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LINGUAGGIO MEDICINA

Il linguaggio medico, rispetto agli altri linguaggi settoriali, presenta delle caratteristiche peculiari che gli altri linguaggi settoriali non hanno. E tra queste caratteristiche, la prima è quella del ricchissimo fondo terminologico di cui si compone. (nel vocabolario d’uso, un lemma su 20 è di linguaggio medico) Si tratta di un fondo terminologico complesso perché è composto da gruppi di termini di varia derivazione. (origine greca: non solo termini, ma anche il giuramento di Ippocrate – origine araba – origine latina – termini moderni dati dal latino e greco – termini odierni riprese da lingue straniere come l’inglese tipo il bypass) Vi è anche la formazione di parole tramite i suffissi, e i principali sono: 1. -ite (generalmente indica un processo infiammatorio che coinvolge un organo specifico es. polmonite, meningite, …) 2. -oma (suffisso tipo dei tumori, ma non solo. es. ematoma, melanoma, ...)

…)3. - osi (indica una patologia non infiammatoria, ma degenerativa e funziona soprattutto come iperonimo di patologie con caratteristiche comuni, es. avitaminosi, …)

IPERONIMO: unità lessicale che ha un significato generico, che racchiude in sé varie categorie più specifiche → fiore tulipano è un iperonimo di

IPONIMO: unità lessicale di significato specifico, che insieme ad altri rientra in una categoria più generica iperonimo)( = cane mammifero → è un iponimo di

Inoltre il linguaggio medico in generale ha, rispetto agli altri linguaggi settoriali, una ricaduta forte sull’uso comune della lingua poiché rispetto ad altri settori, il tema della salute è un tema che riguarda tutti.

Le altre caratteristiche che riguardano il linguaggio medico sono:

  1. Uso di ACRONIMI --> servono a designare un oggetto in particolare andando a sintetizzare la definizione estesa. (es. Tac, AIDS)

Ma nella maggior parte dei casi,

sua comunicazione)

linguad’uso)sindrome conclamata→ (< evidente)

LINGUAGGIO BUROCRATICO

Il linguaggio burocratico risulta il più difficile da identificare con precisione rispetto agli altri perché con testo burocratico noi ci possiamo riferire a scritti di argomento molto diverso, come ad esempio sollecito di pagamento, oppure la lettera di un tribunale, o ancora una circolare interna di una scuola e così via.

Ciò che accumuna questi esempi sono le scelte linguistiche e non hanno in comune né l’argomento, né il destinatario, ecc. bureaux

Il termine burocrazia ha origine francese da “ ” che significa ufficio e circola dal 700 in poi. Già nel francese questo termine non sta ad indicare solo ufficio, ma comincia ad avere una connotazione dispregiativa perché con l’aggiunta del suffisso –crazia (potere) assume una connotazione negativa con riferimento al potere oppressivo dell’amministrazione.

D’altronde se

si sente nominare questo termine non l'associamo mai a qualcosa di spiacevole e anche l'espressione "linguaggio burocratico" lo associamo sempre a un modo di comunicare complesso e tortuoso. In realtà, in origine il lavoro amministrativo degli uffici è nato per semplificare e regolamentare le nostre attività, ma molto spesso arriva a compiere l'esatto contrario. E noi percepiamo una forte dissidenza verso tutto ciò che si connette alla burocrazia, anche in relazione all'uso della lingua. In effetti il linguaggio burocratico è il più artificioso dei linguaggi settoriali, e cioè quello che più si allontana dal nostro italiano medio. Questa artificiosità è dovuta essenzialmente da due fattori: dai contenuti e dal linguaggio che risultano distanti dalla nostra quotidianità. Questa sua lontananza si spiega per il fatto che il testo burocratico prevede un emittente o un destinatario.

Un testo burocratico contiene atti ufficiali e normativi e quindi il linguaggio viene selezionato perché si cerca di utilizzare dei termini lontani dal quotidiano e questo serve per mantenere alto il registro della comunicazione.

Distinzione tra linguaggio burocratico e linguaggio giuridico. Questa distinzione nasce dal fatto che il testo giuridico contiene materia legale in senso alto e specifico e sono quei testi normativi che hanno una ricaduta ampia a livello nazionale. I testi burocratici invece hanno una ricaduta locale e questo ha effetti evidenti anche nell'impiego della lingua, infatti coloro che hanno scritto le leggi del codice civile o della costituzione, sono stati dei giuristi che possedevano la lingua e sapevano selezionare le parole corrette per esprimere le leggi senza condurre ad alcun equivoco.

