vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TESTO che Marta ci porta: Marta non ha mai avuto problemi psicologici, tantomeno una psicopatologia
conclamata, e la sua attuale sofferenza sembra dovuta all’improvvisa rottura affettiva con Luca, persona
con la quale aveva creato un rapporto prospettico. la diagnosi NOSOGRAFICO-DESCRITTIVA sicuramente
non ci conduce al CHI di Marta, tant’è che la diagnosi effettuata può riguardare almeno una volta nella vita
oltre il 5% della popolazione generale, quindi l’operazione diagnostica ACCOMUNA Marta con diversi
milioni di persone, esattamente l’opposto della sua INDIVIDUAZIONE. Ci troviamo di fronte a due modi di
de-umanizzare e de-storicizzare Marta:
La diagnosi NOSOGRAFICO-DESCRITTIVA che CATEGORIZZA Marta in un cluster di SINTOMI E SEGNI
che lei condivide con altri milioni di persone;
L’apparente rapporto CAUSALE tra un evento che secondo a maggior parte delle
La diagnosi effettuata dal medico il medico di famiglia è una diagnosi di depressione -> introduce quindi
degli antidepressivi. Le ipotesi più a favore degli antidepressivi dicono che queste molecole sono
abbastanza efficaci soltanto nelle depressioni molto gravi. Altre ricerche dicono che gli antidepressivi non
sono più efficaci del placebo.
Non siamo soltanto corpi tra i corpi; siamo anche e soprattutto qualcosa d’altro. Non siamo solo una
complessità biologica; alcuni modi di star male dell’essere umano devono essere affrontati in altro modo.
L’essere del fegato viene affrontato diversamente dall’essere dell’essere umano.
Interfaccia tra carne che vive l’esperienza e una storia di se che viene ricostruita ogni volta.
La sofferenza mentale non è risolvibile unicamente con la biochimica. La chimica del farmaco, dello
psicofarmaco, si ricollega alla scientificità della nostra disciplina.
Tradurre i comportamenti umani in modellini produce vantaggi e svantaggi; fino a che punto la riduzione è
sensata? Possiamo quindi ridurre la depressione ad un modello biochimico -> questo genere di modello è
utile per chi richiede una risposta immediata. È comodo a tutti MODELLIZZARE.
Il medico di Marta prescrive antidepressivi e la invia ad un trattamento di ordine psicologico. Quale
intervento clinico ha fatto? Su cosa ha agito? Cosa ha preso in considerazione? È intervenuto sul corpo!!
Il medico inizia un trattamento farmacologico su un paziente -> non funziona -> lo invio dallo psicologo
perché la medicina non è riuscita a risolvere il problema quindi non è un problema del corpo anatomico ma
della carne.
Marta come COSA e Marta come CHI.
Kant: l’essere umano non è il mezzo ma il fine. L’essere umano non poteva essere categorizzato come tutte
le altre cose.
La psiche come mente nasce da Cartesio. Il dentro/fuori fa parte del dualismo cartesiano. La cosa è un
oggetto, il chi è un soggetto.
Quando uno psicologo deve spiegare a un bambino che cos’è l’orologio gli spiega la FUNZIONE. Il bambino
di colpo o quasi comprende che tutti gli orologi hanno la stessa funzione. Invece un bambino da
subito,nell’incontro con l’altro, non si appalesa una funziona d’uso (non chiede a cosa serve la persona).
Il medico ha preso un insieme di SINTOMI e SEGNI e li ha confrontati con varie categorie del DSM ed ha
individuato un cluster abbastanza simile -> depressione. Dopodiché ha individuato l’antidepressivo indicato
per questo problema; inoltre viene consigliato anche la psicoterapia e quindi lui gli prescrive anche questa.
L’oggetto di studio viene ridotto all’osso; si perde il chi e rimane il cosa. È una CATEGORIZZAZIONE!
CATEGORIZZARE: annullare l’individuo a favore del concetto. È un mancanza di riconoscimento. C’è l’idea
che attraverso la categorizzazione si dia senso ad un modo di essere.
