Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Macroeconomia - Appunti Pag. 1 Macroeconomia - Appunti Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia - Appunti Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia - Appunti Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAPITOLO VI

La domanda aggregata e il livello dei prezzi

La curva di domanda aggregata viene messa in relazione con le combinazioni del livello dei prezzi e del livello del red-

dito in grado di assicurare il contemporaneo equilibrio nel mercato dei beni e nel mercato delle attività. A questa curva

si collega quella di offerta aggregata individuata ancora una volta in relazione alle diverse combinazioni del livello dei

prezzi e del livello del reddito in grado di assicurare l'equilibrio generale dei mercati.

Vi è solo un livello dei prezzi P* in corrispondenza del quale i mercati dei beni e delle attività si trovano in equilibrio

quando il reddito è pari a Y*.

La curva AD deriva dal modello IS-LM e in particolare viene costruita attraverso l'individuazione di tutti i punti di equi-

librio rintracciati nel modello in corrispondenza di diversi livelli dei prezzi.

Dalla pendenza della curva AD dipende la misura in cui il livello di equilibrio della produzione viene modificato da

variazioni della quantità di moneta.

Un aumento della quantità di moneta provoca un aumento della produzione o del reddito di equilibrio tanto maggiore

quanto minore è la sensibilità della domanda di moneta rispetto al tasso di interesse e quanto maggiore è la reattività

della domanda di investimento al tasso di interesse.

Le quattro circostanze che rendono la curva AD meno inclinata sono:

i. una bassa reattività della domanda di moneta rispetto al tasso di interesse;

ii. una forte sensibilità della domanda di investimento rispetto al tasso di interesse;

iii. un moltiplicatore elevato;

iv. una bassa sensibilità della domanda di moneta rispetto al livello del reddito.

La curva di offerta aggregata descrive la quantità di prodotto che le imprese sono disposte a offrire per ogni livello

dei prezzi. La disponibilità da parte delle imprese a portare sul mercato maggiori o minori quantità di prodotto dipende

dalle condizioni di produzione.

La curva di offerta è pertanto determinata da tutte le condizioni di produzione presenti sul mercato, in particolare: dalla

quantità dei fattori produttivi, dalla quantità delle risorse, dallo stato delle conoscenze tecniche e organizzative, dalle

normative vigenti, ecc.

Il caso keynesiano

Le imprese al livello dei prezzi esistente sul mercato offrono qualsiasi quantità di prodotto. Le imprese assumendo lavo-

ratori aggiuntivi possono portare sul mercato qualsiasi quantità di prodotto senza variazioni del livello dei prezzi, impie-

gando il fattore lavoro al salario corrente, che non tende al rialzo all'aumentare della domanda di lavoro.

Il caso classico

Il livello di produzione non può essere in alcun modo, pertanto variazioni della domanda aggregata avranno il solo risul-

tato di spingere verso l'alto il livello dei prezzi.

La disoccupazione

Piena occupazione non significa che non vi sia nessun lavoratore disoccupato presente nel sistema. Esisterà sempre una

domanda e un'offerta insoddisfatte di lavoro. Una certa quota di disoccupati è ritenuta normale. Si parla in questi casi di

disoccupazione frizionale, è quella disoccupazione che dipende dallo spostamento dei lavoratori tra diverse occupazioni

e dal processo di ricerca di un nuovo lavoro.

Manovre di politica monetaria. Caso keynesiano

Prevede, a fronte di un aumento della quantità di moneta, la riduzione del tasso di interesse e il consecutivo effetto

espansivo sul reddito, generato, via moltiplicatore, dai nuovi investimenti incoraggiati dal più basso tasso di interesse.

Manovre di politica monetaria. Caso classico

I prezzi aumenteranno fino a quanto l'offerta reale di moneta non raggiunge il suo livello iniziale. Nel caso classico, una

politica monetaria espansiva si traduce interamente in un aumento di moneta iniziale, mentre il reddito e il tasso di inte-

resse rimangono invariati.

CAPITOLO VII

L'offerta aggregata

Considerata una certa industria, la curva di offerta di mercato è data dalla somma delle curve di offerta di tutte le impre-

se che ne fanno parte.

La curva di offerta aggregata presenta due tratti: il primo, quasi piatto, indica che la produzione può aumentare utiliz-

zando la capacità del sistema produttivo che in quel momento viene sfruttata a un livello basso, mano a mano che si rag-

giunge una saturazione gli inceppi e i costi diventano rapidamente elevati e, di conseguenza, varia la pendenza della

curva.

Le curve di domanda e di offerta aggregate: l'equilibrio nel breve e nel lungo periodo

Secondo gli economisti classici attraverso variazioni del livello dei prezzi e dei salari, è sempre possibile per le imprese

vendere tutta la produzione, qualunque sia il livello di produzione. Il sistema economico è sempre in grado, a partire da

forze endogene, di muoversi verso la piena occupazione. Se i livelli dei prezzi e dei salari si possono muovere libera-

mente il livello di domanda aggregata non costituirà mai un limite per l'offerta aggregata: le imprese saranno in grado di

vendere tutta la produzione ( legge di Say ). In realtà le cose in economia non vanno quasi mai così.

Secondo la maggior parte degli economisti gli spostamenti della curva di offerta aggregata sono osservabili soltanto nel

breve periodo. Nel lungo periodo, infatti, intervengono le aspettative che modificano i comportamenti degli operatori

economici.

