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I MODELLI REGIONALI <<REGOLATORI>>
Ogni regione, a rispetto della legge n 502 del 92, decide come strutturare il proprio sistema sanitarioe la scelta discende da come si configurano una serie di elementi nonché:
- I PROVIDER
- LA DIMENSIONE DEI PROVIDER
- LE FORME DI INCENTIVAZIONE DEI PROVIDER
Sostanzialmente ci sono 3 tipologie di modelli: REGOLATORE-FINANZIATORE-PAGATORE.
- MODELLO DELL’ ASL REGOLATORE (MODELLO TOSCANO)
È il modello che è stato principalmente adottato in toscana. La caratteristica su cui si basa questo modello è l’idea di fondo, Il suo obiettivo è quello di farsviluppare in modo uniforme tutti gli erogatori in modo tale che i pazienti, possiamo dire, nonabbiano l’esigenza di andare da un’altra parte per ricevere una prestazione. L’obiettivo di questo sistema è quello di operare limitando al massimo la concorrenza. Questa tipologia di modello finanzia SOLO le aziende sanitarie locali che
Caratteristiche delle aziende sanitarie
Tutte le aziende sanitarie hanno una propria struttura di erogazione, presidi interni e strutture per l'attività di degenza per acuzia.
Affiliazione all'ASL
Ogni cittadino afferisce all'interno di un'ASL. Per le prestazioni di cui si avvale, il cittadino provvederà al pagamento all'ASL, anche se decide di sottoporsi a una determinata cura in un'altra regione.
Modello toscano
Il modello toscano si basa sul meccanismo di coordinamento delle varie aree. Nel 1992, il sistema toscano aveva 12 aziende USL, ciascuna raggruppata in 3 aree vaste. Ogni area aveva un'azienda ospedaliera di riferimento con un bacino di utenza corrispondente alle provincie (calcolato su 240.000 cittadini) e 4 aziende.
ospedaliere tra cui una specialistica nonché l'ospedale Mayer di Firenze.
LEZIONE DI MANAGEMENT E CONTROLLO DELLE AZIENDE SANITARIE DEL 16/03/2020
Fin da subito nacquero quelli che prendono il nome di ESTAV enti strumentali tecnico-organizzativi di area vasta, che erano ai tempi dei consorzi che si trasformarono in enti. Gli estav erogano dei servizi accentrati per le aziende e provvedono in generale al personale, facevano dei concorsi e gestivano l'assunzione del personale. Gli estav erano 3 proprio come erano le aree vaste, che avevano il compito di coordinare tutte le operazioni che si svolgevano nelle varie aziende.
Il sistema successivamente si sviluppa, e si arriva ad una prima modifica che prevede così una fusione tra le varie estar (situazione attuale) in quanto non vi era un omogeneo funzionamento poiché un estav andava veramente bene rispetto le altre due, perciò si andò a sviluppare l'ESTAR nonché ente strumentale regionale.
Con il
2016 si arriva alla grande riforma, che caratterizza il sistema toscano. Oggi il sistema toscano si è fuso, tutte le ASL si sono fuse tra di loro dando così vita a 3 grandi ASL, ciascuna delle quali corrisponde con l'area vasta di competenza. Queste ASL sono delle aziende importantissime, superano i due miliardi annui di fatturato ed hanno 16000 dipendenti, cifre molto rilevanti sul territorio nazionale.
Dunque, lo spazio di coordinamento vede due attori principali nonché le ASL e le aziende ospedaliere. La performance, infine, del modello regionale toscano è stata sempre molto importante sotto tutti i punti di vista. Si tratta di un modello complesso che ha portato innovazione e che fa in modo che si cresca in modo continuo costante ed omogenea, anche per la qualità dei servizi che vengono erogati ai cittadini.
LA STRUTTURA DEL SISTEMA REGIONALE DELL'EMILIA ROMAGNA. (modello regolatore)
L'Emilia è una regione che ha fatto delle scelte analoghe,
più o meno, a quelle che sono state effettuate in toscana. È un modello nel quale ci sono 8 aziende USL e si sono sviluppati altri 8 erogatori che vengono presidiati dall'IRCCS che opera in maniera specializzata ma circoscritta per via dell'elevata specializzazione che viene perseguita, quindi vi è una remunerazione a carattere tariffario. Nel modello romagnolo vi sono 3 aree vaste, una delle quali è stata la risultante di una fusione tra le varie ASL. La peculiarità sta nel fatto che mentre la toscana ha sviluppato come l'elemento importante l'ESTAR, l'emilia Romagna ha sviluppato un'agenzia sanitaria che si occupa della ricerca e dell'innovazione di carattere non solo clinico, ma fa attività di ricerca sul campo e mette a disposizione delle tecniche per sviluppare magari delle nuove tecniche gestionali.vista scientifico
IL MODELLO DELLE MARCHE (ASUR azienda sanitaria unica regionale)
L'idea delle marche era quella di avere un'unica azienda sanitaria regionale poiché lo sforzo che vi è nel coordinare e gestire le varie vaste aree è molto significativo, di conseguenza la regione va a finanziare in quota capitaria l'azienda sanitaria regionale. Coloro che erogano le prestazioni sono i vari distretti che erogano attività di carattere territoriale, tutte le prestazioni di carattere sanitario in regime di degenza per acuzia vengono invece erogate da aziende ospedaliere che sono staccate in quanto autonome, che vengono finanziate a tariffa di fatti come se fossero un'azienda di natura privatistica
IL MODELLO VENETO (ASL SPONSOR- MODELLO FINANZIATORE)
È un modello che in Italia non ha mai trovato sviluppo la quale peculiarità è che la asl individua degli operatori "privilegiati" poiché sono da lei sponsorizzati.
