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I RITORNI DI VALORE
L’impresa customer centri punta ad avere tanti cliente soddisfatti per avere:
- Customer margin/profitability: Ricavi generati dal cliente meno «cost to serve» (i quali sono costi
sostenuti dall’azienda per servire quel cliente) es: se cliente esigente nei tempi di consegna >
l’impresa dovrà sostenere un costo elevato.
- Customer impact: tiene conto anche dei ritorni immateriali (partecipazione all’innovazione), tipo
reputazione, know-how
- Customer lifetime value: totale acquisti di un cliente meno totale costi relazionali. Esso copre i
ritorni che ho dal cliente da quando ha iniziato ad essere mio cliente.
- Customer equity: Somma CLV attuali (storici, fidati) e potenziali = definisce il valore del
portafoglio clienti dell’azienda
Costi dell’insoddisfazione
- costi di gestione dei reclami
- costi di assistenza del cliente
- costi legati alle garanzie ed alle assicurazioni
- costi per ricerche e analisi delle ragioni legate alle insoddisfazioni
Inoltre acquisire un nuovo cliente costa molto di più che mantenere un cliente esistente- si genera
un passaparola negativo che ha ripercussioni su altri clienti, attuali o potenziali. Aumentano quindi i
costi legati alla gestione del cliente e al marketing
Principi sottostanti all’analisi di CV
- E’ sempre un valore d’uso
- E’ un concetto soggettivo
-E’ multidimensionale (vedi modelli) E’ relativo alla concorrenza
Dal Customer value al customer relationship value
Difficoltà di applicazione
Soggettività: valutazione attributi relative
Pluralità di attori (centro d’acquisto)
Incertezza del rispondente e basso tasso di ritorno e Percezioni sulla relazione mutevoli
Influenza delle interdipendenze.
Modelli di analisi
il modello INDSAT di Homburg e Rudolph (2001)
1. : si basa su indici di soddisfazione del
cliente business presupponendo che nei mercati hardware industriali tedeschi la soddisfazione
del cliente dipendesse da 7 elementi:
INDSAT 1: Soddisfazione verso il prodotto
INDSAT 2: Soddisfazione verso il personale di vendita
INDSAT 3: Soddisfazione per le informazioni sul prodotto (più è nuovo, più occorrono info)
INDSAT 4: Soddisfazione per la gestione dell’ordine
INDSAT 5: Soddisfazione per i servizi tecnici
INDSAT 6: Soddisfazione dell’interazione con lo staff interno
INDSAT 7: Soddisfazione della gestione dei reclami
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LIMITI del modello:
• Non si distingue per tipologia di acquisto (nuovo, problematico etc.)
• Non si opera un confronto con la concorrenza
• Non si distingue tra benefici e sacrifici
2. il modello di Menon, Homburge Beutin(2005)
Elevata qualità alza benefici core ed abbassa sacrifici percepiti (difetti)
Fiducia eleva benefici aggiuntivi e abbassa costi operativi
Commitment alza i benefici aggiuntivi e riduce costi operativi
Tali elementi confluiscono per definire il valore per il cliente > viene poi costruito un questionario
il customer value audit (CVA)di Ulaga e Chacour(2001)
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Beneficio=
qualità,
rispetto agli
attributi del
prodotto,
del servizio,
della
promozione
Sacrificio=
prezzo
1. identificazione degli attributi di qualità rilevanti e del prezzo;
2. distinzione tra segmenti e situazioni d'uso;
3. analisi delle percezioni di valore degli attributi di qualità e di prezzo dei diversi membri del
centro
d'acquisto;
4. confronto con offerte di fornitori alternativi.
>> l’autore costruisce una mappa di posizionamento dell’impresa rispetto alla qualità e al
prezzo
il modello sul valore delle relazioni di Ulaga Eggert (2005)
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Difficoltà pratiche nell’implementazione nelle analisi di CS
Difficoltà nel determinare le dimensioni e gli attributi rilevanti nel sistema di offerta aziendale
Difficoltà legate alla realizzazione pratica e somministrazione del questionario
Difficoltà di quantificare in termini monetari il valore ricevuto dal cliente poiché per farlo sarebbe
necessario sviluppare una collaborazione “estrema”, basata sulla completa trasparenza e sulla
perfetta conoscenza dei processi di valore dei clienti.
3. La struttura ed i processi di mercato
Il mercato b2b è una rete fatta di tante interconnessioni, un network di soggetti tra loro collegati
IL MERCATO A RETE (CAP 6)
Le interdipendenze:
Se la combinazione degli obiettivi avviene in modo condiviso, se la combinazione delle risorse
avviene in modo innovativo…il network si sviluppa e la rete crea valore per il mercato finale. Se
invece c’è inefficienza, obiettivi divergenza no. Le imprese devono avere controllo sui processi di
network (es: Luxottica) e operare in una logica di rete.
Il funzionamento del mercato:
• l’azione individuale delle singole imprese;
• le dinamiche interattive che prendono forma nei singoli processi relazionali;
• le interconnessioni e le interdipendenze.
Il fatto che un’impresa sia immersa in reti non viene considerato nei processi di mergers&
acquisitions. Raramente si considera che comprando un’azienda si comprano anche le reti alle quali
essa è collegata. Spesso esse sono contest specific oppure aperte.
