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Risiedono all'interno dei beni banali nella sezione distribuzione intensiva.
Shopping goods: definiti come beni di paragone, il consumatore tende a paragonare
l'offerta con altri prodotti simili ad essi, svolgendo quindi un'analisi di tipo comparativo
valutando nelle proprietà e gli usi rispetto ad altri beni proposti sul mercato. Questa
valutazione delle alternative nasce da un bisogno intrinseco dell'uomo di soddisfare i propri
bisogni in maniera ottimale. Il soggetto compie questo paragone poiché non si sente
preparato e informato sufficientemente sul prodotto che sta per acquistare; questa
operazione indica un forte coinvolgimento emotivo Durante la fase di scelta del
consumatore.
Risiedono all'interno dei beni problematici nella sezione distribuzione selettiva.
Speciality goods: definiti come beni di convinzione, rispecchiano una forte convinzione del
consumatore, a livello conoscitivo, su questo bene di lusso. Sono i beni a elevato
posizionamento sul mercato. Risultano essere unici e ben conosciuti dai clienti, che non
necessitano di altre informazioni su di essi, ma unicamente del punto vendita dove reperirli.
In questo tipo di prodotti il punto vendita stesso svolge una funzione puramente espositiva,
senza nessuna necessità di rilascio di ulteriori informazioni sul bene. Risulta importante,
però, ai fini del l'immagine del prodotto e della coerenza dell'azienda produttrice, che il punto
vendita mantenga caratteristica e coerenti con l'idea della marca del consumatore.
La scelta del tipo del numero di negozi condizionano fortemente il bene problematico agli
occhi del consumatore, in Italia la scelta ricade nella maggior parte dei casi sulla boutique.
Questi bene risiedono all'interno dei beni problematici nella sezione distribuzione esclusiva.
Distribuzione selettiva:
Bene di tipo innovativo, nuovo concept, tecnologicamente avanzato. Il consumatore
necessità di assimilare altri dati inerenti al prodotto. È necessario che venga proposto in
Spiegato da un commesso. I produttori lavorano con pochi retailer(distributori) i quali hanno
L'unico compito di mostrare, promuovere, e far testare il prodotto, senza poter applicare
nessuna tipologia di sconto, promozione ecc. denotando un alto grado di dipendenza dalla
casa madre fornitrice.
Distribuzione esclusiva:
Bene di lusso, di prestigio, soddisfa un bisogno prezioso per il consumatore. Il consumatore
non ha bisogno di ottenere altri tipi di informazioni del prodotto.
Il prodotto deve essere semplicemente reperibile nel punto vendita perché il consumatore lo
acquisti. È presente un solo Store o numero limitato di retailer che lo possiedono.
Intra B competition : forma di competizione tra i beni dei distributori che compongono
Marche e prodotti simili, nelle quali è l'unica leva di differenziazione risulta essere il prezzo,
( Price competition
) , il business attuale è incentrato per la maggior parte dei casi su questa
tecnica di competizione.
obiettivi: produttore e distributore hanno obiettivi simili sulle vendite al consumatore,
Pertanto si sviluppa una forma di conflitto tra marca industriale e commerciale.
Inter B competition: forma di concorrenza a livello di distributori per ottenere la possibilità
di vendere una determinata marca. In questo ambito i produttori scelgono e selezionano i
distributori, concedendogli la possibilità di vendere il proprio prodotto. Questo tipo di
possibilità permette al distributore di far leva sulla differenziazione di marca accantonando il
prezzo come unica allieva di competizione.
Obiettivi : gli obiettivi tra produttore e consumatore convergono, pertanto non sono presenti
conflitti interni tra essi.
LEZIONE 2
1.Conseguenze del passaggio da bene problematico a bene banale, caso Swatch
Questo tipo di passaggio si sta sviluppando sempre più nella mente dei consumatori, data la
maggiore esperienza, la maggiore attenzione la maggior ricerca di informazione dedicata dai
consumatori ai prodotti durante le occasioni di prova sul punto vendita o di ricerca di
informazione autonomamente mediante diversi mezzi. L'iPhone ad esempio è passato da
prodotto problematica ha prodotto banale.
Quando un bene problematico raggiunge l'apice del suo ciclo di vita, superando la maturità,
entra nella fase successiva che lo porta a un drastico calo delle vendite con il conseguente
disinteresse da parte del consumatore. Durante il processo di vecchiaia, il prodotto
problematico spesso viene concesso dall'azienda produttrice o un numero maggiore di
rivenditori per allungarne il ciclo di vita, con la conseguente banalizzazione della marca.
Gli orologi Swatch circa nei primi anni 90 ebbe uno sviluppo delle vendite altissimo, rispetto
al prodotto offerto. In Italia vengono distribuiti con una selezione enorme, da parte del
produttore, dei distributori commerciali, concedendo unicamente a 800 punti vendita su 16
milioni presenti Allora la possibilità di vendere il proprio prodotto. La risposta dei consumatori
fu stupefacente. La scarsa reperibilità del prodotto portò il cliente a intenderlo come un
prodotto di lusso, raro da trovare, incentivando nella ricerca. Swatch mantenne questa
selettività nei distributori per numerosi anni, instaurando quindi nella mente del consumatore
la percezione di questo semplice orologio in plastica come un bene problematico,
nonostante dovesse essere palesemente inteso come un bene banale. Stagionalmente, per
tutelarsi da eventuali plagi e mantenere la presa sul consumatore, l'azienda generò differenti
modelli con modifiche su colori, immagini, fantasie. La forza di questa azienda fu proprio
capire che questo prodotto doveva essere percepito dal cliente è trattato dall'azienda stessa
come un bene problematico, in grado di aumentare esponenzialmente il grado di interesse
del consumatore. Sviluppo talmente bene questo metodo, che inizialmente non riuscire a far
fronte a tutte le richieste e gli ordini provenienti dai distributori.
