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VIAGGI DI CONQUISTA E GLOBALIZZAZIONE
Viaggi di conquista:
- premessa: c’è sempre qualcuno (gruppi o Stati) che li provoca;
- eventi;
- conseguenze: c’è sempre qualcuno che ne soffre. 5
La globalizzazione è la diffusione su scala mondiale, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, di idee,
tendenze, problematiche.
L’economia tende ad assumere dimensioni mondiali, gli Stati sono connessi e condizionati nell’esercizio
della sovranità da organismi e fattori transnazionali. Ad esempio i prodotti di massa, di cui è emblematica la
Coca Cola.
4 fasi essenziali:
- 1520-1600;
- 1700-1790;
- 1850-1914;
- 1980-oggi.
Prima fase 1520-1600:
- Presupposti sociali ed economici: crescita demografica in Europa; passaggio al matrimonio
mononucleare e quindi più attenzione verso i figli; bisogno di spazio, perciò vengono disboscate
alcune foreste e costruite delle strade; aumento dell’investimento in educazione/istruzione. Difatti
molte università europee nascono dopo il 1450.
- Presupposti politici: 1453 conquista di Costantinopoli, dominio turco sul Mediterraneo. Vi erano
costi per commerciare con l’Oriente. SI affermano governi centralizzati (Francia,Spagna, Portogallo)
che stabiliscono una ‘’politica estera’’ moderna.
Nel 1492 la Spagna conquista Granada. Il Papa è riconosciuto come mediatore nei rapporti tra Stati
dagli Stati stessi.
- Presupposti tecnologici: innovazioni nella navigazione; polvere da sparo, che darà una certa
superiorità al mondo europeo; nuovi strumenti d’orientamento (es. quadrante); la stampa: grazie
alla traduzione e alla diffusione della lettera di Colombo, si diffonde la notizia della scoperta
dell’America.
- Viaggi dei Portoghesi: nel 1498 Vasco da Gama si reca a Calcutta, ritorna con un carico di spezie;
nel 1500 Cabral arriva in Brasile; viaggi degli spagnoli 1492-1504: 4 viaggi di Colombo; 1499-1508
viaggi di Vespucci; 1511 colonizzazione di Cuba.
Questa fase si caratterizza perché gli europei non solo scoprono e colonizzano territori, ma ne ‘’cambiano’’ i
nomi, es. America da Amerigo Vespucci.
1519-1522 prima circumnavigazione del mondo da parte di Magellano.
1519-1521 conquista del Messico da parte di Cortés.
1527-1533 conquista del Perù da parte di Pizarro.
Altri viaggi: nel 1497 John Cabot esplora le coste del Labrador, tra il 1577-1580 si colloca il viaggio di Francis
Drake intorno al mondo.
Si parla di viaggi forzati a proposito della tratta degli schiavi, il commercio triangolare (compra-vendita di
schiavi neri comprati in Africa dai capi tribù a opera di portoghesi ad esempio, che poi li rivendevano in
America per lavorare nelle piantagioni di mais e cotone).
Varie compagnie si dedicano al commercio degli schiavi, è il caso di Francia e Inghilterra, ad esempio.
Gli spagnoli non commerciavano schiavi perché era vietato dalla Chiesa, si limitavano a comprarli.
Le conseguenze sono economiche, scientifiche, politiche e inerenti la visione dell’uomo e del mondo.
In ambito economico, i metalli preziosi vanno all’America, nascono compagnie commerciali in Inghilterra,
Olanda e Francia.
Per quanto riguarda la scienza, vi è una nuova visione del mondo grazie alla cartografia, vengono scoperte
nuove specie vegetali e animali; la medicina si evolve.
Per quanto riguarda la politica, sono presenti vari progetti coloniali europei: si fanno strada il modello
spagnolo e portoghese; nasce il diritto moderno internazionale; tramonta la centralità mediterranea.
Sulla visione dell’uomo e del mondo, si parla del cannibalismo e i sacrifici umani, su cui Montaigne scrive
dei saggi, vengono scoperte genti nuove e nuovi mondi e ci si chiede se gli indios siano uomini. 6
Seconda fase 1700-1790:
le conseguenze della prima fase sono le premesse della seconda:
Espansione francese e inglese.
1713 trattato di Utrecht e Tratado de asiento de negros.
1762 occupazione di La Habana da parte degli inglesi.
1756-1763 guerra dei Sette Anni per l’espansione territoriale (combattuta in Nord America, Caraibi, India,
Africa occidentale da Gran Bretagna, Prussia, Francia, Austria, Russia e Spagna nelle fasi finali).
Declino di Spagna e Portogallo.
Scoperta dei mari del Sud.
Emergono gli USA (1783 del tutto indipendenti) e la Russia (si espande in Asia). Gli illuministi sostenevano
che gli americani fossero uguali agli europei, tuttavia la terra in cui vivevano era inferiore a causa
dell’umidità. Vi sono nuove voci provenienti dall’America.
È presente una certa attenzione verso l’Oriente → spazio altro che affascina l’europeo e gli causa un
desiderio di dominio. Inizia così la colonizzazione dell’Asia.
Si percepisce il bisogno di ‘’studiare’’ le popolazioni, inizia l’etnologia.
Alexandre Von Humboldt si reca in America, di cui ha una visione neoclassica.
Terza fase 1850-1914:
per la terza fase, ci vuole qualcos’altro:
Scoperte tecnologiche.
Navigazione a vapore.
1800 treno.
Telegrafo → comunicazione a distanza.
