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TRE DIVERSI TIPI DI ‘CODE-MIXING’ IN LETTERATURA:

INTRASENTENTIAL-SWITCHING (COMMUTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA FRASE) frasi con

mescolanza interna, dove si combinano elementi di due lingue diverse.

INTRASENTENTIAL-SWITCHING (COMMUTAZIONE TRA FRASI) combinazioni di frasi o periodi in

lingue diverse.

TAG-SWITCHINGintroduzione di espressioni complete e autonome all’interno di una frase in lingua

diversa (es. ‘balanced bilingual’).

La situazione linguistica italiana è storicamente interessata dal bilinguismo, prima tra italiano e

dialetto, poi tra italiano e varietà di minoranza. più varietà in uno stesso parlante riflettono differenze

nele relazioni e status sociale.

Inoltre, se un interlocutore non è caratterizzato da bilinguismo, la mutua comprensibilità delle varietà

parlate dagli interlocutori può spingerlo ad adottare una commutazione all’interno della

fraseACCOMODATION THEORY (Giles).

“..se il mittente in una situazione a due desidera ottenere l’approvazione sociale del ricevente allora

può adattare il suo accento in direzione di quello dell’altra persona, cioè riduce le dissimilarità di

pronuncia – convergenza di accento. D’altra parte, se il mittente desidera dissociarsi dal ricevente ,

allora possono esserci tendenze opposte al ricevente, cioè enfatizzare le dissimilarità – divergenza di

accento.”

Convergenzaridurre la tensione

Interlinguevarietà secondarie/d’apprendimentocomunicazione tra lingue madri diverse

Gli immigrati adulti sviluppano una conoscenza dell’italiano in maniera spontanea tramite l’interazione

con in nativi e nei contesti di scolarizzazione. Secondariamente, l’apprendimento della lingua diventa

una forte motivazione per una maggiore integrazione socio-culturale.

Banfi individua alcuni tratti comuni delle varietà di apprendimento, come l’uso casuale degli ausiliari

‘essere’ e ‘avere’ nelle forme composte. Un contesto di varietà di apprendimento è la scuola, dove

indipendentemente dalla vicinanza con la lingua bersaglio, le varietà saranno l’espressione delle

potenzialità del sistema che costituisce la nostra facoltà di linguaggio.

Un approccio tradizionale spesso implicito è che l’apprendimento linguistico si basi spesso

sull’imitazione e consista nell’accumulo di abitudini linguistiche tramite la ripetizione.

Bilinguismomeccanismi generali dell’uso dei sistemi linguistici e dei loro sottoinsiemi. Ecco perché due

sistemi si possono alternare nella stessa frase ed ecco spiegate le differenze nell’estensione del

lessico. Infatti vi possono essere ‘monolingui’ con un lessico molto più esteso rispetto a parlanti

bi/plurilingui.

MacSwan crea un modello che associa gli enunciati mistilingui a un lessico che comprende le voci

lessicali di due o più linguele forme lessicali ibride devono essere identificate con prestiti già presenti

nei due lessici del parlante bilingue. Nel modello di MacSwan la formazione di enunciati mistilingui ha

origine da un lessico di due o più lingue. Il parlante seleziona l’insieme degli elementi che vengono

inseriti nella frase; la struttura generata è sottoposta ai componenti interpretativi di forma fonetica (PF)

e forma logica (LF).

In letteratura è ben attestata la commutazione interna di parola, come nel caso delle forme miste (es.

francese/bantu). L’analisi di queste formazioni è molto controversa. Ci troviamo così davanti a tante

facce di uno stesso fenomeno di conoscenza di più sistemi linguistici. Un caso interessante è il

contatto tra le varietà italo-albanesi (arberesh) e il dialetto calabrese. i parlanti della comunità

calabrese di Vena di Maida sono plurilingui, padroneggiando l’arberesh. Questa com0petenza è

dovuta ai fenomeni di mescolanza e convergenza. Addirittura la varietà calabrese locale presenta

alcune caratteristiche strutturali che riproducono la sintassi albanese.

Bilinguismosi manifesta anche in fenomeni di convergenza che determinano un’organizzazione

grammaticale, morfosintattica e fonologica, parallele in lingue in contatto.

In conclusione la mescolanza linguistica si manifesta in maniera complessa. Il bilinguismo e le varietà

secondarie rappresentano i fenomeni più evidenti e collegabili alle variabili extralinguistiche e alle

differenze di status. Nella fase di acquisizione il parlante accede solo parzialmente all’informazione

strutturata nella lingua a cui è esposto, ed applica una soluzione diversa anche se comunque prevista

dalla Grammatica Universaleil lessico di acquisizione e di L1 sono differenti, nei termini di variazione

linguistica.

Le differenze linguistiche si producono forse perché la variazione è correlata a fenomeni che riflettono

le basi cognitive del linguaggio, come l’acquisizione, i disturbi e i meccanismi della computazione

morfosintattica e lessicale. Ad esempio, nell’inglese parlato a Belfast, si può accordare un soggetto

plurale con un verbo dotato di desinenza ‘s’ di 3ps :

“these cars go/goes very fast” – queste macchine vanno/va molto veloce

Al contrario, questo tipo di accordo è escluso se il soggetto è lessicalizzato dai pronomi personali:

“the students was late” – gli studenti era in ritardo

Le stesse restrizioni di Belfast valgono per il toscano antico. Si sostiene si una particolare sintassi

piuttosto che un fenomeno di livello di uso.

