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SCRITTURA ACCADICA
Li Accadi adottarono la scrittura cuneiforme sumerica, svilupparono maggiormente il fonetismo, perché la lingua accadica doveva essere codificata per iscritto.
L'accadico era una lingua di tipo flessivo, che dal punto di vista tipologico differiva molto dal sumerico. La scrittura cuneiforme venne impiegata per lingue molto diverse fra loro:
- l'accadico (si divide in 2 rami, assiro e babilonese)
- ittito
- neoelamitico
- urrico
La scrittura accadica manteneva un'ampia percentuale di logogrammi (nella lingua sumerica le parole erano formate da monosillabi), che portarono alla formazione di un sistema di fonogrammi sillabici, cioè di sillabogrammi.
Nel secondo millennio nella tipologia semitica orientale continuano le fasi successive della lingua accadica, sul piano linguistico si ha una distinzione tra assiro e babilonese, estremamente simili tra loro, lingue codificate da scrittura e comprensibili reciprocamente. A occidente si
ha un panorama variegato, nel secondo millennio esistono due tipi linguistici, uno conservativo, il cananico, e uno più innovativo, l'amorreo. Per oriente si intende l'odierno Iraq, mentre per occidente si intende la regione tra la Turchia orientale, dalla Siria settentrionale all'Arabia Saudita. Portatori di innovazioni nelle lingue semitiche sono i fenomeni di sedentarizzazione di popolazioni seminomadi, il passaggio dal nomadismo all'urbanizzazione passa per il seminomadismo che consente la formazione di codici linguistici. Quando i seminomadi assumono l'egemonie si ha un cambio linguistico con una varietà linguistica innovativa. Il cananaico è la lingua delle città, l'amorreo è quello dei seminomadi. La più grande attestazione è l'archivio di Ugarit che nell'ultima età del bronzo, prima delle invasioni dei popoli del mare, ha avuto egemonia sul mediterraneo orientale. SCRITTURA EGIZIANALa scrittura egiziana compare verso il 3000 a.C., poco dopo quella sumerica, e dato che sono stati provati dei contatti diretti tra le due civiltà, non è escluso che l'invenzione dei geroglifici sia frutto di una copia di idea. Infatti, fin dall'inizio, la scrittura egiziana appare come un sistema abbastanza sviluppato, nonostante l'uso ancora primitivo e limitato di fonogrammi, avendo problemi nello scrivere nomi propri di persona. Tuttavia, in base alla forma dei segni, si può sostenere che il sistema di scrittura egiziana sia ex novo.
Il geroglifico appartiene ad un gruppo di lingue, le camitiche, strettamente imparentate con le semitiche, da qui il termine camito-semitiche. Queste lingue hanno una grammatica particolare. Invece di essere basata sulla flessione delle parole e sulla derivazione tramite suffissi, non hanno una parte fissa che comprende consonanti e vocali, ma una parte fissa contenente solo consonanti. Ad esempio, lo scheletro consonantico KTB arabo.
che significascrivere: da esso deriva Kitabu (libro), Katibu (scriba), Kataba (egli scrisse),… basta cambiare le vocali all’interno che il significato cambia, lo scheletro consonate è invariato. Nelle lingue semitiche le vocali sono solo tre, a i u, la ricostruzione è più facile. La grammatica dell’egizianoè simile a quella dell’arabo, non solo nella flessione, ma anche nella derivazione. Questo procedimento di scrittura è definito procedimento ad interfissi, perché le vocali vengono poste all’interno dello scheletro formando parole diverse. Gli egiziani quando inventarono la loro scrittura, trascrissero solo le consonanti, per questo non si sa più con certezza questa lingua. L’unica cosa che si può trascrivere la lingua sono le consonanti, quando una scrittura viene trascritta in alfabeto latino, si parla di traslitterazione, ogni scrittura ha segni di traslitterazione particolare. Per esempio la DLa serie di segni monoconsonantici egiziani (24) con molta probabilità costituisce un anello nella trafila degli alfabeti consonantici semitici, per esempio l'alfabeto ungaritico spiega come la continuazione di un antico alfabeto lineare viene modificato per adattarlo alla scrittura cuneiforme. La differenza tra alfabeto ungaritico e alfabeto fenicio è di natura formale:
- i segni fenici hanno uno stile lineare
- i segni di Ungarit hanno uno stile cuneiforme
A Ugarit molto probabilmente nasce l'alfabeto, alcuni segni della scrittura cuneiforme si specializzano a rendere in maniera più o meno univoca i fonemi consonantici. La scrittura alfabetica diventa molto economica anche perché nelle lingue semitiche la struttura fondamentale è consonantica. La scrittura cuneiforme
Non aveva ancora sperato la consonante. Il tipo cananaico comprende oltre al fenicio anche l'ebraico biblico che coesiste a occidente con l'aramaico, continuazione in qualche modo dell'amorreo. L'aramaico appare all'inizio del primo millennio, semplifica la scrittura, la privatizza, diventando la lingua ufficiale affianco alla lingua assiro-babilonese prima dell'impero neo-assiro e neo-babilonese di Ciro. In questo momento l'aramaico affianco il nuovo superstrato, diventando la scrittura internazionale per comunicare con le varie parti dell'impero. Nel primo millennio appaiono le prime attestazioni di una nuova lingua semitica, delle città stato del punto di arrivo della rotta delle indie, una lingua molto simile all'arabo, di quelle popolazioni che finiranno in Etiopia, il cui antecedente è la lingua liturgica della chiesa copta d'Etiopia, la lingua GEEZ. Solo nel primo secolo dopo Cristo abbiamo le prime testimonianze.
