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ELEMENTI DI LINGUISTICA ITALIANA

Cap. 1

VARIAZIONE LINGUISTICA: è un segno di identità di una persona che può essere una scelta consapevole o l'unica lingua a disposizione.

VARIAZIONE DIAMESICA: è il mutamento della lingua che risiede nel canale di trasmissione utilizzato che può essere grafico destinato alla scrittura e fonico destinata al parlato. Vi sono diverse differenze tra scritto e parlato. La scrittura consente una progettazione, la possibilità di elaborare il testo, di controllarlo, di correggerlo, di riformularlo più volte; tutte cose che invece il parlato non consente. L'oralità si avvale invece di pezzi prosodici come le pause, le intonazioni e di tratti paralinguistici come la gestualità che la scrittura può rappresentare solo con la punteggiatura o con la descrizione. Inoltre tra scritto e parlato è molto diversa la condizione del destinatario, perché se legge un testo può

esaminarlo e approfondirlo, invece se ascolta qualcuno che parla deve percepire il messaggio nello stesso ordine in cui esso viene realizzato.

VARIAZIONE DIASTRATICA: è la variazione della lingua legata alle condizioni socio-economiche dei parlanti. Dipende dal livello d'istruzione, dal tipo di occupazione, dalla consuetudine alla lettura, ma anche dal sesso ad es. le donne utilizzano vocaboli più rispettosi e di maggior prestigio rispetto agli uomini; e dall'età i giovani possiedono un particolare tipo di lingua rispetto ai vecchi.

VARIAZIONE DIAFASICA: è una varietà della lingua che dipende dalla situazione comunicativa e dalle funzioni e dalle finalità del messaggio es. gli sms. Comprende:

  • I registri linguistici: che comprendono le varietà più formali della lingua utilizzate nelle occasioni comunicative di maggior impegno, prestigio e quelle più informali utilizzate nella comunicazione con parenti e

amici;

  • I sottocodici: sono legati all'argomento del messaggio, avremo sottocodici tecnico-scientifici utilizzati da medici e addetti ai lavori, ma anche dello sport dellamodo, utilizzati da giornalisti e addetti ai lavori.
  • VARIAZIONE DIACRONICA: questa variazione dipende dalle trasformazioni della lingua nel tempo. I più anziani per es. conservano abitudini linguistiche che appaiono ormai in declino, i giovani sono invece portatori di usi innovativi es. "x" -> per "o" "impanicato" -> preso dal panico.
  • VARIAZIONE DIATOPICA: è la variazione della lingua determinata dai mutamenti della lingua nello spazio, dalle differenze geografiche, regionali legati ai dialetti.
  • REPERTORIO LINGUISTICO: è l'insieme dei codici e delle varietà che un parlante è in grado di padroneggiare all'interno di una comunità. Dipende:
    • Dalla somme delle lingue (varietà) e dei dialetti;
    • Dai rapporti gerarchici.

tra le lingue;

  • Dalle funzioni e dalle norme d'uso;
  • E dagli atteggiamenti linguistici dei parlanti

DIALETTO: è di solito usato in un area circoscritta, possiede un prestigio inferiore rispetto alla lingua e la sua terminologia esclude vocaboli scientifici e intellettuali. I dialetti centrali sono più conservatori rispetto alle basi latine. Al nord distinguiamo i dialetti gallo-italici come il piemontese e il lombardo e quelli Veneti caratterizzati dalla caduta delle vocali alone. Sardo e friulano sono invece dei veri e propri codici autonomi.

DIALETTO ITALIANIZZATO: è il risultato dell'influsso dell'italiano sulle parlate locali in una relazione di superstrato cioè l'italiano si impone sul dialetto. Assistiamo così alla nascita di nuove parole come ad es. "televisioni" - da televisione.

ITALIANO REGIONALE: è quella varietà di italiano soprattutto parlato influenzato dalle caratteristiche

linguistiche condivise tra parlante e ascoltatore;• Uso di espressioni colloquiali e informali;• Presenza di pause, ripetizioni e correzioni;• Variazioni di tono, intonazione e ritmo;• Uso di gesti e espressioni facciali per comunicare. La lingua scritta, invece, presenta alcune caratteristiche specifiche:• Assenza di compresenza tra autore e lettore;• Impossibilità di feed-back immediato;• Uso di un registro più formale e standard;• Struttura più organizzata e coerente;• Assenza di pause e ripetizioni;• Uso di punteggiatura e segni di interpunzione per chiarire il significato. È importante sottolineare che la lingua parlata e la lingua scritta sono due forme di comunicazione complementari e si adattano a contesti diversi. La lingua parlata è più spontanea e informale, mentre la lingua scritta è più precisa e accurata. Entrambe le forme di comunicazione sono fondamentali per la nostra interazione sociale e per la trasmissione delle conoscenze linguistiche.

condivise;

  • Contesto d'enunciazione comune: parlante ed ascoltatore si trovano nello stesso luogo nello stesso momento;
  • Frequente uso a mezzi non linguistici es. gesti;
  • Ordine delle parole marcato: gli elementi che compongono la frase (soggetto-verbo-oggetto) si possono spostare liberamente all'interno della frase; è utilizzato per porre degli elementi in primo piano e per realizzarsi si usa spesso l'enfasi;
  • Tema/Rema: il tema è l'argomento noto di cui si parla, il rema è l'elemento informativo nuovo;
  • Dislocazione a destra: è la collocazione di un costituente in posizione finale mediante un pronome cataforico che rinvia a ciò che segue es. "La mangia Giorgio la mela";
  • Dislocazione a sinistra: è un costrutto in cui un elemento diverso dal soggetto assume la funzione di tema/dato mediante un pronome anaforico (ci-la) che rinvia ad un elemento antecedente es. "La mela la mangia".

