitidis che può provocare meningite, polmonite e

sepsi;

- da altre gravi infezioni batteriche respiratorie come difterite, polmonite

da mycoplasma, pertosse, peste polmonare, faringite o polmonite

streptococcica o scarlattina nei bambini piccoli;

- da infezioni virali come adenovirus, influenza, parotite epidemica, rosolia.

TRASMISSIONE PARENTERALE

Trasmissione per via ematica diretta (trasfusioni) ovvero pratiche professionali

o accidentali che provocano inoculazione di sangue infetto

INOCULAZIONE

- punture accidentali,

- morsi o graffi di animali.

CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI

- Si basa sugli effetti esercitati sul lavoratore ‘SANO’

- Non tiene conto degli effetti particolari su lavoratori ‘IPERSUSCETTIBILI’

- Non sono considerati gli agenti biologici NON PATOGENI per l’uomo

Gli agenti biologici sono suddivisi in quattro classi, designate con valori

crescenti da 1 a 4 in base a:

- Pericolosità.

- Possibilità profilattiche e terapeutiche.

La classificazione degli agenti biologici è elencata nell’allegato XLVI

del D. Lgs. 81/08, Art. 268.

44

Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del

rischio di infezione:

- GRUPPO 1: un agente che presenta poche probabilità di causare

malattie in soggetti umani.

- GRUPPO 2: Un agente che può causare malattie in soggetti umani e

costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi

nella comunità; sono di norma, disponibili efficaci misure profilattiche

e terapeutiche. Staphylococcus aureus, vibrio colerae, Legionella

pneumophilia, Virus dell’epatite A (HAV).

-Agenti che possono causare malattie in soggetti umani e costituire

un rischio per i lavoratori

-Rischio collettivo limitato Esistono vaccini o terapie

- GRUPPO 3: Un agente che può causare malattie gravi in soggetti

umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico

può propagarsi nelle comunità, ma di norma sono disponibili efficaci

misure profilattiche o terapeutiche. Virus dell’epatite B, C,

Mycobacterium tuberculosis, Virus della sindrome di immunodeficenza

umana (AIDS).

Agenti che possono causare malattie in soggetti umani e costituire

un rischio per i lavoratori

Rischio collettivo

Per molti esistono vaccini o terapie

- Gruppo 4: Un agente biologico che può provocare malattie gravi in

soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può

presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non

sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

Virus delle febbri emorragiche: V. Ebola.

Agenti che possono causare malattie in soggetti umani e costituire

un serio rischio per i lavoratori

Elevato rischio collettivo

Per molti non esistono vaccini o terapie

VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ E DELLA SANNOSITA’ DEGLI AGENTI

BIOLOGICI Risente di limiti conoscitivi:

Varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e virali aerodisperse.

► Molteplicità e varietà della risposta adattativa o immunitaria

dell’organismo umano ospite.

Mancanza di sicure relazioni dose-risposta (entità di contagio-infettività)

per i microrganismi di maggior interesse infettivologico.

Non risulta possibile pertanto:

Definire DOSI che abbiano funzione di soglia per discriminare tra condizioni

di presenza o assenza di rischio.

Conoscere, ad una certa esposizione, qual è la FREQUENZA di danno nel

gruppo di soggetti esposti.

45

Ai fini della prevenzione del rischio infettivo viene adottato l’assunto

conservativo secondo il quale per molte specie di batteri NON ESISTE UNA

SOGLIA DI INFETTIVITA’ DEFINITA.

Evitare ogni esposizione potenzialmente a rischio indipendentemente da ogni

considerazione qualitativa e quantitativa.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO

Ai sensi dell’ Art. 271 D. Lgs. 81/08 è necessario evidenziare se esiste un

‘rischio di esposizione’ ad agenti biologici dei lavoratori.

Ai sensi dell’ Art. 272 è necessario definire le misure tecniche,

organizzative procedurali attuate e da dover attuare per evitare

l’esposizione, individuando e definendo i necessari interventi di protezione.

ART 271- VALUTAZIONE DEI RISCHI

- Obbligatoria sia in caso di uso deliberato che di esposizione potenziale a

microrganismi,

- Da ripetersi in occasione di modifiche dell’attività lavorativa significative

ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e comuque trascorsi 3

anni dall’ultima valutazione effettuata.

CARATTERISTICHE DEL MICRORGANISMO ❑ Potere patogeno

- Virulenza

- Dose infettante

TIPOLOGIA DELL’ATTIVITA’ SVOLTA

- Attività a rischio trascurabile

- Attività a rischio basso

- Attività a rischio medio

- Attività a rischio elevato

DISPONIBILITA’ DEI TRATTAMENTI

CARATTERISTICHE DELL’OSPITE

- Suscettibilità individuale

- Vie di esposizione

Di grande utilità ai fini della valutazione del rischio è l’acquisizione di

informazioni epidemiologiche relative al rischio infettivo in ambienti

uguali o simili a quelli studiati confrontando con questi tipo, modalità e

frequenza degli incidenti con tipo e frequenza delle infezioni verificatesi.

FASE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA PROTEZIONE DA AGENTI

BIOLOGICI

FASE 1: identificazione delle sorgenti di rischio, definizione e

caratterizzazione degli agenti biologici

Descrizione dell’attività lavorativa ed analisi delle modalità lavorative.

► Individuazione degli agenti biologici connessi all’ambiente o con il posto

di lavoro che sono da considerare sorgenti di rischio.

Modalità di trasmissione dei possibili agenti eziologici di patologie per

l’uomo in relazione alle rispettive cariche infettanti.

46 Presenza eventuale di fattori di sinergismo e/o ulteriori effetti sulla

salute umana da mettere in evidenza.

Considerazione dei rischi per la sicurezza e la salute dovuti a fattori

trasversali: organizzazione del lavoro, fattori patologici- ergonomici,

condizioni di lavoro difficili.

FASE 2: Individuazione dei rischi di esposizione

Misure di sicurezza attuate:

- Formazione e informazione

- Piani di lavoro

- Processi a circolo chiuso

- Automazione

- Dispositivi individuali di protezione

- Sorveglianza sanitaria

FASE 3: Stima del rischio residuo

Verifica dell’accettabilità delle condizioni igienico- ambientali per la

protezione dell’operatore.

Misura dei parametri di rischio e loro quantizzazione nel caso di situazioni di

elevato rischio potenziale.

Risultati della valutazione dei rischi residui.

FASE 4: programma integrato delle misure di sicurezza

I programmi integrati di protezione e promozione della salute dei lavoratori

riconoscono l’importanza di operare a pi

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
59 pagine
SSD Scienze mediche MED/44 Medicina del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucrezia2004 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Verdini Federica.