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Il lessico presenta una tecnicizzazione dei vocaboli comuni, ciò nonostante l’esempio non offre
una esposizione didattica: individua un pubblico ben preciso, in grado di comprendere l’argomento.
Il testo regolativo indica regole, istruzioni, per indirizzare il comportamento del destinatario.
Proviene da un’autorità istituzionale o competente in una determinata materia
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(le ricette di cucina) . È correlato alla matrice cognitiva che pianifica il comportamento
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futuro. Leggi, regolamenti, statuti, regole dei giochi, ricette di cucina, istruzioni per l’uso .
Il testo argomentativo persuade di qualcosa il destinatario: deve indurlo
ad accettare o a valutare positivamente o negativamente determinate idee e convinzioni.
È collegato alla matrice cognitiva relativa al giudizio, alla capacità di istituire relazioni tra concetti,
di cui coglie le somiglianze, i contrasti e le trasformazioni. Include saggi scientifici, recensioni
critiche, interventi, discorsi politici, arringhe, conversazione quotidiana, articoli di fondo.
di proprietà intrinseche, a cui si aggiunge un dettaglio comparativo. Uso dei tempi verbali:
nell’esempio è esclusivo l’imperfetto che, con il presente, rende l’idea della staticità, della
atemporalità. Si trovano esempi valutativi che indicano la presenza non celata dell’autore.
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Presente atemporale per esprimere uno stato di cose permanente. Sintassi nominale.
Precise indicazioni spaziali. Per sua natura è scarsamente autonomo, all’interno di
altri tipi di testi, assume funzioni diverse: nel testo espositivo informa, aiuta il
destinatario della comprensione di oggetti e fenomeni a lui poco noti [pag. 161].
28 L’organizzazione testuale deve essere autosufficiente, ma può rimandare ad altre voci.
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Il testo si apre con una digressione espositiva, a cui segue, senza stacco, la prima
istruzione, data al condizionale: un consiglio, quindi, più che un’indicazione precisa
di comportamento. Le istruzioni successive sono articolate in blocchi. L’emittente si
rivolge direttamente ai lettori, con tono confidenziale che non è scalfito dall’uso dello
imperativo, modo ricorrente, per ovvie ragioni, nei testi regolativi. Alcune indicazioni
sono inoltre falsamente precise o comunque non del tutto chiare.
30 Il testo, introdotto dal numero dell’articolo e da un titolo, è articolato in blocchi
compatti e distinti (i commi). Il registro è formale e impersonale: si danno regole
la cui infrazione verrà sanzionata; l’emittente non è un generico esperto, ma la
autorità. Ogni indicazione precisa, in modo da non lasciare incertezze sul chi sul
chi riguardi la norma e sul come la stessa vada applicata. [Argomentativo, p. 164].
La classificazione tipologica di Sabatini non prescinde dalla superficie linguistica dei testi:
ogni classe è contraddistinta dalla presenza-assenza o dalla neutralizzazione
di precisi tratti linguistici testuali. L’ordinamento dei testi si basa su differenze formali rilevabili.
Una tipologia si giustifica (per i produttori e destinatari di testi) se riesce ad individuare una forma
(o superficie) dei vari tipi di testo, poiché essa è l’unica realtà osservabile (Sabatini).
I testi molto vincolanti sono caratterizzati da un ordine di costruzione
rigorosamente impostato ed evidenziato (blocchi di testo abbastanza brevi, numerati,
concatenati da chiari legamenti sintattici). Fanno riferimento a precisi principi (postulati o assiomi)
che vengono espressi nel testo o in qualche modo richiamati.
Fanno uso di legamenti semantici solo del tipo ripetizioni, o di sostituenti univoci (di tipo
pronominale o iperonimi, mai sinonimi). Hanno una punteggiatura che rispetta sempre
la costruzione sintattica (la frase è raramente interrotta da un punto e virgola, mai dal punto fermo).
I testi poco vincolati usano sinonimi, frasi interrogative ed esclamative, metafore, metonimie,
sineddoche, lioti, ironie; discorso diretto, coordinazione per asindeto e polisindeto, stile nominale.
La dimensione del testo è sempre interattiva “entro un determinato contesto sociale”
(Ferrari, 1994, p. 45). Alla sua puntuale definizione e corretta interpretazione
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sono necessarie coordinate extralinguistiche, che ne garantiscono l’appropriatezza
comunicativa: si distinguono due principi costituitivi relativi al materiale testuale, alla veste
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linguistica – la coesione e la coerenza – e cinque principi pragmatici, relativi al contesto
extralinguistico: l’intenzionalità, l’accettabilità, l’informatività, la situazionalità, l’intertestualità.
Il testo non solo come oggetto di studio della linguistica testuale ma anche di quella pragmatica:
tra queste due branche della linguistica contemporanea si ha un strettissima connessione [vedi par.].
Al primo livello, la coesione di un testo consiste nel collegamento grammaticale di tutte le sue parti
(ad esempio, i necessari accordi di genere e numero, topologici).
Vi sono elementi, di varia natura linguistica, che contribuiscono a legare le parti del latino textum:
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i coesivi, che sono distinti nelle categorie delle forme sostituenti
e nei segnali discorsivi Bazzanelli, 1994): questi ultimi appartengono a varie categorie grammaticali
e, perdendo parzialmente il loro significato originario, tra le funzioni primarie
connettono le parti del testo e lo collocano in una dimensione interpersonale
31 I principi regolativi esprimono il controllo circa l’uso dei testi, oltre: l’efficienza,
l’efficacia (effettività). Vedi. Accordo tra contenuti e impostazione testuale.
