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DIZIONARI:
– dialettali: funzione normativa e didattica, indicare voce dialettale errata e voce italiana corretta, apertura a uso corrente e
dei mestieri;
– specialistici: terminologie delle varie aree disciplinari, traduzioni anche da quelli stranieri;
– universali: documentare vari usi non solo letterari ma anche tecnici, pratici e scientifici
Scuola: nuovo canale di diffusione, non si basa più sul latino, esigenza di insegnare italiano nelle scuole primarie. Manuali
grammatiche e testi scolastici per l'apprendimento dell'italiano.
Giornali: gazzette, giornali, divulgazione a pubblico non specialista, svecchiamento strutture sintattiche e lessicali. "Caffè":
fratelli Verri, Cesare Beccaria, Paolo Frisi —> spargere utili conoscenze sul piano pratico e scientifico spargendo le nuove
idee comuni nell'Europa.
Teatro: teatro comico si allarga ad un pubblico più stratificato ed ha l'esigenza di farsi comprendere e quindi di utilizzare una
lingua comune, standard.
Goldoni nelle sue opere attua questi principi, si nota come la concomitanza tra italiano e dialetto alluda ad una importanza del
dialetto veneziano anche in documenti burocratici, tenta di inventare un italiano colloquiale a livello sintattico e testuale.
Melodramma e poesia per musica: grande successo che porta l'italiano fuori dall'Italia; il ritmo è facile e la sintassi semplice,
ottimo per un più veloce apprendimento della lingua. Italiano - lingua delle dame e dei sospiri / francese - lingua della ragione.
Le idee linguistiche cambiano, specie riguardo al fiorentino trecentesco, specie dopo l'Arcadia. I letterati de IL CAFFE' con il
razionalismo esaltano l'aspetto logico e comunicativo del linguaggio svalutandone l'aspetto retorico e letterario chiedendo alla
lingua di essere "al passo coi tempi". I nuovi modelli sono autori e pensatori francesi e inglesi, che rispettavano l'idea
illuministica del filosofo rispetto al letterato. Frattura culmine con la Crusca. Verri: proclama libertà grammaticale e lessicale in
nome della ragione contro il pedantismo della tradizione delle cose contro le parole; mentre lo sviluppo del pensiero del
sensismo in Italia favorisce il ritorno alla stima della retorica (valori artistici e affettivi del linguaggio) quindi l'aspetto espressivo
della lingua indivisibile dalla sua grammatica.
Cesarotti: sensibilità richiesta di rinnovamento e evoluzione linguistica. Libertà espressiva degli scrittori e innovazione del
lessico, indicandone fonti e regole: analogia, dialetti, lingue straniere, lingue tecnico-specialistiche; termini traslati e metafore
che passano dal significato scientifico al piano comune tramite metafora (es. elettrizzato). Inserimento di elementi stranieri
come processo necessario per modernizzare la lingua.
3.15 Diffusione e usi del francese e inglese
Fasi penetrazione del francesismo secondo Cesarotti (rinnovamento settecentesco dell'italiano):
– penetrazione seconda metà 600, affermazione usi e relazioni sociali francesi
– rinnovamento illuminista grazie a libri e cultura francese
– trasformazioni politiche, età rivoluzionaria e napoleonica, minor importanza dei letterati nello sviluppo della lingua
Gallomania: costumi, modi di esprimersi, stile di vita. La penetrazione della lingua specie in ambiti della vita pratica
(abbigliamento, cucina, cibo, arredamento) era più agevole il francese data la scarsa conoscenza dell'italiano e la sua variabilità
nell'uso scritto. Piemonte, Venezia, Milano, Parma, Roma, Toscana.
Uso del francese: comunicazione letteraria, scientifica, uso privato (lettere diari), parlato anche familiare. E' una lingua viva,
dell'oralità e della conversazione, come erano i dialetti italiani, spesso ci sono errori di grafia influenzati dalla pronuncia. Diffuso
bilinguismo italiano-francese contribuirà a interferenze lessicale e vistose: traduzioni in italiano di testi francesi, giornali e
gazzette. Introduzione di numerose novità lessicali specie di stampo europeo. Nella stampa settecentesca si nota l'avvio di un
europeismo linguistico di base francese e inglese il quale influenza in larga misura l'italiano. E' di origine francese il nuovo
linguaggio politico senz'altro nei termini sia di ideali che pratici. Propaganda di divulgazione: teatri, catechismi, giornali,
opuscoli destinati alla lettura comune.
Tutto ciò condannato dai puristi che nei loro testi con finalità aggressive non fanno altro che consolidare un uso già radicato.
Innovazioni sintattiche: avanzata di certi costrutti promossa dai francesismi. Ordine diretto soggetto-verbo-complemento
oggetto, su stampo di quello francese ritenuto ordinato e naturale. Sintassi sciolta dai legami sintattici, coupé. La coesione non
è più nel lessico o nella struttura, ma nelle idee e nei contenuti.
Inglese e anglicismi: nel 700 si inizia a manifestare un ancora debole interesse verso la lingua inglese, qualche traduzione ma
soprattutto una competenza passiva della lingua. Davvero molto pochi e rari gli anglicismi in componimenti di autori italiani. A
fine 700 arrivano anche voci dal continente americano.
