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RIL (C+I) PIL
Nell'esempio, A non fa uso di beni intermedi, ma solo di lavoro e capitale e la sua intera produzione
viene utilizzata da B come beni intermedi; B produce beni che valgono 30; di questi, 15 sono destinati
a impieghi finali e 15 ad uso intermedio da parte di C;
La produzione di C è interamente destinata a impieghi finali;
Il valore della produzione di B è pari a 30, ma in questo è compreso anche il valore dei beni intermedi
acquistati (10); in realtà B produce soltanto un valore pari a 20 (V.A.);
Si noti come, per ogni impresa, il V.A. risulta pari al reddito distribuito al lavoro e al capitale;
Per ogni impresa il V.A. risulta anche dalla differenza fra il valore della produzione totale e quello dei
beni intermedi acquistati;
Il valore complessivo della produzione finale (55) è il PIL, che risulta uguale alla somma dei V.A. e a
quella dei redditi da lavoro e capitale;
Si noti che il PIL si ottiene anche sottraendo dal valore della produzione totale (80) quello
complessivo dei beni intermedi (25).
Prodotto Interno Lordo
In sostanza, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è dato dalla produzione complessiva di un paese (somma
delle produzione di tutte le imprese interne al paese) meno il valore dei beni intermedi
complessivamente impiegati. Tale sottrazione è necessaria al fine di evitare duplicazioni, dal momento
che il valore dei beni intermedi è già incorporato in quello dei beni finali.
I beni finali che rientrano nel PIL sono valutati ai prezzi di mercato, su cui influiscono: i contributi alla
produzione erogati dalla PA, che hanno l'effetto di ridurre i prezzi, e le imposte versate alla PA che
producono aumento dei prezzi.
Mentre il prezzo di mercato è l’ammontare effettivo che l’acquirente paga al momento dell’acquisto,
incluse eventuali imposte e al netto dei contributi ai prodotti.
Il V.A. della P.A. si ottiene sottraendo dalla produzione della P.A. il valore dei beni intermedi da essa
acquistati:
Prodotto / Reddito Interno e Nazionale .
Il PIL è il risultato delle attività produttive svolte all'interno del paese, attività che in genere si
avvalgono anche di fattori produttivi (lavoro e capitale) forniti da stranieri (si abbandona l’ipotesi
dell’economia chiusa)
Pertanto si definiscono i seguenti altri aggregati:
● Reddito Interno Lordo (RIL) = somma di tutti i redditi (da lavoro e da capitale) percepiti sia
da residenti nel Paese che da stranieri a corrispettivo di attività produttive svolte all interno.
(Come abbiamo visto, RIL = PIL)
● Reddito Nazionale Lordo (RNL) = somma di tutti i redditi (da lavoro e da capitale)
complessivamente percepiti dai residenti a corrispettivo di attività produttive svolte in parte
anche all'estero.
● Prodotto Nazionale Lordo (PNL) si può definire come il risultato delle attività di produzione
(svolte sia all'interno del Paese sia all'estero) che si avvalgono di fattori produttivi nazionali,
cioè posseduti da soggetti residenti nel Paese.
Siccome PIL = RIL allora PNL = RNL
Quindi si può scrivere :
PNL (o RNL) = PIL (o RIL) + redditi percepiti da residenti per attività svolte all’estero
- redditi percepiti da stranieri per attività svolte all’interno
Deprezzamento del capitale e ammortamento
Il Capitale impiegato nel processo produttivo è soggetto a:
● usura fisica: guasti o danni a seguito di eventi assicurabili (incendio, eventi atmosferici, ecc.)
● obsolescenza tecnologica: non è più conveniente continuare a produrre con un certo bene
capitale, anche se questo funziona ancora regolarmente
Di conseguenza i beni capitali perdono di utilità e dunque di valore (deprezzamento) e devono essere
via via riparati, adeguati o sostituiti.
È definito ammortamento il valore che serve a compensare il deprezzamento del capitale fisso.
In pratica, in C.N. i termini ammortamento e deprezzamento del capitale sono da considerarsi
equivalenti, ovvero: PIN (Prodotto Interno Netto) = PIL - ammortamento
Il PIL si calcola più facilmente del PIN, in quanto deriva dalla differenza di due aggregati facilmente
misurabili: Produzione totale e beni intermedi.
Per cui la C.N. calcola prima il PIL e poi calcola il PIN, dopo aver stimato gli ammortamenti.
Quest'ultima stima comporta dei problemi e viene effettuata con metodi indiretti.
Stima dell’ammortamento
Per determinare, in termini monetari correnti, a quanto ammonta il deprezzamento di tutti i beni
capitali dell'economia e dunque stabilire a quanto ammonta il costo, alla fine dell'anno corrente, per
riportare la capacità produttiva dell'intero sistema al livello di inizio anno.
Il primo ordine di difficoltà si trova a livello di teoria economica, in cui i concetti di capacità
produttiva e di valore intrinseco del capitale sono molto discussi.
I metodi di calcolo diretto, basati sui dati relativi agli ammortamenti fatti dalle imprese sono da
escludere, sia a causa dell'eterogeneità dei criteri di calcolo utilizzati dalle singole imprese, sia per i
diversi sistemi di prezzi di riferimento, che spesso non sono quelli correnti e comunque sono
difficilmente riconducibili a questi.
