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HANDOUT: SINTAGMA CON ADPOSIZIONE E SINTAGMA GENITIVALE.
Sono presenti delle eccezioni numericamente rilevanti. Givon ha fornito una spiegazione: le lingue sono
mutevoli, anche nella sintassi. Non realizzano un tipo puro ma, nella loro storia, si muovono da un tipo verso
un altro realizzando specifiche tipologie. Le eccezioni si spiegano in prospettiva diacronica. O sono
conservazioni dello stato precedente, o anticipazioni dello stato successivo.
LA MARCATURA DELLA RELAZIONE TESTA-DIPENDENTE
Detta anche “assegnazione di una marca”. Si intende il processo di assegnazione di un contrassegno
formale a un costituente al fine si palesare il ruolo funzionale del medesimo costituente. il contrassegno
morfologico è costituito primariamente da un affisso, ovvero un morfo legato.
Il primo studio a riguardo è relativamente recente: Nichols 1986.
ESEMPIO [La macchina] [di Maria]
SN SP
DET N
N trasferisce le proprie proprietà al sintagma. Questo processo si chiama percolazione o infiltrazione.
[di Maria] = Le caratteristiche del sintagma sono date dall’elemento della preposizione.
T D
Preso il sintagma complesso, cosa ci dice che [di Maria] è dipendente? La preposizione “di” esprime la
SP
relazione di dipendenza. È detta MARCA LESSICALE DI DIPENDENZA. Si trova sul dipendente.
L’italiano è una lingua dependent-marking.
Nichols studia le lingue che presentano la relazione di dipendenza attraverso un elemento morfologico.
ESEMPIO Mary’s car = ‘s è un affisso. È un morfema legato.
D T
Anche la lingua inglese è dependent-marking, ma con strategie diverse.
TIPI LOGICAMENTE POSSIBILI
1. marcatura sul dipendente
2. marcatura sulla testa
3. marcatura sulla testa e sul dipendente
4. marcatura né sulla testa né sul dipendente.
ESEMPIO: ARABO_l’arabo classico è la varietà nella quale è scritto il Corano. Ha avuto una grandissima
stabilità a partire dal V secolo con la poesia della Ğahiliyya (ignoranza) fino alla
metà del XIX secolo. L’arabo classico è oggi una lingua morta: non ha parlanti
nativi. Si usa solo in situazioni formali. Esistono poi gli arabi regionali, dotati di
parlanti nativi. Tuttavia, non si ha una piena comprensione tra queste varietà. La
varietà oggi usata, per esempio nel giornalismo, è l’arabo moderno standard.
L’arabo classico è una lingua flessiva:
• -u desinenza nominativo;
• -i desinenza caso obliquo (funzioni di genitivo e dativo);
• -a desinenza accusativo.
Per l’arabo classico si parla di declinazione triptota.
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BAIT - U - N = UNA CASA
NOM NUNAZIONE =INDEFINITEZZA
La definitezza si esprime in 2 modi:
1. con l’articolo determinativo “al” (non si flette per genere e numero)
es. al-baitu = la casa
2. nel caso in cui il nome sia la testa di un sintagma nominale complesso
articolo al: la a cade se preceduta da vocale; l si assimila alle lettere solari [ da al
> aš-šamsu] e non si assimila alle lettere lunari [da al-khamaru].
LA MARCA SULLA TESTA NEL SINTAGMA POSSESSIVO
ESEMPIO: ARABO BAIT - Ī = la mia casa
Non si usa l’articolo. Il possessivo rende determinata la parola.
MA ‘ISM - U - KA? = qual è il tuo nome? (maschile)
MA ‘ISM - U - KI? = qual è il tuo nome? (femminile)
EBRAICO BAIT in ebraico significa “casa”. Se compare come T di un SN complesso diventa
BĒT. La modificazione fonologica assume significato morfologico: fenomeno di morfonologia
detto “stato costrutto”.
