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La lingua poetica del "Canzoniere" del Boiardo
Le caratteristiche di tale poetica sono l'adesione al genere lirico e al modello petrarchesco, rendendo così la lingua molto regolare, toscaneggiante ed ha una fisionomia più padana.
Caratteristiche linguistiche dell'"Arcadia" di Sannazzaro
Si tratta di una poesia petrarchistica accanto a esperimenti di letteratura dialettale. Essa rappresenta il primo documento di correzione linguistica in direzione toscaneggiante in quanto di un autore toscano.
Cap.10 Stampa, standardizzazione e norma
Contributo della stampa per la regolarizzazione linguistica
La stampa contribuirà al processo di regolarizzazione linguistica in quanto assume importanza nella storia della lingua italiana per la sua unificazione scritta e standardizzazione degli usi.
Contributo di Bembo nella stampa dei classici volgari
Bembo fonda "le prose della volgar lingua" che costituiscono il manifesto del
Fiorentino classicista. Alta considerazione della lingua come fatto scritto.
ASOLANI E IL LORO MODELLO LETTERARIO: gli asolani sono un dialogo filosofico ispirato al modello boccacciano in cui si attesta la tendenza di abbondare di forme venete e latineggianti in favore degli usi fiorentini.
"LE PROSE DELLA VOLGAR LINGUA": è un trattato scritto da Bembo in forma di dialogo in 3 libri pubblicati a Venezia nel 1525 in cui progettava alcune annotazioni sulla lingua, arriva a definire, sotto forma di dialogo di impronta ciceroniana, la retorica, la stilistica e la norma letteraria del volgare.
RUOLO DELLE PROSE IN RAPPORTO ALLA GRAMMATICA del FORTUNIO: Bembo definisce attraverso le "prose" sotto forma di dialogo la retorica, la stilistica e la norma letteraria del volgare mentre Fortunio con "Le regole grammaticali della volgar lingua" fu di fatto la prima grammatica a stampo ma ispirata a criteri umanistici e basata ancora sulla lingua delle 3.
corone.CAP.11 DALLA QUESTIONE DELLA LINGUA ALLA DEFINIZIONE DI NORMA LETTERARIA.POSIZIONI TEORETICHE: teorie cortigiane,comuni, italiane sono tutte etichette che comprendono una varietà di posizioni contrarie al primato esclusivo del tosco-fiorentino.
CALMETA: vincenzo colli,detto Calmeta, secondo bembo, egli indicava come modello la lingua usata alla corte romana, risultate come il mescolamento di varie lingue parlate in italia e fuori italia e che piuttosto vollesse riferirsi alla lingua poetica prima d’impronta fiorentina trecentesca e poi da conguagliare sull’uso della corte romana.
EQUICOLA: anch’egli guardava ad una lingua “cartesiana romana”, dai caratteri colti, interregionali, latineggianti, aperta alle lingue straniere.
CASTIGLIONE: nel suo “DIALOGO” riflette l’ideale di una lingua per l’uomo di corte, nobilmente eclettica e fondata sull’uso colto contemporaneo.
TRISSINO: pubblicò alcune operette in cui
introduceva anche una riforma grafica e nel "CASTELLANO" si osserva la teoria italianista trissiniana appoggiata al fraintendimento del "DE VOLGARI ELOQUENTIA". SOSTENITORI DELLE TEORIE LINGUISTICHE FIORENTINISTE E TOSCANISTE: sostenitori del fiorentino vivo e toscano considerando la regolarità e la bellezza della lingua: LUDOVICO MARTELLI; ANGELO FIRENZUOLA; CLAUDIO TOLOMEI e NICCOLO' MACCHIAVELLI. Essi difendono il fiorentino come lingua bella e superiore. POSIZIONE DEL BEMBO SUL PRIMATO DEL VOLGARE: le "PROSE DELLA VOLGAR LINGUA" costituiscono il manifesto del fiorentinismo classicista e arcaizzante del Bembo in quanto egli difende assolutamente il primato del fiorentino dei grandi scrittori trecenteschi (indicando come massimo es. Petrarca, per la poetica, Boccaccia per la prosa e un po' meno Dante). MODELLI LETTERARI INDICATI DA BEMBO: Petrarca Boccacio e Dante. NORME GRAMMATICALI INTRODOTTE NELLE "PROSE": egli rivendica laPiena dignità del volgare rispetto al latino. Nel III libro introduce delle forme grammaticali come: la I persona plurale pres.indic. deve sempre uscire in -iamo; la I pers.sing. dell'imperfetto in -ava; i pronomi lui/lei solo come pronomi e non come soggetti.
