Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 14
Macroeconomia - Appunti Pag. 1 Macroeconomia - Appunti Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia - Appunti Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Macroeconomia - Appunti Pag. 11
1 su 14
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MACROECONOMIA

La Macroeconomia si studia tramite tre fasi: la crescita economica, la piena occupazione e i prezzi

stabili, anche se spesso è necessario operare un trade off, una scelta, per raggiungere il concetto di

Welfare State o benessere collettivo. La Macro studia gli aggregati e il sistema statale, mentre la

Micro studia i comportamenti dei singoli soggetti, consumatori e imprese che agiscono sul mercato.

Un passo alla volta….

Per Crescita Economica si intende l’incremento della produzione di beni e servizi in un lungo

periodo di tempo. L’indicatore che lo misura è il PIL che è reale se intendiamo la quantità di beni e

servizi prodotti in un anno (misurato a prezzi costanti, è preferibile basarsi sulla variabile reale

nelle politiche economiche perché quella nominale potrebbe distorcere i risultati), o nominale se

intendiamo il valore dei beni e servizi prodotti (misurato a prezzi correnti, non deputato dagli effetti

del cambiamento della moneta), o ancora pro capite che si ricava dividendo il Pil reale con la

popolazione e sta ad indicare il benessere collettivo, e il PIN (prodotto interno netto) che tiene conto

dell’ammortamento per utilizzo (cosa che il Pil non fa). La Crescita economica è dovuta

all’incremento demografico e alla disponibilità di forza lavoro. Le piccole differenze di crescita

incidono nel lungo periodo sul tenore di vita. Il tasso di crescita è la variazione di produzione da un

anno all’altro.

Il Tasso di Disoccupazione è la percentuale di forza lavoro che vorrebbe ma non riesce a trovare un

impiego; non è mai tendente a zero, anche in una fase positiva ci sarà sempre qualcuno che cerca un

lavoro (per disoccupazione frizionale o stagionale), perciò normalmente ci si attesta intorno al 4-5%

E’ importante notare che gli effetti negativi di chi non lavora vanno ad incidere anche su chi un

lavoro ce l’ha: esiste una sotto-occupazione di tutte le risorse, senza cui il sistema economico si

realizzerebbe solo nel suo potenziale (scarto con l’effettivo).

Altresì, i Prezzi Stabili si mantengono con un basso tasso di inflazione, o la variazione dell’aumento

percentuale del livello dei prezzi.

E’ obiettivo macroeconomico perché un’Inflazione è costosa per la società in base al diminuire del

potere d’acquisto, che porta direttamente all’impoverimento della popolazione.

Purché sia breve, l’inflazione può essere positiva, mentre è assolutamente negativa se si protrae per

troppo tempo e i prezzi arrivano a toccare soglie minime, si è in deflazione. Di lì a poco una crisi

economica porterò i consumatori a non voler più comprare perché rimanderanno l’acquisto ad un

prezzo più basso, ciò porterà le imprese a produrre meno e a fornirsi di conseguenza seguendo una

domanda in decrescita. Diverso è il caso dei conflitti bellici, in cui il sistema economico salta.

Padre della macroeconomia è considerato John Maynard Keynes che nel 1936 (e quindi dopo la

crisi del ’29) scrisse una “teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” in cui si

contrapponeva all’idea fino ad allora accettata di un sistema economico che funzionasse bene da

solo, ossia che non ci fosse bisogno dell’intervento, di una “mano invisibile”, che invece per

Keynes era necessario per risolvere alcuni problemi di fallimento.

La Produzione si basa sul Prodotto Interno Lordo (PIL) che si definisce: il valore di tutti i b/s

prodotti per il mercato in un dato periodo di tempo, all’interno dei confini nazionali.

Il Valore Complessivo è poi la somma del valore monetario di tutti quei b/s:

se i prezzi aumentano, aumenta anche il valore del PIL, senza un effettivo incremento della

produzione.

Il Valore di Beni (materiali) e Servizi (immateriali, o attività a cui viene corrisposto un costo come

l’istruzione, l’intrattenimento, i servizi sanitari, bancari, etc.) si distinguono tra:

b/s Finali – prodotti finiti venduti agli utilizzatori o consumatori;

b/s Intermedi – non inclusi nel calcolo del PIL perché utilizzati per la costruzione di b/s

finali (ad es. come le materie prime);

Secondo la definizione, i b/s sono prodotti materialmente (quindi vanno esclusi i beni usati, le

azioni e obbligazioni e i terreni agricoli), sono destinati al mercato, ossia venduti e non per utilizzo

proprio, in un dato periodo perché il calcolo fa riferimento alla produzione trimestrale o annuale,

nei confini nazionali perché sono prodotti realizzati sul territorio, indipendentemente da chi li ha

prodotti (quindi, i cittadini italiani residenti all’estero che producono in un paese fuori dall’Italia,

non rientrano nel calcolo del PIL anche se l’azienda è italiana).

Si calcola il Volume del PIL tramite:

Approccio della Spesa

Approccio del Valore Aggiunto

Approccio dei Pagamenti ai Fattori Produttivi

L’approccio della spesa divide il prodotto complessivo in quattro categorie, in base al gruppo che

acquista che è considerato acquirente:

B/s di consumo (C) acquistati dalle famiglie;

- b/s per investimenti privati-programmati (I) acquistati dalle imprese;

- b/s del settore pubblico (G) delle amministrazioni;

- b/s delle esportazioni nette (NX) della domanda estera (ossia ciò che vendiamo all’estero,

- rispetto a quello che importiamo).

