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Il regime riservato all'homo sacer
L'homo sacer era una figura esclusa dalla fattispecie punita nella disposizione di Numa sull'omicidio volontario ma che aveva tutta una serie di caratteristiche che ci fa capire la disposizione Numana in tema di omicidio.
Sacer = colui che si trovava in questa condizione per aver tenuto certi comportamenti e che con questi comportamenti aveva in qualche modo recato offesa alla divinità, non serviva una pronunzia giudiziale perché si integrasse questo stato. La sua situazione era quella di esclusione dalla comunità, legata al fatto che entrava nella comunità della divinità che aveva offeso e la divinità stessa ne poteva disporre a proprio piacimento (si fa riferimento a un filosofo amico di Cicerone).
Chi uccideva un homo sacer non commetteva nessun omicidio, la condotta che quel soggetto aveva tenuto non rientrava fra quelle penalmente rilevanti che aveva fissato Numa. Il diritto contemplava
L'ipotesi dell'omicidio mariteneva che la condotta di chi lo uccideva non integrasse la fattispecie penalmente rilevante dalla legge di Numa sull'omicidio volontario.Allo stesso tempo, chi uccideva un homo sacer non diventava sacro né subiva alcun tipo di peggioramento della propria condizione (conservava il proprio stato di purezza).
Tuttavia, la sacertà non comportava sempre la morte del soggetto, era un'ipotesi eventuale, sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista fattuale, secondo una logica per cui una divinità poteva disporre come voleva dell'uomo che ricadeva sotto di lei e quindi poteva tranquillamente accettare che rimanesse in vita.
Allo stesso tempo bisogna aver presente che la morte dell'homo sacer non era considerato un sacrificio dato che il sacrificio nel mondo romano era quella cerimonia che si componeva di varie fasi attraverso il quale un bene homo sacer veniva trasferito alla divinità (fonte Macrobio: non poteva).
essere immolato perché se fosse stato sacrificato ci saremmo ritrovati di fronte ad un disconoscimento del trasferimento alla divinità). Inoltre, la morte dell'homo sacer Pax Teorum non serviva per ricomporre la perché essa si ricomponeva già con la caduta nello stato di sacertà; non risulta necessaria inoltre una pronunzia giudiziale per la caduta in stato di sacertà, perché l'homo sacer situazione di veniva resa pubblica attraverso dei meccanismi (si suppone). Vi è però una fonte di Festo che sembra in qualche modo collegare la caduta in sacertà rispetto ad una pronuncia del popolo; secondo Garofalo, però, questa dovrebbe essere spiegata in un altro modo, quello secondo cui tutte le fattispecie che determinavano la sacertà erano disposte per legge quindi ciascuna di queste ipotesi rientrava nella quotidianità dei cittadini: le ipotesi di sacertà erano diverse, c'era la falsa testimonianza,
l'uccisione prima del tempo di Romolo e la violazione dell'obbligo di fedeltà tra patrono e cliente, Pater Familias le percosse del figlio o della nuora nei confronti del e molte alte ipotesi (anche in età repubblicana come quella dello spostamento delle pietre di confine o chi avesse voluto ristabilire la monarchia e anche chi violava i tribuni della plebe). 3) Le conseguenze previste dalla legislazione numana in relazione alla commissione di un illecito in termini di omicidio. Partiamo dalla conseguenza legata all'omicidio volontario che prende la formula Parricida Esto di (non si traduce perché traducendolo si prenderebbe una presa di posizione). Parricida Esto Garofalo, all'inizio pensava che fosse la traduzione che chi avesse commesso un omicidio dovesse essere parimente ucciso. Successivamente questa idea viene rivalutata sulla base di altri studi giuridici e il suo modo di vedere è mutata nel fatto che Numa stabilisce che chi commette Homoliber Parricida, l'omicidio di un cade in uno status particolare: quello delcioè cade nella condizione di parricida che determina delle conseguenze specifiche difficile da individuare ma sicuramente diverse da quelle della sacertà (quelle previste prima dell'intervento di Numa); le fonti sono silenti sulla spiegazione di questo termine ma sembra che sia passato da lasciare al proprio destino l'omicida al pensare che l'omicida debba essere ucciso dalla famiglia della vittima (idea di parricida esto) -> non sappiamo le modalità.
Per l'omicidio involontario, era previsto come conseguenza che, i parenti dell'uccisore consegnassero un ariete alla famiglia della vittima affinché lo sacrificassero, non potevano usufruire legalmente di questo bene quindi da un lato c'è questa logica di risarcimento mentre dall'altro lato impone un modo di