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E’
di dislocazione si ha in presenza di un soggetto postverbale o postposto, come ad esempio:
arrivato MARCO. Questo fenomeno è stato indagato soltanto recentemente in maniera ancora
limitata. Un primo lavoro in tal senso è stato svolto su un corpus di parlato toscano, a Pisa e a
Siena, relativo a enunciati interrogativi. In entrambe le varietà toscane analizzate, i profili intonativi
legati al soggetto postverbale sono essenzialmente due: un profilo maggioritario che copia
l'andamento della domanda precedente ed è per questo motivo definito "parassitico" e un secondo
profilo che presenta un andamento discendente-piatto. La distribuzione di questi contorni non
avviene in modo casuale, ma è strettamente correlata alla struttura informativa dell'enunciato: in
particolare, se il soggetto postverbale è inteso come informazione data, in questo caso il suo
andamento sarà monotono; se invece l'interrogazione coinvolge sia il verbo che il soggetto, in
questo caso il costituente postposto presenterà un contorno di domanda. Una seconda ricerca,
sempre in quest'ambito, ha invece adottato un corpus di parlato spontaneo romano. Il fenomeno in
questione è stato in questo caso distinto in due sottotipi: la costruzione verbale con soggetto legato
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(ad esempio, Fra poco arriva MARCO) e la costruzione verbale con soggetto slegato (Capisce
tutto ‘STO BAMBINO). Nel primo caso, verbo e soggetto sono sempre adiacenti, mentre nel
secondo sono entrambi separati. Anche sul piano prosodico vi sono differenze tra i due casi:
mentre il contorno del soggetto legato si inserisce in modo globale e continuo nell'andamento del
verbo, il soggetto slegato, invece, è sempre separato dal verbo, inoltre il suo andamento melodico
è piatto e privo di prominenza.
4.6 Gli studi autosegmentali
La trascrizione ToBI
In Italia, i primi studi autosegmentali hanno fatto la loro comparsa nel 1990 con la ricerca svolta da
Avesani sulla declinazione intonativa. Egli, peraltro è stato anche il primo ad aver tentato una
codifica prosodica dell'italiano attraverso il sistema ToBI, nel 1995. A partire da questo momento,
lo studio relativo alla trascrizione ToBI dell'italiano è continuata senza interruzioni fino al 2005,
quando sono state postulate le norme di etichettatura prosodica attraverso l'osservazione empirica
di quattro varietà di italiano, ovvero l'italiano di Firenze, Napoli, Bari e Palermo. La codifica italiana
del sistema ToBI non è però stata ancora ultimata, in quanto si basa su un numero molto limitato di
varietà geografiche. Nella versione italiana del sistema ToBi sono stati individuati 5 livelli di
disgiuntura tonale:
- assenza di disgiuntura tra due elementi lessicali;
- presenza di disgiuntura ritmica o tonale;
- disgiuntura presente al confine di sintagma intermedio;
- disgiuntura presente al confine di sintagma intonativo.
Sul piano o tonale, si individuano due costituenti prosodici: il sintagma intermedio e il sintagma
intonativo. L'accento di sintagma può essere alto (H-) o basso (L-) ed è presente soprattutto negli
enunciati contenenti un elemento lessicale dislocato, ad esempio nelle domande coda. I toni di
confine contemplati nell'inventario del sistema ToBI applicato l'italiano sono invece:
- L%: tono di confine basso, tipico degli enunciati assertivi, imperativi, esclamativi e delle
domande aperte;
- H%: tono di confine alto, frequente nel contorno terminale dell'interrogativa sì/no in diverse
varietà di italiano regionale;
- %H: tono di confine alto che caratterizza il contorno iniziale delle frasi esclamative
nell'italiano fiorentino.
I diacritici previsti sono invece:
- !, Indica la presenza di downstep;
- ( ), segnala toni che hanno subito un troncamento tonale e che quindi non sono realizzati
foneticamente;
- n, accompagna la trascrizione dell'accento intonativo nucleare e serve a evidenziarne la
posizione all'interno dell'unità tonale.
L'interrogazione interrogativa
La domanda sì/no
La domanda sì/no è la tipologia modale più indagata negli studi prosodici di carattere
autosegmentale. Nell'italiano settentrionale, in particolare, l'intonazione della domanda polare è
generalmente di tipo discendente-ascendente, mentre l'accento nucleare è discendente. Nel
parlato torinese, invece, il contorno intonativo è caratterizzato da un andamento di tipo
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discendente-ascendente-discendente. Nell'italiano toscano la domanda polare non presenta un
unico profilo omogeneo: infatti, nella varietà di Firenze il tono nucleare che si riscontra più
frequentemente è di tipo discendente o che presenta un valore massimo locale di f . Nel senese
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prevale, sia nel parlato letto che in quello spontaneo, un pitch accent nucleare discendente,
seguito dai toni demarcativi L-H%. Nell'italiano di Lucca, invece, il tono nucleare è caratterizzato
da un movimento di tipo ascendente, mentre nel pisano il contorno interrogativo è caratterizzato da
un accento nucleare discendente e da toni limitrofi classificati come H-L%. Per quanto riguarda il
parlato di Roma, l'intonazione della domanda polare è di tipo discendente-ascendente. Il maggior
numero di ricerche in quest'ambito è stato invece compiuto sulla frase interrogativa dell’italiano
meridionale. Nelle varietà linguistiche meridionali a prevalere è soprattutto l'accento nucleare
ascendente e la riduzione di un contorno finale discendente. In particolare, a Bari a Cosenza il
bersaglio alto (H) è allineato con la sillaba tonica (L+H*), mentre a Napoli e a Palermo con la
sillaba post-tonica (L*+H). A Catanzaro, invece, l'accento nucleare della domanda sì/no è di tipo
discendente, inoltre entrambi i bersagli tonali si realizzano all'interno dei confini della sillaba
accentata.