CAP.12 DA LINGUA TOSCANA A LINGUA ITALIANA. -> DIVULGAZIONE DELLE OPERE LINGUISTICHE DI BEMBO: vi furono opere che contribuirono alla divulgazione delle idee linguistiche bembiane come ad es: Osservazioni della volgar lingua (Ludovico dolce 1550); i commentari della lingua italiana (Girolamo Ruscelli 1581); fuori dall'Italia Grammaire italienne composée en français pubblicata da MESMES nel 1549. Nel giro di pochi anni il fiorentino 300esco diviene la lingua studiata e imitata da molti scriventi italiani come ad es. l'opera "L'Orlando furioso" e "il Cortegiano".
L'"ORLANDO FURIOSO" E LE SUE REVISIONI: ORLANDO FURIOSO,
operato da Ariosto ove si avverte l'ammirazione perbembo. Le diverse revisioni risalgono a : 1516: dai tratti ancora padani e latineggianti; 1521: mostra poche correzioni ma giàin senso toscano forse suggerite dalle REGOLE del Fortunio; 1532 è il risultato di un massiccio lavoro correttorio.IL "CORTEGIANO" DI BALDASSARE CASTIGLIONE: che nel 1524 l'autore fece in vista della stampa una redazionedefinitiva del trattato apportandovi correzioni che però non ne mutarono la fisionomia. L'ultima revisione fu effettuata daGiovan Francesco Valerio, nobile veneziano amico del Bembo, che diede all'opera una certezza grammaticale e una patina ditoscanità. Tale vicenda editoriale mostra dunque il ruolo centrale della stampa per il raggiungimento di una lingua letterariaunitaria e l'azione congiunta di stampa-grammatca per la norma e standardizzazione degli usi scritti, azione che si esplicatramite la revisione letterariaoperata
Capitolo 13: Scritture regionali e scritture semicolte
Nel '500, tratti linguistici regionali: ancora in certi generi di scrittura nel 500 permangono dei tratti regionali come ad esempio nella trattatistica d'arte del Palladio, negli usi privati di scrittura come lettere, libri di memorie, scritture notarili come testamenti, patti dotali, inventari.
Caratteristiche delle scritture semicolte: uomini e donne con un grado modesto di alfabetizzazione e competenza di italiano scritto. Tali scritture sono diversificate tra loro ma con caratteristiche che li accomunano:
- Invadenza del parlato nello scritto
- Interferenza del dialetto
- Poca organizzazione sintattica testuale
- Scarsa grafia e interpunzione
- Alternanza di registri diversi
- Uso frequente di parole generiche
Fattori che contribuiscono all'alfabetizzazione: il grado di standardizzazione dello scritto è fortemente legato al problema dell'alfabetizzazione e ai modi di apprendimento.
