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Inoltre, l’influenza ha un andamento epidemico stagionale, con un’eziologia
abbastanza particolare, associabile all’origine stessa del virus, appartenente
alla famiglia degli Orthomyxoviridae, che possiedono una elevata variabilità
genetica. I virus influenzali possono essere caratterizzati in base alla
Neuraminidasi (N) e all’emoagglutinina (H), due proteine comuni ai virus in
questione. Si sono osservate combinazioni di N e H diverse a seconda della
natura del virus, che esso sia umano o animale; tuttavia, è vero che si possono
trovare delle uguaglianze in entrambi i tipi di virus. Infatti, i virus influenzali
possono essere definiti virus “intelligenti”, in quanto capaci di sostare in un
serbatoio animale e penetrare comunque nell’organismo umano in modo da
provocare epidemie. All’interno della categoria dei virus influenzali, si
differenziano tre diversi sierotipi in base alle loro nucleoproteine.
Essi sono:
Sierotipo A
Sierotipo B
Sierotipo C
Le combinazioni di diverse varianti generano virus diversi, specialmente nel
caso di serbatoio animale. Il virus A, in particolare, interessa tantissime specie
(volatili, mammiferi acquatici e altri) ed è quello più impegnativo dal punto di
vista epidemico. Il virus B ultimamente sta causando varie epidemie e
interessa tendenzialmente gli esseri umani, mentre il virus C ha un andamento
piuttosto sporadico e raro (interessa umani e suini). Negli individui sani
abbiamo quadri clinici che comprendono la classica sindrome influenzale,
mentre in pazienti anziani, bambini, gravide, immunocompromessi o pazienti
defedati vediamo polmoniti interstiziali, quadri di ARDS, fino a manifestazioni
simil-difteriche; mentre nei bambini si possono osservare otiti, Miocarditi e la
sindrome di Reye (caratterizzata da una forma di encefalite e fegato grasso,
secondaria all’uso di aspirina).
Per quanto riguarda i dati sull’andamento dell’influenza, in questi ultimi tempi il
picco epidemico è molto più importante rispetto agli anni passati, specialmente
a causa degli strascichi da CoVid 19. Abbiamo per cui epidemie stagionali della
durata di 5-6 settimane, causate da variazioni antigeniche minori, i cosiddetti
DRIFT, e delle forme pandemiche legate a variazioni geniche maggiori, cioè dei
veri e propri SHIFT, entrambi causati dal virus A.
I morti per epidemia influenzale sono stati da 1 a mezzo milione circa, anche se
la trascrizione di questi dati varia in base al metodo di raccolta, fattore che ha
influenzato persino la conta dei decessi per Covid-19. Al giorno d’oggi ci
Post-Pandemica,
troviamo in una fase detta cioè una fase che ha visto il virus
circolare per anni, fino a diventare in alcuni casi anche un virus stagionale (con
un andamento che ha il suo picco durante il periodo invernale per poi
riscendere in primavera).
Lo stato italiano ha a disposizione un sistema di raccolta capace di tracciare la
situazione di diffusione del virus; tuttavia, non è infrequente che il soggetto
colpito dal virus influenzale non si rivolga direttamente al medico, ma assuma
farmaci antiinfiammatori e antipiretici per scongiurare la sua condizione (risulta
per questo motivo difficile constatare il reale numero di casi). Quando parliamo
di sintomi influenzali, non parliamo necessariamente di virus influenzale,
perché per averne la certezza bisognerebbe fare il tampone; in gran parte dei
casi, inoltre, questi sintomi sono riconducibili anche ad altre patologie infettive
(SARS CoV 2, virus sinciziale, e simili).
La Patogenesi
Il virus entra per via respiratoria, generando l’infezione delle cellule ciliate dei
turbinati, aderendo alle all’epitelio respiratorio tramite l'emoagglutinina (questo
ne genera in seguito il danneggiamento).
Dopo la lisi ed il rilascio dei virioni, il tessuto respiratorio va incontro a necrosi,
iperemia e edema (il tessuto si rigenera con la risoluzione del quadro). È
possibile inoltre la sovrapposizione batterica che comporta, poi, il rischio di
infezioni alte batteriche e forme di polmonite. Il quadro si risolve solitamente
con una risposta cellulo-mediata.
Il classico quadro clinico prevede:
Periodo di incubazione che dura te le 18 e le 72 ore
Sintomi aspecifici o influenza-like illness come:
Febbre o febbricola
o Spossatezza
o Dolori muscolari
o
Manifestazione di almeno un sintomo respiratorio tra cui:
Tosse
o Mal di gola
o Respiro affannoso
o
Possibile comparsa di sintomi gastro-intestinali, quali:
Nausea
o Vomito
o Diarrea (soprattutto nei bambini)
o
La manifestazione dei sintomi dura circa 3-4 giorni
La risoluzione della sindrome influenzale si manifesta dopo circa una
settimana
Le Complicanze
Con l’enorme quantità di dati raccolti, possiamo stilare un elenco delle
principali complicanze dovute a Virus Influenzali:
SARI o Infezione Respiratoria Acuta: Può portare all’ospedalizzazione,
soprattutto sa ai sintomi respiratori presenti se ne manifestano altri, come
l’astenia (condizione che si manifesta con la generale riduzione o perdita di
forza muscolare che non si risolve a riposo), perdita di peso e anoressia. La
vetro
radiografia del torace in una SARI evidenzia il tipico quadro a
smerigliato, dato dalla presenza di infiltrato interstiziale.