3.16 Continuità e specificità della lingua poetica
Arcadia-richiamo al buon gusto: rifiuto della poesia barocca e recupero del linguaggio poetico tradizionale, chiarezza e
semplicità del classicismo razionalista; il successo della poesia per musica stimola l'utilizzo di nuovi metri. Lingua della poesia,
seppur adottando forme lessicali nuove o trattando di argomenti di attualità, mantiene il suo carattere di specificità e
distinzione rispetto agli altri linguaggi. "distinto e speciale linguaggio". Certe rivendicazioni dell'italiano rispetto al francese si
basano proprio sulla possibilità di usare gli ornamenti nella poesia; "gusto dello scarto" attraversa i generi di poesia
settecentesca anche in tematiche quotidiane e scientifiche. Caratteristiche: latinismo, termine raro, perifrasi dotte preferita al
termine scientifico, epiteto di stampo classico.
Per la grammatica e la sintassi: troncamenti, enclisi pronominale, proclisi pronominale dell'imperativo, ricerca dell'iperbato
3.17 Lingua comune, identità nazionale, dialetti del primo 800
Già in età illuministica emerge la richiesta di una innovazione e di una unificazione linguistica. Gli illuministi pensano che la
nuova lingua debba derivare dalle lingue parlate dai dotti di tutta Italia, "aperta ad ogni parola che sia comprensibile da un
italiano". Corollari del Monti:
1. in una nazione ricca di diversi governi e popoli deve avere un linguaggio comune perché gli abitanti si capiscano tra di
loro
2. deve essere un linguaggio scritto in quanto i dialetti costituiscono già quello parlato
Lingua unitaria=strumento dei parlanti di una nazione (si considera fondamentale averla solo dopo le idee romantiche di
Manzoni). Bisogna recuperare la unitarietà della lingua e la sua funzione sociale colmando la frattura tra linguaggio scritto e
parlato che veniva ancora più enfatizzato dalla recente esaltazione degli antichi autori. A inizio 800 il moto di reazione alla
lingua francese alimenta l'idea dell'unità linguistica e del sentimento di italianità.
Purismo e classicismo: condividono questa posizione. Purismo: Antonio Cesari aspira a lingua naturale, ammirando la lingua
del trecento e proponendo di attingere a quegli autori per ricavare termini nuovi anche in ambito pratico e scientifico. La 4
edizione del vocabolario della Crusca era ispirato a ideali puristi.
Classicismo: teoria lingua italiana comune dantesco-trissiniana guarda alla tradizione specialmente del 500. Classicismo
illuminato: rivaluta moderna cultura scientifica e filosofica e guarda a un moderato rinnovamento linguistico i quali elementi
principali si traggano da essa. E' la posizione di Leopardi: biasima gallicismi, ma non gli europeismi, critica la prosa coupé
mostrando un esempio nelle sue "operette morali" di prosa elegante in senso classico e modernamente filosofica. IDEALI DEL
ROMANTICISMO: richiesta della lingua come strumento sociale, riflessione sui dialetti, letteratura dialettale rivalutata come
strumento per diffondere più facilmente la cultura e elemento di conguagliamento diretto con l'italiano. I DIALETTI: Monti e
Giordano guardavano negativamente la valorizzazione delle letterature dialettali, come ostacolo per la diffusione dell'italiano.
Anche Manzoni si opponeva ai dialetti particolari seppur condivideva l'ideale romantico del dialetto come lingua viva e vera. Su
questa base arriverà a proporre come lingua viva e parlata di Firenze come strumento di unificazione linguistica nazionale.
Arriverà a questa conclusione radicale tramite la continua rielaborazione dei Promessi Sposi, dovendo accettare di chiedere la
lingua a chi già la possiede invece di crearne una nuova.
4 4.1 Manzoni: dalla lingua per il romanzo alla lingua per la nazione
Tre edizioni del suo romanzo principale, che corrispondono a diverse fasi di elaborazione linguistica: Fermo e Lucia,
Ventisettana, Quarantana.
FERMO E LUCIA. Lavora al Fermo e Lucia dopo aver abbandonato la linea tradizionale per i suoi primi lavori: Trionfo della
libertà, inni sacri, odi civili, 5 maggio. Scrivendo di popolani trova la sua lingua inadeguata, troppa mescolanza del toscano
letterario con lombardismi francesismi,… Il Fermo risulta pieno di lombardismi, spesso intenzionali; avverte dei problemi di
scrittura, consapevolezza dell'inesistenza di una lingua universale italiana per gli usi orali e scritti.
Edizione 1827: dopo l'abbozzo si dedica alla prima stesura del romanzo, cercando uniformità linguistica col toscano del 300
cercando di eliminare i lombardismi. Edizione detta toscano-milanese in quanto cerca le somiglianze e le differenze tra la sua
lingua e il toscano.
Riflessione sul valore dell'uso: Dopo la pubblicazione fa un viaggio a Firenze dove realizza che solo la realtà società di parlanti
possono essere il riferimento per la lingua che desidera e non i libri o le ricerche degli autori; ricerca l'uso del fiorentino vivo in
amici e conoscenti fiorentini. L'uso vivo fiorentino era l'unica via verso una unificazione linguistica, lingua intera e viva.
Edizione 1840: Tendenze correttorie: eliminazione lombardismi, introduzione di fiorentinismi vivi, abbassamento tono
letterario, uso di forme più correnti, eliminazione di doppioni. Stile più semplice orientato sui modi dell'oralità.
Dopo Manzoni gli scrittori continuarono a usare una lingua ibrida, con numerosi dialettismi per differenziare la voce dei
personaggi da quella del narratore, con toni toscani arcaizzanti. Per le poetiche del realismo e del vero narrativo la lingua
costituisce un problema in quanto la lingua viva effettivamente era quella dei dialetti, non l'italiano: la scelta è per una vera
finzione. riprodurre l'oralità