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N. B.
1. Il teorema di Rolle è un caso particolare del teorema di Lagrange (attraverso la condizione
() = ().
2. Il teorema di Lagrange fornisce una condizione sufficiente ma non necessaria per
,
l’esistenza del punto quindi se il teorema non è applicabile non è detto che non esista
tale punto.
3. Interpretazione geometrica ( ; ())
La retta tangente nel punto ha la stessa inclinazione della retta passante per e
( ; ()).
Corollario 1 () [; ]
Se una funzione è continua in un intervallo chiuso e derivabile in ogni suo punto
′() ()
interno e tale che sia nulla in ogni punto interno dell’intervallo, allora è costante in
[; ].
tutto
Corollario 2 [;
() () ],
Se e sono due funzioni continue nell’intervallo derivabili in ogni punto interno
′ ()
= ′() ∈ (; ),
all’intervallo, e tali che per ogni allora esse differiscono per una
costante.
Teorema (test di stretta monotonia in un intervallo)
: (, ) → (, ) , ∈ .
Sia una funzione derivabile in con
′ ()
> 0 ∀ ∈ (, ) (, ).
1. Se allora è strettamente crescente in
′ ()
< 0 ∀ ∈ (, ) (, ).
2. Se allora è strettamente decrescente in
8
Prima condizione sufficiente per estremi locali
: ⊆ → .
Sia una funzione Un punto interno di è:
0 )
(
1. Di massimo locale, se esiste un suo intorno tale che la funzione sia continua in e
0 0
) { }
∈ ( −
derivabile in ogni con:
0 0
′ ′
( ) ( )
< < ⇒ ≥ 0 ≥ ∀ , ∈ ( ) ∩
1 0 2 1 2 1 2 0
)
(
2. Di minimo locale, se esiste un suo intorno tale che la funzione sia continua in e
0 0
) { }
∈ ( −
derivabile in ogni con:
0 0
′ ′
( ) ( )
< < ⇒ ≤ 0 ≤ ∀ , ∈ ( ) ∩
1 0 2 1 2 1 2 0
Primo corollario : ⊆ → . .
Sia una funzione Un punto interno di
0 )
(
1. si dice punto di massimo locale per la funzione se esiste un intorno di tale
0 0 0
′
) ( )
∈ ( = 0
che f sia derivabile in ogni con e con:
0 0
′ ′
( ) ( )
< < ⇒ ≥ 0 ≥ ∀ , ∈ ( ) ∩
1 0 2 1 2 1 2 0
′ ′
( ) ( ))
> 0 >
Se le disuguaglianze sono strette ( allora si dice punto di massimo
1 2 0
locale forte per la funzione. )
(
2. si dice punto di minimo locale per la funzione se esiste un intorno di tale che
0 0 0
′
) ( )
∈ ( = 0
f sia derivabile in ogni con e con:
0 0
′ ′
( ) ( )
< < ⇒ ≤ 0 ≤ ∀ , ∈ ( ) ∩
1 0 2 1 2 1 2 0
′ ′
( ) ( ))
< 0 <
Se le disuguaglianze sono strette ( allora si dice punto di minimo
1 2 0
locale forte per la funzione.
Secondo corollario
: ⊆ → . .
Sia una funzione Un punto interno di
0 )
(
1. si dice punto di massimo locale forte se per la funzione esiste un intorno di
0 0 0
dove f è derivabile due volte con ′ ′′
( ) ( )
= 0 < 0
0 0 )
(
2. si dice punto di minimo locale forte se per la funzione esiste un intorno di
0 0 0
dove f è derivabile due volte con
′ ′′
( ) ( )
= 0 > 0
0 0
′ ′′
( ) ( )
= = 0
N.B. Se non si può dire nulla sulla natura del punto.
0 0 9
Seconda condizione sufficiente per estremi locali (,
: (, ) → ∈ )
Sia una funzione differenziabile volte in con
0
(−1) ()
′ ′′
( ) ( ) ( ) ( )
= = ⋯ = = 0 ≠ 0
0 0 0 0
() ( )
> 0,
1. Se è pari e risulta allora è un punto di minimo locale forte per con
0 0
( );
valore minimo 0 () ( )
< 0,
2. Se è pari e risulta allora è un punto di massimo locale forte per con
0 0
( );
valore massimo 0
.
3. Se n è dispari allora non è un punto di estremo per
0
Legame tra derivabilità e continuità (,
: (, ) → . ∈ ),
Sia una funzione Se è derivabile in allora è anche continua in
0
(,
∈ ).