Lo sponsor fa sì che vi sia una perfetta erogazione dei servizi al pubblico. La regione finanzia in quota capitaria le USL. È un modello regolatore che tenta di costituirsi come un modello sponsor, ovvero l'intento di predisporre un bacino di erogatori ai quali i cittadini possono esporsi. Non ha funzionato in modo molto efficace in quanto andava a ledere il diritto della libertà di cura del paziente.
IL MODELLO LIGURE: la regione finanziava in quota capitaria le 5 aziende sanitarie locali che avevano dei presidi ospedalieri interni. Era un modello molto frammentato e di conseguenza vi erano dei problemi di coordinamento tra le varie strutture. Negli ultimi anni è stato introdotto un modello di regolazione, in quanto non è più la regione ad effettuare attività di coordinamento e di programmazione, ma questa attività è di competenza di un ulteriore ASL che in acronimo si chiama ALISA.
che è un ente straordinario di programmazione e coordinamento di tutte le attività che vengono effettuate nelle aziende ospedaliere. Ad oggi vi sono due modelli operativi che sono quelli regolatore e pagatore.MANAGEMENT E CONTROLLO DELLE AZIENDE SANITARIE (LEZIONE 5)
I MODELLI REGIONALI E LOGICHE MANAGERIALI PER IL GOVERNO DELLA SANITÀ: IL MODELLO LOMBARDO TERZO PAGATORE
Abbiamo visto i modelli regolatori e sponsor. I modelli regolatori sono quelli che permettono alle regioni di strutturarsi in un determinato modo. La prima caratteristica è che quasi tutte le ASL hanno la medesima caratteristica: sono erogatrici e pagatrici di prestazioni ed hanno dei presidi interni per svolgere tutte le attività comprese quelle di degenza per acuzia. Quindi, abbiamo detto che è un modello che tende a limitare la competizione ed è un modello che prevede un coordinamento, affinché tutte le ASL crescano in modo congiunto, e che quindi si vada ad eliminare tutta
concorrenza che si viene a generare.Il modello regolatore possiamo dire più pragmatico è MODELLO TOSCANO che ha deciso di aderiread una forma di aggregazione delle aziende delimitandone il numero, coordinando cosi un enteazienda ed un’azienda ospedaliera che assume anche le caratteristiche di azienda ospedalierauniversitaria.Esiste anche un modello sponsor che ha, però, una valenza teorica nel quale si fanno a selezionaredelle specifiche asl per avvalersi della prestazione dei servizi. Coloro che scelgono dei diversiprovider per l’erogazione dei servizi possono farlo tranquillamente ma riceveranno un rimborso perl’importo della prestazione non superiore all’importo che sarebbe stato generato avvalendosi delservizio erogato nella asl ‘’sponsorizzata’’MODELLO TERZO PAGATORE. (LOMBARDO)Questo modello è stato caratterizzato da due eventi, che andremo a dividere a seconda delleevoluzioni. (prima del 2015 –
dopo del 2015)COM'ERA ARTTICOLATO.Il modello terzo pagatore lombardo si presenta in condizioni molto differenti perché ci sono 15 asl, all'epoca era costituito su un presupposto diverso, con un bacino di utenza molto rilevante e ciò che salta subito agli occhi è che vi sono 29 aziende ospedaliere che si espandono su un bacino di utenza che vanta 1,3 milioni di cittadini. La struttura è molto diversa, l'idea è quella che la sanità debba essere caratterizzata come se fosse un'azienda in grado di erogare dei servizi con un determinato livello qualitativo, difatti le asl svolvono le due funzioni classiche:
- ATTIVITA DISTRETTUALE
- ATTIVITA' DI PREVENZIONE
ma l'attività di degenza per acuzia doveva essere svolta univocamente dall'azienda ospedaliera. Quindi, in questo modello, non c'è più la vocazione all'innovazione e alla specializzazione attraverso un coordinamento generalizzato,
ma si introduce il concetto di competizione ed è per questo che questo modello si va a differenziare dal modello regolatore toscano. Ogni presidio ospedaliero compete a seconda di quella che è quindi la qualità del servizio che viene erogato.
MANAGEMENT E CONTROLLO DELLE AZIENDE SANITARIE (LEZIONE 5)
La regione finanzia esclusivamente, come nelle altre regioni, solo le aziende sanitarie locali le quali non hanno i presidi ospedalieri quindi, per quanto riguarda la degenza per acuzia, vi è la sola mobilità in uscita perché le asl non hanno la competenza per erogare queste attività.
Le prestazioni di carattere ospedaliero vengono erogate nelle aziende ospedaliere o negli istituti privati di erogazione di servizi. Quindi in questo modello si riconosce una assoluta parità di trattamento tra coloro che offrono dei servizi PRIVATI E PUBBLICI.
Di conseguenza, il cittadino ha la diretta facoltà, per mezzo di questo modello, di avvalersi
della prestazione che preferisce paga