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Y AN
Dove Y è la produzione, N l’occupazione e A la produttività del lavoro. Questa forma funzionale
implica che la produttività del lavoro, il rapporto tra produzione e numero di lavoratori impiegati,
sia costante e uguale ad A.
Data l’ipotesi di produttività del lavoro (A) costante, possiamo semplificare ulteriormente la
notazione
=N
Y
La funzione di produzione Y=N implica che il costo di realizzare un’unità aggiuntiva di prodotto è
uguale al costo di impiegare un lavoratore in più e, quindi, è uguale al salario W. Il costo marginale
di produzione, il costo di produrre un’unità in più di output, è uguale a W.
Se nel mercato dei beni ci fosse concorrenza perfetta, il prezzo di un’unità di produzione sarebbe
uguale al costo: P sarebbe uguale a W. Ma molti mercati dei beni non sono concorrenziali.
P=( )
1+ μ W
μ
Dove è il ricarico del prezzo sul costo di produzione (markup). Se i mercati dei beni fossero
μ
perfettamente concorrenziali, il prezzo sarebbe semplicemente uguale al costo e sarebbe
μ
uguale a zero. Poiché le imprese hanno potere di mercato sarà positivo e il prezzo P sarà
μ
superiore al costo W di un fattore uguale a (1+ ).
Possiamo considerare il markup come una funzione decrescente del grado di concorrenza esistente
nel mercato dei beni. Il markup è inoltre funzione del grado di regolamentazione del mercato dei
beni, ad un maggiore livello di regolamentazione del mercato dei beni (Pmr, product market
regulation) corrisponde un più ridotto grado di concorrenza
( )
μ=f Pmr
Il markup è una funzione positiva del grado di regolamentazione del mercato dei beni e di
conseguenza, dipende negativamente dal grado di concorrenza in tale mercato.
Domanda B
Che cos’è il mark-up e da cosa dipende? [p.191-196]
- Il mark-up è il ricarico del prezzo sul costo di produzione. Indica il “potere di mercato”
dell’impresa, che può fissare il prezzo P=(1+μ)W ad un valore più alto del salario nominale
unitario (costo marginale). È una funzione positiva del grado di regolamentazione del mercato dei
beni e, di conseguenza, dipende negativamente dal grado di concorrenza in tale mercato:
μ=f(PMR).
Il tasso naturale di disoccupazione
Assumiamo che i salari nominali dipendano dal livello effettivo dei prezzi, P, piuttosto che dal
e
livello atteso, P . In tal caso la fissazione dei prezzi e dei salari determina il tasso di disoccupazione
di equilibrio.
L’equazione dei salari
Data l’ipotesi che i salari nominali dipendono dal livello effettivo dei prezzi (P) invece che da
quello atteso, la determinazione dei salari diventa
( )
=PF
W u , z
W ( )
=F u , z
P
La determinazione dei salari implica una relazione negativa tra il salario reale, W/P, e il tasso di
disoccupazione, u: quanto maggiore è il tasso di disoccupazione, tanto minore sarà il salario reale
scelto da chi fissa i salari.
Chiamiamo questa relazione tra salario reale e tasso di disoccupazione equazione dei salari.
Il salario reale è misurato sull’asse verticale, il tasso di disoccupazione sull’asse orizzontale.
L’equazione dei salari è una curva decrescente contrassegnata con WS: quanto maggiore è il tasso
di disoccupazione, tanto minore sarà il salario reale.
L’equazione dei prezzi
Dividendo entrambi i lati per il salario nominale:
P =1+ μ
W
Il rapporto tra il livello dei prezzi e il livello dei salari sia uguale a 1 più il markup
W 1
=
P 1+μ
Questa equazione ci dice che il salario reale fissato dalle imprese è una funzione delle decisioni di
prezzo. Un aumento del markup fa aumentare i prezzi a parità di salari, facendo in tal modo
diminuire il salario reale.
Quanto è maggiore il markup fissato dalle imprese, tanto minore sarà il salario reale.
L’equazione dei prezzi è rappresentata dalla retta orizzontale PS. Il salario reale derivante dalla
1/1+ μ
determinazione dei prezzi è che non dipende dal tasso di disoccupazione.
Salari reali di equilibrio e disoccupazione
L’equilibrio nel mercato del lavoro richiede che il salario reale risultante dalla determinazione dei
salari sia uguale al salario reale derivante dalla determinazione dei prezzi.
L’equilibrio si trova nel punto in cui la curva WS e la retta PS si incontrano e il tasso di
disoccupazione di equilibrio è pari a u .
n
Possiamo anche definire il tasso di disoccupazione di equilibrio algebricamente. Sostituendo W/P
1
( ) =
F u , z
n 1+ μ
Il tasso di disoccupazione di equilibrio u deve essere tale per cui il salario reale scelto nella
n
determinazione dei salari (lato sinistro) sia uguale al salario reale derivante dalla fissazione dei
prezzi (lato destro).
Il tasso di disoccupazione di equilibrio (u ) è chiamato tasso naturale di disoccupazione.
n
Un aumento dei sussidi di disoccupazione, tale variazione può essere rappresentata da un aumento
di z: poiché l’aumento dei sussidi rende meno dolorosa la prospettiva di restare disoccupati, esso fa
aumentare il salario reale scelto nelle contrattazioni a parità di tasso di disoccupazione. L’equazione
WS pertanto si sposta verso destra, provocando un aumento del tasso naturale di disoccupazione,
l’economia si muove lungo la PS.
In corrispondenza di un dato tasso di disoccupazione, maggiori sussidi di disoccupazione portano a
un salario reale più alto. È necessario un tasso di disoccupazione superiore per riportare il salario
reale al livello che le imprese sono disposte a pagare.