Abolizione della schiavitù a partire da Haiti nel 1791 fino a Brasilia nel 1888.
Incremento demografico.
Crisi post-napoleoniche.
Unificazione italiana.
Migrazione degli uomini che vivevano in zone in cui c’era carestia: sud Italia (11 milioni ca. lasciano l’Italia),
Irlanda + Inghilterra (18 milioni ca.) verso USA, Argentina, Uruguay e Canada. L’impatto sulla struttura
demografica del Paese d’arrivo è forte
Dal punto di vista politico-economico:
1884 Conferenza di Berlino: le potenze europee si spartiscono il mondo, culmine dell’imperialismo.
Inizia la globalizzazione economica definitiva.
Si diffonde un ‘’razzismo popolare’’.
LE PAROLE DEL DIVERSO
Il fascismo inneggiava alla giovinezza, il motto verso la morte era ‘’Me ne frego!’’ . Nasce il mito di un
italiano nuovo che deve credere, obbedire e combattere. Il fascismo influisce fortemente su stampa,
educazione/istruzione e sport. Altro motto era ‘’marciare, non marcire!’’.
Il fascismo (1922-1945) decide che bisogna modificare la lingua italiana, ad esempio, eliminando i
francesismi e gli anglismi.
Il movimento mirava all’autarchia linguistica, presentava una certa ostilità verso i dialetti e i termini
stranieri.
Modificare la lingua era difficile. La politica linguistica, difatti, non fu altro che un ulteriore tentativo di
asservimento destinato a fallire.
Secondo Gramsci, ogni volta che un regime affronta la questione della lingua, intende riorganizzarne
l’egemonia culturale.
Durante il primo conflitto mondiale, al fronte, si erano ritrovati soldati di ogni regione che parlavano dialetti
diversi. 7
Il regime si serve di un’imponente scenografia, solida, maestosa e apparentemente indistruttibile al fine di
manifestare una vera e propria xenofobia linguistica. Vengono sostituiti termini come:
affiche → manifesto;
croissant → cornetto;
cocktail → arlecchino;
flirtare → fiorellare;
secondo una logica per cui ‘’i popoli forti mantengono un loro linguaggio, non raccattano parolette
forestiere’’.
Vi era, poi, la battaglia contro l’uso del ‘’lei’’ per favorire quello del ‘’voi’’.
1933 nasce il doppiaggio, che esclude termini stranieri.
1934 il dialetto viene escluso dalle scuole.
1951 per più di 4/5 della popolazione italiana è ancora abituale il dialetto.
Del tentativo linguistico del duce non è rimasto quasi nulla, si usano ancora il lei, gli anglismi e i dialetti i cui
locutori reagirono con insofferenza.
LE COMPETENZE INTERCULTURALI
Non è facile misurare le competenze interculturali. Esse sono collegate all’insegnamento delle lingue
straniere.
Abilità di interagire in modo effettivo in situazioni interculturali:
- mind set;
- heart set: acknowledge, appreciate, accept cultural differences;
- skill set: intercultural agility.
Cosa vuol dire competenza? È difficile definirla chiaramente, il termine è molto usato in vati settori; in
sostanza ‘’saper fare qualcosa’’. Per esempio, per quanto riguarda le competenze linguistiche, vi sono
quattro livelli: produzione orale e scritta, comprensione orale e scritta.
Più complicato diventa quando gli si associa il termine ‘’interculturale’’; se ne discute nel mondo
anglosassone da molto più tempo che negli altri Paesi.
Essenzialmente nasce quando gli USA intraprendono politiche economiche per aiutare i Paesi che lo
necessitano e tuttavia comprendono che ciò non basta se non li si capisce.
Molte strategie economiche falliscono per un comportamento inadeguato, quasi stupido, verso il diverso.
Questa riflessione si indirizza sia verso l’esterno che verso l’interno della popolazione che, cioè verso le
popolazioni ‘’diverse’’ che vivono in un determinato Paese. Suddetta attenzione verso il mondo interno
porta a una serie di riflessioni che riguardano l’aggettivo ‘’interculturale’’.
Diverso è parlare di ‘’transculturale’’, ‘’multiculturale’’ e ‘’interculturale’’.
- Transculturale viene dalla tradizione illuminista, da Kant, dalla Rivoluzione Francese (diritti
dell’uomo). L’intento è quello di individuare degli elementi comuni a tutte le culture, una sorta di
valori universali. Si presentano due problemi: chi decide questi valori? Se qualche popolo sembra
non averli, cosa fare?
- Multiculturalità è un’idea che rispetta le differenze, porta a una specie di ‘’catalogo’’ delle culture,
un ‘’relativismo culturale’’, ognuna mantiene le proprie tradizioni. Il rischio è quello di considerare
le culture in maniera statica e la creazione di ghetti: i diversi gruppi non interagiscono tra loro
(come avviene, ad esempio, in Francia o in Inghilterra e meno in Italia a proposito della suddivisione
dei quartieri per etnie). (Nel capitolo ‘’il malinteso’’ del libro ‘’l’elogio del ghetto’’, viene sostenuto
che non ci si può aprire ad altri valori culturali se non si definiscono prima i propri). 8
- Interculturale: idea che le culture non siano statiche, ma in evoluzione, grazie al confronto tra
culture. Si dà quasi per scontato che le relazioni tra culture siano pacifiche.
Secondo Darla Deardoff, autrice del libro ‘’The Sage Handbook of Intercultural Competences’’, la
competenza interculturale è oggi un imperativo in tutti gli ambiti. Ci sono molteplici corsi e master
sull’argomento. In America è cons