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Logica con relazioni causali, temporali, finali, consequenziali, Può intervenire a supplire la scarsa coesione.
La semantica riguarda la compatibilità tra i significati delle parole, dei sintagmi o delle proposizioni. Vedi esempi.
33 Pronomi, nomi aggettivi, verbi, perifrasi, iperonimi, sinonimi, ricorrenze, nomi generali (generici). Vedi esempi.
(parlato, uso prevalente, all’inizio di un enunciato). Sono una classe aperta: non è possibile
darne un elenco completo, anche perché appartengono a varie categorie grammaticali
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[Primo Levi, La chiave a stella ]. Le forme sostituenti sono tali partecipando al fenomeno della
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foricità: rimandano a espressioni linguistiche precedenti (anafora ) o seguenti (catafora, negli
articoli giornalistici) che ne determinano il riferimento. La scelta del tipo di sostituente non è
determinata solo da motivi stilistici [esempi]. È in funzione del grado di coesione, di dipendenza
reciproca tra gli enunciati del testo. Maggiore è l’esplicitezza del sostituente, come quella di una
ripetizione dello stesso termine, minore è il legame tra l’enunciato che lo contiene e il cotesto;
a minore esplicitezza corrisponde un maggior grado di dipendenza contestuale (come per l’ellissi).
La coerenza di un testo consiste nel collegamento logico di tutti i suoi contenuti e nella sua
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continuità semantica . Riguarda l’unità concettuale profonda (non l’unità di superficie)
del testo. È un processo interpretativo che “non procede solo linearmente per progressiva
accumulazione di informazioni; può retroagire (feedback interpretativo)
su anteriori interpretazioni di informazioni anteriori, e su anteriori inferenze” (Conte, 1999,
pp. 7-8). Se si considera un enunciato nella prospettiva dell’informazione, è scomponibile in parti
con diverso statuto comunicativo, anche in relazione al testo in cui compare, che può essere
analizzato come una sequenza di coppie […]: un tema di cui si sta parlando
e un rema (nuovo) su di esso. A seconda di come in un testo
si alternano questi ultimi, si distinguono cinque tipi di progressione semantica (Ferrari, 1994).
• Lineare: il rema di un enunciato diventa tema dell’enunciato seguente.
• Tema costante: sequenza di enunciati, il tema del primo rimane invariato.
• Temi derivati da ipertema o iperemia; Tema o rema dissociato.
• Temi a salti: tema diverso per ogni enunciato.
Nella realtà i vari tipi di testi si presentano insieme, non solo perché possono alternarsi
l’uno all’altro, ma anche perché in due enunciati successivi possono essere presenti
contemporaneamente in più tipi di progressione tematica. La proiezione sulla superficie del testo di
strutture tematiche e rematiche, il loro manifestarsi in elementi linguistici organizzati in catene
34 Costruzioni marcate. Segnali discorsivi in immediata successione indicano la presa di turno dell’interazione
facciaa faccia, sottolineano un aspetto del discorso, ne indicano le parti, richiedono l’attenzione dell’interlocutore.
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“Catena anaforica” (Simone, 1995, pp. 408-11), garantisce la continuità tematica del testo.
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Opera a diversi livelli: tematico, logico e semantico.
anaforiche (S. 1995) fanno sì che la progressione tematica partecipi alle strategie di coesione;
riguarda il livello semantico-comunicativo: è strutturamento fondamentale della coerenza testuale.
Intenzionalità: atteggiamento del parlante o dello scrivente che, nel produrre un testo, vuole farlo
risultare coeso e coerente quanto è necessario perché sia adeguato alle sue intenzioni comunicative.
Se il testo letterario è volontariamente poco coeso e coerente, altri testi, al di là della volontarietà
dell’emittente, gli orali possono essere privi dei due requisiti, ma ne è riconosciuta l’intenzionalità.
Anche se assenza di coesione e coerenza sono ostacoli alla corretta comprensione del messaggio.
Accettabilità: volontà e capacità del destinatario di riconoscere l’atto linguistico del mittente come
testo coeso e coerente quanto è necessario per intendere il contenuto comunicativo.
Non dipende solo dal testo, ma dal contesto extralinguistico, sociale e culturale.
Un testo coeso e coerente potrebbe, in determinati contesti, risultare accettabile:
nel parlato, dove il legame con il contesto è strettissimo e che si basa, di norma, sull’implicito.
Informatività: grado di notizie veicolate dal testo, inattese o attese, conosciute o ignote, incerte.
Riguarda il contenuto del testo, ma anche i suoi singoli elementi linguistici. A ogni livello della
lingua, è inversamente proporzionale alla probabilità che elementi linguistici si seguano l’un l’altro.
Situazionalità: dipendenza del testo dalla situazione in cui è prodotto.
Mutando situazione, un testo può aumentare o perdere rilievo (ed essere più o
meno comprensibile). Aiuta a chiarire il senso di un testo e a decidere l’uso che dobbiamo farne.
Intertestualità: rapporto tra un testo con uno o più t