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Riassunto esame Linguistica generale, prof. Vai, libro consigliato La Pianificazione Linguistica, Dell'Aquila, Iannà ccaro Pag. 1
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LA PIANIFICAZIONE LINGUISTICA

Attività prettamente linguistica di studio e intervento sulle realtà sociali plurilingui.

Disciplina strettamente legata alla sociolinguistica. Iniziative pratiche di tutela e

promozione linguistica. Necessita di specializzazioni diverse, storiche, sociologico,

legislative, economiche; ma rimane un lavoro da linguista (solo nell’acquisition

planning si può passare a una minore specializzazione).

Dialetti italiani non dell’italiano ma del latino. Differenze sul piano sociale e

funzionale, non linguistico: posizione politica, status, riconoscimento sociale e

nazionale, effettive condizioni d’uso e considerazione dei parlanti.

Comunità linguistica 4 tipologie di definizione: persone che usano la stessa lingua,

persone che hanno interazione regolare e frequente per mezzo di un insieme

condiviso di segni, percezione del parlante di farne parte, non esistono, sono

oggetti del pensiero.

Repertorio linguistico: insieme delle risorse linguistiche, delle varietà e dei codici

posseduti dal parlante.

Diglossia: due codici distinti in varietà alta e bassa e distinzione rigidamente

codificata

Dilalia: alta in formali e informali, bassa solo informali.

Bilinguismo: due lingue senza distinzione sociofunzionale.

Funzioni del linguaggio: simboliche (lingua come simbolo di identità) e

comunicative (pratiche).

Lingua tetto può essere omogenetica o eterogenetica.

Gradi e livelli diversi di intervento sulle lingue: language revival (farla parlare),

language revitalisation (aumentare status e funzioni), language renewal

(promuovere l’apprendimento).

Distinzione in status planning e corpus planning. Procedimenti che intervengono

sui normali rapporti fra lingua e società accellerandoli o ritardandoli secondo i cicli

naturali, conduzione delle situazioni linguistiche in vivo o in vitro (approcci a volte

conflittuali).

LINGUA E STATO

Prima dell’800 il fattore di coesione era la religione, non ci si poneva il problema di

omologare la lingua, società plurilingue, implicita negazione di un problema

linguistico, condizione di multilinguismo societario naturale.

Rivoluzione francese: crollo di questo sistema ideologico, confessione come fatto

personale e non sociale, bisogno di nuovi collanti per le nazioni: lingua. Scuola

diventa istituzione centrale, anche servizio militare utile. Lingue altre vengono

combattute, poi ammorbidimento. Inghilterra caso premoderno, Svizzera caso

medio, Francia caso moderno, Grecia e Turchia caso estremo.

Stato socialista particolare: lingua futura del proletariato dovrà essere unica, ma

nel frattempo bisogna rivalutare le etnie presenti e minare le appartenenze

nazionali. Attenzione solo strumentale.

Dopo la caduta del Muro monolinguismo tendenzialmente assoluto, legislazioni a

tutela ci sono ma in un contesto centralista. Si va verso la globalizzazione, i mezzi

di comunicazione sviluppano la lingua nazionale e si tende a immaginarsi in un

contesto non solo overregionale ma anche overnazionale.

Ci sono iniziative Europee volte a valorizzare le differenze linguistiche del

continente. In Italia si è firmata la convenzione Europea per le lingue minoritarie e

regionali del 2000. La Repubblica tutela le minoranze quasi solo nominalmente

(rimane impronta nazionalista). Quasi gerarchia in cui le minoranze anche etniche

sono superiori a quelle solo linguistiche. Legislatore delega le questioni di corpus

planning alle comunità stesse.

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Publisher
A.A. 2012-2013
3 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher m.castel di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Vai Massimo.