Dopo diversi anni il prodotto però entro nella sezione che esco, aggiungendo Quindi al
declino, con una concessa perdita di preda sul cliente finale punto e risposta a questo
problema la sua ci concede la vendita del proprio prodotto o un numero più alto di
distributori, passando da 800 a 1200 punti vendita in italia. Quindi mantiene comunque una
ristretta cerchia di distributori in modo da non paralizzare la marca. Generò anche punti
vendita monomarca, flagship store, negozi diretti e franchising per enfatizzare nella mente
del consumatore La marca è il prodotto. Quindi la scelta distributiva della Swatch è risultata
vincente, poiché è stata in grado di generare una vita molto più duratura hai proprio i prodotti
e di conferire un altro prestigio e potere ha la propria marca( anche se ha aumentato il
numero di punti vendita, ha mantenuto comunque limitato il numero dei punti vendita in
italia.)
2.Perché l'industria sceglie di definire accordi commerciali con pochi, qualificati partner
distributivi
● Maggior coordinamento nei movimenti dei negozi selezionati.
● Sia in grado di evitare la Price competition poiché non esiste una forte
sovrapposizione spaziale prodotto /marca.
● Sei in grado di assistere nel migliore dei modi i negozi selezionati, con il corrispettivo
aumento della gamma dei servizi offerti al consumatore;un maggiore Visual
merchandising può portare a una maggiore soddisfazione del cliente. Es: la casa
produttrice manda il punto vendita un tecnico apposito per ricomporre la vetrina.
● Si possono offrire margini commerciali più consistenti ottenendo in cambio un
migliore supporto informativo professionale.
● Si ottiene il posizionamento desiderato del prodotto/ Mark agli occhi del
consumatore.
3. La fedeltà del consumatore
Il livello di fidelizzazione del consumatore alla marca è al punto vendita risulta essere
differente a seconda dei beni presi in considerazione, pertanto risulta necessario analizzare
il consumatore durante l'acquisto di un prodotto banale o problematico.
Prendendo in considerazione il campo dei beni banali, il consumatore, sopraggiunto un
bisogno primario chiamato macro bisogno, genera una lista di satelliti che lo compongono
chiamato micro bisogni. Sviluppati questi concetti, il passaggio finale nel decidere il luogo
fisico dove compiere la spesa per soddisfare il bisogno e comparare le diverse possibilità di
prodotti a seconda delle caratteristiche proposte. La scelta del mix di servizio della
convenienza di prezzo generata dal punto vendita possiamo dire che assume un'importanza
elevata solo dopo la scelta della struttura stessa dove acquistare i beni. All'interno di questa
sezione, Per quanto riguarda il punto vendita, occorre valutare la fedeltà del consumatore in
base a quanto il soggetto è disposto nel tempo a ripetere l'acquisto in quello store.
Per quanto riguarda la marca, un soggetto risulterà più legato alla marca, quanto più la
ricercherà anche in luoghi in cui non è presente, fino ad arrivare a una fedeltà massima,
dove è disposto a cambiare punto vendita per reperirla. Quindi dare fiducia alla marca da
parte del cliente consiste semplicemente nel processo di riacquisto di quel determinato
bene. La marca può essere intesa come la memoria del prodotto, poiché ad essa il
consumatore associa determinate caratteristiche come i valori di fondo, fonte, grafiche,
colori, simboli, percezioni, emozioni. Nel dei beni banali, Maggiore sarà La fedeltà conferita
al punto vendita da parte del consumatore, mentre minore sarà La fedeltà conferita alla
marca. Questo tipo di passaggio porta a una correlativa maggiore propensione del cliente al
produkt switch. Un elevato livello di fedeltà alla struttura enfatizza ancora di più il dato
secondo il quale la maggior parte delle decisioni prese sui prodotti acquistato avviene nei
punti vendita e non precedentemente.
Instore marketing: le aziende produttrici Sono consapevoli che il punto vendita è in grado
di contro-informare i consumatori sui propri prodotti, danno più risalto alle proprie Marche
commerciali, riservando luoghi di nicchia per l'esposizione di quelle industriali. Anche in
questo viene enfatizzato il livello di concorrenza tra distribuzione e produzione.
Fedeltà del consumatore
Nei beni banali, il comportamento del consumatore sembra prediligere la concentrazione
degli acquisti all'interno di poche Shop expedition, perciò la scelta del punto vendita diventa
una decisione di ordine Superiore rispetto a quella inerente il prodotto è la marca da
acquistare. Prevale la Store loyalty. Il concetto di fedeltà alla marca diventa una scelta di
ordine inferiore e, spesso, si allarga a un gruppo di marca in ordine di p