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Elementi per capire se è un macrotesto
Altro elemento per capire se è un macrotesto è l'inizio: spesso l'inizio e la fine sono fondamentali. Possediamo il manoscritto in parte autografo di Petrarca del canzoniere amano di Petrarca stesso, cioè è autografo anche se non del tutto perché è stato individuato un copista del testo. La carta iniziale riporta il titolo originale dell'opera "Franciscis Petrarchae laureati poetae rerum vulgarium fragmenta". Spesso gli elementi di ordine materiale (la decorazione) ci aiutano a capire anche le intenzioni dell'autore. L'impaginazione è fatta in 7 versi (venivano accoppiati) invece che in 14 tipiche del sonetto per risparmiare spazio poiché la pergamena era pregiata. La seconda parte mostra un incipit decorato, Petrarca ha incaricato il copista di decorare la pagina così che la seconda parte possa essere ben identificata.
Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri
prima riga del testo è stata formattata con il tag:
ond’io nudriva ’l corein sul mio primo giovenile errorequand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono, 4del vario stile in ch’io piango et ragionofra le vane speranze e ’l van dolore,ove sia chi per prova intenda amore,spero trovar pietà, nonché perdono.
La seconda riga del testo è stata formattata con il tag:
Ma ben veggio or sì come al popol tuttofavola fui gran tempo, onde soventedi me medesmo meco mi vergogno; 11et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramenteche quanto piace al mondo è breve sogno.
La terza riga del testo è stata formattata con il tag:
Il testo si apre con voi, un vocativo che rimane sospeso, non è soggetto, perché laprincipale è al verso 8. Voi intende i lettori a cui lo scrittore si rivolge, si parla sin da subitodelle rime sparse, non parla di raccolta perché ogni testo è leggibile in forma autonoma.Il primo sonetto ci indica che in realtà il primo testo è stato composto alla fine, la
La seconda quartina si apre come coordinata al primo verso. Si introduce l'elemento della vanitas, i dolori vani che non consentono una crescita morale dell'io. La richiesta di pietà si rivolge a coloro che hanno provato l'amore, l'io spera di trovarla nei suoi lettori che lo abbiano provato, il campo quindi si restringe. C'è poi una terzina iniziata con "ma" che introduce uno scarto e usa il presente. Introduce il tema della vergogna per ciò che è stato nel suo errore giovanile di cui si rende conto solo ora. Ora ha consapevolezza e il sonetto si chiude così.
Tutti i sonetti, le canzoni e il resto sono un breve sogno, Petrarca nell'incipit racchiude tutta l'esperienza successiva, da sempre un chiaro nodo di lettura del resto del testo, da qui sappiamo che tutto quello che leggeremo è un errore, che c'è una coscienza che è cambiata. Ogni testo ha una duplice verità.
Si parla di tempo.
Dell'io che scorre tra le pagine, non è un tempo assoluto. IL COMINCIAMENTO sonetto 2
Per fare una leggiadra sua vendetta
et punire in un dì ben mille offese,
celatamente Amor l'arco riprese,
come huom ch'a nocer luogo et tempo aspetta.
Era la mia virtute al cor ristretta
per far ivi et ne gli occhi sue difese,
quando 'l colpo mortal là giù discese
ove solea spuntarsi ogni saetta.
Perciò, turbata nel primiero assalto,
non ebbe tanto né vigor né spazio
che potesse al bisogno prender l'arme,
overo al poggio faticoso et alto
ritrarmi accortamente da lo strazio
del quale oggi vorrebbe, et non può, aitarme.
È il secondo sonetto ma per lungo tempo Petrarca stesso lo ha invertito con il primo. Il protagonista è amore che riprese in mano l'arco per vendicarsi per punire 1000 offese. Nel mito il dio amore voleva vendicarsi delle offese commesse da Apollo nei suoi confronti. L'amante si autorappresenta come Apollo.
L'amore è come un dio qui. L'amante non era stato catturato da amore ma aveva già avuto esperienze. Il posto per difendersi dall'amore è la ragione che viene spesso rappresentata con un poggio ossia un luogo fortificato e alto. Laura non è ancora stata nominata, si parla solo di amore come dio. Il tempo qui è mitico, sempre uguale a se stesso, nel testo successivo invece troviamo il tempo cristiano in quanto inizia con il venerdì santo. Petrarca ci dice subito che il canzoniere è intriso di letteratura classica, i miti e poi anche di quella cristiana.
264 rvf
I' vo pensando, et nel penser m'assale
una pietà sì forte di me stesso,
che mi conduce spesso
ad altro lagrimar ch'i' non soleva:
ché, vedendo ogni giorno il fin più presso,
mille fïate ho chieste a Dio quell'ale
co le quali del mortale
carcer nostro intelletto al ciel si leva.
