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"ELEMENTI DI TEORIA PER LA STORIA ECONOMICA"
Una rilettura dell'Italia dal 1950 a oggi
Rodano G.
Cap. 1 NEL SECOLO SCORSO
Nel 1924 John Maynard Keynes ha scritto che l'economista "deve sapere studiare il presente alla luce del passato, per gli scopi del futuro". Inoltre, dice, "devi essere allo stesso tempo e in qualche misura matematico, storico, politico e filosofo".
Keynes possedeva tutte le doti per essere un grande economista.
Quindi per poter mettere a fuoco i problemi attuali dell'economia italiana occorre ricostruire la storia economica. I capitoli che seguono illustrano le vicende dell'economia italiana a partire dalla metà del secolo scorso.
Pil italiano
Da un rapporto del Centro Studi Confindustria (CSC), del settembre 2016, abbiamo tratto delle cifre che permettono di stabilire un confronto tra l'andamento dell'economia italiana e quello dei principali paesi dell'Unione Europea.
Nei primi 15 anni del secolo, II PIL
italiano era cresciuto dello 0,7% cumulato, mentre il PIL dell'area euro era cresciuto del 18,9%, che corrisponde circa al 1% all'anno. Nello stesso intervallo il Pil della Spagna era cresciuto del 30,3% cumulato (poco più del 1,5% annuo), quello della Francia del 21,1% (poco più del 1,1% annuo), e quello della Germania del 22,1% (quasi l'1,2% annuo).
Da qui emerge il fatto che le nostre difficoltà non dipendono solo dall'Europa, come sostenuto da economisti e politici, ma l'Italia ha i propri guai cominciati, non nel 2007 quando scoppiò la crisi economica mondiale, ma molto prima.
Nei primi anni del secolo, che hanno preceduto lo scoppio della crisi mondiale, tutte le economie erano cresciute di più (l'area euro del 2% all'anno circa); anche l'Italia cresceva, seppure con velocità inferiore (un po' meno del 1,2% all'anno).
Dopo la crisi durante il quale il Pil è calato ovunque, ma la ripresa
È stata più lenta, in particolare per l'economia italiana. Anche oggi, la nostra velocità di crescita è nettamente inferiore a quella degli altri paesi dell'eurozona. Ora vediamo l'arco di tempo 1950-2000. Nei 50 anni prima del 2000 Il PIL italiano era aumentato di quasi 7 volte. Nei primi anni del secolo in corso invece il PIL aveva continuato a crescere poco, fino a raggiungere il massimo storico nel 2007 (quando aveva toccato quota 754,1), per poi prendere a diminuire fino alla fine del 2015. La causa è stata attribuita all'abbandono della lira per l'euro nel 200, con l'ingresso dell'Italia nel sistema della moneta unica europea. Ragionare così è scorretto. Infatti, occorre scendere più nel dettaglio e dividere il mezzo secolo che precede il 2000 in intervalli di 10 anni ciascuno: 1. Nei primi due decenni (fino al 1970) la crescita del PIL italiano è stata impetuosa, superiore al 5% anno; 2.Nel decennio 1971-1980, la crescita rimane vigorosa, ma rallenta attestandosi un po' sotto il 4% annuo;
Tra il 1981 e il 1990 si ha un rallentamento, la crescita media annua del PIL è del 2,4%;
Nel decennio che precede il 2000 la crescita media annua scende al 1,7%.
I "trenta gloriosi" - Tra il 1950 e il 1980 l'economia italiana cresceva; il PIL era aumentato fino a moltiplicarsi di quasi 7 volte, non c'era mai stato in precedenza.
Ma in quei trent'anni la crescita del PIL non ha riguardato solamente l'Italia, ma più o meno tutti i paesi dell'Europa occidentale: tra il 1950 e il 1980 il PIL della Germania occidentale (ancora non unificata) era cresciuto in media del 5,2% annuo; in Francia era cresciuto del 4,7% medio annuo (tra i paesi dell'Europa occidentale la crescita più debole era quella del Regno Unito, con il 2,5% annuo). Ma anche l'economia giapponese cresceva a ritmi eccezionali, con il 7,6% medio annuo.
Infine,
anche il tasso medio di crescita dell'economia USA era stato del 3,7%. Uno studioso francese, Thomas Piketty, definì il periodo che va dal 1950 al 1980, come "i trenta gloriosi" (l'espressione da lui usata è "trente glorieuses", con un richiamo alle famose "trois glorieuses", Le tregiornate della rivoluzione del 1830 che portò in Francia alla monarchia di Luigi Filippo). A partire dall'inizio degli anni 80 del secolo scorso il PIL di tutti i paesi dell'Europa occidentale crebbe meno di prima, ma quello dell'Italia crebbe più lentamente degli altri con un divario che tendeva ad accentuarsi nel corso dei decenni. I 30 gloriosi erano finiti per tutti i paesi, ma l'Italia ne è uscita peggio degli altri; eppure i risultati ottenuti dall'economia italiana, nel periodo dei "trenta gloriosi", erano portati ad esempio per gli altri stati: si era parlato di "miracolo italiano", evenne attribuito l'oscar come migliore moneta europea alla lira. Inoltre, L'Italia venne associata alla Germania e al Giappone, come il terzetto dell'economia di maggior successo. Oggi l'Italia tende ad appiattirsi in un vero e proprio ristagno economico; come in parte anche il Giappone, il quale si, dopo il 1980 ha continuato ancora a crescere vigorosamente per circa un decennio tanto è che osservatori prospettavano che l'economia giapponese sorpassasse l'economia americana, ma questo sorpasso non ci fu, e all'inizio degli anni 90, per il Giappone ci fu la fine della grande crescita e l'inizio di una lunga tendenza al ristagno che sembra durare ancora. Prodotto effettivo e prodotto potenziale Occorre ora illustrare i concetti gli strumenti di teoria economica. Significato di "crescita" = si ha crescita economica quando il livello del PIL reale aumenta rispetto al livello che aveva nell'anno precedente. II PIL reale si distinguedal Pil nominale. innanzitutto, il PIL è un numero che rappresenta una grandezza aggregata, e comprende le quantità di tutti i beni (materiali e immateriali) prodotti nel paese nell'intervallodi tempo considerato (di solito l'anno) al netto delle quantità consumate per produrli. Per ottenere il numero del PIL occorre moltiplicare ciascuna quantità prodotta per il suo prezzo. Perciò passando da un anno al successivo il livello del PIL può cambiare, sia se cambiano le quantità prodotte dei beni che lo compongono sia se cambiano i loro prezzi. Per ottenere un indicatore di ciò che si è prodotto occorre depurare le variazioni del PIL dalle variazioni dei prezzi: se viene effettuato otteniamo il PIL reale, altrimenti il PIL nominale. Il modo per fare la depurazione è quello di moltiplicare le quantità prodotte non per i prezzi dell'anno in corso ma per quelli dell'anno precedente Così lavariazione del numero ottenuto dipenderà solo dall'avariazione della quantità prodotte. Gli economisti per il PIL reale utilizzano il simbolo Y, e per indicare una variazione usano l'operatore matematico Δ. Si ha crescita economica quando si ha: ΔY > 0; si ha ristagno quando ΔY = 0; si ha recesso quando ΔY < 0. Vi è un'altra distinzione tra PIL effettivo e PIL potenziale. Il PIL effettivo è il livello del Pil reale registrato dalle statistiche, quindi la quantità di beni prodotti nell'economia nell'intervallo di tempo considerato (quanto davvero è stato prodotto). Il PIL potenziale rappresenta il livello del PIL reale che potrebbe essere ottenuto se si impiegassero integralmente e al meglio tutte le risorse a disposizione del paese, sempre nell'intervallo considerato (è quanto il Paese potrebbe ottenere con una serie di strategie economiche). Perciò quando non si impieganointegralmente le risorse disponibili il PIL effettivo sarà inferiore al PIL potenziale II PIL potenziale rappresenta il livello massimo di PIL ottenibile, mentre quello effettivo rappresenta il livello effettivamente ottenuto.
Il prodotto effettivo può essere inferiore al potenziale: questo capita quando l'economia viene colpita da uno shock, se la risposta dei soggetti economici non è sufficientemente rapida, l'economia può trovarsi in una situazione in cui le risorse disponibili non sono pienamente utilizzate; ne consegue una recessione cioè, una situazione in cui il prodotto effettivo è inferiore al potenziale.
Se il mercato e/o la politica economica riescono a mettere in atto le opportune contromisure, il prodotto effettivo tornerà più o meno rapidamente verso il potenziale.
Secondo gli economisti il PIL effettivo è un prodotto di breve periodo mentre il PIL potenziale è un prodotto di lungo periodo.
I tre
significati della parola "crescita" Riprendendo la precedente definizione di crescita, dobbiamo porci se si riferisce al PIL effettivo al PIL potenziale. Per questo motivo possiamo distinguere tre significati della parola crescita: I. abbiamo una situazione in cui il PIL effettivo è inferiore al potenziale (es: a seguito di una recessione) e una situazione di arrivo in cui il PIL effettivo è aumentato avvicinandosi al potenziale, senza però che l'ultimo sia variato. In questo caso si parla di ripresa economica. II. se viene invece un aumento una tantum del livello del prodotto potenziale: per descrivere questo avvicinamento del PIL effettivo al nuovo livello del potenziale, ancora la parola crescita non è del tutto appropriata. Un livello più alto del prodotto potenziale ne consegue che l'economia è in grado di produrre più beni e distribuire più redditi; tuttavia, una volta che il prodotto effettivo ha raggiuntoquesto nuovo livello del prodotto potenziale l'economia dinuovo ferma; funziona ad un livello più alto ma non cresce. III. Affinché ci sia una crescita sostenuta per periodi dell'ordine di grandezza dei decenni devono verificarsi due condizioni: 1. devono operare dei meccanismi che alimentano una crescita continua, e possibilmente regolare, del prodotto potenziale; 2. il prodotto effettivo deve tenere il passo con la crescita del prodotto potenziale.Cap. 2 LE CONDIZIONI DELLA CRESCITA ECONOMICA
Il livello del prodotto potenziale
Il Pil potenziale misura il livello massimo di prodotto, quello che può essere ottenuto impiegando integralmente e al meglio le risorse disponibili.
Le risorse possono essere raggruppate in 3 categorie:
- lavoro;
- capitale;
- tecnologia.
Il lavoro si serve di strumenti [i cosiddetti beni "immateriali" o servizi, coincidono spesso con la prestazione di lavoro. Ma anche in quei casi chi presta il lavoro si serve di strumenti (ossia il capitale)],
o, asino, ecc.) o energia meccanica (come ad esempio un motore). Inoltre, per garantire il corretto funzionamento, è necessario un adeguato rifornimento di carburante o energia elettrica.