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DPC.
I DPI sono tutta l’attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno
o più rischi che ne minacci la salute o la sicurezza durante il lavoro.
Sono normati dal DL 81/2008, capo II, articoli 74 (definizioni) - 75 (obbligo di uso) – 76 (requisiti dei DPI) - 77
(obblighi del datore di lavoro) - 78 (obblighi dei lavoratori).
Non sono DPI: gli indumenti di lavoro ordinari, le uniformi e le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio. I
DPI devono avere dei requisiti ben definiti dalle norme del DL n.475/92, quali:
Adeguati ai rischi di prevenire il rischio, senza aumentarlo;
Adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
Tener conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;
Adatti all’utilizzatore seconda la necessità.
Oltre a questo, vengono anche sanciti gli obblighi del datore di lavoro che consistono nel:
effettuare l’analisi e la valutazione di rischi;
individuare i DPI adatti alla singola mansione del lavoratore;
valutare le caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato;
aggiornare la scelta in caso di DPI migliori sul mercato o in caso di modificazione della valutazione del rischio.
Mantenere in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d’igiene, formando i propri lavoratori;
Destina ogni DPI ad uso personale e qualora, si richieda l’uso dello stesso DPI da parte di più persone, prende
misure adeguate per non creare disagi igienici e sanitari;
Informa il lavoratore del rischio dai quali il DPI lo protegge;
Poi ci sono gli obblighi del lavoratore:
Devono sottoporsi all’addestramento e alla formazione organizzato dal datore di lavoro;
Devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione nelle modalità che gli sono state insegnate, provvedendo alla
loro cura, devono segnalarne deficienze e non apportandovi modifiche di propria iniziativa;
Su ogni DPI esiste una MARCATURA e, nel caso di alcuni dispositivi più complessi, anche delle note informative
che indicano tutte le modalità di utilizzo. Dal DL n.475/92, i DPI sono divisi in tre categorie, in base al rischio che
riescono a proteggere:
PRIMA CATEGORIA, sono i dispositivi che proteggono da danni fisici di lieve entità (guanto da cucina per
il detersivo); hanno l’obbligo di apporre solo la marcatura CE, posta dal produttore che si assume la
responsabilità di dire che quel DPI rispetta tutti i requisiti di Prima categoria.
SECONDA CATEGORIA, sono i dispositivi che proteggono da danni di media entità; hanno l’obbligo di
apporre solo la marcatura CE, posta dal produttore che si assume la responsabilità di dire che quel DPI rispetta
tutti i requisiti di Seconda categoria.
TERZA CATEGORIA, sono i dispositivi che proteggono da rischi elevatissimi, di morte o lesioni gravi
permanenti (rischio biologico, radiazioni ionizzanti, dispositivi anti-caduta, rischio termico e di elettricità);
hanno l’obbligo di apporre la marcatura CE (posta dal produttore) + un numero identificativo posto dall’ente o
unità di controllo che ne certifica, facendone proprio dei collaudi, il rispetto tutti i requisiti di Terza categoria.
Poi, sempre sulla scatola, ci sono anche dei Pittogrammi che ci simboleggiano la categoria di applicazione del DPI. I
requisiti che i DPI devono avere, sono:
REQUISITI INFORMATIVI: notizie sulle prestazioni fornite, limiti d’uso, tempo utile prima della scadenza,
istruzioni dell’uso, manutenzione e pulizia (quali detergenti usare per pulire il DPI).
REQUISITI DI SICUREZZA: efficienza protettiva (quanta protezione possiamo aspettarci da quel
dispositivo), durata della protezione (es. guanti da cambiare ogni tot tempo o operazioni), data di scadenza,
innocuità, assenza di rischi causati dallo stesso DPI (questo deve essere testato) e solidità.
REQUISITI ECONOMICI: costo unitario e prevedibile durata ed efficienza. (a cura del datore di lavoro).
REQUISITI PRESTAZIONALI: disagio ridotto, limitazione effetti d’impedimento, funzionalità pratica
(idonei alle attività da svolgere) e compatibilità con altri DPI.
COMFORT: leggerezza, adattamenti alla morfologia (ergonomicità), dimensioni limitate, trasportabilità e
comfort termico.
◢ GUANTI
I guanti devono avere dei requisiti prestazionali ben definiti e che sono:
Degradazione , ossia quella caratteristica di perdere anche le loro proprietà di barriera, a seconda del tempo o
del contatto con altre sostanze.
Permeazione , ha una struttura molecolare tale che può essere attraversata facilmente da qualcosa, per questo
esistono dei guanti specifici e permeabili a diversi tipi di sostanze. La scelta del materiale del guanto non
corretta, porterà ad una permeazione di una qualche sostanza, magari pericolosa, attraverso il materiale.
Penetrazione , questo vuol dire che alcune sostanze riescono ad oltrepassare il guanto attraverso dei piccoli fori
o imperfezioni del guanto.
Tempo Utile , ossia quanto è il tempo di utilizzo del guanto, poiché dopo un po’ di tempo perde la sua integrità
-> il passaggio di qualche sostanza è facilitato.
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Ogni volta che si tolgono i guanti bisogna lavarsi le mani, poiché attraverso essi possono comunque passare piccoli
quantitativi di sostanza!!