Giorgio";

  • Segni discorsivi: come gli intervalli inconsapevoli come "cioè o insomma"; elementi come "pronto, allora" che segnalano l'inizio del turno di locuzione, o quelli che lo chiudono o che richiamano l'attenzione. L'ascoltatore fa uso di segni per impadronirsi del turno come "ma, allora";
  • Il parlato privilegia il lessico dei registri informali ed esclude quello intellettuale;
  • L'oralità della radio e della tv è una comunicazione a senso unico e il destinatario ha un ruolo del tutto passivo nell'atto comunicativo.

L'ITALIANO POPOLARE: è l'espressione linguistica degli incolti e dei semicolti, di coloro che pur avendo avuto un istruzione scolastica di base, non hanno acquisito piena competenza della lingua italiana. Si realizza nelle occasioni di minor controllo sociale, nei bambini e negli stranieri che lo apprendono per immersione e per un bisogno comunicativo. È

caratterizzato da:

  • Incertezze grafiche: mancanza di punteggiatura, uso errato di h es. "anno" (verbo) edi q es. "squola";
  • Fonetica: es. pissicologia;
  • Morfologia: uso errato di un davanti a s e z es. "un spazio", e del pronome ci es. "ciho dato...";
  • Verbo: es. potiamo, dicete, venghi, vada;
  • Sintassi: incertezze nel l'uso delle proposizioni, del che polivalente, l'uso del doppio condizionale o del congiuntivo imperfetto per esprimere il periodo ipotetico;
  • Lessico: l'uso di suffissi -accio (malaccio), lo scambio di suffissi es. sollecitudine -> sollecitazione.

La nozione di italiano popolare fu introdotta nel 1970 da Tullio De Mauro che lo definiva "il modo di esprimersi di un incolto, che sotto la spinta di comunicazione e senza addestramento maneggia la lingua nazionale" e Manlio Cortellatto che lo definiva "il tipo di italiano imperfettamente acquisito da chi ha per madrelingua il

IL GERGO: è la lingua propria di alcuni gruppi di persone ai margini della società, che ne fanno uso all'interno della loro cerchia, con la finalità primaria di promuovere il senso di appartenenza al gruppo, la sua autoidentificazione e coesione interna, e con il risultato di escludere dalla comprensione gli altri. Può essere definito come una lingua segreta, non comprensibile a coloro che non sono affiliati al gruppo. Esempi: i dottori, i giovani, i carcerati...

LINGUAGGIO BUROCRATICO: è la lingua degli uffici spesso incomprensibile dalla maggior parte delle persone. Il lessico abbonda di sinonimi come "obliterare" -> "cancellare"; di locuzioni sovrabbondanti come "dare comunicazione"; di sostantivi deverbali come "inoltro"; di congiunzioni come "benché, qualora". Nella sintassi si usa la sequenza cognome-nome; si formulano frasi del tipo "in considerazione di" e si utilizzano subordinate come "considerato,...

visto".

LINGUE SPECIALI: si accomunano spesso ai linguaggi tecnico-scientifici, aquelli di discipline umanistiche e a quelli dei mass-media. Sono caratterizzate da sottocodici che si riferiscono all'argomento e alla disciplina di cui si tratta. Nei linguaggi tecnico-scientifici c'è la tendenza alla monosemia cioè una parola possiede un solo significato es. paralisi in medicina. Nella lingua della comunicazione si usano invece parole dotate di polisemia cioè di duplice significato in base all'ambito di applicazione es. base ha significato diverso in matematica, in chimica, nello sport. L'uso di sinonimi sono tanto più frequenti quanto più si avvicinano alla comunicazione divulgativa es. rinite è il termine medico, raffreddore quello comune. Nelle lingue speciali si utilizzano molto i termini stranieri, latini, greci, di sigle e di eponimi cioè di parole che prendono il nome dell'inventore es. Teorema di

Pitagora.ITALIANO STANDARD: è la lingua ereditata dalla tradizione letteraria che ha origine nel fiorentino scritto del '300, è quella descritta nelle grammatiche e insegnata a scuola e agli stranieri. L'italiano standard è un espressione non marcata lungo gli assi della variazione ed è prerogativa soprattutto delle classi più istruite. Per quanto riguarda l'italiano scritto, le novità insite nella lingua dei messaggi di posta elettronica, degli sms e delle chat-line portano con sé nuove modalità di scrittura di cui è difficile valutare l'incidenza negli assetti dell'italiano d'oggi.

LE STRUTTURE DELL'ITALIANO

Cap.2

FONETICA: parte della linguistica che studia la produzione, la percezione e la natura fisica del suono.

FONO: è l'oggetto di studio della fonetica e rappresenta un suono un rumore del linguaggio articolato che ha valore linguistico. I foni vengono indicati tra parentesi quadre

[kasa]

FONOLOGIA: studia le funzioni linguistiche dei suoni come l'

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
12 pagine
15 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Vignuzzi Ugo.