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Formattazione del testo
ACCRESCITIVO (amorazzo, robaccia)
PEGGIORATIVOCONVERSIONE: in coppie di parole, un verbo e un nome o un aggettivo, la stessa radice lessicale ed entrambi privi di suffisso, fra i quali quindi in termini meramente derivazionali non è possibile stabilire quale sia la parola primitiva e quale quella derivata. lavoro/lavorare; stanco/stancare;
Flessioni e categorie grammaticali
I morfemi flessionali intervengono solamente nelle parole che possono assumere tali diverse forme: operano cioè sulle classi cosiddette 'variabili' di parole (in italiano, nomi, verbi, aggettivi, articoli e in parte pronomi).
Si distinguono le categorie flessionali in due grandi classi: quelle che operano sui nomi e quelle che operano sui verbi.
Per quanto riguarda la MORFOLOGIA NOMINALE:
L'italiano ha come categorie fondamentali il genere (maschile e femminile) e il numero (singolare e plurale), altre lingue o non esiste il genere o il genere può essere marcato per più
valori: maschile, femminile e neutro. Altre lingue possono avere più valori, come il duale, il triale, il paucale, eccetera
Tamil: tre generi: maschile razionale, femminile razionale, genere irrazionale
In greco al singolare tò kalòn doron "il bel regalo" corrispondono il plurale tà kalà dora "i bei regali" e il duale to kalo doro "due bei regali"
Il caso svolge la funzione di mettere in relazione la forma della parola con la funzione sintattica che essa. La flessione di caso è presente in greco, in latino, in tedesco, in russo, in turco, in hindi, in finnico. In italiano esistono resti fossili di flessione casuale nel sistema dei pronomi personali, dove per esempio e sono appunto distinti per essere l'uno soggetto al caso nominativo e l'altro oggetto, al caso accusativo.
Il processo attraverso il quale un verbo assegna il caso al suo complemento, cioè determina in quale caso debbano declinarsi
Gli elementi nominali che costituiscono i complementi del verbo, viene chiamato REGGENZA. In latino cum regge l'ablativo. In italiano vi sono verbi che richiedono determinate preposizioni: pensare a, dipendere da, cambiare con, contare su, soffrire di/per, parlare a/d. In molte lingue gli aggettivi possono poi essere marcati per GRADO: comparativo, superlativo. L'italiano affida però alla flessione soltanto l'espressione del superlativo, si usa, infatti, -issim-. Bellissimo, buonissimo. I comparativi di maggioranza, di minoranza e di uguaglianza sono realizzati con mezzi flessionali: più bello di/che, meno bello di/che, altrettanto bello quanto/come. Altre lingue marcano poi con morfemi appositi sui nomi la DEFINITEZZA: al-maktabatu in arabo è "la libreria", al nominativo singolare definito, ma "una maktabatun libreria", nominativo singolare indefinito, è e POSSESSO: in turco si ha karde~im "mio fratello", kardqin."tuo fratello", kardeşi "suo fratello"
Per quanto riguarda la MORFOLOGIA VERBALE:
- Si hanno cinque categorie flessionali principali:
- Il MODO esprime la modalità, cioè la maniera nella quale il parlante si pone nei confronti del contenuto di quanto viene detto e della realtà della scena o evento rappresentati nella frase (indicativo > certezza rispetto a quanto affermato: mangio).
- Il TEMPO colloca appunto nel tempo assoluto e relativo quanto viene detto;
- ASPETTO riguarda la maniera in cui vengono osservati e presentati in relazione al loro svolgimento l'azione o l'evento o il processo espressi dal verbo (per esempio perfettivo vs. imperfettivo, che oppongono l'azione vista come compiuta all'azione vista come in svolgimento > passato prossimo, ho visto, vs. imperfetto, vedevovista come in svolgimento).
- La DIATESI esprime il rapporto in cui viene rappresentata l'azione o l'evento rispetto ai partecipanti e in particolare
rispetto al soggetto (attivo, passivo emedio)La PERSONA indica chi compie l'azione.
A proposito delle categorie grammaticali a livello di parola, che classificano le parole raggruppandole in classi a seconda della natura del loro significato, del loro comportamento nel discorso e delle loro caratteristiche flessionali e funzionali, sono dette PARTI DEL DISCORSO.
Nella grammatica tradizionale le parti del discorso sono nove: nome o sostantivo, aggettivo, verbo, preposizione, articolo, congiunzione, pronome e interiezione, a cui, volendo, si potrebbe aggiungere gli ideofoni, come zig-zag. Di molte parole non è ben definibile l'appartenenza a una classe determinata, dato che si pongono a cavallo fra più classi.
