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Malattia di Kawasaki - porpora di Schonlein Henoch Pag. 1
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MALATTIA DI KAWASAKI

È una vasculite autoimmune dei vasi arteriosi di medio calibro, associata a sindrome

muco-cutanea linfonodale. Colpisce soprattutto i neonati fra 6 mesi-5 anni.

Eziologia

È osservato che il morbo di Kawasaki si presenta spesso in seguito di malattie virali di

lieve-media entità: a tal proposito, si ritiene probabile una certa correlazione tra la

malattia in esame e le patologie virali (EBV, retrovirus, parvovirus B19…).

Clinica

1. Fase acuta febbrile: 14-30 giorni febbre elevata, rash polimorfo (papulo-

maculare simile a scarlattina o morbillo) con prurito, sintomi mucosali (iperemia

congiuntivale, eritema buccale, mucosite orale), irritabilità, shock settico,

linfoadenopatia cervicale (LN dolenti, molli e ricoperti da cute arrossata e

calda).

2. Fase sub-acuta: desquamazione diffusa, trombocitosi (piastrine>1M),

artriti/artralgie, lesioni vascolari o cardiache (IMA, miocardite, pericardite,

aritmie, trombosi coronarica…)

3. Fase di convalescenza: circa 3 mesi, i tipici segni scompaiono ma possono

addiritttura cadere le unghie e permanere alcuni disturbi cardiaci. Possibili

anche dolori addominali, meningite asettica, uretriti.

Chiaramente, è improbabile che tutti i sintomi appena descritti insorgano in uno stesso

paziente. Alcuni segni clinici sono comunque indispensabili per designare una diagnosi

corretta ed inequivocabile; tra questi si ricordano: febbre elevata per 5-7 giorni che

non risponde alla terapia antibiotica, edema e rash cutaneo, lesioni a livello della

bocca, ingrossamento dei linfonodi (>2.5cm) ed iperemia congiuntivale.

Diagnosi

In genere, la diagnosi è soltanto clinica. Importante è la diagnosi differenziale con il

morbillo, la scarlattina, lo shock tossico (segno clinico possibile del morbo di

Kawasaki), avvelenamento da mercurio, artrite reumatoide giovanile, infezioni da

Enterovirus e leptospirosi.

Tra gli esami diagnostici più utili per accertare il morbo di Kawasaki spiccano:

ecocardiografia, ecocardiogramma, esame oftalmoscopico con lampada a

fessura.

Terapia e prognosi

La terapia consiste nella somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa

ad alte dosi (2g/kg) associata ad aspirina (100 mg/kg al giorno, ma attenzione a

sindrome di Reye).

Quando il paziente non risponde alla cura, in genere è consigliata la somministrazione

di cortisone o infliximab.

Per le febbre: paracetamolo o ibuprofene (quello con minore gastrolesività).

Fortunatamente, nella stragrande maggioranza dei casi, la prognosi è buona, mentre

l'1-2% dei pazienti affetti da morbo di Kawasaki associato a disturbi cardiaci, la

prognosi è infausta.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
2 pagine
SSD Scienze mediche MED/38 Pediatria generale e specialistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovanni.azz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pediatria generale e specialistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Maggiore Giuseppe.