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LO SCRITTO

Per il messaggio scritto viene utilizzato il canale visivo, spesso supportato dal quello iconografico. Il

messaggio non viene fruito nella stessa situazione comunicativa nella quale viene prodotto, non è ancorato

al luogo e lo scrivente può non conoscere i suoi destinatari. I testi scritti possono inoltre essere corretti.

Nel lessico si riscontra un uso di termini precisi e tecnici a discapito di espressioni disfemistiche e gergali,

l’uso di per indicare il senso traslato di una parola e l’uso di

virgolette maiuscole in situazioni consone. Nella

morfologia si ha un uso canonico dei pronomi, dei modi e dei tempi verbali, una scelta delle congiunzioni

più ampia che nel parlato, ecc. Per quanto riguarda la sintassi è frequente un periodare ampio e complesso,

privo di dislocazioni, con soggetti sottintesi quando è possibile. La lingua scritta, in quanto codificata, si

modifica più lentamente, ma col tempo si è notato un cambiamento verso un periodare più semplice,

soprattutto nella prosa giornalistica.

IL PARLATO

Durante la comunicazione orale, emittente e ricevente si trovano nella stessa situazione comunicativa; i

messaggi orali si avvalgono sia del mezzo fonico-uditivo, sia di altri canali come visivo e tattile. I fatti

condivisi sono esperienze e conoscenze spesso comuni, per cui si possono omettere riferimenti precisi che

sono già noti, tanto che la conversazione può risultare incomprensibile per estranei.

Tra le caratteristiche testuali di un testo orale, quella più vistosa è la frammentarietà sintattica e

semantica: frasi brevi, incomplete e segnali discorsivi (cioè, ecco, insomma), formule di chiusura o di

richiesta (allora, vero?), particelle modali (appunto, praticamente) che conferiscono enfasi al discorso e

rivelano l’atteggiamento del parlante nei confronti del messaggio. Per quanto riguarda la sintassi, è

frequente l’uso di senza alcun legame sintattico, oltre all’uso del “che”

frasi coordinate o giustapposte

polivalente. Un'altra caratteristica fondamentale riguarda la distribuzione dei costituenti della frase,

organizzata in modo da mettere in rilievo la struttura informativa, per cui sono ricorrenti dislocazioni a

desta e sinistra, frasi scisse, il “c’è” presentativo e l’anacoluto. Per quanto riguarda la morfologia, differisce

l’uso semplificato di tempi e modi verbali,

dallo scritto per e la semplificazione del sistema di pronomi (lui,

è caratterizzato dall’uso di

lei, loro/gli, ecc.). Il lessico termini di significato generico (coso), diminutivi e

superlativo, esclamazioni e onomatopee.

IL PARLATO TRASMESSO

-Il cinema: nel primo dopoguerra attirava a sé il 48% della popolazione, di cui gran parte era popolazione

d’impronta teatrale; anche nei doppiaggi, negli anni

meno istruita. Nei primi tempi si esibì una lingua aulica,

50, si utilizzava una lingua più vicina allo scritto che all’orale. Nel secondo dopoguerra entrò nel cinema il

dialetto, per una maggiore adesione alla realtà, soprattutto il romanesco col neorealismo. Pian pano i

dialoghi e le sceneggiature si avvicinarono ad un italiano più simile al parlato reale, che si raggiunse con la

commedia all’italiana, in cui veniva utilizzato l’italiano nelle sue varietà regionali.

-La radio: nacque nel 1925 divenendo un strumento di propaganda fascista, rigoroso anche nella lingua: si

utilizzavano solo testi scritti e approvati, con una dizione molto curata. La radio contribuì alla diffusione

della lingua unitaria, ma si fece paladina della lotta ai dialetti e ai forestierismi. Le necessità comunicative

del nuovo mezzo hanno portato all’elaborazione di tipologie testuali inedite: era necessario un nuovo tipo di

testo, estremamente esplicito, per la diffusione delle informazioni giornalistiche via radio, caratterizzato da

un periodare breve, con un lessico ad alta frequenza che alternasse il dato e il nuovo, il tema e il rema.

Inizialmente si rispettava la pronuncia imposta dal regime, a modello romano, orientandosi

Con l’interazione e la diretta, poi,

progressivamente verso il modello della pronuncia colta settentrionale.

nelle radio vennero introdotte le varietà regionali o tipiche forme di registri bassi. all’uso della lingua anche

-La televisione: nata nel 1954, surclassò presto la radio e si dimostrò uno stimolo

negli ambienti più dialettofoni. Inizialmente si seguì il modello standard di lingua, e in particolare di

Con l’avvento delle TV private

pronuncia; le pronunce regionali erano utilizzate a scopo ludico. il parlato si

affermò via via sulle reti nazionali, fino ai telegiornali. I programmi sono caratterizzati da una grande varietà

tipologica, non esiste una “lingua della televisione”; all’interno della varietà dei programmi sono riflesse

quasi tutte le varietà dell’italiano.

LO SCRITTO TRASMESSO che risente delle caratteristiche dell’oralità

-Le e-mail: è una forma di comunicazione scritta, ma interattiva,

specifica dell’e-mail

in modo variabile, a seconda della funzione e del rapporto fra gli interlocutori. Sono

tipiche le forme di saluto formali e informali, l’uso di frasi brevi, l’uso di formule del linguaggio burocratico,

ma anche errori come l’omissione di maiuscole; in generale c’è una scarsa pianificazione testuale.

