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LE MOSSE DEI NEMICI DI GRACCO
Il senato ricorre a un espediente per screditare Gracco davanti al popolo, compiacendo la massa popolare.
Caio Livio Druso viene incaricato dai nobili di attaccare Gracco proponendo delle leggi che potessero
superarlo nel favore popolare:
• ROGATIO FRUMENTARIA;
• ROGATIO AGRARIA;
• DIVIETO DI PENE CORPORALI SUI LATINI.
Il Senato, evidentemente, temeva la saldatura tra popolo, cavalieri e tribunato.
La popolarità di Gracco viene sminuita: al suo ritorno dall'Africa propone la ROGATIO DE SOCIIS ET
NOMINE LATINO che non viene approvata. Gracco è sconfitto.
Tale legge prevedeva certamente la concessione della cittadinanza a tutti i Latini e forse, ma non è sicuro,
conteneva anche la proposta di allargare i diritti latini a tutti gli alleati.
Dovendosi tenere le elezioni popolari, il console Fannio, ex graccano, espelle Latini e alleati da Roma poco
prima del voto: vengono elette due persone ostili a Gracco, Opinio e Q. F. Massimo.
Gracco viene sconfitto nelle elezioni tribunizie del 121 a.C.
LETTURA: APPIANO: Gracco e Flacco convocano in Africa 6000 coloni da tutta l'Italia. Ma poiché i lupi
avevano abbattuto i ceppi confinari, gli auguri stabiliscono che la colonia fosse nata
sotto un cattivo auspicio. Il Senato propone allora di eliminare la legge di fondazione
della colonia e Gracco giunge armato all'assemblea.
Il Senato, convocato dai consoli, emana il SENATUS CONSULTUM ULTIMUM. Caio Gracco viene ucciso e
lo stesso accade a Flacco e ai suoi figli.
I cavalieri passano con gli oppositori di Gracco. Nel giro di poco tempo 300 persone vengono giustiziate
senza processo.
Segue una stagione di processi tenuti da Opimio che si concludono sempre con la condanna a morte dei
graccani. L'anno seguente Opimio viene processato per aver violato la LEX SEMPRONIA DE CAPITE e si
difende dicendo di aver seguito il decreto del senato. Viene assolto.
Il SENATUS CONSULTUM ULTIMUM diventa, a partire da questo momento, uno strumento costituzionale di
emergenza che di fatto dà carta bianca ai magistrati.
Segue una fase di reflusso: i graccani sono stati quasi spazzati via e Pompilio Lenate viene richiamato
dall'esilio. Dal 120 al 110 a.C. si ha una fase di predominio degli anti-graccani e la legislazione agraria dei
Gracchi viene smantellata.
Da questo momento in poi nella Nobilitas si assiste alla nascita di due fazioni:
1. OPTIMATES: sostenitori del senato e ispirati dal mos maiorum. Cicerone parla di otium cum
dignitate. Dovevano impergnarsi affinché lo status quo della società non venisse
messo a rischio. In alcuni momenti coincidono con la classe di governo;
2. POPULARES: sostenitori di riforme in campo politico e sociale, rappresentano un movimento di
opinione, più che una vera parte politica. I capi sono singoli che possono trovarsi
soli o in alleanza con altri. Mancano di coerenza e continuità, pur condividendo un
modus operandi.
Poteva capitare che alcuni optimates (es. nel 91 a.C. Druso, figlio del Druso che si era opposto a Gracco)
proponessero, in determinate occasioni, leggi di interesse popolare.
In questo periodo emerge la famiglia dei Caecilii Metelli, la quale domina la scena politica per molto tempo.
Appartengono alla loro cerchia M. Emilio Scauro, la cui vedova sposa Silla, e Q. Lutazio Catulo.
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LA GUERRA GIUGURTINA
Viene combattuta in Numidia (nord Africa), un regno tradizionalmente alleato di Roma: nella II Guerra Punica
i numidi si erano schierati con Roma e da allora erano sempre stati fedeli.