HANDOUT: ESEMPIO 6_ TURCO. È una lingua head dependent marking.
ESEMPIO 13_EBRAICO BIBLICO. BEN resta invariato morfonologicamente. Anche qui
conta la posizione (cfr. Es. 13 ed Es. 5. vediamo che l’ebraico ha due strategie).
ESEMPIO 19_TEDESCO. Presenta la marca sul dipendente.
MODO NEL QUALE LE LINGUE ESPRIMONO I DIVERSI MODI SINTATTICI (O RELAZIONI
GRAMMATICALI)
• Relazioni sintattiche
• Relazioni grammaticali
• Ruoli sintattici
Sono tutte etichette equivalenti che indicano il ruolo svolto dai nominali che fungono da argomenti del verbo
o dalle unità sintagmatiche che lessicalizzano gli argomenti gli argomenti del verbo. In particolare sono
relazioni grammaticali quelle tradizionali dell’analisi logica: soggetto, oggetto, oggetto indiretto, ecc.
Le diverse lingue esprimono formalmente questi ruoli (cioè li marcano) attraverso 3 strategie principali che
possono parzialmente sovrapporsi:
1. ORDINE DELLE PAROLE: si hanno lingue con ordine rigido dei costituenti della frase nucleare, tale
che ad ogni posto è associato un ruolo sintattico.
Esempio: inglese. Ciò che precede il verbo è il soggetto; ciò che lo segue è l’oggetto.
2. MARCATURA DEGLI ARGOMENTI: si hanno lingue che assegnano una marca morfologica al
nominale, tale che ogni nominale risulta etichettato rispetto alla funzione sintattica che esercita.
Esempio: lingue flessive.
3. MARCATURA SUL VERBO: si hanno lingue nelle quali gli affissi che riprendono i sintagmi,
nominandoli e denunciandone la funzione, sono associati al verbo.
Le lingue a marcatura degli argomenti sono le più diffuse.
ESEMPIO: LATINO_ Canis cubat
SOGG. VERBO INTR.
Canis felem insequitur
SOGG. VERBO TRANS.
Il latino assegna la stessa marca di soggetto sia con verbi transitivi che intransitivi. Sistema di marcatura
nominativo – accusativo (alignment nominativo – accusativo).
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L’arabo marca sempre con il nominativo il soggetto, sia per verbi transitivi che intransitivi. Anche l’arabo è
una lingua a alignment nominativo/accusativo.
ESEMPIO: BASCO_ Otsoa - 0 = lupo.
CASO ASSOLUTIVO
Ehiztari - a - k = cacciatore.
CASO ERGATIVO
Il basco assegna come marca di soggetto di verbo intransitivo il caso assolutivo e come marca di soggetto
dei verbi transitivi il caso ergativo.
L’oggetto del verbo transitivo ha preso la stessa marca del soggetto del verbo intransitivo. Il basco quindi li
ritiene simili.
Si parla in questo caso di lingue a alignment ergativo/assolutivo.
ALIGMENT ERGATIVO-ASSOLUTIVO
• A : soggetto del verbo transitivo, dotato di maggiore agentività, ovvero la propensione del soggetto
all’azione. Tipicamente vi accedono i nominali caratterizzati da una alta animatezza;
• S : soggetto del verbo intransitivo. Minore coinvolgimento del soggetto e minore agentività.
• P : oggetto, privo di agentività. Subisce l’azione.
HANDOUT: ESEMPIO 14_ il cane rincorre il gatto.
Il gatto non è passivo all’azione perché è rincorso: dato che è rincorso, scappa. È quindi
co-attivo nell’operazione. Ecco perché non c’è il caso assolutivo ma dativo. L’azione è a due
poli: se il gatto cessasse di scappare, il cane smetterebbe di rincorrere!
A S P = latino
A S P = basco
POSSIBILITA’ COMBINATORIE
Mappa semantica: modo di rappresentare in una dimensione spazializzata dei rapporti semantici tra
elementi.
