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Gli attributi elementari del negozio sono:
la merce,
la convenienza,
la comodità di accesso,
orari di apertura,
prezzo.
Si è in presenza di un nuovo prodotto quando ci sono nuovi servizi, quando i soggetti vengono
trattati come persone e non come consumatori.
Innovazione nel retailing
Il supermercato ha spirito nello sviluppo delle formule distributive.
discount
Il è una tecnica di vendita non è una formula distributiva. Deve avere un
posizionamento con prezzi bassi. Nell'immaginario collettivo è una formula distributiva. Può
essere hard come Lidl, Eurospin oppure soft. Il soft discount è sempre conveniente ma con un
servizio migliore. 2
Il discount può essere di tre fonti:
strutturale (dovuta alla convenienza che vogliono i clienti),
congiunturale (dovuta alla crisi si abbassano i prezzi),
interstiziale (tipo spaccio aziendale, forma di completamento).
Quella che conta di più sul piano economico è quella strutturale.
fonte strutturale
La può avere tre forme:
servizio, come Lidl. Più Convenienza ma meno servizio. Il consumatore deve svolgere delle
funzioni, c'è una maggiore convenienza;
qualità: efficienza:
si basa sulla convenienza e riduce la qualità. In Italia non c'è; la maggiore
rappresentazione è data dall’ipermercato. Il recupero di convenienza si basa sulle dimensioni
vendendo molto, attirando molte persone.
L'ipermercato in Italia ha perso di attrattività perché non c'è una riduzione di prezzo. È una
struttura ad alto tasso di lavoro e ad alti costi fissi. L'architrave dell'offerta da parte dei
distributori è la segmentazione.
Store erosion: perdita di attrattività dovuta al negozio.
L'innovazione nelle fasi iniziali del ciclo di vita consente l'introduzione di nuovi formati, nelle fasi
intermedie ci sono arricchimenti del servizio, definizione di nuovi concept delle formule che
assiste già, nelle fasi finali si crea un’insegna.
beni banali
Tornando ai possiamo dire che sono distribuiti secondo logiche intensive ma non
competition
totali. È una distribuzione dove prevale l'intrabrand (stessi prodotti con le stesse
prezzo
marche). La leva competitiva più importante è il applicato nei prodotti trattati da molti
distributori.
Un produttore di beni problematici non può distribuire a tutti ma solo a distributori selezionati. Si
usano strategie selettive o esclusive.
vertical branding
Negli ultimi anni si è visto molto con apertura di negozi monomarca di
proprietà o in franchising. In questo modo si stressa la marca e la coerenza della marca nei
Channel leader produttore di marca. beni problematici
confronti del consumatore. Il è il Tre
l'interbrand competition
prevale (la vendita di prodotti simili ma con marche diverse).
Segmentazione della domanda dei servizi commerciali
È la domanda dei distributori che producono servizio. Si segmenta come la gente si comporta a
seconda dei beni che deve comprare. Si usano due variabili: orientamento al servizio,
orientamento al prezzo.
Grafico 2
Markdown: riduzione del margine (es. sconti)
Forza marca: costi strategici, pubblicità, sviluppo della marca dei distributori, essenzialità
prodotti che costano poco ma che servono, primi prezzi. Bisogna cercare di rinforzare la marca
aumentando le caratteristiche del prodotto in termini di R&S e di campagna pubblicitaria,
investire anche nel rapporto con i clienti strategici. 3
Sigle.
Rapporto tra produttori distributori tre dimensioni:
Dimensione contrattuale o di compravendita
Competitiva: sostanziale invasione di campo, uno entra nella sfera competitiva dell'altro.
private label,
Quando un distributore produce delle competizione verticale.
Strategica: quando produttore distributore hanno obiettivi convergenti. Serve per contenere i
costi aumentare l'efficacia, forme di collaborazione.
Punto vendita
Il punto vendita deve stimolare le emozioni e coinvolgere il consumatore in un'esperienza
appagante. Deve diventare un luogo di permanenza e intrattenimento. Prima era solo un luogo di
acquisto e raccolta di informazioni. Una buona parte della scelta viene definita nel punto vendita.
Shopper marketing instore marketing.
e Bisogna valorizzare le merci all'interno dei negozi.
I vettori dell'innovazione
retailing mix:
- Leve del assortimento e merchandising -> componente creativa (visual
merchandising) vale nei beni problematici.
- Azione nelle relazioni con le persone
- Servizi aggiuntivi personali
- Maggior shopping esperienziale
- Offerta di beni e servizi in grado di soddisfare i beni complessi ricostruire macro processi
di consumo organizzazione dell'offerta in questo verso
- Servizi che esulano da servizi commerciali tradizionali esempio viaggi
Retainment: distribuire intrattenendo. Perché lo shopper è diventato più eclettico ed esigente.
Le leve sono:
atmosfera del punto vendita,
valorizzazione del tempo (non far perdere tempo),
merchandising,
spettacolarizzazione,
innovazione continua,
gioco,
ristoro.
In un mondo sempre più composto da beni materiali bisogna pensare alla componente legata
all'atmosfera nella quale i prodotti vengono venduti. L'atmosfera dipende dall'architettura
dell'edificio, dal layout e dal display (locazione nello spazio dei prodotti). Il marketing
dell’esperienza si basa sul creare un'esperienza con il cliente.
