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L UROPA LINGUISTICA E LE LINGUE INDOEUROPEE FUORI D UROPA
L' EUROPA LINGUISTICA
La situazione linguistica che troviamo oggi in Europa affonda, nel grosso, le sue radici nelle convulsioni dell'impero
romano. Non possiamo fare a meno di richiamarci alla divisione, maturata durante il III e IV secolo d.C. e ufficializzata
nel 395, dell'impero romano in un impero d'Occidente e in un impero d'Oriente. Questa scissione di un impero dall'altro
ha dato l'avvio a quel profondo dualismo europeo, anche a livello religioso: Cattolici in Occidente ~ Ortodossi in
Oriente; latino come lingua della religione in Occidente ~ greco in Oriente.
Non tutto si è svolto in perfetto parallelismo: a cominciare non solo dalla diversa durata degli imperi, ma anche dal fatto
che Roma non è mai caduta in mani “infedeli”. Invece, a partire dal 1453, Costantinopoli ormai Istanbul si trasforma
irreversibilmente in una delle grandi capitali dell'Islam.
Se la cornice che inquadra la situazione linguistica e culturale dell'Europa odierna risale bene o male al tardo impero
romano, storicamente moderno e prettamente europeo è invece un altro tratto d'Europa linguistica: il fatto che oggi, le
varie aree del continente siano per lo più monolingui e solo di rado bi- o plurilingui.
La scelta dell'Europa moderna a favore del monolinguismo è una scelta di tipo politico e di conseguenza culturale.
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LE LINGUE INDOEUROPEE D UROPA
Le lingue d'Europa appartengono alla macrofamiglia indoeuropea e possono essere raggruppate in:
• tre grandi (sotto)famiglie: lingue romanze o neolatine, lingue germaniche e lingue slave;
• tre piccole (sotto)famiglie: lingue celtiche, lingue baltiche e lingue zingariche;
• due lingue “isolate”: neogreco ed albanese.
Spesso il parere degli studiosi non coincide con quello dei parlanti, per esempio il còrso, che per i linguisti è una varietà
del toscano mentre i parlanti lo vorrebbero riconosciuto a livello ufficiale, oppure il franco-provenzale, che i linguisti
considerano una lingua vera e propria, mentre i parlanti lo hanno sempre ritenuto un patois.
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E LINGUE INDOEUROPEE CLASSIFICAZIONE IN FAMIGLIE E SOTTOFAMIGLIE
SANSCRITO: della famiglia delle lingue indo-iraniche (o arie) composta da due sottogruppi: lingue indiane e lingue
iraniche.
Le lingue indo-iraniche sono caratterizzate da dei fenomeni che le accomunano (es. mutamento delle vocali *a, *e, *o> a).
i è capito che la situazione delle vocali nelle lingue indo-iraniche è innovativa (legge di Collitz e Saussure). Le
S
lingue indo-iraniche sono caratterizzate dal fenomeno di satemizzazione, cioè le occlusive palatali dell'indoeuropeo
diventano affricate o fricative nelle lingue indo-iraniche.
- Le lingue satem (con fenomeno di satemizzazione) sono le lingue indiane, l'armeno, le lingue slave, le lingue
baltiche e l'albanese.
- Le lingue centum (lingue differenziate dalle altre per come si dice e si scrive “cento”) sono il latino, il greco, le
lingue celtiche e le lingue germaniche.
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E LINGUE INDOEUROPEE FUORI DALL UROPA
L -
E LINGUE INDO IRANICHE
• Le lingue indiane (o indo-arie): la fase antica è detta antico indiano, per l'età antica distinguiamo il vedico, che
proviene dai testi vedici dell'induismo (sono raccolte di inni sacri e danno il nome alla lingua vedica) e il sanscrito
classico è definito come la scrittura della città degli dei e i dialetti pracriti, ovvero le concrete lingue d'uso.
• Le lingue medio-indiane: una delle lingue che sono meno vicine al modello indoeuropeo. La più famosa è il
pali, lingua con cui sono stati redatti i primi testi buddhisti.
• Le lingue neo-indiane: la più famosa è l'hindi, una lingua sorella è l'urdu. (lingua unica, parlata in due territori
diversi con tradizioni culturali diverse)
Appendice delle lingue indiane:
– Dialetti zingari: varietà parlate dalle popolazioni nomadi, sono dialetti che si sono formati a seguito di
migrazioni dall'india settentrionale, le forme sono molto vicine a quelle dell'indiano moderno
L : appartengono al secondo gruppo e sono divise in tre fasi:
E LINGUE IRANICHE
-fase antica: due lingue, avestico che prende il nome dal testo sacro dell'induismo, e l'antico persiano, lingua degli
antichi persiani della famiglia degli Achemenidi
-fase media: rappresentata da alcune lingue con attestazione ridotta, la lingua con maggiori testi tradotti è il medio
persiano, i cui testi sono dei primi secoli dopo Cristo
-fase moderna: persiano moderno, lingua dell'attuale Iran, altre lingue dell'Iranico moderno sono il pashto (afgano) e il
curdo che ha diverse varietà.
L' ARMENO
È una lingua satem ed è la lingua ufficiale dell'Armenia, ma è parlato anche dai nuclei armeni residenti in Turchia e in
Iran. L'alfabeto armeno è stato creato proprio per questa lingua, su base dell'alfabeto greco, con l'aggiunta di numerosi
segni. Ha subito una forte erosione, ma la riconoscenza dall'indoeuropeo è leggermente riconoscibile.
L E LINGUE ANATOLICHE
Nell'interno dell'Anatolia (attuale Turchia) è stato parlato l'ittita (lingua centum) in alfabeto cuneiforme. L'ittita è,
insieme al greco, la lingua indoeuropea di più antica attestazione. Non è isolato: si inserisce nel sottogruppo indoeuropeo
delle lingue anatoliche (cui appartengono anche altre lingue, come il palaico, il luvio, il licio, il lidio e il cario)
Si possono dividere in due fasi:
-lingue anatoliche del II millennio a.C.= Palaico, ittita, e luvio redatte tutte in grafia cuneiforme
-lingue anatoliche del I millennio a.C.= lidio, licio e cario i cui testi sono redatti in alfabeto greco
I L TOCARIO
È una lingua centum e non è più parlata, ma è conosciuta da una serie di testi redatti in grafia brahmi. È conosciuto in
due varietà: tocario A e tocario B che sono due dialetti della stessa lingua. Probabilmente è stata assorbita da altre lingue
turche. L 'E
E LINGUE EUROPEE NELL UROPA
I L GRECO
Il greco antico è la lingua di più antica attestazione, i primi testi si datano tra il 1500 e il 1200 a.C.
Nella storia del greco antico dobbiamo distinguere fra greco del II millennio o miceneo e greco del I millennio a.C. La
differenza fra i due è che mentr eil greco del I millennio è documentato sin dalle attestazioni più antiche in quello che poi
sarà il suo alfabeto storico, il greco del II millennio ci è pervenuto redatto in un alfabeto sillabico che va sotto il nome di
lineare B. L'esistenza di un lineare B implica l'esistenza di un lineare A, che però venne usata per una lingua pregreca,
detta minoico che è non indoeuropea. Della lineare A, la B va considerata un adattamento espressamente operato dai
greci onde mettere per iscritto il greco. Dal II millennio, e dopo un intervallo di quattro secoli circa, il greco riemerge nel
I millennio, all'inizio del VIII secolo a.C. suddiviso in un certo numero di varietà.
Le principali varietà del greco sono:
-ionico-attico (di Atene, quindi la lingua della letteratura del greco classico)
-eolico utilizzate poco nella letteratura
-dorico
-arcadico-cipriota
-panfilio
Poiché le colonie conservano in genere la varietà linguistica della madrepatria, nell'Italia settentrionale e nella Sicilia
greche, il dorico era prevalente.
Tutte queste varietà finirono con lo stemperarsi e quindi con l'annullarsi nella cosiddetta koiné(lingua di base attiva),
ossia la varietà linguistica che divenne comune a tutto il mondo greco.
A lungo sono stati presenti due lingue: la lingua alta(koiné) per la letteratura colta, i discorsi importanti, e la lingua bassa,
quella utilizzata per i discorsi popolari. Le due varietà hanno differenze principalmente nel lessico, c'erano situazioni di
diglossia, risolte con l'imposizione di una nuova koiné greca (chiamata Kinì)
L 'I (I 476 .C)
E LINGUE DELL TALIA ANTICA TALIA PRIMA DEL A PRIMA DELLA ROMANIZZIONE
• Etrusco (non indoeuropea), documentata da circa 10.000 iscrizioni. Ogni morfema esprime un solo significato
(come il turco) Non è del tutto isolato, infatti si conosce anche il retico che è molto simile all'etrusco. Non ci sono ipotesi
sicure riguardo il luogo di provenienza degli Etruschi.
• Le lingue italiche (vicine al latino dal punto di vista della loro struttura) di cui si conoscono due varietà:
osco(sostrato dell'Italia meridionale) e umbro(in Umbria),le attestazioni sono sempre di tipo grafico. Secondo alcuni
studi si può includere anche il latino.
• Il venetico (parlata nel veneto, lingua diversa dal latino, ma non particolarmente lontana). Le attestazioni sono
sempre di tipo grafico, si ha un'immagine della lingua incompleta.
• L'Elimo (iscrizioni molto brevi, si capisce poco, non si è sicuri che si tratti di una lingua indoeuropea)
• Il siculo, di cui abbiamo sempre poche iscrizioni, però sono sufficienti per definirla una lingua indoeuropea e
dire che è vicina all'osco.
• Il latino (era soltanto una delle tante lingue dell'Italia antica). Lingua particolarmente fortunata grazie alle
vicende politiche di Roma – la città in cui si parlava il latino, poi si è costituito un vastissimo impero, diffondendo il
latino in tutto il territorio romanizzato.
• Il falisco (si parlava a 50 km a nord di Roma), si parlava nell'attuale Civita Castellana. Lingua vicina al latino,
ma non si identifica con questo.
• Il messapico (molto diversa dalle lingue italiche, ma sempre indoeuropea) si suppone che sia imparentata con
delle varietà poco conosciute definite illirico (parlate nella zona della ex Jugoslavia).
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E LINGUE INDOEUROPEE D EUROPA
• Le lingue neolatine sono dette anche lingue romanze.
I territori occupati dalle lingue romanze, è chiamata Romània, divisa in due dalla linea La spezia-Rimini (è un fascio di
isoglosse) • Romània occidentale
Caratterizzata dalla sonorizzazione delle consonanti occlusive sorde intervocaliche e dalla conservazione della -s finale.
.
Es. spagnolo, francese
- Il sardo= lingua a sé all'interno dei confini romanzi, funziona come un dialetto, dalle sue caratteristiche è propriamente
una lingua. Ha caratteristiche intermedie tra le due regioni della Romània. Conserva le occlusive sorde intervocaliche e
anche la -s finale. In oltre, ha altre caratteristiche proprie: articolo determinativo “su, sa” che significava 'stesso'.
- Il retoromanzo o ladino (il ladino non è una lingua dell'Italia antica, ma è