A S P = ipercodificazione;
A S P
A S P = è impossibile, ci vorrebbe un’unica marca per l’elemento più attivo e quello non attivo. Non è
attestato.
Nella mappa i valori omologhi sono contigui e la mappa non ammette salti o vuoti.
Esistono dei sistemi misti.
• Pronomi singolari: 3 forme diverse;
• Nomi propri singolari: nel sistema di marca nominativo/accusativo si ha la stessa forma per A e S, forma
diversa per P.
• Nomi comuni non plurali: nel sistema ergativo/assolutivo si ha la stessa forma per S e P, forma diversa per
A.
Si ha la stessa forma per i pronomi personali non singolari e nomi comuni.
DIVERSIFICAZIONE IN BASE A PROPRIETA’ DEI NOMINALI
Gerarchia di animatezza: Silverstein nota che le lingue tendono a distinguere i nominali sulla base della
proprietà intrinseca dell’ animatezza.
Il concetto di animatezza in realtà include una serie di valori semantici. Kuno l’ha successivamente
riformulato in trmine di EMPATIA, distinguendo referenti con cui abbiamo maggiore o minore empatia. In
molte lingue per esempio gli animali domestici sono considerati più animati di quelli selvatici: è evidente la
correlazione con l’empatia.
Il sistema del SAIBAI risponde al principio di animatezza. La codificazione delle relazioni è al massimo grado
verso gli elementi considerati come più animati. 10
Alcune lingue codificano anche diversi tipi di oggetto. La differenziazione degli oggetti è intrinseca ai
nominali e non parte dal verbo, perché questo è ovviamente sempre transitivo.
Spagnolo, dialetti italiani meridionali, sardo, ecc. contrassegnano con marca diversa l’oggetto animato da
quello inanimato.
GERARCHIA DI DEFINITEZZA: la definitezza è una proprietà semantico-pragmatica che indica la
identificazione univoca e senza residui di un referente da parte degli interlocutori. In particolare del “tu”.
SEGMATICO – PRAGMATICA: shared knowledge = ciò che è condiviso.
1. Pragmatica: qualcosa è definito non di per sé ma sulla base del contesto e del cotesto.
2. Semantico: definitezza che si richiama a proprietà intrinseche del nominale che si richiamano alle
conoscenze enciclopediche pregresse del parlante.
ESEMPIO: il sole (è sempre solo uno, è definito intrinsecamente dalla semantica del nome), il papa, nomi
propri, ecc.
Nomi comuni indefiniti:
• Ieri ho letto UN libro = indefinito aspecifico;
• Ieri ho letto UN libro che parlava di avventure = indefinito specifico.
L’ebraico marca sulla base del principio di definitezza.
ESEMPIO: “La legge” e “Davide” (nome proprio, quindi definito) hanno la stessa marca.
GEOGRAFIA LINGUISTICA DEL MEDITERRANEO
Impossibile qualsiasi definizione essenzialistica, solistica o che prescinda dalla dimensione diacronica.
Perfino una definizione meramente geografica si rivela difficile e problematica in prospettiva temporale,
perché in diacronia profonda anche gli aspetti fisici del Mediterraneo cambiano, modificando la
conformazione terrestre, gli assetti climatici, bio-zoo-fitologici e le forme di adattamento dei gruppi umani
all’ambiente (e quindi la cultura).
Si ipotizza quindi che anche una definizione del Mediterraneo linguistico su simili basi sia destinata a fallire.
La situazione va descritta e studiata per sincronie linguistiche cn raffronti interstatali per determinare
processi storici.
PROFILO LINGUISTICO DEL MEDITERRANEO ATTUALE
Articolazione della regione mediterranea in 6 sub regioni:
1. arco latino;
2. ponte anatomico - balcanico;
3. facciata medio orientale (dalla Siria a Israele);
4. flesso libico - egiziano