L'alfabetizzazione cresce in modo diverso in diverse aree in rapporto a diversi fattori, specie come i fenomeni migratori; in certe zone conta molto la politica religiosa ed educativa della chiesa; le scuole parrocchiali ove si sviluppava la capacità di lettura. PRODUZIONE EDITORIALE DI CONSUMO: la crescita di alfabetizzazione portò alla produzione editoriale di consumo richiesta da un pubblico di non letterati ma di commercianti, artigiani che proponevano una forma di italiano regionale oscillante tra forme toscane e forme locali. CAP.14 USO LETTERARIO DEI DIALETTI E ITALIANO NELLA COMMEDIA. OPERE LETTERARIE DIALETTALI: si sviluppò nella penisola l'uso letterario dei dialetti che si pone rispetto al classicismo bembiano, come scelta espressiva alternativa. Un ricco filone di letteratura dialettale da fine 400 a inizi 500 diventa depositario e sperimentazione espressionistica contro il monolinguismo fiorentino fino a divenire esplicita rivendicazione.La protesta delle possibilità artistiche e superiorità dei dialetti: in Toscana fiorisce una letteratura rusticane che sperimenta il fiorentino popolare e contadinesco; gli scrittori di teatro sfruttano il contrasto dell'italiano con i vari dialetti in senso comico; nella commedia "il linguaggio del caos" gioca sull'opposizione colto/popolare... DIFFERENZE TRA COMMEDIA DELL'ARTE E COMMEDIA GOLDONIANA: nella COMMEDIA DELL'ARTE le varie maschere sono rigidamente legate a caratterizzazioni dialettali ad es. arlecchino si esprime in bergamasco, pulcinella in napoletano... mentre nella COMMEDIA DI GOLDONI, italiano e dialetto non si oppongono radicalmente ma tendono a convivere, tentando di inventare un 'italiano colloquiale con una serie di fenomeni del parlato come la disloc. A sinistra, i segnali discorsivi... CAP.15BEMBO E LA CULTURA FIORENTINA: GIAMBULLARI, VARCHI E ACCADEMIA DELLA CRUSCA. ACCADEMIA FIORENTINA: gli ambienti
fiorentini non accolsero bene le “PROSE…” di Bembo che esaltava il fiorentino300esco ma sminuiva la grandezza linguistica di Dante. Proprio per la rivalutazione del fiorentino e x la grandezza di Dantesi mossero dei letterati come Giambullari, Varchi <gelli legati all’accademia fiorentina da cui partì la prima grammaticaelaborata diretta ai non toscani che raccoglieva le forme correnti del fiorentino.
BENEDETTO VARCHI E LA MEDIAZIONE TRA FIORENTINISMO E BEMBISMO: la mediazione delle posizionifiorentiniste fu operata da Benedetto Varchi che compose tra il ’60 e ’65 un dialogo HERCOLANO ove effettua unadistinzione tra la lingua come fatto vivo e naturale dallo stile.
ACCADEMIA DELLA CRUSCA: sotto l’idee varchiane avviene una significativa evoluzione negli ambienti culturali fiorentiniche nel 500 assimilano e adottano la soluzione letteraria del Bembo tentando di dare a Firenze il ruolo di legislatrice con lafondazione
dell'Accademia della Crusca di Leonardo Salviati che fu l'ispiratore del VOCABOLARIO DEGLI ACCADEMICI DELLA CRUSCA la cui I° edizione uscì a Venezia nel 1612 ove si affermava la perfezione naturale della lingua fiorentina. PECULIARITÀ DEL VOCABOLARIO DEGLI ACCADEMICI DELLA CRUSCA: affermavano la perfezione naturale del fiorentino; documentava le voci degli scrittori maggiori e minori del 300; selezionava voci moderne di coloro che avevano seguito il modello trecentesco. La II° ediz. uscì nel 1623 con alcune giunte accogliendo tra gli scrittori Galileo. Tale vocabolario fu il primo grande dizionario delle lingue europee. CAP.16 REAZIONI ALLA CRUSCA: I MODERNI CONTRO GLI ANTICHI.SIMBOLO DI OPPOSIZIONE ALLA CRUSCA: tra i grandi esclusi dal VOCABOLARIO vi fu il Tasso, in quanto poeta criticato da Salviati in quanto aveva creato una lingua antidirazionale, solenne ricorrendo a latinismi inusuali, a voci nuove e costruzioni artificiose. POSIZIONI DIPAOLO BENI E ALESSANDRO TASSONI: Paolo Beni nel 1612 scrisse ANTICRUSCA ove difendeva gli scrittori del 500 e il Tasso e biasimava incolte le scritture trecentesche. Anche Alessandro Tassoni manifestava la sua insofferenza.