188 a.C. MORTE DI MICIPSIA: il re, prima di morire decide di dividere il regno tra i due figli, Iempsale e
Aderbale, e il nipote Giugurta. Quest'ultimo decide ben presto di volere per sé l'intera Numidia e comincia
con il far assassinare Iempsale. Nel 116 a.C. il senato stabilisce una divisione del regno tra Aderbale e
Giugurta: al primo assegna la Numidia Orientale e al secondo quella Occidentale.
Nel 113 a.C., tuttavia, Giugurta invade il territorio di Aderbale che si rifugia a Cirta, allora abitata da molti
commercianti italici e romani.
LETTURA: SALLUSTIO_A Cirta gli italici convincono Aderbale ad arrendersi a Giugurta. Quest'ultimo, una
volta entrato nella città, uccide il cugino, i numidi adulti e gli stessi italici. È un
massacro.
La notizia scoppia a Roma come una bomba: il popolo chiede una reazione.
Nel 111 a.C. si ha lo scoppio della Guerra Giugurtina. Inizialmente, con Calpurnio Bestia e A. Postumio i
romani non ottengono buoni risultati.
LETTURA: LIVIO_ Calpurnio Bestia concede la pace senza l'accordo di popolo e senato. Giugurta viene
convocato a Roma e ne approfitta per uccidere il cugino Massiva. L'anno seguente
Postumio Albino viene sconfitto da Giugurta e sottoscrive con lui una pace che, per la
seconda volta, il senato si rifiuta di accettare. Un tribunale speciale, voluto dal tribuno C.
Mamilio, ottiene la condanna di Bestia e Albino.
Il popolo comincia a essere insofferente agli optimates ai quali appartenevano i due. Gli optimates schierano
allora Quinto Cecilio Metello al quale è affidato il comando tra il 19 e il 107 a.C. Metello, uomo incorruttibile e
nemico dei populares, ottiene numerosi successi ma nessuno è definitivo.
Nel 107 si ha il primo consolato di C. Mario, cliente e luogotenente di Metello. Mario aveva deciso di lasciare
l'Africa e tornare a Roma per le elezioni contro il volere di Metello. La campagna elettorale di Mario si fonda
sulla critica a Metello.
Contemporaneamente viene eletto alla questura Silla, poco più che trentenne, senza che avesse prestato
alcun servizio militare.
LETTURA: VALERIO MASSIMO_Fino all'elezione Silla conduceva una vita inquinata dai piaceri. Ottiene
l'incarico di essere il questore del console Mario.
SALLUSTIO_Silla apparteneva a una gens patrizia ormai quasi estinta per l'ignavia degli
antenati. Uomo di grande cultura e grande fierezza d'animo, cupido di piaceri e
ancora di più della gloria. La voluttà non lo ostacololava negli affari. Persona
elegante, astuta e facile all'amicizia. Artista della simulazione, prodigo di molte
cose e soprattutto di denaro.
Va tenuto presente che Sallustio era un populares: è ostile a Silla.
GLI ANTENATI DI SILLA
I primi di cui abbiamo notizia si chiamavano Rufinus (da RUFUS “rosso”).
• PUBLIUS CORNELIUS RUFINUS: dittatore nel 334 o 333 a.C. Non sappiamo se sia un
personaggio realmente esistito;
• PUBLIUS CORNELIUS RUFINUS: console nel 290 e nel 277 a.C. e dittatore in un anno incerto.
È certamente esistito;
LETTURA: AULO GELLIO_Il censore Fabrizio nel 275 a.C. caccia dal senato questo Rufino per il
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troppo lusso: possedeva troppo argento.
• PUBLIUS CORNELIUS SULLA: flamen dialis intorno al 250 a.C. Tale incarico era, allora, di
grande onore;
• PUBLIUS CORNELIUS SULLA: pretore e Xvir sacris faciundis nel 212 a.C. In seguito,
durante la guerra punica, istitutore dei Ludi Apollinares;
• PUBLIUS CORNELIUS SULLA: nonno di Silla. Pretore nel 186 a.C.;
• SERVIUS CORNELIO SILLA: forse cugino di Silla. Propretore in Sardegna nel 174 a.C.;
• LUCIUS CORNELIUS SILLA: padre di Silla. Certamente non era primogenito. Incerte sono la
carriera e la condizione economica. Sappiamo che ebbe due mogli e altri due figli (una
femmina e un maschio chiamato Publius). Silla era figlio della prima moglie ma aveva buoni
rapporti anche con la seconda.
