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I metodi si dividono in diretti e indiretti. I metodi diretti provvedono l’osservazione
diretta del germe attraverso al microscopio utilizzando la colorazione di Gram, questo
ci aiuta ad impostare la terapia. I metodi indiretti provvedono l’osservazione,
soprattutto nella diagnosi delle infezioni virali, del siero alla ricerca degli anticorpi.
Esame microscopico diretto: il materiale viene scelto a seconda del quesito
diagnostico, andando a prelevare il materiale dalla sede dell’infezione: posso
raccogliere campioni di sangue, urine o feci. Dopo l’osservazione posso applicare la
colorazione di Gram come spiegato precedentemente. L’isolamento in coltura richiede
tempistiche più lunghe per la crescita del microorganismo. A causa della
contaminazione con la flora commensale avremo:
Materiali primitivamente sterili come il liquor, liquido pleurico, peritoneo ecc, dove
non ci aspettiamo la normale presenza di batteri. Va detto che la presenza di ! 5
batterie mia non sempre va trattata perché certe volte sono dei contaminanti: va
valutato sempre il quadro clinico generale.
Materiali primitivamente contaminati come feci, urine, espettorato e secrezioni che
non sono mai sterili di base. il risultato dell’esame colturale va sempre interpretato
nell’ottica della clinica del paziente.
Il limite quindi di questi metodi è la tempistica, è richiesto tempo per far credere le
colonie di batteri, ci vogliono circa 24/48 ore per crescere, poi vanno classificate e
infine va fatto l’antibiogramma e la suscettibilità per gli antibiotici. Batteri come i
micobatteri richiedono anche 6 settimane.
L’emocoltura va sempre ripetuta: aumenta la probabilità di trovare il batterio
nel sangue. Avere una emolcultura negativa non esclude la batteriemia, occorre
sempre raccogliere almeno 3 campioni di sangue e analizzarli, ciascuno costituito da
due provette (aerobi e anaerobi), quindi due flaconi che costituiscono una coppia di
emocolture.
Per un ascesso, quindi un’infezione cutanea, si invia non tanto il tampone,
quanto il materiale che si aspira con la siringa nella maniera più sterile possibile; il
trasporto in laboratorio va fatto subito.
Per l’espettorato: occorre un campione solo per l’esame colturale, mentre per i
Micobatteri ne servono 3 perché aumenta la sensibilità della richerca. Va raccolto la
mattina a digiuno, dopo la pulizia del cavo orale e la rimozione di protesi dentarie. Se
il paziente ha poca espettorazione può essere aiutato con degli aerosol di fisiologica.
Per il broncolavaggio viene effettuato da un pneumologo, attraverso una
fribroscopia quando non c’è la possibilità di raccogliere l’espettorato o il materiale non
è adeguato.
Per le urine: non sono mai sterili, ha senso chiedere l’emocoltura quando si
sospettano infezioni a carico delle vie urinarie o chi ha subito interventi o detiene
protesi come cateteri.
Le Polmoniti e infezioni dell’apparato respiratorio
Le infezioni alle vie respiratorie sono divise in: infezioni alle alte vie respiratorie
(rinite, faringite, tonsillite, sinusite ecc.) e alle basse vie (bronchite, polmonite). A causa
della posizione anatomica il naso è importante per la filtrazione dell’aria e la
rimozione della particelle tra cui virus e batteri, il riscaldamento e l’umidificazione
dell’aria. La mucosa nasale è esposta a tutti i processi flogistici ed irritativi proveniente
dall’esterno, si parla di rinite acuta quando c’è un’infiammazione della superficie della
mucosa nella cavità nasale, presentandosi con un quadro di rinorrea liquida/purulenta
! 6
e con possibile inquadramento di un caso di rinosinusite. I principali agenti eziologici
sono di tipo virale tra cui i rinovirus, virus respiratori influenzali, non dimentichiamo
possibili infezioni batteriche. Si parla di riniti croniche quando c’è un prolungamento
della rinite acuta (alterazioni anatomiche, ipertrofia della mucosa e altri elementi
possono promuovere questo quadro). Per quanto riguarda la laringe e la faringo-
tonsillite, la maggior parte dei casi sono di tipo virale, e si raggiunge un 42% di
eziologia non certa.
L’influenza è trasmessa dall’Hortomixovirus, del quale si riconoscono tre tipi
(A, B e C). Il tipo C è il meno virulento, assieme al tipo B presente solo nell’uomo, e
causa una sorta di raffreddore clinicamente non rilevante; il tipo A è invece quello
responsabile dei casi di pandemia e, per via della sua componente genetica RNA
frammentato, nel quale c’è un’alta ricombinazione, può fare salti di specie. La
classificazione ricordiamo che è N(1,2,…)H(1,2…) a seconda della neuraminidasi e
dell’emoagglutinina prodotta. La diagnosi avviene tramite tampone nasale.
Influenza A: sottotipi H1N1, H2N2, ha un drift e uno shift antigenico.
Responsabile di epidemie stagionali in quanto c’è una minima variazione di
aminoacidi che costituiscono le proteine superficiali riconosciute dal sistema
immunitario. Occorre quindi la preparazione di un vaccino ogni anno perché il virus
continua a mutare. Il virus A ha anche lo spostamento antigenico, quindi si crea un
nuovo sottotipo virale completamente differente, che può derivare anche da un’altra
specie animale, come detto in precedenza.
