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Adriano, successore di Traiano

Adriano, successore di Traiano, nacque il 24 gennaio del 76 e proveniva dall'aristocrazia spagnola. Egli era un uomo colto e raffinato, amante della cultura greca; a differenza dei suoi predecessori, che risiedevano a Roma e si muovevano solo per ragioni militari, viaggiò moltissimo e in ogni angolo dell'Impero di Roma, per compiere ispezioni e risolvere problemi locali, ma anche per gusto personale e per autentico interesse culturale.

La pace e la stabilità politica furono i fondamentali obiettivi di governo dell'imperatore Adriano. A differenza di Traiano, Adriano condusse una politica estera difensiva e mirante alla sicurezza, rafforzata dal reclutamento militare regionale, che rese stanziali i reparti dell'esercito sui confini, formati dagli abitanti delle stesse regioni presidiate. Un esempio di questa politica difensiva è il cosiddetto Vallo adrianeo, una lunga muraglia fatta costruire per proteggere il confine settentrionale delle province britanniche.

Questa politica di sicurezza dei confini garantirà all'Impero di Roma circa mezzo secolo di completa pace. Solo nel domare la nuova rivolta scoppiata in Giudea tra il 132 e il 135 Adriano fu spietato: la sollevazione fu stroncata nel sangue e Gerusalemme fu punita con il cambio del nome, divenendo Elia Capitolina. Sul piano interno, Adriano si curò di migliorare l'amministrazione dello stato e della giustizia: stabilì gradi e compensi nei pubblici uffici, fece redigere leggi comuni valide per tutti, al di là delle iniziative dei singoli magistrati. Tuttavia, il governo di Adriano non riscosse grandi consensi: non presso la plebe, per la quale egli era troppo raffinato, e neppure presso il senato, che giudicava eccessiva la "modernità" del principe e temibile il suo accentramento del potere. Adriano, infatti, rafforzò e organizzò in modo efficiente il consilium principis, il ristretto nucleo di esperti e consiglieri che.

collaboravano con lui: pur nel rispetto della tradizione senatoria, il perno attorno al quale ruotava lo stato era più che mai il principato. Adriano morì di edema polmonare nella sua residenza estiva di Baia, il 10 luglio del 138. Si era posto per tempo il problema della successione, adottando Tito Aurelio Antonino, detto Antonino Pio.

Antonino Pio (138-161 d.C.)

Successore di Adriano, fu Antonino Pio della dinastia degli imperatori adottivi. Nato il 19 settembre dell'86 a Lanuvio, regnò dal 138 al 161 (anno della morte). Fu definito Pio per l'immagine che seppe dare di sé come sovrano preoccupato solo dell'interesse collettivo, rispettoso del senato e delle antiche tradizioni. L'imperatore Adriano lo adottò come suo successore qualche mese prima di morire, a condizione che questi a sua volta adottasse due giovani Marco Aurelio e Lucio Vero. In tal modo la stabilità della successione era garantita per almeno due generazioni.

politica estera Antonino Pio proseguì la strategia difensiva inaugurata da Adriano, costruendo in Britannia, tra il 142 e il 144, un secondo vallo, il Vallo Antonino (il primo era stato il Vallo di Adriano), e uno in Germania. Con l'eccezione di qualche momento di tensione sui confini, i suoi furono anni di pace completa.

In politica interna, oltre a un'attenta amministrazione, promosse iniziative di carattere umanitario e introdusse in campo giuridico innovazioni ispirate a una maggiore equità. Morì nel 161 e fu seppellito nel Mausoleo di Adriano (oggi Castel Sant'Angelo), ultimato da Antonino Pio nel 139.

Nell'età di Antonino Pio l'impero raggiunse l'apogeo del proprio sviluppo e del consenso presso l'élite delle province e delle città. La città, con le sue strutture e l'agio che offriva, rappresentava nel mondo antico il segno distintivo della civiltà. Ovunque ci fossero delle istituzioni

cittadine i romani vi si affidarono per il controllo ammnistrativo, dove nonesisteva tale forma essi crearono comunità civiche attraverso un’opera di colonizzazione.

Nell’impero romano, dunque vi era una grande varietà di tipologie cittadine e soprattuttouna grande diversità di statuti: Civitates in Occidente e Poleis in Oriente erano organizzatesecondo tre tipologie fondamentali:

  1. Le città peregrine, cioè quelle preesistenti alla conquista e alla loro riorganizzazioneall’interno dell’Impero. All’interno di questo gruppo si distinguono:
    • Le città stipendiarie: quelle sottomesse che pagano un tributo;
    • Le città libere: con diritti speciali concessi da Roma;
    • Le città libere e immuni: città libere esentate dal pagamento del tributo;
    • Le città federate: città autonome che hanno concluso con Roma un trattato;
  2. I Municipi: erano città a cui Roma concedeva

di elevare il suo status precedente dicittà peregrina e ai cui abitanti era accordato o il diritto latino o quello romano. Per esempio Italica, la città della Betica, patria di Adriano, fondata alla fine del III secolo a.C., divenne municipio sotto Cesare. I municipi stessi di cittadini romani conservavano una condizione giuridica autonoma sia nei confronti di Roma sia nei riguardi della sua legislazione.