Mentre il metodo indiretto preferito dalla C.N. è quello del tasso di ammortamento lineare, ovvero si
ipotizza che il valore reale iniziale di ogni bene capitale decresca linearmente nel tempo e che dunque
le quote di ammortamento di ogni periodo siano quote costanti del valore iniziale normalizzato.
Ad es. la quota di ammortamenti per le classi di beni con durata pari a 10 anni è 1/10 del suo valore
iniziale.
Concorrono all'ammortamento anche i premi pagati per la assicurazioni contro i danni, al netto delle
spese amministrative delle assicurazioni stesse.
I punti deboli del calcolo sono il fatto che la determinazione della durata dei beni capitali è altamente
soggettiva e fatta sulla base di informazioni spesso non controllabili (di esperti, del fisco, di sondaggi
etc.)
Reddito Nazionale Netto e Disponibile
● Reddito Nazionale Netto: RNN = RNL - ammortamento
● Reddito Nazionale Netto Disponibile (RDN):
RDN = RNN + trasferimenti dall’estero - trasferimenti verso l’estero
I trasferimenti dall’estero comprendono, tra l’altro, le rimesse degli emigrati e i finanziamenti ricevuti
dalla UE, e analogamente, i trasferimenti verso l’estero comprendono ad es. le rimesse degli immigrati
e i contributi versati all’UE.
Quale aggregato misura meglio il reddito del paese?
Nella stragrande maggioranza delle analisi economiche e dei dibattiti politici viene preso come
riferimento il PIL.
Il PIL misura la “performance” dell’economia interna, ma non è un buon indicatore del reddito
nazionale.
Il reddito nazionale (nel senso di Hicks, 1948) è definito come il massimo ammontare che la nazione
può consumare in un anno, senza ritrovarsi alla fine dell’anno più povera rispetto all’inizio.
Se consumassimo l’intero PIL, alla fine dell’anno ci ritroveremmo più poveri (con meno capitale), in
quanto avremmo consumato anche l’ammortamento.
Quindi, PIL > Reddito Nazionale (di Hicks)
Il PIN / RIN è una misura del reddito sicuramente migliore del PIL, tuttavia esso misura il reddito
generato all’interno del paese, che non coincide con quello percepito dai residenti.
Il RNN è sicuramente una misura migliore del reddito complessivamente percepito dai residenti, ma
non tiene ancora conto dei trasferimenti da e verso l’estero.
Il Reddito Nazionale Netto Disponibile (RDN) è l’aggregato che, meglio di tutti, misura il reddito
complessivo effettivamente utilizzabile dai residenti per l’acquisto di beni e servizi.
Il sistema dei conti
I conti rappresentano lo strumento con il quale i flussi economici e finanziari relativi a ciascuna fase
del processo economico sono presentati in modo completo e coerente.
Sono sufficienti pochi conti (uno per funzione) per riuscire a descrivere in modo chiaro e consistente le
diverse fasi del circuito economico.
Tuttavia, più sono i conti, più sono dettagliate le informazioni fornite.
Le funzioni fondamentali per descrivere in modo completo il flusso circolare del reddito sono le
seguenti: produzione, distribuzione e redistribuzione del reddito, consumo e accumulazione.
Il flusso circolare del reddito:
Il sistema dei conti: ●
Descrizione del mercato Conto di equilibrio dei beni e servizi (Conto
delle risorse e degli impieghi)
●
La fase di produzione Conto della Produzione
●
La fase di distribuzione e redistribuzione Conto della generazione dei redditi primari
●
del reddito Conto della attribuzione dei redditi primari
● Conto della distribuzione secondaria del
reddito
●
La fase del consumo Conto dell'utilizzazione del reddito
●
La fase di accumulazione Conto del capitale
● Conto finanziario
● Conto delle altre variazioni delle attività e
passività (variazioni di volume e variazioni
di prezzo)
●
Relazioni con i non residenti Conto delle transazioni internazionali
●
Descrizione della situazione patrimoniale Conti patrimoniali
del paese
Le principali regole di registrazione:
a. Ogni conto presenta una sezione in cui sono registrate le entrate (o risorse) ed una sezione in
cui sono registrate le uscite (o impieghi).
b. I conti sono costruiti utilizzando il metodo della partita doppia, per cui ogni posta compare
sempre due volte. Ciò assicura la coerenza e consistenza dell'intero impianto contabile.
c. I conti sono bilanciati (entrate = uscite). Il bilanciamento è ottenuto grazie alla
determinazione, tra le uscite, di un aggregato generato a saldo.
Gli aggregati generati a saldo sono particolarmente significativi per l'analisi del sistema
economico.
Alcuni degli aggregati a saldo sono:
● Conto della Produzione PIL
→
● Conto della generazione dei redditi primari Risultato di gestione (RG/REM)
→
● Conto della attribuzione dei redditi primari Reddito nazionale (RN)
→
● Conto della distribuzione secondaria del reddito→ Reddito disponibile (RD)
● Conto dell'utilizzazione del reddito Risparmio (R)
→
● Conto del capitale Accreditamento/Indebitamento
→
d. Flussi e consistenze sono valutati in termini monetari. A seconda della fase di scambio cui si
riferisce la transazione, i prezzi di riferimento sono diversi (prezzi d'acquisto, prezzi base,
ecc.)
e. Le operazioni sono registrate nel momento in cui si verificano prescindendo dalle modalità e
tempi di pagamento (principio della competenza economica)
(Analizzeremo solo i primi 3 conti)
Il conto di equilibrio dei beni e servizi
Si tratta in pratica di un bilancio tra gli elementi dell