Esistono quattro paradigmi rilevanti della formula del valore.
Il paradigma della serie: basato sulla tecnologia.
Il paradigma della marca: alla tecnologia si aggiunge la marca.
Il paradigma del servizio: si aggiunge anche il servizio, il prodotto è bene fisico ma con una
componente di servizio.
Il paradigma del cliente: si hanno le 4 cose insieme aggiungendo la personalizzazione che fa 4
sentire il cliente considerato.
Il marketing del particolare si lega al cliente e non ai segmenti.
Il ruolo della R&S nel marketing: le imprese devono avere delle posizioni uniche difendibili nei
confronti della concorrenza con il prezzo di affezione si ha un prezzo più alto che si deve investire
in ricerca e sviluppo.
Rapporto clientela negozio, retailing mix principali leve
- Assortimento del negozio. È il punto chiave del rapporto col cliente. Il punto vendita
dovrebbe scegliere l'assortimento in base alle esigenze del consumatore, è molto difficile
perché ognuno ha esigenze diverse. Il distributore moderno ha delle leve per instaurare il
stock
rapporto con il consumatore. Il distributore moderno deve capire se i clienti sono di
flusso
(quindi molto fedeli) o di (quindi il negozio è di attrazione cioè che attira molta
clientela).
Marche commerciali:
- sono importanti per far concorrenza alle private label.
Promozioni e comunicazione.
- Merchandising:
- come viene valorizzata la marca attraverso la disposizione dello spazio.
Quantità e qualità del servizio:
- le aziende più attente monitorano attraverso aziende
esterne la qualità del servizio. Si tiene sotto controllo l'output del retailing cioè il servizio.
La principale caratteristica dell'oligopolio moderno e l'interdipendenza ossia quando un
distributore abbassa i prezzi anche gli altri li abbassano di conseguenza.
L'assortimento è la prima leva.
Massificazione: più o meno gli stessi prodotti. Si compra ciò che passa in pubblicità. Prevale
l'intrabrand competition e la price competition.
Diversificazione: non si trattano i prodotti che trattano gli altri distributori. Prevale l'interbrand
competition e la non price competition.
differenziazione
La può essere:
difensiva: dove si riduce la sovrapposizione dell'assortimento e la trasparenza dei prezzi
aggressiva: conquistare nuovi segmenti di domanda.
Obiettivi della marca privata.
Offerte di alternative inferiori di prezzo,
ottenimento di margini più elevati sui prodotti,
differenziazione dell'assortimento,
conquista e rafforzamento della store loyalty.
La priorità di un obiettivo rispetto ad un altro finisce per condizionare la strategia di offerta della
marca commerciale in termini di: livello di prezzo, livello qualitativo, configurazione del brand.
Con la marca commerciale si riescono a creare più prodotti su una stessa marca, cosa che con le
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marche normali non si riesce a fare.
Pricing dei beni commerciali.
Significa formazione/variazione dei prezzi precedentemente formati.
Formazione variazione
Il pricing ha due anime. di prezzo e dei prezzi.
lungo periodo
lungo periodo breve periodo.
Ha due dimensioni: e Quello di è il più importante
breve periodo
perché determina la convenienza del prodotto. Il pricing di serve per creare
traffico nel punto vendita su prodotti che verrebbero acquistati anche senza promozioni.
Riduzione temporanea di prezzi per creare traffico, serve per attirare nuovi clienti. Può essere
anche una promozione non sul prezzo ma tipo concorsi, non possono andare bene promozioni
continuate. Per il pricing di lungo periodo la prima cosa è identificare il paniere di beni riferiti ai
clienti. Fare il prezzo significa dare un prezzo al servizio commerciale, prezzo macro. Il pricing
micro si riferisce al singolo prodotto.
Schema 3. livello strategico
La formazione di prezzi avviene a due livelli: strategico e operativo. A deve
livello
determinare gli obiettivi a livello di margine del punto vendita e margine del settore. A
operativo determina gli obiettivi di margine degli articoli, calcolare il prezzo di vendita, variazione
dei prezzi e dei margini.
Formule break even point.
Come è cambiato il paniere guida dei prodotti su cui creare un’immagine di convenienza.
Ieri: prodotti di marca leader ad alto valore segnaletico, ruolo chiave insostituibile.
Oggi: marca commerciale, primi prezzi, prodotti freschi, prodotti di marca leader, categoria di
prodotti, ambientazione, display.
Promozioni. di prezzo non di prezzo.
Le promozioni possono essere o
Lo sconto a scalare si basa sul fatto che più compri e meno paghi in proporzione quindi
maggiore è lo sconto.
Le promozioni basate sul prezzo sono gli sconti, offerte speciali, tre per due, prezzo sorpresa,
prezzo anniversario, sconti eccetera.
Le promozioni non di prezzo sono omaggi come gli Ist punti premio abbonamenti in offerta,
giochi come lotteria con corsie estrazioni.
Nei punti vendita lo spazio espositivo è sempre utilizzato anche se spesso non in modo ottimale.
Con la pubblicità si porta a conoscenza il consumatore del prodotto, la promozione serve per
avvicinare il con