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Lo sfruttamento delle
risorse dell’Artico
L’energia
La regione polare artica è da qualche anno divenuta oggetto
dell’interesse dei paesi con cui confina: Stati Uniti, Canada,
Norvegia, Russia e Danimarca. La ragione di questa attenzione
risiede nei che si trovano
grandi quantitativi di petrolio e gas
nei fondali del mar Artico e che, grazie al fenomeno dello
scioglimento dei ghiacci, divengono più facilmente raggiungibili.
Diverse stime calcolano che le riserve di gas e di petrolio che si
trovano in quest’area rappresenterebbero il 25% del totale
mondiale. La convenzione ONU sul diritto del mare stipulata nel
1982 sancisce diritti di sfruttamento alle nazioni costiere sul
territorio artico: a esse è riconosciuta una zona di sfruttamento
esclusiva pari a 200 miglia nautiche, estensibili a 350 nel caso in
cui la piattaforma continentale si sviluppi oltre le 200 miglia.
Malgrado lo scioglimento dei ghiacci, le operazioni di estrazione
non sono comunque semplici: in inverno, il ghiaccio copre
costantemente le superfici marine e nell’area si verificano
numerose tempeste. La riduzione del ghiaccio – effetto del
riscaldamento globale – potrebbe consentire trivellazioni più
facili durante il periodo estivo e autunnale, ma al prezzo di
sconvolgimenti climatici difficilmente prevedibili. Un intensivo
sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi nel mar Artico
farebbe aumentare le emissioni di nell’atmosfera e
gas serra
creerebbe danni irreparabili al suo fragile ecosistema. Inoltre,
l’apertura di nuove rotte commerciali libere dai ghiacci, che
comporterebbe enormi risparmi nel trasporto di risorse
energetiche e di merci, metterebbe a rischio la sopravvivenza
delle specie marine e terrestri presenti nella regione, oltre a
quella dei popoli indigeni, già minacciati dall’inquinamento
prodotto dalle attività estrattive e dalla perdita di territorio. Alle
preoccupazioni per l’ambiente si aggiungono allarmi legati a
e Le operazioni
tensioni internazionali rivendicazioni territoriali.
strategiche degli stati artici per assicurarsi il controllo delle
risorse naturali e delle nuove rotte commerciali accende il
pericolo di contese anche in termini militari. Il compito di
coordinare la cooperazione tra i paesi di quest’area e le politiche
di salvaguardia ambientale è affidato a un forum internazionale,
il istituito nel 1996 e costituito da otto stati
Consiglio Artico,
permanenti (Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia,