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LE LABIOVELARI
Sappiamo che all’indoeuropeo sono state attribuite 3 serie di velari: le velari pure, le velari palatali
e le labiovelari. Nelle lingue satem si fondono le velari pure e le labiovelari, mentre le velari palatali
hanno esiti a se stanti, in genere in sibilante (a [k] e [g] del latino o del greco corrisponde nella
lingua satem a [s] o [z] e quindi si ricostruisce la velare palatale)
Quindi, le labiovelari delle lingue satem si fondono con le velari pure (anche se in sanscrito le
labiovelari tendono a palatalizzarsi davanti a vocale palatale, cioè davanti ad [e] e ad [i]);
mentre nelle lingue centum, le labiovelari hanno esiti a se stanti, perché si fondono le velari pure e
le velari palatali.
LABIOVELARI DELL’INDOEUROPEO: *kᵂ, *gᵂ, *gᵂh.
- In Latino, soprattutto la sorda si mantiene come “qu”;
- la sonora in genere diventa [v];
- in Germanico funziona sempre la legge di Grimm, quindi *kᵂ diventa hᵂ.
Il problema è il Greco perché in Greco ci sono sviluppi più complessi (tra l’altro il greco antico è
diviso in dialetti e quello più conosciuto è quello Attico, che è quello in cui sono scritte la maggior
parte delle opere letterarie che sono pervenute.
Le labiovelari (in greco) diventano:
- dentali davanti a [e] e [i] - (dentale sorda se si ha la labiovelare sorda e sonora se si ha la
labiovelare sonora);
- bilabiale davanti a [a] e ad [o];
- Legge Saussure: le labiovelari diventano velari pure in vicinanza di [u] (quindi o prima o dopo
[u]).
Nell’indoeuropeo si ha la radice *kᵂel (con la labiovelare sorda). Il grado forte è *kᵂol (da questo in
latino si ha la parola “coltura”, “coltivazione”, “coltivare”). In greco, *kᵂ diventa diventa bilabiale
sorda, cioè [p]. Infatti, in greco si hanno parole come “ai-polos” (ovvero il pastore delle capre).
Ci sono altre parole che terminano per -polos, ma accanto a queste c’è un’altra parola in greco,
che è “bou-kòlos” (il pastore dei buoi).
Allora Saussure si chiese: è un’altra radice? non è possibile, è la medesima radice: succede che
prima della labiovelare c’è la [u], e quindi la labiovelare perde l’elemento labiale e rimane velare,
per questo si spiega la [k]. Quindi la radice è la stessa —> questa è la legge boukòlos.
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Latino: “que” (congiunzione “e”) —> *kᵂe (in latino la labiovelare rimane labiovelare)
Greco: la labiovelare davanti ad [e] diventa dentale, cioè diventa [t]; infatti in greco la congiunzione
coordinante è “te”.
In antico indiano (lingua satem) la labiovelare si fonde con le velari pure, quindi diventa *ke; poi
questa [k], davanti alla vocale anteriore [e], si palatalizza e quindi diventa [c] e si ha *ce. Adesso, la
[e] nell’antico indiano diventa [a], e quindi *ce —> ca (lett. cià - attestato).
Sempre in latino:
- “quid” —> *kᵂid —> “ti” in greco; in antico indiano *kᵂid diventa *kid, [k] si palatalizza perché è
davanti ad [i] e quindi si ha “cid”.
- “quod” —> *kᵂod; nell’antico indiano diventa *ko e dopo ka.
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*gᵂem- (radice del verbo “venire”)
Gotico: qim-an (—> legge di Grimm: la sonora è diventata sorda);
• Indiano: gam-an (la labiovelare si è fusa con la velare pura, quindi è diventata velare pura e la [e]
• è diventata [a]);
Grado ridotto di *gᵂem- è *gᵂm- ==> Quindi in greco: [m] si sviluppa in [a]; la labiovelare davanti
ad [a] diventa una labiale sonora [b].. E infatti in greco si ha *ba-n-jo
• Latino: ven-io (la labiovelare diventa [v]); la nasale prende vocale d’appoggio [e], infatti si ha “en”.
Il problema è che non si sa se si tratta di un grado normale o un grado ridotto, perché potrebbe
essere benissimo il grado normale (che è attestato nel gotico), ma anche un grado ridotto (che è
attestato nel greco) [è probabile che venga dal grado ridotto, perché ha la stessa formazione del
greco (n-jo).
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LATINO GRECO INDIANO INDOEUROPEO
formus thermòs gharma *gᵂhermos
- (grado norm)
*gᵂhormos
(caldo) (caldo) (calore) (grado forte)
- I fonema: nel greco abbiamo una sorda aspirata (pronunziata come interdentale fh); nel latino si
ha [f] e nell’indiano abbiamo [gh]. Stando al greco, se c’è la sorda aspirata noi pensiamo che si
sia una sonora aspirata, e allora si penserebbe a [dh] (che al latino ci potrebbe stare perché le
sonore aspirate in posizione iniziale in genere diventano [f]). Però [dh] con [gh] dell’indiano non
va (perché tra l’altro nell’antico indiano le sonore aspirate si mantengono), quindi bisogna
escludere [dh]. Quindi si parte dall’antico indiano (lingua satem), quindi le velari pure si fondono
con le labiovelari. Ora, siccome si deve escludere la velare [gh] a causa del greco (perché
altrimenti avremmo [kh], ma abbiamo [th]) quindi dobbiamo ricostruire una labiovelare,
ovviamente aspirata —> nell’antico indiano si fonde con la velare pura; nel latino come tutte le
sonore aspirate diventa [f] in posizione iniziale, e nel greco la labiovelare diventa [th].
—> *gᵂhermos è sicuro a causa del greco; in antico indiano potrebbe essere sia il grado
normale sia il grado forte; per quando riguarda il latino può essere o il grado forte o il grado
ridotto, ma è sicuro il grado forte.
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ANTICO INDOEUROPEO
GRECO INDIANO
GERMANICO
LATINO
ITTITA TEDESCO *gᵂhen-
(grado normale)
*gᵂhon-
(grado forte,
*then gund-fan
kwen- ghn-anti attestato nel
*gum-þ
(theino-verbo
de-fend-o (la bandiera greco phon-os)
(colpire, (battaglia) (uccidere)
colpire;
(difendere) per la
phon-os-nome:
uccidere) battaglia) *gᵂhn-
uccisione) (grado ridotto,
attestato nel
germanico e
nell’antico
indiano)
[(l’ittita è una lingua centum)]
I° fonema: l’ittita ci aiuta perché mostra immediatamente una labiovelare, solo che nell’ittita ci sono
solo le sorde labiovelari, quindi ci dice che è una labiovelare, ma non ci dice quale sia (la
dobbiamo guardare dalle altre lingue) [nell’ittita non ci sono consonanti aspirate quindi si ha [kw]);
anche il latino ci aiuta perché essendoci la [k] iniziale ci dice che si tratta di una sonora aspirata
(ma non ci dice quale) (quindi alla fine è una [f] in quanto è ad inizio di parola];
il germanico ci aiuta pure, perché essendoci [g] —> legge di Grimm, quindi c’è un’aspirata (e
viceversa perde l’aspirazione).
La lingua che ci aiuta veramente è il greco: perché chiaramente dal punto di vista del significato le
parole sono collegate; dal punto di vista della forma c’è un problema molto grosso perché abbiamo
consonanti iniziali diverse, ma capiamo subito che si tratta di una labiovelare aspirata (in quando si
ha [th] davanti a [e] e poi [ph] davanti a [o]). (nell’antico indiano l’aspirata si è fusa con la velare,
quindi si ha [gh]).
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LATINO GRECO GERMANICO INDIANO INDOEUROPEO
panca
quinque pente *finhw > got. find *penkᵂe
(lett. pancia)
(cinque) (cinque) (cinque) (cinque)
La cosa migliore è partire dal greco e dall’antico indiano.
In latino dovrebbe essere kinque però è quinque per il fenomeno dell’assimilazione regressiva.
Così come in germanico (assimilazione progressiva).
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LATINO GRECO INDIANO LITUANO INDOEUROPEO
sequ-or hep-omai sac-ate sek-ù *sekᵂ-
(grado normale)
(seguire) (seguire) (seguire) (seguire)
[il lituano è una lingua satem]
[p] —> labiovelare diventa in greco labiale davanti ad [o];
In lituano la [k] si fonde con la velare pura e quindi diventa velare.
ETIMOLOGIA DI “SOCIUS”
In latino —> “socius” (il nostro “socio”) viene da *sokᵂ-jos.
PUNTO DI VISTA FORMALE: la radice è *sokᵂ-, quindi è il grado forte della radice del verbo
seguire, cioè *sekᵂ-.
PUNTO DI VISTA SEMANTICO: il socio è quello che segue (o una persona o degli ideali).
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TEORIA GLOTTIDALE
La teoria laringale che abbiamo visto rivoluziona la costruzione delle vocali, perché considera la [e]
come vocale fondamentale dell’apofonia e dice che sostanzialmente [a] molto spesso viene
dell’unione della [e] con la seconda laringale, con H₂.
Il sistema consonantico tradizionale è un sistema anomalo, perché presenta sorde, sonore e
sonore aspirate. Quindi ci sarebbero le sorde non marcate rispetto alle sonore, che a loro volta
sono marcate; allo stesso tempo le sonore aspirate sono marcate (perché hanno il tratto di
aspirazione in più) rispetto alle sonore. C’è naturalmente un vuoto che è dato dalle sorde aspirate,
che nella ricostruzione tradizionale non sono presenti. Tra l’altro questa è la situazione
dell’indoeuropeo: nessuna lingua figlia mantiene questo sistema, perché per esempio il greco
semplifica le sonore aspirate e le rende sorde aspirate (ed è un sistema naturale, quindi sorde
sonore e sorde aspirate); l’antico indiano aggiunge le sorde aspirate, quindi ha [p], [b], [ph], [bh];
altre lingue semplificano perché perdono l’aspirazione, per esempio.
Quindi è un sistema anomalo, ma non è tanto questo perché noi partiamo dall’idea che
l’indoeuropeo è una lingua ricostruita e nessuno dice che sia la lingua che effettivamente
parlavano gli indoeuropei (…l’indoeuropeo è un’astrazione).
Il problema più grosso è dato da due fattori:
1) che è difficilissimo ricostruire la [b], il che è una cosa anomala perché [b] è un delle prime
consonanti che dicono, per esempio, i bambini;
2) è normale che in una radice indoeuropea si susseguono due sonore aspirate (come il verbo
“legare”) e due sorde semplici, ma non si trovano radici dove si susseguono due sonore
semplici (ad esempio &ldq