Tratti principali del linguaggio burocratico:

  1. Tecnicismi specifici (soprattutto nell'ambito del diritto)
  2. Tecnicismi collaterali
  3. Numerosissimi eufemismi

Tendenza all', cioè la sostituzione di un termine o di una espressione con un altro, per questioni di rispetto (no cieca, ma non vedente);

4. Ampio impiego di acronimi per ragione di sintesi;

5. Impiego dei verbi corradicali (non ordinare, ma impartire un ordine, e così via) per mantenere un registro alto;

6. Tendenza all'iperprecisione aggiungendo delle precisioni anche quando non è necessario: elementi anaforici → uso eccessivo di pronomi, che sono degli elementi della frase che rimandano a qualcosa che è stato già detto prima; elementi ridondanti → ampia presenza di parole superflue, ovvero l'aggiunta di un elemento del tutto inutile.

19FONETICA / FONOLOGIA

I suoni che noi emettiamo nell'uso della lingua sono articolati attraverso gli organi del nostro apparato fonatorio e cioè l'insieme degli organi che entrano in funzione nel produrre i suoni: polmoni, laringe, cavità nasale e cavità orale.

I suoni linguistici

sono studiate da due discipline diverse: FONETICA: si occupa di descrivere e di classificare i suoni prodotti da un punto di vista concreto, dall'apparato fonatorio umano nel senso che descrive i meccanismi fisiologici, acustici e percettivi che governano la produzione e la ricezione dei suoni emessi dagli organi vocali, che sono detti foni. da un punto di vista FONOLOGIA: studia i suoni prodotti dall'apparato fonatorio astratto e relazionale, fonemici o valuta in che modalità i suoni (fonemi) agiscono nella composizione delle parole di una determinata lingua. Esiste un alfabeto che riguarda i diversi suoni che si riscontrano nelle lingue chiamato ALFABETO FONETICO. Es. la M è considerata una lingua internazionale poiché è possibile trovarla in più lingue: inglese, italiano, francese, spagnolo,... Il suono di una lettera, che viene definito FONO, cambia in base all'individuo che lo produce e dal suo stato fisico e

psichico. All'interno di una singola lingua, alcuni foni hanno la capacità di determinare parole di significato diverso e fanno ciò alternandosi nella stessa posizione. Es. PALA : cala, mala, sala, ... Es. PALA : pela, pila, ... Il fonema è quindi un fono che in una determinata lingua ha la caratteristica di opporsi ad altri foni per distinguere parole diverse.

[m] FONO (poiché si tratta di un suono distintivo. [mare] che in generale viene impiegato in. [man] all'interno delle lingue) spa. [mar] fra. [mɑɑ̃ ˈʒe]

Se si valuta singolarmente il ruolo che M ha all'interno di questa parole, in questo caso si valuta come FONEMA. Ad esempio in ANGOLO e ANDARE la N ha un suono diverso, ma noi non ci facciamo caso perché a livello linguistico non importa. In Italiano, la scelta di quale N adoperare per questi due termini, non è libera, cioè non dipende dalla libera intenzione comunicativa, ma è condizionata dal contesto e

cioè dagli altri foni a cui si lega nel pronunciare la parola. QUINDI:

FONO: realizzazione concreta di qualsiasi suono prodotto dall'apparato fonatorio.

FONEMA: suono di una determinata lingua che contribuisce a determinare significati distinti → il fonema alternandosi negli stessi contesti fonetici (cioè nella stessa sequenza di suoni) distingue parole con diversi significati.

20 Categorie distintive dei Fonemi:

  1. Sordi / sonori
  2. Nasali / orali

I fonemi dell'Italiano si pronunciano attraverso l'aria che viene espirata. Dai bronchi l'aria passa nella laringe e arriva alle corde vocali. Tali corde vocali possono assumere varie posizioni: possono restare inerti oppure possono entrare in vibrazione.

fonema SORDO: Quando le corde vocali rimangono inerti, viene prodotto un suono sordo.

fonema SONORO: invece, quando entrano in vibrazione, producono un suono sonoro.

In Italiano tutte le vocali sono sonore, mentre riguardo le consonanti, alcune sono sonore e altre sorde.

Ad esempio: P: sordo

B: sonoroVi è anche una distinzione nel luogo di uscita dell'aria: se l'aria esce attraverso la bocca, si hanno fonemi ORALI, se invece l'aria esce anche attraverso il naso, si hanno fonemi NASALI. FONEMI NASALI: - m (nasale labiale) --> mare - n (nasale dentale) --> notorietà - ɲ (nasale palatale) --> gnoseologia Per articolare le VOCALI è fondamentale la lingua. Le consonanti si chiamano così perché per tradizione si ritiene che siano dei fonemi pronunciabili solo con l'appoggio di una vocale, al contrario delle vocali che invece si possono pronunciare da sole. In realtà è sbagliato perché nulla vieta di pronunciare la singola consonante senza l'appoggio di una vocale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Noemi.amari di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Felici Andrea.