Quando sommiamo il valore d’acquisto di ogni gruppo, abbiamo in base a questo criterio

internazionale, il valore del PIL: PIL = C + I + G + NX

Il Dettaglio:

(C) la spesa per consumo è acquistata dalle famiglie in qualità di consumatori finali;

(I) la spesa per investimenti privati-programmati è l’acquisto di impianti e software che servono alle

imprese per svolgere le proprie attività produttive e permettono un utilizzo nel lungo periodo; la

costruzione di nuovi edifici ad uso residenziale e la variazione delle scorte delle imprese (quei beni

prodotti ma invenduti).

La differenza tra Investimento Privato e Stock di Capitale, sta nel primo che è generato ex novo e

crescendo va a formare lo stock, nel secondo che rappresenta un cumulato, una quantità

complessiva che formerà beni nel corso degli anni. L’investimento privato non include quello

pubblico (dello Stato e delle PA), in più non include i beni durevoli (come quelli ad uso domestico)

e non include il capitale umano (il know-how) né l’ammortamento.

(G) la spesa pubblica è quella delle PA statali e locali, b/s acquistati che servono per svolgere

attività (di difesa, giustizia, istruzione, servizio sanitario, la manutenzione degli edifici e delle strade

– anche se è controverso alla società concessionaria privata), ossia dello Stato acquirente e

produttore. I Trasferimenti pubblici sono il pagamento che non è in compenso per la fornitura di b/s,

come i sussidi di disoccupazione.

(NX) le esportazioni nette, si sommano gli acquisti finali avvenuti durante l’anno, sovrastimiamo la

produzione perché includiamo b/s prodotti all’estero (import) che altrimenti non sono una Spesa che

contribuisce al Pil nazionale, come visto.

L’approccio del Valore Aggiunto, è il contributo di un’impresa alla produzione (la differenza tra

ricavo e spesa), dove il ricavo è ottenuto dalla vendita del prodotto meno il costo dei beni intermedi

da essa acquistati per produrlo. Somma che dovrebbe essere pari alla somma di tutte le spese:

PIL = somma dei valori aggiunti di tutte le imprese nel sistema economico

Es. della produzione di una risma di carta, si passa dalla segheria alla cartiera all’impresa di

cancelleria e al grossista (beni intermedi) fino al finale dettagliante.

L’approccio dei Pagamenti ai Fattori Produttivi, o tutti gli elementi impiegati nelle fasi di

produzione di b/s: ad ogni proprietario dei fattori (lavoro, capitale, terra) viene effettuato un

pagamento. Per il lavoro si paga in salario, per il capitale si paga in interessi, per la terra si paga in

rendita e per l’imprenditore si paga in profitto.

La somma dei pagamenti per tutte le categorie per tutte le imprese deve essere pari al PIL (valore

della produzione totale e al valore aggiunto dell’impresa):

PIL = salari + stipendi + rendite + profitto + interessi

(in sé, redditi aggregati) guadagnati da tutte le famiglie del sistema economico

Come Identità che si equivale, il prodotto totale è uguale al reddito e anche la spesa complessiva è

uguale al reddito aggregato.

Nella stima in ogni caso non rientra l’economia sommersa, come produzione nascosta all’autorità

governativa (come il gioco d’azzardo, la prostituzione, l’evasione, il traffico di droga e il lavoro

illegale).

Sulla piena occupazione… La disoccupazione o la mancanza di lavoro che può avere interventi di

politica economica di correzione, ad es. le leggi finanziarie tra Stato (aspetto fiscale) e Bce (aspetto

monetario), in particolare le leggi fiscali si occupano di bilancio, della variazione della spesa

pubblica o dell’imposizione fiscale e, le leggi monetarie si occupano del controllo dell’ammontare

del credito presente su un territorio.

Le categorie:

di breve periodo ---- la disoccupazione frizionale, di chi entra per la prima volta nel

- mercato del lavoro, chi è stato assente per un certo periodo, o chi passa da un impiego

all’altro; la disoccupazione stagionale.

di lungo periodo e alla lunga problematiche ---- la disoccupazione strutturale quando vi

- è una mancata corrispondenza tra abilità dei lavoratori e richieste delle imprese; la

disoccupazione ciclica legata al sistema economico e ai suoi cambiamenti (in recessione, il

prodotto totale diminuisce il tasso di disoccupazione sale, si riduce la produzione, il capitale,

aumenta la perdita del lavoro, cambiano le scelte di consumo e si scatena un effetto domino

in una spirale negativa.

Il dibattito aperto e mai concluso tra i paesi occidentali, vede protagonisti gli Stati europei più rigidi

e attenti alle tutele (perché più regolamentati) che hanno portato ai patti di austerità d’oggi e gli

Stati americani, invece, più flessibili.

La Piena Occupazione si ottiene portando la disoccupazione ciclica pari a zero, mentre le altre

componenti oscillano, per questo il tasso di disoccupazione complessivo (anche in fase di

espansione) è superiore a zero tra il 4-5 %

I Costi della Disoccupazione si misurano in termini economici e non economici. Questi ultimi

principalmente legati al disagio sociale e psicologico di chi è senza un’occupazione; mentre i costi

economici sono misurabili in termini monetari e di un vero e proprio fallimento dello Stato di

Welfare, con un “prodotto perduto” di manc

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
14 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ValentinaTT di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Macroeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Giunta Gaetano.