Cosa impedisce il raggiungimento della piena occupazione? La visione keynesiana e quella dei nuovi classici

Disoccupazione classica: sebbene il mercato spinga alla piena occupazione dei fattori, può accadere che, a seguito di

contrattazioni sindacali, i lavoratori riescono a ottenere un salario nominale troppo alto rispetto alle variazioni del livel-

lo dei prezzi, in quanto tali variazioni vengono sovrastimate, durante la contrattazione, sia dai sindacati che dagli stessi

datori di lavoro.

Il sistema torna in equilibrio allorquando interviene un aumento dei prezzi aggiuntivo, indotto proprio dal più elevato li-

vello dei salari reali.

La versione totalmente opposta dei fatti è quella di Keynes. Egli negò la legge di Say, evidenziando lo scenario in cui la

domanda limita l'offerta. Se la domanda aggregata risulta inferiore all'offerta aggregata, le imprese ridurranno la produ-

zione e vi sarà disoccupazione keynesiana.

La rigidità dei prezzi è collegata dalla nuova economia keynesiana al mancato raggiungimento della piena occupazio-

ne alla presenza di rigidità sia dei prezzi che dei salari. L'analisi viene svolta in un mercato di concorrenza imperfetta,

ciò significa che le imprese non considerano il prezzo come un dato ma dispongono di un certo margine di manovra su

di esso.

Se contrariamente al caso precedente, l'impresa prova a ridurre il prezzo corrente, non attirerà tutti i consumatori del

mercato, essendo alcuni di essi affezionati acquirenti di un bene sostituto.

Queste circostanze rendono i prezzi rigidi per tre motivi: il fattore rischio; la curva di domanda ad angolo; il meccani-

smo dei costi di listino.

La rigidità dei salari è dovuta a: informazione imperfetta; il coordinamento tra imprese; la motivazione dei lavoratori;

il modello dell'insider-outsider.

La moneta è neutrale nel lungo periodo, questa conclusione mette in accordo monetaristi e neokeynesiani, entrambe

le correnti di pensiero ritengono l'espansione di moneta produttiva di effetti nel breve periodo.

CAPITOLO VIII

Crescita economica

Il trend di crescita economica può essere definito come il valore che si realizzerebbe se il reddito crescesse ad un tasso

uniforme.

Per analizzare la crescita economica dobbiamo partire dalla funzione di produzione. Definiamo questa funzione come

relazione tra l'ammontare della produzione ottenuta nel sistema economico, gli impieghi dei fattori produttivi da un lato

e lo stato della conoscenza tecnica dall'altro.

Solitamente si ipotizza che l'equazione di contabilità di crescita funzioni a rendimenti costanti, ossia se l'incremento di

tutti i fattori è pari all' 1% anche la produzione crescerà dell' 1%, mentre se un solo fattore cresce, l'aumento sarà ponde-

rato dalla sua partecipazione alla produzione. In qualche evidenza empirica si sono rilevate crescite a rendimenti cre-

scenti, ossia all'aumentare di tutti i fattori di una medesima percentuale, il prodotto aumentava di una percentuale mag-

giore.

Il progresso tecnologico è separato in due diverse componenti: conoscenze tecniche e allocazione delle risorse, questa

seconda voce esprime il progresso dell'organizzazione aziendale; vi sono infine, le economie di scala, che restano esclu-

se dalla equazione e altri fattori residuali.

Modello neoclassico di crescita economica

la forma della funzione riflette la legge dei rendimenti decrescenti.

La crescita economica può realizzarsi solo attraverso la crescita del capitale, ma ci ritroviamo in un circolo in quanto il

capitale aumenta se aumenta il risparmio, il risparmio aumenta se aumenta il reddito, il reddito aumenta se aumenta la

produzione.

Il sistema economico del modello neoclassico prevede l'esistenza di uno stato stazionario, definito come quello stadio in

cui, nonostante la crescita della popolazione, l'accumulo di capitale rende costante il capitale pro capite. Ciò potrà avve-

nire soltanto se la crescita del capitale segue la stessa velocità della crescita della popolazione.

L'incremento lordo del capitale sarà uguale al risparmio, l'incremento netto del capitale sarà invece uguale al risparmio

meno gli ammortamenti.

Nello stato stazionario, l'ammontare del risparmio è esattamente pari all'ammontare necessario per rimpiazzare il capita-

le usurato (ammortamento) e per consentire una crescita netta del capitale tale da permettere il mantenimento della quo-

ta di capitale pro capite quando la popolazione aumenta ad un tasso costante n.

Nello stato stazionario il reddito pro capite è costante, mentre il reddito aggregato cresce della stessa percentuale della

popolazione, ossia n.

Legge dei rendimenti decrescenti: dall'iniziale stato stazionario, l'aumento del tasso di risparmio fa crescere il capitale

più velocemente della forza lavoro e dell'ammortamento.

In presenza di rendimenti costanti dei fattori, il tasso di crescita dello stato stazionario dipende dal tasso di accumulazio-

ne dei fattori. Il tasso di risparmio influenza il tasso di crescita.

CAPITOLO IX

Il consumo, il risparmio e gli investimenti

La teoria di Modigliani sostiene l'eguaglianza tra le aree ossia il risparmio effettuato durante la fase lavorativa sarà uti-

lizzato come reddito nella fase di pensionamento.

Il risparmio di ogni periodo nella fase lavorativa viene utilizzato nell'acquisto di titoli e attività patrimoniali. Nel corso

della vita di un

Dettagli
A.A. 2014-2015
12 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pietro Paolo Piccoli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Ermanno Paolo.