Deriva antigenica, drift: si tratta di una graduale modifica della sequenza degli
aminoacidi che compongono le proteine in grado di stimolare la risposta
immunitaria. Questo fenomeno riguarda sia il tipo A che B.
Spostamento antigenico, shift: è un fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di
tipo A e consiste nella comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale con una
proteina di superficie N o H appartenente aut sottotipo diverso da quelli
comunemente circolanti nell’uomo. Ricordiamo che è possibile che due sierotipi
differenti possono infettare contemporaneamente sia l’uomo che l’animale andando
così a moltiplicare le combinazioni.
Si parla di epidemie quando abbiamo un drift antigenico, cioè le minime variazioni
che abbiamo negli emisferi nord e sud a seconda della stagione. Sono delle piccole
epidemie di circa due mesi con un picco di poche settimane e colpiscono per lo più
bambini e anziani (anche immunodepressi).
Si parla di pandemie quando abbiamo uno shift antigenico, che nel corso del tempo
sono state frequenti come nel 1918 l’influenza Spagnola. ! 7
Il principale strumento di prevenzione è la vaccinazione, da medici è
obbligatorio. Molto importante è anche il lavaggio delle mani e una buona igiene
respiratoria. Gli over 65 anni dovrebbero essere vaccinati tutti e nel 2015 abbiamo
avuto una copertura quasi del 50%. L’OMS emana annualmente le raccomandazioni
per la composizione dei vaccini antinfluenzali, i quali sono tutti inattivati, sono
intradermici e sono vaccini split contendenti virus frammentati.
Le polmoniti sono infiammazioni del parenchima polmonare sostenute da
microorganismi, la prima causa di morte di natura infettiva e la quarta in generale.
La classificazione avviene a seconda di diverse scale utilizzate: tramite eziologia (virale,
batterica, protozoarie, elmintiche, micotiche), tramite istopatologia (alveolari,
interstiziali, necrotizzanti) e dal luogo di acquisizione (comunità, ospedale, associate a
ventilatori nella terapia, e alle cure presso domicilio o case di cura). I principali agenti
eziologici negli adulti sono lo streptococco pneumoniae, stafilococchi, mycoplasma
pneumoniae, haemophilus e legionella. Nei bambini invece si riscontra una maggior
percentuale dei virus che danno malattie esantematiche come varicella, morbillo con
coinvolgimenti polmonari. C’è anche un criterio eziologico per la stagionalità,
ricordiamo che l’influenza può essere causata da una polmonite interstiziale, così come
i virus parainfluenzali, gli enterovirus, è presente una stagionalità durante il periodo
autunnale. Discorso importante per la legionella nei sistemi di areazione durante
l’estate (riproduzione nella condensa).
Le polmoniti comunitarie tipiche sono caratterizzata da un addensamento
polmonare frequentemente dovuto all’H. influenzae e allo S. pneumoniae, quella
atipica è invece dovuta ai micoplasmi, clamidia e legionella.
Le polmoniti nosocomiali sono acquisite in ospedale, risulta impronte quando si
accerta un paziente con diagnosi di polmonite se è stata acquisita a casa o in ospedale
(specialmente nei pazienti oncologici, dializzati).
Polmonite tipica: sono presenti focolai di consolidamento parenchimale a limiti
netti, circoscritti, sono riconoscibili aree di parenchima risparmiate dall’infezione e
funzionalmente competenti. Eziologia prevalentemente batterica. La maggior parte è
determinata dal 90% S. pneumoniae, poi S. areus, e infine H. influenzae.
Polmonite atipica: coinvolge tutto l’interstizio diffusamente, risparmia solo gli
apici, margini sfumati, interessamento sia parenchima che interstizio. Nella polmonite
lobare la maggior parte del parenchima funziona, poca dispnea. Per quanto riguarda
l’interstiziale, sarà caratterizzata da una riduzione dei rumori polmonari, il paziente
dovrà essere non dispnoico ma tachipnoico. ! 8
Polmoniti necrotizzanti: colpiscono i soggetti immunodrepressi, 80% causati dai
batteri anaerobi obbligati come la TBC, ma anche malaria e aspergillo; caratterizzati
da una zona centrale circoscritta necrotica, ipodenza. Queste polmoniti con ascessi
polmonari possono avere come concausa: corpi estranei, carcinomi bronchiali, terapie
immunosoppresive, diabete, dialisi.
Polmoniti Comunitarie
: è un’infezione acuta del parenchima polmonare, di un soggetto
Definizione
non ospedalizzato nelle 2-3 settimane precedenti e non è immunocompromesso.
Diagnosi:
Strumentale: l’esame fondamentale è una radiografia del torace, eventualmente
• una tac che delinea l’estensione e l’interessamento preciso del parenchima.
Laboratorio: c’è un indice di flogosi, aumento PCR e PCT, il cui elevato valore
• è indice di uno stato settico; leucocitosi neutrofila; nelle forme batteriche è
importante anche un EGA arterioso (essendo alterati gli scambi alterati con
ipossia e alcalosi respiratoria.
Fattori di rischio:
età avanzata,
➢ fumatori/ex fumatori,
➢ BPCO,
➢ la cardiopatia,
➢ la patologia neurologica (disfagia), frammenti di bolo che percorrono la via
➢ tracheale.
l’alcolismo che predispone alle infezioni da batteri gram -,
➢ tossicodipendenza associata a polmonite da stafilococco.
➢ del paziente ci indirizza sull’agente eziologico, infatti le polmoniti
La clinica:
da Stafiloccocco e da S. Pneumoniae generano febbre elev