La seconda parte inizia con una canzone,
con metro solenne, composta intorno al 1350. Gli inizi delle due parti sono stati composti nello stesso periodo di tempo. Petrarca non ha iniziato la seconda parte con la morte di Laura questo perché la protagonista non è lei ma l'io. Inizia pensando e viene assalito da una pietà verso se stesso così forte che lo conduce spesso a un diverso pianto a quello cui era solito ossia per l'amore non corrisposto per Laura, qui il pianto cambia perché si sta avvicinando alla morte (meditatio mortis) sia di Laura che dell'io. Qui Petrarca fa richiesta a dio di ali con cui l'intelletto possa lasciarsi andare al cielo e abbandonare il corpo terreno (carcare nostro). Così da potersi anche allontanare dal pensiero fisso e immoderato su Laura. la morte di laura (rvf 267) Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo, oimè il leggiadro portamento altero; oimè il parlar ch'ogni aspro ingegno et fero facevi umile,ed ogni huom vil gagliardo!et oimè il dolce riso, onde usciò 'l dardo di che morte, altro bene omai non spero:alma real, dignissima d'impero, se non fossi fra noi scesa sì tardo!Per voi conven ch'io arda, e 'n voi respire, ch'i' pur fui vostro; et se di voi son privo, via men d'ogni sventura altra mi dole.Di speranza m'empieste et di desire, quand'io partì' dal sommo piacer vivo; ma 'l vento ne portava le parole.Il sonetto rvf 267 è una lamentatio funebre, la sua morte viene in realtà annunciata nella canzone rvf 268.Questo sonetto ha molti punti in comune con occhi dolenti che è il testo che annuncia la morte di Beatrice nella vita nova.Ci propone un elenco delle bellezze e delle virtù di Laura. Al parlare Petrarca dedica due versi, Laura ha delle capacità locutorie, scenderà in sogno a parlare a Petrarca.Il saper parlare è spesso una caratteristica riconosciutaA Laura. Con riso si intende viso. C'è un augurio che Petrarca fa ma non si sa bene a cosa sia riferito. La descrizione della donna molto spesso veniva fatta secondo un canone lungo o corto, partendo a descrivere dall'alto con i capelli e poi scendendo. I testi sono 376, si associa ad ogni testo una data partendo dal 6 aprile e datando tutti i successivi testi, da questa analisi esce che rvf 264 corrisponde alla data del 25 dicembre, giorno di rinascita, giorno importante cristianamente. Togliendo il primo sonetto che sembra essere scritto a sé, abbiamo 365 testi, un anno solare, compiamo quindi il percorso di un intero anno che inizia il 6 aprile e si chiude il 5 aprile. Questa disposizione quindi è studiata. Nel canzoniere è possibile trovare connessioni di trasformazione o di equivalenza. Dal dialogo tra Maria Corti e Calvino possiamo notare come il termine di Macrotesto possa essere considerato in due modi diversi. Possiamo parlare di macrotesto anche con opere.
non di autore come il canzoniere, ma anche con i manoscritti come quello che raccoglie la lirica delle origini, i testi sono di autori diversi però sono raggruppati con un criterio. I testi liminari o la collocazione delle singole parti hanno un valore che si acquisisce nella collocazione nell'insieme.GENERI E POESIA NARRATIVA
Maria Corti definisce il macrotesto in un suo testo "generi letterari e codificazioni" scrive che il testo in casi eccezionali non vive isolato. Il genere non è un dato stabile e naturale ma è il luogo dove un'opera entra in relazione con altre opere. Non conta tanto riconoscere contenuti e temi che si ripetono in più generi letterari ma è importante il rapporto tra l'organizzazione dei temi e il piano formale ossia tra contenuto e forma dell'opera.
Un esempio è il mondo bucolico, della pastorale, dove ci sono temi e motivi ricorrenti come il tipo di personaggi che sono pastori, ma la forma ci
formale. Questo significa che il genere bucolico ha delle regole e delle convenzioni cheguidano la sua composizione e la sua rappresentazione formale. Queste regole possonoessere più o meno rigide a seconda del contesto storico e culturale in cui il testo viene prodottoe recepito. Nella poesia bucolica, ad esempio, si utilizzano spesso immagini e simboli legati alla natura,come prati, fiori, animali, per rappresentare l'amore e i sentimenti. La struttura formale puòessere variabile, ma spesso si utilizzano strofe di versi brevi, come le terzine o i quartine, e siutilizzano figure retoriche come l'analogia e la metafora per esprimere concetti complessi inmodo suggestivo. Nei romanzi pastorali, invece, si mescolano la poesia e la prosa, creando unainteressante interazione tra diversi registri linguistici. La narrazione in prosa permette diapprofondire la caratterizzazione dei personaggi e di sviluppare una trama più complessa,mentre i canti poetici possono essere utilizzati per esprimere i sentimenti dei protagonisti oper descrivere la bellezza della natura. Infine, nel dramma pastorale, i personaggi del romanzo pastorale prendono vita sul palcoscenicoe diventano protagonisti di una rappresentazione teatrale. In questo caso, la forma dialogica delteatro permette di esplorare in modo più diretto i sentimenti e le emozioni dei personaggi, cheparlano in prima persona. In conclusione, l'argomento dell'amore e dell'apoteatrica è centrale nel genere bucolico, mala sua organizzazione e rappresentazione formale possono variare a seconda del contesto e delgenere specifico in cui si articola il mondo pastorale.La lirica del 500
Il canzoniere di Petrarca diventa qui il capofila principale di questo genere. Ludovico Domenichi è uno dei riscrittori dell'opera di Boiardo. È anche il curatore di importanti antologie come "rime diverse di molti autori eccellentissimi nuovamente raccolti". Dopo la dedica il testo inizia con uno dei sonetti. Vengono nominati vari personaggi come Bembo, Ariosto o anche donne che per la prima volta sono numerose e fanno sistema nell'ambito lirico.
Questo libro verrà ristampato con molte varianti dando vita ad un progetto della lirica che si contrappone ad altri progetti di altri generi ma sempre in versi. Ad esempio Domenichi non ha riportato ottave del poema di Ariosto.
L'opposizione dei generi la troviamo con il teatro nel 500 dove vediamo la rinascita della commedia ma anche de