ARDS o Sindrome da Distress Respiratorio Acuto: È una grave condizione
clinica che comporta la presenza di liquido a livello degli alveoli (e quindi
caratterizzata dall’incremento di permeabilità all’interno degli alveoli
polmonari), processo che implica gravi problemi respiratori e lesioni
alveolari diffuse. L’ossigeno terapia o anche l’intubazione con respirazione
assistita non mostrano alcun effetto, poiché il liquido impedisce di fatto gli
scambi a livello della barriera.
Polmoniti
Miocardiopatie
Complicanze Neurologiche
Problematiche di carattere autoimmune, come nel caso della Sindrome di
Guillain-Barrè (una forma di paralisi flaccida ascendente da trattare con dosi
massicce di cortisone).
Convulsioni febbrili nei bambini
Quelle precedentemente elencate sono tutte situazioni molto rare, ma che si
possono manifestare in caso di pazienti fragili (anziani, bambini o anche gli
individui affetti da SARS CoV-2 e simili).
Alla polmonite virale, ad esempio, può sovrapporsi un’infezione batterica,
soprattutto nel caso di pazienti anziani o con plurimorbilità. Succede, in questi
casi, che in seguito a una sindrome influenzale contraddistinta dalla classica
tosse secca si arrivi ad una tosse produttiva con emissione di muco purulento
(solo in quest’ultimo caso si può attuare un’efficace terapia antibiotica). I
pazienti a rischio sono principalmente donne gravide, anziani, bambini e
individui affetti da patologie croniche, per cui l’atteggiamento clinico riservato
a questi soggetti dovrà essere particolarmente attento, soprattutto nella
rapidità di esecuzione degli iter diagnostici e nella prescrizione della terapia.
Nei pazienti anziani, in particolare, i sintomi di rado sono chiari e potrebbero
fare pensare a diverse condizioni, tutte tipiche dei pazienti geriatrici
(specialmente quando non si riesce a trarre informazioni utili dall’anamnesi).
Per quanto riguarda la diagnosi dell’influenza, la sua natura è prettamente
clinica, a meno che non si vada ad effettuare un tampone per tracciarne il
contagio (come nel caso del SARS CoV-2), per cui si possono andare a ricercare
anticorpi, analizzare la PCR e simili…
I Farmaci
Generalmente non si prescrivono farmaci per contrastare il virus influenzale, a
meno che il suddetto non sia particolarmente aggressivo nel paziente o
quest’ultimo tenda a peggiorare drasticamente.
I farmaci antivirali che possono essere utilizzati in queste situazioni sono:
Amandatina e Rimantadina (nonostante il loro utilizzo sia abbastanza
raro)
Inibitori delle Neuraminidasi, farmaci che ostacolano la diffusione del
virus lungo l’albero respiratorio. Tra questi citiamo l’Oseltamvir (in cps.) e
il Zanamavir (a inalazione). Questi vengono utilizzati anche per profilassi,
come nel caso del Remdesivir per il CoVid-19 (utilizzato ai primi sintomi
nei pazienti a rischio, donne gravide, durante l’allattamento e anziani).
È bene sottolineare che l’uso degli antivirali è piuttosto scarso e sporadico,
specialmente perché vi è il rischio che il virus crei delle resistenze.
La Prevenzione
In tempi piuttosto recenti, l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and
Control) ha analizzato evidenze scientifiche su misure di protezione personali
(quindi non farmacologiche) utili per diminuire la trasmissione dei virus
influenzali. Di seguito le raccomandazioni:
1. Lavaggio delle mani con acqua o gel alcolici (fortemente raccomandato)
2. Buona igiene respiratoria e, quindi, coprire la bocca e il naso quando si
starnutisce/tossisce, trattare i fazzoletti e simili (raccomandato).
3. Isolamento volontario a casa dalle persone con malattie respiratorie
febbrili, specie se in fase iniziale (raccomandato).
4. Uso di mascherine da parte di persone con sintomatologia influenzale,
specialmente se in ambiente sanitario come negli ospedali
(raccomandato).
Il sistema migliore per ridurre morbilità e mortalità rimarrà però la
vaccinazione, specialmente per certe categorie di individui, quali: personale
sanitario, donne gravide, anziani, persone con patologie pregresse. Affinché si
possa avere la protezione ottimale, si dovrebbe avere il 95% di copertura
vaccinale negli over 65; mentre in Italia se ne ha soltanto il 75% (seppur con
importanti differenze tra le regioni).
Ad oggi, il vaccino antinfluenzale è quadrivalente e comprende:
Virus A H1N1 pandemico
Virus A H3N2 stagionale
Due tipi di Virus B circolanti negli ultimi tempi.
La campagna vaccinale ha come obiettivo:
Ridurre il costo sanitario generale
Limitare il serbatoio animale del virus
Ridurre la mortalità
Ridurre la trasmissione del virus
L’Influenza Aviaria (virus
H5N1)
Il Virus H5N1 è un virus aviario, abbastanza aggressivo, noto per provocare
epidemie anche molto importanti. Questo virus vive negli uccelli, ma è capace
di contagiare altri animali, come i maiali.
H5N1 ha iniziato a circolare nel 2003 e fin dal principio ha mostrato la
preoccupante capacità di mutare molto velocemente. La sua aggressività
impone che la mortalità arrivi anche fino al 50% di tutti gli individui infetti;
sebbene allo stato attuale l’uomo possa essere contagiato tramite carni di pollo
crudo infette, sangue di pollo, carcasse o animali vivi.