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repertorio. GESTIRE LA COMPETENZA COMUNICATIVA
Secondo Berruto la gestione della competenza comunicativa si basa
sull'applicazione simultanea di 7 competenze diverse.
1. competenza linguistica: capacità di creare frasi ben formate.
2. Competenza paralinguistica: tutto ciò che concerne gli elementi di suono
estranei ai foni, come l'intonazione.
3. Competenza cinesica: ovvero i movimenti associati al parlare (ad
esempio, se muovo le mani mentre parlo ottengo più cooperazione).
4. Competenza prossemica: distanza e posizione assunta dagli interlocutori
(in Africa e in Nord Arabia gli uomini parlano molto vicini, anche per
sentire il fiato dell'altro, per scoprire se ha bevuto).
5. Competenza performativa: è il sapere ottenere ciò che si vuole tramite il
linguaggio. Il linguaggio non serve solo per per ottenere informazioni, ma
serve anche a modificare il mondo attorno a noi.
es. “Che buio che c'è” = “Qualcuno apra la tenda!”
6. competenza pragmatica: capacità di adeguare i messaggi alla situazione.
es. se devo consolare la mia amica che è stata lasciata dal fidanzato, non le
recito un'ode consolatoria.
Ma anche salutare un professore con un “Ciao” è fuori dalla situazione.
7. Competenza socio-culturale: capacità di muoversi e agire all'interno di
una determinata comunità (decidere se parlare o tacere, quando fare una
cosa o non farla, muoversi in maniera opportuna).
es. in Medio Oriente non si ottengono le cose se le si chiede direttamente.
FATTORI EXTRALINGUISTICI
Lungo quali assi varia la lingua ovvero quali sono i fattori extra linguistici
che costituiscono gli assi di variazione?
Ogni lingua e repertorio ne ha 4:
1. asse diafasico
2. asse diastratico
3. asse diatopico
4. asse diamesico VARIAZIONE DIAFASICA
Date situazioni comunicative diverse, si parla in maniera diversa.
es. Due persone che parlano faccia a faccia, che appartengono alla
stessa classe sociale, nate nella stessa zona, in certe condizioni parlano
in un modo, in altre condizioni in un altro.
Ma che cos'è la “situazione comunicativa”?
È l'insieme di circostanze concrete e astratte in cui avviene una
comunicazione linguistica.
Essa è determinata da:
1. dal contesto ambientale: luogo fisico e tempo cronologico in cui
avviene lo scambio → piano oggettivo
2. dalla scena: luogo e tempo dal punto di vista culturale e soggettivo
es. vado in una città ricca di chiese che visito con un amico. Ciò che dirò
o come lo dirò nelle chiese dipenderà dal fatto che io sia praticante o
meno (se parlo o no a bassa voce, ecc)
contesto: in chiesa
scena: sono praticante, sono in una chiesa → parlo a bassa voce
non sono praticante, sono in una chiesa → non parlo a bassa voce
3. dai partecipanti: essi influenzano le scelte linguistiche del parlante,
dell'emittente e del destinatario, anche se non partecipano
direttamente al dialogo.
Ma che cosa nei partecipanti influenza le diverse scelte?
− lo status di emittente e ricevente → posizione sociale
− quello che ci si aspetta che facciano emittente e ricevente, anche
in rapporti con lo status sociale → ruolo sociale
quello che si nota fra due persone che hanno status e ruolo diversi
è che se questi vogliono giungere ad un accordo (per esempio fra
avvocato e contadino) giungono ad un avvicinamento linguistico →
accomodamento linguistico.
Se invece non vogliono cooperare, allora marcheranno di più gli
item linguistici che li distinguono.
In una situazione transazionale c'è uno scambio di beni e/o conoscenze, in
una situazione personale questo non c'è.
Inoltre le situazioni possono essere formali o informali a seconda del grado
di confidenza dei parlanti.
Situazione formale Situazione informale
Situazione “Le dispiace se ci mettiamo “Mi puoi passare gli
transazionale subito d'accordo per il appunti di venerdì?”
pagamento?”
Situazione “Ha visto che brutto tempo “Ti sei divertito ieri sera?”
personale oggi?”
Come dimostra la tabella, le situazioni formali/informali e quelle
transazionali/personali possono essere indipendenti.
Le situazioni comunicative, per quanto diverse, presentano molte somiglianze e
quindi si possono riunire in domini.
Es. Farmacia.
Farmacia e compratore
Di cosa si parlerà? In generale di condizioni di salute
luogo? Dentro la farmacia
scene? Più o meno tutte uguali
molti particolari simili → è un dominio, più precisamente “dominio
situazione farmacia”
i domini sono molti → ad esempio, un dominio può essere l'”esame”.
VARIAZIONE DIASTRATICA
Coloro che appartengono a strati sociali diversi parlano in modo
diverso.
es. classi più alte → più vicine all'italiano standard
Il lessico cambia di strato in strato:
es. il contadino conoscerà più lessico riguardo alle sementi.
Ciò però non toglie che una persona di un certo strato esperta comunicatrice
non riesca a gestire varietà di altri strati (come l'insegnante).
Ma cosa sono gli strati?
Le società con una certa complessità economica sono stratificate.
Lo strato sociale è determinato dal reddito, è gerarchico ed è una
variabile sociale.
