vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Esercizio (2)
ETA' GIULIO-CLAUDIA
Quando i successori designati da Ottaviano morirono prima di lui, Tiberio, figlio della terza moglie,
venne adottato e associato al trono con il titolo di Cesare.
Con Augusto (che morì nel 14 d.C.) e Tiberio si aprì la dinastia Giulio-Claudia che vide il potere
successivamente in mano a Caligola, Claudio e Nerone, che morì nel 68 d.C.
Consolidato ormai l'impero e la supremazia di Roma, l'Urbe divenne il modello di riferimento per
l'arte. La vasta area geografica coperta dall'Impero Romano venne infatti unificata da un linguaggio
comune, che ripercorreva la strada tracciata dall'arte Augustea.
Lo sforzo più grande del governo riguardò la propaganda dinastica, che si manifestò sia dal punto di
vista monumentale (Tempio di Augusto) che dal punto di vista raffigurativo.
Gli edifici più importanti assunsero piante complesse, con ambienti anche poligonali, circolari, o
mistilinei, in cui erano sempre più largamente impiegate strutture laterizie. Un esempio è il Tempio
della Concordia, che venne ampliato da Tiberio e riempito con quadri e oggetti preziosi, grazie
anche alla collaborazione di Livia.
La base dell'Ara dei Vicomagistri, conservata nei Musei Vaticani, rappresentava una processione in
cui sono presenti sia vittime sacrificali che sacerdoti, che recano con loro immagini augustee.
Famosi di questo periodo sono i monumenti a ghirlande, tra cui l'Altare di Amemptus, su cui sono
rappresentati Amore e Psyche, due centauri e l'aquila, simbolo di Roma. In genere si tratta di opere
che mostrano esuberanza decorativa e la rappresentazione di pesanti festoni. Questi monumenti
venivano utilizzati ancor più a scopo propagandastico (il luogo privilegiato era il Campo Marzio) e
venivano associati a ricorrenze festive.
Interessante per questo periodo è l'arte privata (tesori personali, oggetti creati come proprietà
privata e arte funebre). In particolare si diffusero i busti racchiusi dentro le nicchie.
In questo contesto possono essere introdotti la Gemma di Augusto, in cui l'imperatore è
rappresentato accanto alla Vittoria contro i barbari, o il Cameo di Francia, in cui Tiberio è
raffigurato con gli dei. Entrambi i camei sono divisi al loro interno con una linea di demarcazione
netta tra il mondo romano e quello barbaro.
Con la salita al trono di Claudio si ruppe la dinastia Giulia e divenne importante la ricerca di
prosecuzione dinastica tra i precedenti imperatori e i nuovi. Possiamo notare il diverso modo in cui
venne raffigurato infatti Tiberio: a Cerveteri era assimilato a Giove e presentava i tratti di Augusto,
in altre statue erano accentuati i tratti caratteristici degli imperatori successivi.
Claudio viene ricordato per la costruzione del Grande Acquedotto e per il porto di Ostia, che verrà
poi riedificato da Traiano, oltre che per il Tempio del Divo Claudio, eretto dopo la sua morte.
Un nuovo elemento che venne introdotto in questo momento è l'arco, che diventerà il simbolo del
potere personale. Spesso l'arco era associato al tempio e ne abbiamo esempio negli archi di
Germanico e Druso, fatti erigere da Tiberio e posizionati ai lati del tempio di Marte Ultore.
Le vie privilegiate, al di fuori di quella Trionfale, per il posizionamento erano l'Appia e la Flaminia,
cioè le strade che venivano percorse dall'imperatore al ritorno da una vittoria. È sulla via Appia che
venne eretto infatti l'Arco di Claudio, in cui si celebra la costruzione del Grande Acquedotto. I
rilievi oggi si trovano a Villa Medici, a Roma, e raffigurano le province romane inginocchiate, la
dea Roma, lo Zodiaco e un mostro marino con lo scettro con l'aquila. La somiglianza con l'Ara
Pacis è notevole anche se in questo caso si può notare l'uso del chiaroscuro e della prospettiva.
A seguito del grande incendio che nel 64 d.C distrusse parte di Roma, Nerone ordinò la
ricostruzione della città in uno stile più sobrio: strade larghe, porticati ampli, isolati singoli che