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TBC: Patologia emergente. Valutazione del rischio per gli operatori
sanitari e prevenzione.
La tubercolosi è una patologia infettiva causata da un micobatterio il
Mycobacterium tuberculosis, anche detto Bacillo di Koch.
La trasmissione del M. tuberculosis avviene per via aerea, attraverso le droplets,
goccioline di saliva emesse mentre la persona infetta tossisce, starnutisce o parla.
La maggior parte delle infezioni risultano essere latente, cioè asintomatica; mentre
circa una su dieci infezioni latenti alla fine progredisce in malattia attiva, che, se
non trattata, può portare a morte. La malattia viene trasmesse solo da soggetti
affetti dalla malattia e non da quelli in cui si ha la sola infezione da parte del
micobatterio. I sintomi specifici della Tubercolosi sono rappresentati da tosse (che
si manifesta per più di 3 settimane), emottisi e dolore toracico. Questi possono
essere accompagnati da altri sintomi sistemici quali febbre, brividi, sudore notturno,
dispnea, perdita di appetito e di peso.
Per produrre diagnosi di Tubercolosi, il medico competente si avvale di 5
strumenti : anamnesi, esame obiettivo, intradermoreazione (test cutaneo alla
tubercolina o test di Mantoux), radiografia standard del torace e esami batteriologici
o istologici (utilizzati per confermare la diagnosi di TBC).
Durante l’anamnesi, viene valutata la storia clinica del paziente, , i sintomi tipici
della malattia, l’eventuale esposizione del paziente a fattori di rischio predisponenti
o altre condizioni mediche che aumentano il rischio di malattia (es:
Immunosoppressione), eventuali contatti con persone affette ed un eventuale
pregresso trattamento per TBC.
Il metodo per la determinazione dell’avvenuta infezione da M. tuberculosis è
rappresentato dal test cutaneo alla tubercolina o test di Mantoux, il quale richiede
l’iniezione intradermica del derivato proteico della tubercolina che evoca una
risposta immuno-mediata e la cui lettura avviene dopo 48-72 ore dall’esecuzione
della prova attraverso la misurazione in millimetri della zona di indurimento,
derivante dalla sollecitazione dell’attività del linfociti.
Attualmente, la TBC rappresenta un rischio emergente. Infatti, ogni anno si
registrano nel mondo più di 9 milioni di nuovi casi e 2 milioni di decessi. Inoltre, è
stato stimato che circa un terzo della popolazione mondiale ospiti il micobatterio
causa della TBC allo stato latente.
Tradizionalmente, la TBC rappresenta un rischio in ambiente ospedaliero (in cui vi
è stretto contatto tra operatori sanitari e pazienti affetti o tra pazienti affetti e non) e i
soggetti più a rischio di contrarre la patologia tubercolare sono rappresentati dagli
operatori sanitari.
Per quanto riguarda la prevenzione della trasmissione di TBC a livello ospedaliero,
vengono attuate delle misure volte a ridurre la probabilità di infezione da parte del
micobatterio che causa la TBC. Innanzitutto, in caso di ricovero di paziente con
sospetta diagnosi di TBC si procede a sistemarli in stanze singole e isolate,
adeguatamente ventilate con isolamento respiratorio a pressione negativa
continua. Inoltre, oltre alle precauzioni standard (quali igiene delle mani e utilizzo di
Dispositivi di Protezione Individuale), vengono messe in atto delle precauzioni
aggiuntive, come l’utilizzo di maschere filtranti.