Mentre le categorie grammaticali viste sinora sono definibili sull'ASSE PARADIGMATICO, altre importanti categorie grammaticali si individuano invece sull'ASSE SINTAGMATICO che operano a livello di sintagma e quindi rientrano nel dominio della SINTASSI:
leFUNZIONI SINTATTICHE sono delle nozioni tradizionalmente definite dall'analisi logica, comecategorie flessionali che: i giocatori corrono.realizzano, espresse dalla persona verbale
Un meccanismo che opera in molte lingue è quello della MARCATURA DI ACCORDO, che prevede che tu4 gli (o alcuni) elementi suscettibili di flessione all'interno di un certo costrutto prendano le marche delle categorie flessionali per le quali è marcato l'elemento a cui si riferiscono. un gatto miagola)
In italiano è obbligatorio l'accordo fra verbo e soggetto ( e fra i diversi (le belle mele mature). componenti di un sintagma nominale
Può anche convenire, nella morfologia contestuale, distinguere fra accordo e CONCORDANZA, riservando preferenzialmente il primo termine ai fenomeni d'accordo fra gli elementi del sintagma nominale, e il secondo all'accordo delle forme verbali con elementi nominali, in particolare con il soggetto.
CAPITOLO 4 - SINTASSI
La SINTASSI (dal greco syntaxis, da syn "insieme" e tassein "ordinare, disporre") è
Il livello di analisi che si occupa della struttura delle frasi. La FRASE è quindi il costrutto che fa da unità di misura per la sintassi. Può essere definita come l'entità linguistica che normalmente funziona come un'unità comunicativa. Una frase è identificata dal contenere una PREDICAZIONE, cioè un'affermazione riguardo a qualcosa, l'attribuzione di una qualità o un modo d'essere o d'agire a un'entità (Gianni è alto). Poiché normalmente il valore di predicare qualcosa è dato ai verbi, in genere ogni verbo autonomo coincide con una frase; vi possono però essere frasi senza verbo, dette FRASI NOMINALI. Con frase si designano anche costruzioni dall'estensione più ampia e dalla composizione più complessa di una frase semplice costituita da un'unica predicazione; questa si può allora chiamare più precisamente PROPOSIZIONE. SintagmiSINTAGMA è definibile come la minima combinazione di parole. I sintagmi sono costruiti attorno a una TESTA, cioè la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo possa costituire sintagma.
Il SINTAGMA NOMINALE è un sintagma costruito attorno ad un nome: nel SN la copertina blu, eliminiamo la o blu o tutt'e due, abbiamo ancora sempre un SN, copertina o copertina blu o copertina; ma se eliminiamo copertina rimane la blu, che non è un SN.
Si noti che i pronomi (PRO) possono sostituire in tutto un nome, e quindi possono essere loro la testa di un sintagma nominale.
Il sintagma nominale minimo è un N (o un Pro), il sintagma nominale massimo può avere una struttura assai complessa.
Tutte le categorie lessicali di parole piene possono essere teste di sintagma. Possiamo quindi anche avere SINTAGMI AGGETTIVALI (SAgg), che hanno per testa un aggettivo (molto bello, pieno di soldi), per esempio, e SINTAGMI AVVERBIALI (SAvv), che hanno abbastanza
rapidamente).per testa un avverbio (per esempio,
Analisi in costituenti
Il principio generale impiegato per l'analisi delle frasi ad un livello elementare rappresenta le concatenazioni, e in parte le dipendenze, fra gli elementi della frase scomponendola in pezzi via via più piccoli, che sono i COSTITUENTI della frase.
Il metodo di rappresentazione più diffuso è quello degli ALBERI ETICHETTATI, che meglio permette di rendere visivamente la struttura della frase sia nel suo sviluppo lineare sia nei rapporti gerarchici che si instaurano fra i costituenti. Un albero è un grafo costituito da nodi da cui si dipartono rami; ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della sintassi, e reca il simbolo della categoria a cui appartiene. Si chiama INDICATORE SINTAGMATICO della frase.
I DETERMINANTI sono tutti gli elementi, parole funzionali, che occorrono davanti ad un nome e svolgono la funzione di determinare il referente da esso indicato. Gli articoli sono una
sottoclasse di determinanti, e sono i più comuni. Un requisito fondamentale per la corretta rappresentazione della struttura delle frasi con un indicatore sintagmatico è che, rispettando la successione lineare dei costituenti, sia dato conto degli effettivi rapporti sintattici esistenti fra essi. Il principio generale retrostante alle corrette rappresentazioni sintagmatiche è che, in un albero, ogni elemento che sta sul ramo di destra di un nodo modifica (o va messo in relazione diretta con) l'elemento che sta alla sua sinistra sotto lo stesso nodo.
Funzioni sintattiche, strutturazione delle frasi e ordine dei costituenti. Il modo in cui i diversi costituenti si combinano nel dare luogo alle frasi è infatti governato da principi piuttosto complessi, che interagiscono fra di loro nel determinare