3. Le colonie: In origine erano città di nuova fondazione con apporto di coloni che godono della cittadinanza romana su terre sottratte a città o a popoli vinti. Le colonie adottarono il pieno diritto romano e furono organizzate a immagine di Roma. Si realizzava così una gerarchia tra le città tale da favorire lo spirito di emulazione. L'evoluzione dello statuto delle singole comunità comportava, attraverso l'estensione del diritto latino o della cittadinanza romana, l'integrazione dei provinciali nell'Impero:

ciò poteva avvenire per gradi, privilegiando ad esempio i ceti dirigenti, oppure attraverso il riconoscimento di uno statuto superiore accordato a singole città o ad intere regioni. Le città costituivano inoltre il punto di riferimento delle attività economiche e i nuclei della vita culturale.

Marco Aurelio (161 d.C. – 180 d.C) e Lucio Vero (161 d.C 169 d.C); Marco Aurelio e Commodo (177-180 d.C)

Marco Aurelio succedette a Antonino Pio, che quest'ultimo aveva designato come suo erede al principato. Marco Aurelio e Lucio Vero, suo fratello, erano stati entrambi adottati da Antonino Pio sotto richiesta di Adriano. I due figli adottivi erano stati entrambi educati a corte, ma solo Marco era stato insignito del titolo di Cesare e a lui fu data in sposa la figlia di Antonino, Faustina minore. Nell'anno della morte di Antonino Pio, Marco e Lucio erano entrambi consoli.

Appena divenuto imperatore, Marco Aurelio, pretese che anche il fratello adottivo, Lucio Vero,

Fosse riconosciuto come tale e condividesse insieme a lui il principato. Si trattò di una decisione importante poiché fu il primo caso di "doppio Principato" nella storia imperiale.

All'inizio del principato, tuttavia, vi furono agitazioni sulle frontiere della Britannia, della Germania e della Rezia, che furono represse con facilità, ma non in modo definitivo. Infatti, da lì a poco, ripresero in modo molto più grave:

Nel 161 d.C., si riaprì il problema partico. Il re dei Parti, Vologese IV, alla notizia della morte di Antonino Pio, decise di occupare l'Armenia, imponendovi un proprio re vassallo, Pacoro. Il legato romano della Cappadocia - una regione storica dell'Asia minore, situata nel cuore della penisola Anatolica - accorso per fronteggiare la situazione, fu sconfitto e ucciso. Contemporaneamente i Parti invasero la Siria. Ebbe così inizio un lungo conflitto, che durò dal 161 al 166 d.C.

articolato in più fasi. Nel frattempo fu inviato in Oriente Lucio Vero che raggiunse solo in seguito, circa un anno dopo, l'Antiochia dove pose il suo quartier generale dal quale diresse le operazioni con l'ausilio di alcuni esperti collaboratori. Alla Cappadocia fu preposto Marco Stazio Prisco Licinio Italico, che aveva già dato ottime prove di sé come comandante e come governatore, mentre in Siria fu posto Caio Avidio Cassio, un abile militare. Nel 163 d.C. Marco Stazio Prisco penetrò in Armenia e di impadronì di Artaxata (un'antica città), cacciando Pacoro e ponendo al suo posto Soemo, un principe orientale che era anche senatore romano, che fu incoronato da Lucio Vero. La vittoria procurò ad entrambi gli imperatori il titolo di "Armeniacus". Le legioni di Siria, riorganizzate da Avidio Cassio verso la fine del 163 d.C., diedero inizio all'offensiva contro la Partia, occupando Edessa. La campagna fu portata

avanti al di là dell'Eufrate e furono riconquistate varie città, tra cui Ctesifonte. Verso il 166 d.C. circa, gli eserciti romani penetrarono in Media. Più o meno contemporaneamente furono organizzate spedizioni contro gli Arabi, che probabilmente si erano alleati con i Parti. I due Augusti poterono fregiarsi dei titoli di Parthicus e Medicus. La pace fu conclusa nel 166 d.C., probabilmente affrettata dall'epidemia di peste che stava allora flagellando l'Oriente. L'Armenia ricevette nuovamente principi clienti sotto la protezione dei legati di Cappadocia e di Siria. Tuttavia, tale successo fu in parte effimero: il nuovo re d'Armenia Soemo fu cacciato nel 172 d.C., e si rese necessario riportarlo con la forza. Inoltre premevano con sempre maggior impeto popolazioni dal nord dei Balcani e del Caucaso che mettevano in crisi la stabilità dell'intero quadrante orientale. Il controllo del fronte orientale potrebbe aver favorito.

Anche l'apertura di nuove vie di commercio con l'estremo Oriente. La guerra inoltre fu anche causa indiretta della crisi che colpì l'Impero negli anni successivi. Infatti l'esercito tornato dall'Oriente portò con sé la pestilenza che causò morte e devastazione in molte regioni con gravi conseguenze demografiche ed economiche. Inoltre, l'assenza di soldati presso la frontiera settentrionale tra Alto Reno e Alto Danubio creò le condizioni perché i popoli confinanti del Nord-Est si facessero pericolosi: a partire dalla Germania inferiore si susseguivano, da occidente a oriente, genti germaniche, poi, ad occidente della Dacia, i Iazigi Sarmati e, ed oriente, Bastarni e i Roxolani. Al di là dei popoli che vivano lungo il limes (i confini romani) ce n'erano altri che premevano contro di essi, i Longobardi, i Goti, i Vandali, i Burgundi, tutti di ceppo germanico. Più ad est, nelle grandi pianure

dell'attuale Russia meridionale, vi erano gli Alani. Già nel 162 d.C., fu inviato come legato della Germania superior.
Dettagli
A.A. 2022-2023
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Luigiluigiluigi97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Alfredo Sansone.