L’impresa è immersa in una eterogeneità relazionale che è stabile ma cambia continuamente.
Con alcuni fornitori c’è più fiducia e
maggiore intensità della relazione
Dal sistema del valore di Porter
alla valle co-creation della rete.
Interazione per trasferire al
meglio il prodotto. Ciò impone
un cambiamento di prospettiva
all’azienda. L
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Come interpretare il contesto a rete?
-A quale cliente/ segmento fare riferimento? Quali sono le sue aspettative? Chi sono i fornitori più
rilevanti? E gli intermediari?
-Quali attori del mercato influenzano e incidono di più sull’agire strategico? Chi sono gli attori
della rete di offerta che partecipano di più alla creazione di
valore?
-Quali attività svolgono? Come si connettono le attività dell’azienda con quelle degli attori sopra
menzionati? Quali sono le modalità di coordinamento?
-Quali risorse le controparti di mercato citate posseggono e controllano? Quali sono le risorse
critiche? Quale grado di complementarità tra risorse esiste? Qual è il grado di controllo diretto e
indiretto di tali risorse?
-Quali sono gli obiettivi specifici degli attori della reti di offerta? Quali rapporti di potere-
dipendenza sussistono tra gli stessi? Quale grado di collaborazione? Quali conflittualità?
L’impresa nella rete=
-gestisce e controlla attività di trasformazione e trasferimento attraverso controllo diretto e
indiretto di risorse
-persegue obiettivi soggettivi con attenzione agli obiettivi collettivi
-ha una propria specifica conoscenza e percezione della rete di attori
-riveste diverse posizioni di potere
- gioca diversi ruoli contemporaneamente
Componente deliberata della strategia di rete, ovvero voluta e ricercata per conseguire
determinati vantaggi e superare determinati limiti
Necessaria, perchè lavorare nel contesto economico-sociale porta necessariamente ad essere
interconnessi in reti > l’impresa deve accettare delle relazioni.
I problemi dell’interdipendenza=
La perdita di controllo dei processi
L’indeterminatezza
I costi di adattamento
L’esclusività (es: nella vendita di un prodotto)
La vischiosità con altri contesti relazionali
Le implicazioni di marketing:
Posizionarsi nella rete
Concorrenza tra reti di offerta
Gestione di varietà relazionali
Strategie individuali e collettive
Micro e macro posizioni
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LAVORO DI GRUPPO:
inviata mail entro il 30 marzo B2B
inviata mail entro il 4 Maggio Servizi
Progetto inviato il 5 giugno e Discusso mercoledì 7 giugno
(lezione 16/03)
LA STRATEGIA DI MERCATO
5 idee di strategia e come si caratterizzano sul mercato business:
- piano
- pattern: la forma che essa assume
posizione (posizionamento strategico)
- prospettiva strategica
- gioco di ruoli
-
1. strategia come pianificazione: approccio organico vs. approccio razionalistico
approccio sequenziale: si analizza il mercato, il consumatore, la concorrenza…poi si prendono e si
attuano delle decisioni. = Approccio razionalistico al processo strategico
Ma quando si parla di un contesto a rete e non più anonimo, deve prevalere un approccio fluido,
organico; non l’analisi oggettiva e razionale ma l’interpretazione del contesto di riferimento
parzialmente oggettiva, delle dinamiche di rete.
interpretazione >> intento>> azione, reazione, interazione (le interazioni sono spesso
imprevedibili > attuazione significa fare networking, innescare meccanismi di interdipendenza che
sono imprevedibili nei loro effetti)
2. strategia come processo (Mintzber)
intenzione strategica > (in parte abbandonata)> decisione e implementazione della strategia = si
inizia ad interagire > la strategia realizzata è frutto soprattutto di una strategia emergente
Il Modello di Mintzber è utile per analizzare l’intenzione dell’impresa nella rete
Strategia come posizione
3.
(Porter: posizionamento strategico).
Posizionamento nella rete: come mi posiziono rispetto a ciascuna relazione > microposizione
rispetto a ciascuna controporta; macroposizione rispetto alla pozione dell’impresa nella supply
network.
4. Strategia come prospettiva
la prospettiva dipende da: la struttura organizzativa, che delinea i diversi ruoli raffiguratili
nell’impresa; dal sistema di controllo e di supporto del management che un un impatto su
l’assunzione delle scelte; dalle abilità e dalle competenze individuali e dallo stile e dalla cultura
manageriale.
5. Strategia come gioco
- combinazione di strategie collettive (l’impresa tiene conto delle ripercussioni delle
interdipendenze che la sue azioni generano e delle reazioni negative delle controparti) e individuali
- relazionalità
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alertness (di allerta a segnali che possono provenire dal mercato anche in termini di
- concatenazioni di eventi)
Organizzazione market-driven
-leadership di prodotto: l’impresa deve avere delle competenze, know how differenziati e
performanti che deve trasferire sui prodotti
-eccellenza operativa:
- customer intimacy:
Dimensioni della strategia guidata dal mercato:
l’azienda deve cambiare dal punto div ista della struttura e dei processi per avvicinarsi al cliente,
sviluppare programmi per fare leva sulle persone
Strategia di marketing- diffusione
Webmaster: corporate, funzionale, operativo
- Pierce