-La chat-line: è un dialogo interattivo in tempo reale, per cui è il testo scritto che più si avvicina ai prodotti

del parlato. Sono poco pianificate, costituite da frasi brevi, ricche si suoni e segnali discorsivi, con frequenti

cambi di codice fra italiano e dialetto a fini ludico-espressivi, nonché il ricorso a termini stranieri. Dal punto

di vista grafico abbondano i punti esclamativi o interrogativi, i puntini di sospensione e le emoticons.

-Gli sms: sono paragonabili alle chat per il modo in cui sono organizzati i testi e per gli artifici grafici. La

lingua viene definita “paragergale”, in quanto si ha chiarezza e condivisione di segni e si attinge per lo più

ai linguaggi giovanili. Sono caratterizzati da una scarsa attenzione al completamento o alla separazione di

parole, nonché al corretto utilizzo delle maiuscole, tutto in favore della velocità di composizione.

6 L’ITALIANO ATTRAVERSO I CONTESTI

La variazione diafasica è legata ai fattori della comunicazione quali il luogo, il ruolo degli interlocutori,

l’argomento, lo scopo, ecc.; le varietà legate al grado di formalità sono dette registri, mentre quelle legate

all’argomento Sull’asse della diafasia, ai due estremi,

sono dette sottocodici o lingue specialistiche.

solenni ed espressioni volgari; c’è una larga coincidenza fra registri formali e uso

abbiamo espressioni

scritto, e fra registri informali e oralità.

I registri formali sono caratterizzati da tratti poco marcati, accuratezza della pronuncia, pianificazione e

sintassi elaborata, ricchezza lessicale, forestierismi e termini tecnici; i registri informali presentano invece

tratti fonetici marcati, velocità di eloquio elevata, scarsa pianificazione e uso di termini generici. Il grado di

formalità del registro è condizionato anche dal rapporto fra gli interlocutori, per cui cambiano le scelte fra

le formule di saluto, i pronomi personali e la scelta degli allocutivi. Anche gli scopi di ordinare, chiedere e

dalle forme più dirette dell’informalità

informare sono raggiunti con scelte linguistiche differenti: si passa

(chiudi la finestra), a forme più attenuate della formalità (chiuderesti la finestra per favore?).

LE LINGUE SPECIALI

Le lingue speciali sono: lingue specialistiche quando prevedono un alto grado di specializzazione, e lingue

settoriali quando riguardano settori o ambiti di lavoro non specialistici. Le prime hanno un lessico che si

basa su una propria nomenclatura, con termini complessi relativi alla materia, mentre le altre attingono di

norma alla lingua comune; questo perché le prime hanno una circolazione limitata, mentre le seconde

necessitano di una maggiore comprensibilità.

LE LINGUE SPECIALISTICHE: e non può confondersi con l’uso di termini del

sono monosemici, poiché ogni parola ha un unico significato

linguaggio comune; in conseguenza, non esistono sinonimi. La denominazione di concetti avviene secondo

quattro procedimenti:

-si utilizzano parole straniere riprodotte nella lingua originaria o tradotte letteralmente

-si formano neologismi attraverso la prefissazione o la suffissazione

-si utilizzano termini già esistenti nella lingua comune, dando loro un significato diverso

-si formano sigle o acronomi

Dal punto di vista morfologico è presente un numero molto alto di nominalizzazioni e prevale lo stile

(assenza di verbi); l’uso del verbo ha un’importanza ridotta, i modi si riducono all’indicativo e al

nominale

congiuntivo, i tempi al presente e al futuro, la gamma delle persone verbali è ridotta alla prima persona

plurale e all’uso impersonale.

Strutture testuali:

I ragionamenti scientifici rispondono a tre caratteristiche fondamentali: chiarezza, assenza di

contraddizione e coerenza; per far ciò devono avere una struttura rigida e costante: introduzione, problema,

soluzione, conclusione. Non mancano gli schemi e i grafici, contemplati da note e bibliografie.

-La lingua della medicina ha un consistente strato lessicale greco e latino dovuto alle antiche origini della

medicina ed è scarsamente comprensibile dalle persone non colte; ultimamente ne sono entrati a far parte

anche termini del linguaggio inglese assunti nella forma originaria e non. Necessitando di una diffusione

internazionale, il linguaggio della medicina si orienta sempre più verso nomenclature internazionali.

-La lingua della medicina divulgativa perde molti dei tratti specialistici: nei giornali si utilizzano schemi

semplificati, i termini difficili sono spesso esplicitati e commentati, con similitudini e metafore.

-La lingua della burocrazia appare oscura e pomposa, per quanto essa voglia essere chiara e anonima: si ha

la preferenza di espressioni tecniche, neologismi, forme impersonali, forme nominali del verbo, e un

periodare lungo e complesso. Per ovviare a questo problema sono state fatte proposte per rendere chiaro e

trasparente il linguaggio amministrativo, in nome dell’uguaglianza fra i cittadini che dovevano entrare in

comunicazione con quegli enti che avevano a che fare con l’energia, l’acqua, il gas, ecc.

-La lingua dei politici risulta ambigua come quella burocratica, essendosi sviluppate parallelamente, ma

negli anni 90 ha avuto una svolta in seguito al rinnovamento della scena politica italiana. Lo scopo principale

volte all’emissione

era quello di comunicare: inizialmente s

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A.A. 2013-2014
24 pagine
25 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesac di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Tavoni Mirko.