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MACCHIAVELLI
VITA
•
- Molto attivo negli affari pubblici tra il 1498 e il 1512 --> data di fine attività, quando
tornano i Medici, viene esiliato. Soffre molto di questo isolamento politico, ma nel
frattempo studia i classici.
- Ricopre molte cariche diplomatiche: segretario d'ambasciata.. chiamato infatti
"segretario fiorentino"
- Grazie ai suoi viaggi, intuisce l'esigenza di un cambiamento istituzionale (all'inizio del
500 la monarchia assoluta era la forma istituzionale prevalente in Europa)
NOVITA'
•
- Ha distrutto il tradizionale significato di potere politico e di legittimità
- Segna il passaggio all'età moderna: è il primo scienziato politico.
- Rifiuta il cristianesimo: lo critica fortemente (molto influenzato dalla lettura dei classici),
perchè:
1) si fonda sull'incapacità di esaltare le virtù guerresche delle popolazioni, lui che
sostiene che un uomo è cittadino se ben armato per difendere la patria.
2) esalta gli uomini umili e contemplativi, non quelli coraggiosi e attivi come i romani
OPERE
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A. De principatibus: 1513, pubblicato nel 1532 (poi messo tra i libri proibiti nel 1558)
B. I discorsi sopra la prima deca di Tito Livio: scritti fra il 1512-1518, pubblicato nel 1531
- Scritte negli stessi anni, ma presentano due visioni di politica totalmente opposte:
A. Parla di come conquistare il potere: M. è propenso al potere del principe isolato
B. Fa una riflessione sui primi dieci libri dell'ab urbe condita di Livio (che trattano dalla
fondaz di Roma alla terza guerra sannitica) e parla dell’organizzazione della Roma
repubblicana, fa una lode alla gestione democratica del potere politico della Roma rep.
Ambiguità che si risolve se si pensa al principe come potere repubblicano