0
)
( +ℎ)−( ′
0 0 ( )
lim = lim () = ( )
Hp: Th:
ℎ→0 0 → 0
0
ℎ = + ℎ, ℎ = −
Riscriviamo il limite delle ipotesi ponendo sicchè . Osservando che per
0 0
ℎ → 0, → , il limite sarà:
0 )
() − (
0 ′ ( )
lim = 0
−
→ 0
0
Supponiamo che la tesi sia verificata. Si ha quindi che:
lim () = ( )
0
→ 0 )
() − (
0
[ lim ()] − ( ) = lim [() − ( )] = lim ∙ ( − )
0 0 0
−
→ → → 0
0 0 0
)
() − (
0
= lim ∙ lim ( − ) = ′( ) ∙ 0 = 0
0 0
−
→ →
0
0 0 ′ ( )
dove l’ultima diseguaglianza vale poiché esiste finito. Si è perciò dimostrato che
0
lim [() − ( )] = 0
0
→ 0
quindi, lim () = ( )
0
→ 0 10
Legame tra concavità, convessità e calcolo differenziale
: (, ) → ∈ (, ).
Sia una funzione derivabile due volte in Allora valgono le seguenti
condizioni:
(, ); (, );
1a. è concava in 1b. è convessa in
’ (, ); ’ (, );
2a. è decrescente in 2b. è crescente in
’’() < 0. ’’() > 0.
3a. 3b.
Teorema : (, ) → ∈ (, ).
Sia una funzione derivabile due volte in Allora le seguenti condizioni sono
equivalenti: )
⇔ () ≥ ( + ′( )( − ) , ∈ (, )
1. è convessa con
0 0 0 0
)
⇔ () ≤ ( + ′( )( − ) , ∈ (, )
2. è concava con
0 0 0 0
Polinomio di Taylor
: (, ) → ∈ (, ). : →
Sia una funzione derivabile in Il polinomio al più di grado
0
definito da: 1 1 ()
′ ′′ 2
() ) ( )( ) ( ) ( )
= ( + − + ∙ ∙ − + ⋯ + ∙ ( ) ∙ ( − )
0 0 0 0 0 0 0
2! !
oppure 1 1 ()
′ ′′ 2
(ℎ) ) ( ) ( )
= ( + ∙ ℎ + ∙ ∙ ℎ + ⋯ + ∙ ( ) ∙ ℎ
0 0 0 0
2! !
si dice polinomio di grado di in .
0
= 0,
N.B. Per si ha il polinomio di Maclaurin:
0 1 1 ()
′ ′′ 2
() ) ( ) ( )
= ( + ∙ + ∙ ∙ + ⋯ + ∙ ( ) ∙
0 0 0 0
2! !
= 0.
che si dice polinomio di Maclaurin di grado di in 0
Formula di Taylor (, (,
: (, ) → − 1 ). ∈ ),
Sia una funzione derivabile vote in Se è derivabile in 0
allora risulta: 1 1 ()
′ ′′ 2
) ( )( ) ( )( ) ( )( ) )
() = ( + − + ∙ − + ⋯ + ∙ − + [( − ]
0 0 0 0 0 0 0 0
2! !
.
che si dice formula di Taylor di ordine di in 0
= 0,
Se si ha:
0 1 1 ()
′ ′′ 2
) ( ) ( ) ( )
() = ( + ∙ + ∙ ∙ + ⋯ + ∙ ∙ + [ ]
0 0 0 0
2! !
.
che di dice formula di Maclaurin di ordine n di f in 0
11
Formule di Maclaurin
1. 2 3
= 1 + + + + ⋯+ + ( )
2! 3! !
2. 2 3
+1
ln(1 + ) = − + + ⋯ + (−1) ∙ + ( )
2 3
3. 3 5 7
(−1)
2+1 2+1
sin = − + − + ⋯+ ∙ + ( )
(2
3! 5! 7! + 1)!
4. 2 4 6
(−1)
2 2
cos = 1 − + − + ⋯+ ∙ + ( )
(2)!
2! 4! 6!
5. 2
(
(1 + ) = 1 + + ( − 1) ∙ + ⋯ + ( − 1)( − 2) … − + 1) ∙ + ( )
2! !
12
3- Spazi e sottospazi vettoriali
Spazio vettoriale
Indichiamo con un insieme non vuoto qualsiasi. Se in sono definite
∀, ∈ ⇒ + ∈
{ . ∀ ∈ ∀ ∈ ⇒ ∈
con le loro 8 proprietà (4+4), allora si chiama spazio vettoriale.
Proprietà dell’addizi