Esistono molti tipi di materiali che possono costituire un guanto, ognuno con i suoi vantaggi e svantaggi (si sceglie uno
piuttosto che un altro perché è più sensibile, più rigido, più costosi). Si deve scegliere quello giusto in base alle
caratteristiche che ci interessano per una determinata mansione.
Es. Il LATICE è quello più comune, è una sostanza di origine naturale, di consistenza liquida e di color bianco che si
ottiene per drenaggio dall’albero della gomma. Si è visto, con specifici studi che il latice, non è totalmente innocuo
poiché molte persone possono avere reazioni di tipo irritativo (la più semplice, una dermatite irritativa e può essere
evitata frapponendo tra la cute e il guanto, un guanto di filo di scozia per esempio), di tipo allergico e di tipo IgE-
mediate (le più pericolose e non risolvibili se non con l’allontanamento permanente dal latice). Non solo il latice da
solo, ma anche i lubrificanti usati come il talco o l’amido di mais possono peggiorare le reazioni in alcuni casi. Era un
materiale usato in molti campi, ma per fortuna ora è stato sostituito quasi tutto dal Latex Free.
Che accortezze bisogna avere quando adoperiamo i guanti?
Scegliere la taglia corretta;
Togliere tutti i gioielli e controllare l’integrità delle unghie che possono ledere l’integrità del guanto;
Verificarne l’integrità (per lo stesso motivo non usare creme o altro);
Arrotolare le maniche lunghe della divisa;
Lavarsi le mani e asciugarle accuratamente, perché il guanto è un bel terreno di coltura per i microbi insieme al
sudore che si sviluppa.
Se si ha una lesione, dermatite bisogna usare il guanto solo per il tempo stretto necessario per la procedura e
lavarsi subito le mani;
Indossare il guanto non forzandolo;
Durante l’uso, attenersi solo alla procedura che si deve fare, non fare nient’altro!
Rimuovere il guanto contaminato secondo procedura, buttarlo nei rifiuti contaminati e poi lavarsi molto bene
le mani!
Quando si deve sostituire? A seconda della procedura che si sta effettuando, quando sono visibilmente sporchi, quando
sentite molto sudato, quando si toccano oggetti caldi o sostanze chimiche particolari.
◢ PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
I dispositivi di protezione delle vie respiratorie possono essere dei DPI o DM. La mascherina chirurgica è
prevalentemente un DM (per proteggere l’altra persona da microrganismi che possono essere espulsi durante gli atti
respiratori) ma rispetta anche i requisiti di DPI.
I DPI di protezione delle vie respiratorie sono invece i facciali filtranti, che possono essere divisi in tre categorie:
FFP1 - 78% di efficienza filtrante totale minima;
FFP2 – 92% di efficienza filtrante totale minima;
FFP3 - 98% di efficienza filtrante totale minima.
I facciali filtranti, a differenza delle mascherine chirurgiche, sono progettati per corrispondere ergonomicamente alla
faccia dell’utilizzatore e possono essere utilizzati anche per sei ore.
I facciali filtranti possono essere dotati di una valvola espiratoria, ossia una membrana che si chiude durante
l’inspirazione e si apre con l’espirazione.
Come si deve indossare? L’operatore:
Deve avere le mani pulite
Deve conoscere il come si utilizzano il dispositivo e i suoi limiti.
Se ci sentiamo affaticati quando la indossiamo, bisogna subito uscire dal luogo in cui stiamo lavorando, levarlo
e rindossarlo.
La Procedura Per Il Corretto Uso Del Facciale Filtrante:
Impugnare il respiratore in modo da accogliere nel palmo della mano la superficie esterna del respiratore
stesso, avendo l’accortezza di inserire la mano tra la superficie esterna del respiratore e gli elastici.
Applicare il respiratore sul volto (bocca e naso), con la parte inferiore sotto il mento e lo stringinaso a livello
della piramide nasale.
Posizionare l’elastico inferiore a livello della nuca, sotto le orecchie.
Posizionare l’elastico superiore sulla sommità del capo. Gli elastici non devono MAI incrociarsi. Non
attorcigliare l’elastico. Aggiustare la tensione tirando le cinghie.
Con la pressione delle dita di ambedue le mani modellare il ferretto stringinaso sulla piramide nasale per
permettere la completa adesione del respiratore al volto. Modellare lo stringinaso con una sola mano può
causare una diminuzione della protezione respiratoria.
Verificare la tenuta del respiratore (prove di tenuta).
Rimuovere il respiratore (alla fine del suo utilizzo). Per togliere il respiratore afferrare con le mani i passanti
elastici nella posizione centrale (vicino alle orecchie) e tirarli lungo la nuca, evitando di toccare la superficie
esterna, e smaltirlo nel contenitore per rifiuti sanitari a rischio infettivo.
Effettuare il lavaggio delle mani.
È molto importante la Prova Di Tenuta, che deve essere eseguita ogni qual volta s’indossi il respiratore (anche se già
utilizzato): bisogna coprire la superficie esterna del filtrante con entrambe le mani raccolte a conchiglia e adese alla
superficie (evitando di muoverlo dalla propria posizione) ed espirare in maniera decisa. La prova di tenuta è valida se
all’interno del respiratore si avverte una discreta resistenza.
◢ PROTEZIONE DEGLI OCCHI
Gli occhi sono una via d’entrata per diversi tipi di materiale (biologico, fisico, chimico) e per questo devono essere
protetti. Ci sono delle mascherine chirurgiche che possiedono anche la cop