Le società hanno diverse variabili e fra queste anche i gruppi sociali (insieme
di persone che hanno convinzioni, scopi e intenti comuni indipendenti dalla
stratificazione sociale come i gruppi religiosi → i gruppi sono trasversali e
non dipendono dal reddito!).
Nella variazione diastratica dobbiamo tenere conto sia degli strati sia dei
gruppi sociali (all'interno dei quali si sviluppano certe peculiarità linguistiche)
e anche delle divisioni naturali (sessi ed età).
Peter Trudgill a Norwich (1974)
Intento → verificare se parlanti appartenenti a diverse classi sociali parlano un
inglese diverso.
Per fare questo:
− 50 informatori presi a caso dalle liste elettorali e 10 ragazzi in età scolare
− divisi in 5 classi sulla base di alcuni parametri (lavoro/reddito, luogo di
abitazione, lavoro del padre, istruzione)
− ottiene 5 strati sociali (classe media; classe medio-bassa; classe operaia
alta; classe operaia media; classe operaia bassa)
L'intervista
Trudgill è di Norwich, quindi il suo modo di parlare lo segnala come membro
della comunità linguistica del luogo, rendendo i parlanti a proprio agio.
Trudgill analizza il parlato in 4 situazioni:
1. facendo leggere una lista di parole
2. facendo leggere un testo
3. in un'intervista formale
4. nel parlato informale (chiedendo di raccontare un fatto divertente)
I risultati
La domanda è “C'è correlazione tra varianti e classi sociali?”
Per rispondere, Trudgill studia 16 variabili, fra queste la variabile [-ŋ] contro la
variabile [-n] per <-ng>.
Ecco le percentuali di realizzazione di [-ŋ]:
− le classi più alte realizzano più spesso la nasale velare [-ŋ] simile allo
standard (anche nel parlato informale → 70/100 mentre nelle classi
basse nel parlato non viene mai realizzata).
− Il decremento della pronuncia di [-ŋ] è meno significativo nei testi letti
che nel parlato scendendo da classi alte a classi più basse.
Qualche commento
la covarianza fra classe sociale e realizzazione di [-ŋ] pare esistere.
− le classi medie mostrano differenza fra formale e informale
− le classi operaie mostrano una sensibile differenza fra scritto e parlato
− quasi tutte le altre 15 variabili si comportano così
− la variazione dipende da
a) classe sociale
b) tipo di variabile
c) stile e tipo di produzione (formale vs informale → diafasica)
(scritto vs parlato → diamesica)
William Labov a Martha's Vineyard (1963)
Cosa si è studiato → la centralizzazione di [a] nel dittongo [au] con l'esito finale
[ǝu] (“ou” come i kooks) come now, house, how, ecc.
Si tratta di un'innovazione poiché nel 1941 manca di rilievo, quindi che
distribuzione ha? Variabile fonica in gioco
Labov distingue 4 gradi di centralizzazione (0;1;2;3) da [au] a [ǝu].
La popolazione è costituita da pescatori, falegnami, portoghesi immigrati,
alcuni rappresentanti della popolazione indigena (indiani d'America).
Essendo pochi i gruppi sociali ben definiti è facile studiare la variazione, mentre
l'altro parametro è l'età. Risultati quantitativi
Età dell'informatore Anno
65 1941
92 1963
87 1963
60 1963
52 1963
31 1963
La fascia di età 30-35 anni è la più sensibile alla centralizzazione,
inoltre il valore più alto si trova fra i pescatori, perché?
Perché Martha's Vineyard dopo la seconda guerra mondiale diventa un luogo
molto ambito durante la stagione estiva dai turisti newyorkesi, che sono soliti
dire [au]. Il loro arrivo viene visto positivamente dalla maggior parte della
popolazione (falegnami, commercianti, ecc) perché vedono incrementati i
propri guadagni, mentre i pescatori sono molto diffidenti verso i turisti e quindi
cercano di differenziarsi da loro, marcando la loro differenza tramite degli item
linguistici, fra cui [ǝu]. VARIAZIONE DIATOPICA
Osservando una lingua e le sue varietà ci si accorge che si trovano differenze
nel modo di parlare collegabili al luogo geografico in cui un parlante
passa la maggior parte della sua vita (magari per la fonetica un po'
diversa o per l'intonazione).
Sul piano dei dialetti la variazione è ancora più significativa, e infatti le
somiglianze sono minime, è per questo che in generale si prende come
riferimento l'italiano regionale o standard.
Es, due italiani che parlano due italiani regionali diversi si capiscono, ma
ci sono alcune differenze, anche lessicali:
pattumiera/rusco (Modena)/ rudo (Piacenza)
Un esempio di variazione diatopica lessicale
Gli italiani regionali: “marinare la scuola”
Lingua di riferimento: italiano
comunità: italiani parlanti italiano
Se prendiamo come riferimento le ragazze delle scuole superiori di varie
regioni, che sono gli individui che tendono più ad adeguarsi all'italiano
standard, noteremo che ci sono comunque delle variazioni, ad esempio nel
modo in cui dicono “marinare la scuola”.
Piemonte Fare schissa
Lombardia Bigiare; bruciare
Emilia Far manca
Romagna Far fughino
Toscano Far forca
Abruzzo Fare cuppo
Lecce Nargiare
Sardegna Far vela
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