In psicologia, psicoterapia, è fondamentale INDIVIDUARE. Questo è importante in qualunque forma di cura
che riguardi il CHI. Perché dal punto di vista emotivo non si accetta di essere categorizzati? Perché il
desiderio è essere riconosciuti come individui.
Se io tratto una persona come una cosa la riduco ad un funzionamento/malfunzionamento.
Se tratto una persona come un chi invece risalterà la sua individualità e la colgo dalla storia di vita
(unica, irripetibile e tutte le volte singolare).
La storia di vita e il racconto della storia di vita sono differenti.
La STORIA DI VITA la posso scrivere (i promessi sposi sono un’opera letteraria straordinaria ma
estremamente noiosa perché i personaggi sono sempre uguali a se stessi dall’inizio alla fine; per
quanto riguarda l’Innominato per rendere possibile il cambiamento in una notte ha dovuto
introdurre un escamotage ->l’apparizione divina, in quanto, normalmente, non si cambia
radicalmente in una notte).
Il cambiamento non avviene in breve tempo, per questo la psicoterapia non può durare poco.
Nel RACCONTO DELLA STORIA DI VITA l’oggettività conta poco.
Arrivare al CHI vuol dire restituire a Marta la sua carne e la sua storia. Una volta che l’abbiamo
CATEGORIZZATA l’abbiamo CONCETTUALIZZATA.
Un aspetto importante è perché Marta sta male. Il DSM dice poco riguardo a ciò, i manuali parlano poco di
eziopatogenesi.
Per capire cosa è successo ci manca la STORIA DI VITA, il contesto. Senza il contesto possiamo dire ben
poco. Mi alzo e mi sparo in testa -> che cosa è successo: suicidio (sfogo depressivo, sfogo persecutorio) ->
non conosco la storia di vita. I modi di essere (segni e sintomi) hanno senso solo all’interno di una specifica
storia di vita.
Che differenza c’è tra CAUSA e MOTIVO?
Ci riferiamo alle CAUSE di un evento quando trattiamo un evento come se fosse una cosa (mi
rompo il femore sciando). Parlo molto dal punto di vista biologico.
Se uno si suicida non ci basta sapere che è morto perché si è lesionato una determinata area del
cervello; cogliamo conoscere il MOTIVO di quel gesto.
La CURIOSITà è importante. Curiosità intesa come desiderio di capire (perché ha fatto questo, perché è
successo questo). Solo la curiosità fa si che non ci accontentiamo mai dei modellini.
Il terapeuta mette Marta nella condizione di non potersi raccontare nei termini di incapace.
La mamma di Marta è fortemente ansiogena -> Marta non coglie questa cosa; viene circondata da una
cornice d’ansia.
Madre: aggressività passiva -> tu puoi uscire ma io non dormo finché non torni. È un atteggiamento attorno
al quale diventa difficile creare un clima di condivisione.
Aspetto femminilità: topic importante. In terapia Marta scopre che gli uomini ti possono guardare. Avverte
lo sguardo degli uomini su di se e quindi scopre la femminilità. Lei non si era mai vissuta un’esperienza in
modo semplice e disinteressato ma sempre nell’interesse degli altri. Non si lasciava mai andare.
Visione dicotomica dell’uomo in Marta dovuta al clima familiare (racconti della madre).
Visione rigida del futuro di se. Quando l’ideale al posto di essere un punto di arrivo diventa l’unico modo
che si ha per proiettarsi nel futuro diventa qualcosa di sbagliato.
Evitamento sociale: Marta esce poco con le amiche. Idea che il comportamento delle amiche sia poco serio
(vanno in discoteca, bevono, fumano).
Testo di Marta -> rottura affettiva con Luca.
Contesto: cosa è successo prima che Luca la lasciasse? (spazio di esperienza), verso dove era progettata
Marta? (orizzonte d’attesa). Gli orizzonti d’attesa si inseriscono sempre nella progettualità. L’orizzonte
d’attesa è verso dove noi siamo sul versante dell’obbligo, del desiderio. Gli orizzonti d’attesa sono tanti.
30/10/2013