La domanda wh-
L'intonazione della domanda aperta è stata indagata in misura minore. Nella maggior parte delle
aree geografiche italiane analizzate, questo tipo di domanda è caratterizzata da un andamento
terminale discendente. Vi sono comunque alcune eccezioni, come ad esempio l'italiano di Roma e
di Milano, dove l'andamento della domanda tende ad essere ascendente. Il più delle volte l'accento
nucleare non è associato all'elemento interrogativo. Quest'ultimo, inoltre, in diversi casi, non risulta
affatto prominente né sul piano ritmico né su quello prosodico. I fattori che influenzano il grado di
prominenza dell'elemento interrogativo sono essenzialmente due: la lunghezza dell'enunciato e il
tipo di elemento interrogativo. Nelle domande brevi, l'elemento interrogativo è solitamente forte a
livello melodico ed è sede dell'unico accento intonativo presente. Nelle domande lunghe, invece, si
hanno più Pitch accents, uno dei quali è generalmente collocato sull'ultima parola della domanda.
Perché l’hai
In questo caso l'elemento interrogativo può essere sia prominente, come nell’esempio
comprato?, sia deaccentato, come nella frase Quando l'hai comprato questo vestito?. Alcuni
elementi interrogativi, come ad esempio i monosillabi chi e che e gli avverbi dove e come, in
particolare, risultano il più delle volte privi di accento. Al contrario, l'elemento interrogativo perché
ha sempre accento intonativo. L'elemento interrogativo, inoltre, ricorre sempre all'inizio della frase
ed è sempre seguito da una forma verbale flessa e poi, eventualmente, dal soggetto della
domanda. Tra il morfema interrogativo e il verbo vi è inoltre una particolare relazione sintattica,
mentre a livello intonativo la prominenza tonale è assegnata ad uno solo dei due elementi.
Un'eccezione è rappresentata invece dall’avverbio perchè che, oltre ad avere uno statuto
prosodico forte, si comporta diversamente anche sul piano sintattico: infatti, al contrario degli altri
elementi interrogativi, perché ammette l'inserimento del soggetto anche prima del verbo (ad
esempio, Perché Maria sta piangendo?).
L'intonazione assertiva: focus ampio e focus ristretto
L'intonazione dell'enunciato assertivo in italiano è prevalentemente di tipo discendente. L'accento
nucleare, invece, varia a seconda della portata del focus presente nell'enunciato (ampio o
ristretto), ma anche da certe influenze diatopiche. In particolare, negli enunciati con focus ampio,
l'accento nucleare è piuttosto stabile: a Napoli, Bari e a Palermo, così come a Firenze, Siena e
Lucca, la focalizzazione ampia è resa attraverso il tono discendente. A Roma, invece, l'andamento
dell'enunciato assertivo presenta una sequenza ricorsiva di toni alti e un tono nucleare basso. Per
quanto riguarda invece gli enunciati assertivi con focus ristretto, in questo caso lo scenario è molto
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più variegato. Firenze, Palermo e Bari presentano lo stesso contorno discendente riscontrato
nell'enunciato con focus ampio. Anche a Pisa si segnala lo stesso andamento tonale, però con un
diverso allineamento; infine le varietà di Napoli è caratterizzata da un andamento ascendente. Per
quanto riguarda il focus contrastivo, questo è reso a Firenze tramite un bersaglio alto distribuito
sulle sillabe pretonica e tonica, oppure mediante un profilo ascendente che parte da un livello
basso per raggiungere il picco sulla sillaba nucleare. Nell'italiano di Siena, invece, il contorno
melodico delle frasi che presentano un focus contrastivo iniziale è formato da un accento
intonativo posto in corrispondenza della parola contrastata, seguito da un andamento basso e
monotono che si estende fino a quando non ricorre un secondo accento posto sull'ultima parola
dell'enunciato.
L'intonazione imperativa
L'intonazione degli enunciati imperativi è stata anch’essa poco indagata in italiano. Per quanto
riguarda l'area geografica toscana, nell'italiano parlato a Firenze, l'intonazione imperativa presenta
un tono nucleare alto e toni di confine bassi. A Lucca, invece, l'intonazione imperativa è
caratterizzata da un andamento pressoché piatto e quindi da toni di confine sistematicamente
bassi. Lo stesso movimento nucleare si ritrova anche a Pisa nelle frasi contenenti un'istruzione. La
tipologia dei toni di confine, invece, dipende dal grado di completezza dell'enunciato: in particolare,
si hanno toni di confine bassi quando il sintagma intonativo è concluso e alti quando invece è
incompleto. Nel napoletano, gli enunciati contenenti un'istruzione presentano invece un movimento
discendente e toni di confine sistematicamente bassi.
Alcuni problemi
L'ad