La variazione corrisponde alla maniera in cui le lingue realizzano le proprietà fissate dalla facoltà di

linguaggio, che definisce il dominio delle grammatiche possibili. La variazione non è arbitraria ma

riflette i limiti imposti dalla nostra facoltà di linguaggio, dal sistema concettuale e fonologico.

Mancato accordo tra soggetto di 3pp e verbodisturbi del linguaggioNON è spiegabile come un deficit

cognitivo (i bambini con DSL non presentano disturbi di udito o disartrie e hanno normali capacità

cognitive) Gopnik e Crago individuano le caratteristiche di produzioni verbali di DSL come il risultatoo

di una grammatica mancante dei tratti nominali, numero, genere, animatezza, persona e numerabilità,

alla base delle relazioni di accordoil deficit linguistico è attribuito alla facoltà di linguaggio.

6.LETTURA E SCRITTURA

Scrivere/Leggereruolo fondamentale nella società moderna su cui si concentra il periodo scolare del

bambino. capacità mente/cervello di abbinare segni scritti con significati tramite il

linguaggioconoscenza linguistica del parlante, conoscenza fonologica, morfosintattica e lessicale

(grammatica mentale o lingua interna).

Lettura/Scritturaregole di corrispondenza tra proprietà fonologiche e i segni scrittirisultato di un

insegnamento ad hoc che mette in gioco le capacità generali di apprendimento del bambinoprodotto di

evoluzione culturale dell’uomo.

Ecco perchè la scrittura e la lettura compaiono nella storia molto dopo il linguaggioabilità secondarie

ed esterne non connesse con un particolare livello di lingua: si può scrivere-leggere una varietà non

standard, un dialetto, una lingua morta o non parlata.

Letturaprocesso che porta dal segno scritto all’identificazione delle parole e alla comprensione del

significato del testo.

Il modello di Sartori comporta due vie fondamentali: la via visiva-lessicale e quella fonologica. La

prima si attiva quando il lettore riconosce una parola sulla base della percezione dei segni grafici e

accede al significato. Il riconoscimento della parola rende possibile accedere alle proprietà

fonologiche dell’elemento lessicale, attivare i meccanismi articolatori appropriati per la produzione

effettiva (lettura d alta voce) dei suoni associati alla parola stessa.

Il punto di arrivo della lettura è la comprensione del significato di un testo. il bambino arriva a

padroneggiare le corrispondenze tra linguaggio orale e scritto attraverso successivi passaggi che

comprendono anche l’età prescolare.

Nel caso di bambini inseriti in ambienti sociali alfabetizzati, l’apprendimento di segni scritti e parole

comincia in età prescolare. Già a 3 anni i bambini possono usare segni di carattere lineare e arbitrario

rispetto all’oggetto a cui si riferiscono. il bambino identifica la scrittura come un modo di rappresentare

le parole.

Negli stadi successivi il bambino applica il ‘principio della quantità minima’ che richiede un certo

numero di segni; e quello della ‘variazione interna’ di segni diversi tra loro all’interno elle configurazioni

scritte.

Il bambino può quindi rappresentare oggetti grandi con sequenze più lunghe e nell’ultimo periodo

(fonetico) individua la relazione che lega la scrittura alle proprietà fonologiche delle parole.

Il punto di arrivo del processo di apprendimento è il riconoscimento della corrispondenza tra segni e

segmenti fonetici (fase alfabetica).

Harris e Coltheart individuano 4 fasi nell’apprendimento della lettura.

1) VOCABOLARIO VISIVO (4-5 anni): il bambino può arrivare a leggere anche spontaneamente

un insieme ristretto di parole utilizzando la procedura diretta.

2) DISCRIMINAZIONE ENTRO LA RETE: il bambino, davanti a una parola scritta cerca di farvi

corrispondere una delle sequenze che sa già identificare.

3) RICODIFICAZIONE FONOLOGICA: il bambino stabilisce le corrispondenze tra suoni e lettere

4) FASE ORTOGRAFICA (6-10 anni): il bambino passa all’interpretazione sillabica e morfologica

della parola.

DSAdisturbo specifico dell’apprendimento che colpisce fino al 3-4% dei bambini in età evolutiva.

I disturbi relativi alla lettura (dislessia) e alla scrittura (disortografia) possono essere trattati in

termini di ritardo dell’apprendimento? come nei DSL anche i DSA appaiono in soggetti che non

hanno patologie di tipo neurologico.

Il modello di Sartori permette di caratterizzare i diversi tipi di dislessia:

DISLESSIA SUPERFICIALE: disturbo della via visiva-lessicale

DISLESSIA FONOLOGICA: lettura difficoltosa di sequenze di lettere prive di significato

DISLESSIA PROFONDA: compromette entrambe le vie, per cui il bambino avrà difficoltà a leggere

sia le parole regolari sia quelle irregolari e arriverà a vari errori detti ‘paralessie’.

Scrittura/Letturaaccessorie rispetto alla conoscenza linguistica del bambinonon c’è una relazione

tra lingua e scritturala lingua posseduta da un parlante è indifferente al mezzo utilizzato per

rappresentarla.

Infatti gli elementi lessicali di una lingua possono essere rappresentati in vari modi: logogrammi o

ideogrammi (corrispondono a una parola), fonogrammi (corrispondono a singole unità

Dettagli
A.A. 2014-2015
17 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice.g.grassi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Savoia Leonardo.