ORIGINE E SIGNIFICATO DEL COGNOMEN
Non ci sono notizie certe. Il primo Sulla sarebbe stato il flamen dialis. Secondo Macrobio, Sulla sarebbe una
contrazione di Sybilla (ma non è così). Quintiliano sostiene che derivi da “surula”, diminutivo di “sura”
(polpaccio). Secondo lo studioso Kajanto l'etimologia non avrebbe fondamento e il cognomen potrebbe avere
origine etrusca. Hinard sostiene invece che il cognomen faccia riferimento al colore della carnagione: “suilla”
(carne di porco). Tuttavia non è un'ipotesi molto condivisa.
LETTURA: PLUTARCO_Descrizione fisica di Silla: occhi azzurri, volto con un eritema. Il cognome sarebbe
un epiteto legato al colore della pelle. “Silla è una mora spruzzata di farina”
SILLA
La giovinezza trascorre in ristrettezze economiche (per i canoni di un aristocratico). Silla non era pienamente
inserito nella “Roma bene” e frequentava persone di dubbia moralità.
Riceve due eredità: dalla matrigna e dall'amante Nicopoli. Questo fatto gli permette di essere eletto questore
nel 107 a.C.
Silla viene quindi assegnato al console Mario, il quale aveva ottenuto il comando della guerra giugurtina nello
stesso anno.
LA RIFORMA MILITARE DI MARIO
Mario propone una riforma nel reclutamento attraverso l'istituzionalizzazione dell'accesso all'esercito dei
volontari e riesce a mettere insieme un esercito imponente.
LETTURA: SALLUSTIO_La riforma del reclutamento.
Questa innovazione attira soprattutto i nullatenenti. È probabile che molti dei soldati fossero evocati, ovvero
soldati che erano stati già congedati ma che venivano richiamati perché molto stimati per la loro esperienza.
La leva non viene abolita.
Probabilmente all'inizio Mario agisce grazie a un decreto del senato che in seguito diventa la regola.
LETTURA: SALLUSTIO_Grandi miraggi tra coloro che si arruolavano.
Come conseguenza di questa riforma si innesca un meccanismo tra il comandante militare e il soldato: non si
ha un vero e proprio “sentimento di patria”. I soldati entrano così nel gioco politico. Soldati di professione,
provenienti dall'ambito rurale e italico diventano clientes dei loro comandanti: li supportano nella loro attività
politica e, al contempo, li condizionano.
I veterani iniziano a premere sugli ex comandanti per ottenere una sistemazione all'atto del congedo: la terra.
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MARIO IN AFRICA
Mentre Mario parte per l'Africa, Silla è incaricato di rimanere in Italia per arruolare la cavalleria tra i socii e i
latini.
LETTURA: SALLUSTIO_Silla raggiunge Mario con un gran numero di cavalieri.
Prima dell'arrivo di Silla, Mario sbarca a Utica e riporta importanti successi:
• vittoria di Cirta
• presa di Capsa
• assedio della fortezza sul fiume Mulucca
In questo periodo fa la sua comparsa Bocco, re di Mauritania, il quale è indeciso sulla posizione da tenere in
merito alla guerra.
Nella primavera del 106 a.C. Silla arriva con la cavalleria.
LETTURA: SALLUSTIO_Silla, privo di esperienza, in breve tempo diventa capace e amato, carissimo a
Mario e a tutti i soldati.
(Deve quindi esserci stato un momento di profonda stima tra i due).
• Presa della fortezza e del tesoro di Giugurta
• Bocco entra in guerra con Giugurta
• Giugurta riprende Cirta
Mario è quindi costretto a tornare indietro verso Cirta. Durante la notte l'esercito romano viene attaccato a
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