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La storia della scrittura rongorongo
Nel 1868 gli abitanti erano 900. Nel 1877 erano 111. Nel 1888 l'isola fu annessa al Cile, continuarono i sopprusi, ma la popolazione crebbe fino a oltre 2000 abitanti, nel 1965. Per questi motivi storici la conoscenza del funzionamento della scrittura rongorongo è andata perduta.
Quando è stata scoperta la scrittura rongorongo???
Nel 1864 una lettera di Eugène Eyraud, missionario, parla delle condizioni generali dell'isola e menziona per la prima volta la scrittura rongorongo. Nell'anno della morte di Eyraud (1868), gli isolani hanno inviato al vescovo di Tahiti, Tepano Jaussen, un omaggio che conteneva un asse di legno coperto da geroglifici. Il vescovo si appassionò alla scrittura e cercò di raccogliere tutte le tavolette rinvenute e cercò qualcuno in grado di leggerle. La maggior parte delle tavolette erano state distrutte dopo la conversione al cattolicesimo, nascoste dagli isolani, utilizzate per gli scopi più.
Diversi, poiché pochi erano in grado di capirle. Il vescovo riuscì ad impossessarsi di 4 tavolette:
- La A
- La B
- La C
- La E
Tutte tranne la E sono ancora conservate a Roma. Oggi si possiedono 26 epigrafi, chiamate ognuna con una lettera dell'alfabeto maiuscola, dalla A alla Z.
Metoro Tauara, nativo dell'isola di Pasqua, trascrisse le tavolette del vescovo, tuttavia, pur possedendo una elevata conoscenza della scrittura, le sue trascrizioni non sono attendibili. (Canto di Metoro) bustrofedica e rovesciata.
Una particolarità della scrittura rongorongo è quella di essere, cioè, alla fine di ogni riga, per leggere la riga successiva è necessario capovolgere la tavoletta.
Thomas Barthel, etnologo del 600, classificò segni della scrittura rongorongo e scrisse un libro ancora oggi fondamentale "Fondamenti per la decifrazione della scrittura dell'Isola di Pasqua".
C il "calendario lunare" (Inoltre riconobbe nella tavoletta importante).
Ma attribuì troppaaffidabilità alle trascrizioni di Metoro (egli non aveva letto coerentemente la scrittura, si limitava adare una descrizione dei segni). Ciò fu chiarito nel 1940 da Alfred Métraux, che affermò chenon era istruito riguardo alle loroMetoro aveva un’infarinatura sul repertorio dei grafemi, mafunzioni, cioè sui sistemi di associazione nel sistema scrittorio rongorongo.
Il rongorongo è un sistema di scrittura ideografico è perciò ha:
- fonogrammi (segni fonetici)
- logogrammi (segni parola)
- determinativi (segni specificatori del significato)
- segni polifunzionali (usati come fonogrammi o logogrammi a seconda del contesto)
- segni polifonici (con più di una lettura fonetica possibile)
Autrice: Marta Antognazza 2E’ stata utile l’analisi del “Calendario lunare” (tav. C)*Alcune delle tavolette sono di materiale legnoso, ma di piante che non crescono sull’isola, forse isupporti furono
creati con relitti delle navi occidentali, o con materiali entrati in possesso degli isolani dopo i contatti con gli europei. Pienamente dai documenti pervenuti si può affermare che il sistema rongorongo sia una scrittura sviluppata, perché:- il numero dei segni diversi impiegati è notevole
- esiste un metodo riconoscibile nel sistema delle loro composizioni
- c'è la presenza di righe ordinate con un ben preciso verso di lettura
- testi di lunghezza considerevole (3000 segni)
- è possibile individuare sequenze di segni diversi che si ripetono in documenti diversi
E un manoscritto di Atan (che fu fotografato, ma l'originale scomparve). Il rongorongo è l'unico sistema di scrittura inventato autonomamente in Polinesia e nell'intera Oceania. E' una elaborazione ex novo di un repertorio grafematico del tutto originale, ispirata da una copia d'idea. La creazione ex novo può essere: autonoma (rarissimo) o (come in questo caso). Esistono tre casi di copia di idea: può essere trasmessa genericamente l'idea di scrittura (scrittura cinese); oppure l'idea del fonetismo (es il sillabario cretese); o l'idea del fonetismo alfabetico (irlandese). Copia da quale lingua?? Il documento del 1770 con cui la Spagna annetteva l'isola mostra alcune sottoscrizioni degli indigeni locali. Questi segni non sono compatibili con la scrittura rongorongo, quindi nel 1770, la scrittura rongorongo non era ancora stata inventata. Alcuni affermano che tali segni potrebbero essere una forma di rongorongo corsivo, ma
Questa ipotesi non ha trovato altri riscontri.
Ipotesi probabile (sottoscritta anche da Facchetti): il rongorongo è stato prodotto dal genio rapanui in seguito a una copia dell'idea generica di scrittura, cioè dell'idea che era possibile fissare il flusso inarrestabile del parlato tracciando simboli rappresentanti le varie parti dell'enunciato stesso.
Autrice: Marta Antognazza 3