Dell'arabo. L'arabo ha continuato ad essere parlato, suddiviso in varietà regionali, per consentire una comunicazione pan-araba i mezzi di comunicazione hanno messo a punto una lingua comune che si rifà alla lingua del corano, utilizza quanto di comune alle diverse lingue arabe, ma di fatto è una lingua nuova.
I documenti più antichi svolgono una funzione propagandistica, per esempio la paletta di Narmer sembra spiegare la celebrazione dell'avvenuta unificazione dei due paesi sotto lo stesso re Narmer. La paletta di Narmer è uno dei documenti più antichi in geroglifico egiziano, 60 cm di grandezza. Essa riporta simboli particolari: ha un'importanza storica fondamentale sia per la storia in senso stretto che per la storia della scrittura. Riporta illustrate delle scene particolari: momenti di dominio, risale alla prima dinastia, al 3100 ca a.C.
Sul lato c'è un personaggio stante, reca dei segni particolari quali la coda,
La corona ha una mazza sollevata e una mano poggiata sulla testa di un soggetto inginocchiato. La mazza serve da martello rispetto al piolo sulla testa del personaggio inginocchiato. Narmer è il personaggio in piedi, è un re, il primo re dell'alto e del basso Egitto: prima della prima dinastia l'Egitto era diviso, alto Egitto (sud) e basso Egitto (nord). Alto perché con montagne, basso perché pianeggiante, la zona del delta.
Manetone era uno storico del 300 a.C., dell'ultima dinastia, la 31°, racconta la storia degli antichi re dell'Egitto, da un elenco di re con la rispettiva durata di regno. Questo suo elenco ha delle corrispondenze con la pergamena custodita al museo egizio di Torino. La divisione in dinastia la introduce Manetone, la divisione in 30 non è però corretta, probabilmente ci sono state famiglie sdoppiate, ma per convenzione viene accettata. All'inizio dell'Egitto le fonti pongono lo stesso re: Menes.
Primo re che ha unificato i due regni. Questo fatto è avvenuto sicuramente, le fonti lo attestano, ma la tavoletta di Narmer riporta eventi che si riferiscono all'unificazione, il problema è che il nome è un altro, Narmer appunto. I re dell'Egitto avevano però diversi nomi, uno di nascita, uno assunto al momento dell'incoronazione e altri durante il regno. Il nome assunto con l'incoronazione aveva un significato preciso, spesso in riferimento alla divinità da cui credevano di discendere. Il nome Narmer è scritto nel cartiglio sopra il disegno, il serek, che rinchiude uno dei nomi del faraone, scritto con due segni, lo scalpello e il pesce gatto, appunto Nar-mer. Questo significa che già nel 1300 a.C. si aveva già la scrittura con fonogrammi, inventati fin dal principio per scrivere i nomi propri. Il prigioniero inginocchiato ha il nome, non all'interno di un serek, Wash (arpione+vasca), più indietro.
è rappresentato un personaggio con i sandali del re e con una brocca d’acqua. Questo particolare e gli attributi del re dimostrano che già in epoche remote si aveva un protocollo per venerare il re. Il personaggio con i sandali e la brocca riporta anch’egli il nome. Al di sotto sono rappresentati altri due sconfitti con il geroglifico indicante o il loro nome o il nome della città che governavano. Altro punto importante è il fatto che non è presente un testo che descriva il fatto rappresentato, ma è stata usata una pittografia, una pre-scrittura, molto simbolica, che rappresenta un falco poggiato su dei giunchi che emergono da un basamento, che rappresenta il delta, emerge, inoltre, una testa barbuta arpionata dal falco con un uncino: il personaggio rappresentato dal falco ha sottomesso il nemico che si nascondeva nella paludi del nord, quindi la conquista del sud ai danni del nord. Il segno del giunco, in geroglifici successivi indica
Il numero mille, in questo caso, ipoteticamente, indica il numero di prigionieri fatti, 6000 (6 giunchi). Nei geroglifici successivi il falco serve per rappresentare il faraone, incarnazione di Orus, quindi si può ipotizzare che questo falco rappresenta il faraone del sud. La certezza che sia il sud a conquistare il nord, oltre che dalla storia, è data dalla corona indossata dal personaggio stante che appartiene ai re del sud.
La seconda faccia è divisa in tre sottili, quello centrale, pittografico, rappresenta due leoni con un collo prolungato che formano un cerchio, un oggetto usato per pestare qualche sostanza sacra. Il disegno rappresenta due leoni che si guardano affrontandosi a simboleggiare lo scontro nord-sud. In basso è presente un'altra pittografia che rappresenta un toro, titolo del re che simboleggia la virilità e la forza, che a cornate abbatte le mura di una città. Sotto i piedi del toro viene calpestato il nemico. Questa pittografia
ribadisce la lotta.In alto c'è una scena chiara che rappresenta il re con la corona rossa dell'alto Egitto, il re è