Una legislazione antitrust meno restrittiva, nella misura in cui essa consenta alle imprese di
colludere più facilmente e aumentare il proprio potere di mercato, tale legislazione fa aumentare il
μ
markup, ossia , che a sua volta genera una riduzione del salario reale e sposta verso il basso
l’equazione dei prezzi PS, provocando un aumento del tasso naturale di disoccupazione.
L’economia si muove lungo la WS.
Consentendo alle imprese di aumentare i prezzi a parità di salario, una legislazione antitrust meno
restrittiva porta a una riduzione del salario reale. È necessaria una disoccupazione più alta per
costringere i lavoratori ad accettare questo minor salario reale e questo fa aumentare il tasso
naturale di disoccupazione anche chiamato tasso strutturale di disoccupazione.
Domanda B
Assumete che nel mercato del commercio al dettaglio vengano eliminate le regole sugli orari di
apertura (aumentando il grado di concorrenza dei mercati, in generale). Come vi aspettate che
reagisca il salario reale e perché? (usate un grafico) [p.191-195-196]
Un aumento del grado di concorrenza dei mercati si misura con l’indice PMR. Maggiore
- concorrenza è indicata da un più basso PMR. Il mark-up (ricarico sul costo marginale)
dipende positivamente dal PMR. All’aumentare del grado di concorrenza, quindi, il mark-
up diminuisce, le imprese fissano prezzi più bassi e il salario reale reagisce aumentando. Si
può usare il grafico di WS e PS per dimostrare cosa accadde ai salari reali.
Che cos’è il tasso naturale di disoccupazione? [p.195]
- Il tasso di disoccupazione in corrispondenza del quale le decisioni di salario e prezzo sono coerenti
tra loro: il salario reale derivante da chi contratta i salari nominali (che dipendono dalle aspettative
di prezzo, dal tasso di disoccupazione e dai fattori z) deve essere pari al salario reale derivante
dalla fissazione dei prezzi da parte delle imprese (che dipendono dal markup e dai salari nominali).
Esercizio 2
Considerate la seguente rappresentazione del mercato del lavoro di un'economia in cui la curva WS è data da: W=
e
(2/5)∙P ∙(1+z‒u).La funzione di produzione è Y=N e il salario è W. Il markup è m=1 e z = 1.
a) Calcolate il tasso naturale di disoccupazione e il salario reale di equilibrio.
1. b) Supponete adesso che la funzione di produzione diventi Y = (3/2)∙N (quindi per produrre una unità di output
2. bastano 2/3 unità di input). Come cambiano il tasso naturale di disoccupazione
e il salario reale in equilibrio?
c) Tornate al caso in cui Y = N e supponete che il governo proponga ai sindacati di ridurre il sussidio
3. di disoccupazione, z, da 1 a 0.75 e, in cambio, di attuare una politica della concorrenza che riduca il markup, m, da 1
a 0.75. Considerando che il sindacato è interessato al salario reale (preferisce un salario reale più elevato) e alla
disoccupazione (preferisce un livello di disoccupazione minore), credete che il sindacato accetterà la proposta del
governo?
SOLUZIONE:
a) La funzione di produzione Y = N implica che il costo di produrre un'unità in più di output, ovvero il costo marginale di
produzione, sia uguale al costo di impiegare un lavoratore in più e, quindi, al salario W. Se il mercato dei beni fosse
perfettamente concorrenziale, il prezzo di un'unità di output sarebbe uguale al costo di produzione, cioè P sarebbe uguale a W.
Ma molti mercati dei beni non sono perfettamente concorrenziali e le imprese caricano un prezzo superiore al costo di
produzione. Un modo semplice per descrivere questo fatto è assumere che le imprese fissino il prezzo dei beni nel modo
seguente:
P = (1 + m)∙W
dove m è il ricarico del prezzo sul costo di produzione, indicato generalmente con il termine inglese di markup.
( )
¿
W 1
= =0.5
P = (1 + m)∙W → P/W = (1 + m) → W/P = 1/(1+m) P 1+1
e e e
W = (2/5)∙P ∙(1 + z ‒ u) → W/ P = (2/5)∙(1 + z ‒ u) → nell'ipotesi che P = P → W/ P = (2/5)∙(1 + z ‒ u) →
In equilibrio:
0,5 = (2/5)∙(1 + 1 ‒ �� ) (5/2)∙0,5 = 1 + 1 ‒ �� 1,25 = 1 + 1 ‒ ��
�� =1+1−1,25=0,75
b) Se la funzione di produzione è Y = (3/2)∙N, il costo di produrre un'unità in più di output è uguale
al costo di impiegare i 2/3 di un'unità di input in più e, quindi, a (2/3)∙W. P = (1 + m)∙(2/3)∙W → P/W = (1 + m)∙(2/3) → W/P =
1/[(1 + m)∙(2/3)]
( )
¿
W 1
= =0.75
[ ]
P 2
(1+1)( )
3
L’equazione dei salari non si modifica:
Ora in equilibrio abbiamo: 0,75 = (2/5)∙(1 + 1 ‒ ��
) (5/2)∙0,75 = 1 + 1 ‒ �� 1,88 = 1 + 1 ‒ ��
�� = 1 + 1 − 1,88 = 0,12
W 1
=
c) Equazione dei prezzi: P 1+m
( )
¿
W 1
= =0.57
P 1+ 0.75
Equazione dei salari: W/P= (2/5)(1 + � − �)
In equilibrio:
0,57 = (2/5)∙(1 + 0,75 ‒ ��
) (5/2)∙0,57 = 1 + 0,75 ‒ �� 1,425 = 1 + 0,75 ‒ ��
�� = 1 + 0,75 − 1,425 = 0,325.
*
Poiché, rispetto al punto a), (W/P) &ua