Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 31
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 1 Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica generale, prof. Gatti, libro consigliato Storia della linguistica generale Pag. 31
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SIGNIFICANTE

Il significante, essendo di natura uditiva, si svolge soltanto nel tempo e ha i

caratteri che trae dal tempo: rappresenta un’estensione che è misurabile in

una dimensione, è una linea.

In opposizione ai significati visivi (es. segnaletica stradale, segnali marittimi)

che possono offrire complicazioni simultanee su più dimensioni, i significanti

acustici non dispongono che della linea del tempo: i loro elementi si presentano

l’uno dopo l’altro e formano una catena.

Gli elementi che costituiscono il significante seguono una precisa successione

spazio-temporale e non possono essere simultanei.

CAP. 3 LA SCUOLA DI PRAGA

Praga nel periodo tra le due guerre svolse per più ragioni un ruolo culturale di

rilievo: essa era un punto di collegamento tra la cultura slava e la cultura

europea occidentale, oltre che un centro intellettuale molto attivo.

Praga fu sede provvista, fra le due guerre, di molti esuli russi, arricchendosi

grazie al loro contributo.

Al tempo stesso la città ha proprio nella sua tradizione culturale una particolare

attenzione ai problemi linguistici.

La tesi di fondo dei linguisti praghesi è che nei fatti umani e nella lingua in

particolare l’aspetto fondamentale è l’intenzione, la destinazione. Il perno della

concezione linguistica praghese diventò il Wozu, cioè la domanda intorno al

fine. Per questo si parla della scuola di Praga come una scuola funzionalista,

scuola fondata a Praga da Brentano: l’attività psichica umana ha come motore

la sua finalità, destinazione.

Il termine funzione va inteso nel contesto praghese come “essere in funzione

di…”, ossia come finalità: ci si chiede perciò a che cosa serva un determinato

fatto, verso quale fine esso sia destinato.

Praga è ancora legata alle ricerche di Comenius, interessanti dal punto di vista

sintattico e lessicale, in quanto ha sottolineato l’esistenza di strutture

linguistiche comuni.

Il circolo di Praga fu fondato nel 1926 da Vilém Mathesius, un linguista

praghese che aveva imboccato la strada della sincronia.

Intorno a lui si erano riuniti altri esponenti boemi come Havranek, Mukarovsky,

Trnka, Vachek, ma anche molti studiosi di origine russa come Jakobson,

Trubeckoj e Karcevskij e occidentale come Bühler, Martinet, Tesnière, Vendryes,

Benveniste.

Un contributo fondamentale è stato in particolare quello russo che ha accostato

la lingua considerandola come un tutto strutturato; il formalismo russo che si

sviluppò tra il ’17 e il ’30 aveva inoltre focalizzato la sua attenzione sulla

funzione letteraria e poetica della lingua.

Anche questo elemento confluirà nella scuola di Praga.

Jakobson, ad esempio, fu uno dei fondatori dell’OPOJAZ, ovvero la società per

l’analisi della lingua poetica.

Un altro elemento importante della componente orientale è la nozione di

fonema.

Anche la componente occidentale è piuttosto importante ed è rappresentata da

studiosi come Bühler, Martinet, Tesnière, Vendryes, Benveniste: il loro

contributo sta soprattutto nella dottrina di Saussure.

Queste tre componenti, quella praghese, quella russa e quella occidentale,

saranno sintetizzate, anzitutto nell’opera di Trubeckoj.

Le posizioni della scuola di Praga furono illustrate nelle Tesi pragmatiche che

comparvero nel primo volume dei “Travaux du Cercle Linguistique de

Prague” nel 1929, manifesto collettivo del movimento.

La lingua, in quanto prodotto dell’attività umana, deve essere analizzata in

rapporto alla sua funzione che è di espressione o di comunicazione. Essa è

definita come un sistema di mezzi d’espressione appropriati ad uno scopo.

La prospettiva fondamentale è quella sincronica, ma l’evoluzione non può

essere trascurata: la stessa sincronia è coinvolta nell’evoluzione, poiché una

sezione considerata sincronicamente presenta residui dello stadio in

distruzione e anticipazioni dello stadio futuro.

Non va posta quindi una barriera invalicabile fra metodo sincronico e

diacronico. Bisogna tuttavia passare dallo studio dell’evoluzione delle forme

isolate allo studio dell’evoluzione dei sistemi.

Per quanto riguarda l’analisi del suono si sottolinea innanzitutto la preminenza

funzionale dell’aspetto acustico su quello articolatorio: le immagini acustiche

soggettive, cioè le rappresentazioni, possono essere considerate elementi di un

sistema linguistico “soltanto quando esse svolgono in questo sistema una

funzione di differenziazione dei significati”, ovvero quando si può parlare di

fonemi.

Ogni lingua ha un proprio sistema di denominazione mediante il quale essa

articola tutta la realtà “sia essa esterna o interna, reale o astratta, in elementi

che possono essere colti linguisticamente”. Fondamento della denominazione è

la parola, necessariamente presente in tutte le lingue anche se diversamente

strutturata.

Le parole possono essere divise in categorie (sostantivo, verbo, ecc.)

caratterizzate a loro volta da categorie specifiche (genere, animato, numero

per i sostantivi; aspetto, tempo per il verbo, ecc.).

I praghesi non concepiscono la lingua come astrattamente unitaria. In base alla

diversità delle funzioni svolte, essi distinguono più linguaggi appartenenti alla

stessa lingua: essi distinguono tra linguaggio interiore e linguaggio manifesto.

Il linguaggio orientato socialmente ha una funzione comunicativa o una

funzione poetica a seconda che sia diretto verso la realtà o il segno stesso.

TRUBECKOJ

Prendiamo ora in considerazione la teoria fonologica di Trubeckoj:

inizialmente egli era convinto che la natura psichica del fonema comportasse

necessariamente l’introspezione come strumento fondamentale di indagine

linguistica (riprende la definizione di Boudouin, secondo la quale noi

conosciamo i fonemi attraverso una semplice introspezione).

L’esperienza gli dimostrò però che le cose non stavano così. La struttura

linguistica non può essere oggetto di introspezione: si tratta di un fatto

psichico, ma non tutto ciò che è nella coscienza, nella psiche, può essere

oggetto di osservazione diretta mediante introspezione.

Trubeckoj arriva quindi alla conclusione che esistono in effetti delle dimensioni

della psiche, e la lingua è una di queste, che non si lasciano indagare

direttamente: noi possiamo solo formulare su di esse delle ipotesi più o meno

felici.

Si dovrà perciò distinguere tra una conoscenza di cui noi siamo

immediatamente consapevoli e una conoscenza che certo noi non possediamo,

ma di cui abbiamo consapevolezza. Ci sono dunque cose che noi non sappiamo

di sapere.

La riflessione filosofica, del resto, fin dall’antichità ha mostrato come alcuni

principi siano connaturati, siano coessenziali al nostro discorso e al nostro

pensiero; ricordiamo per esempio il principio di non contraddizione, un principio

che Aristotele considerava come “implicitamente” affermato.

La conoscenza della struttura linguistica passa quindi attraverso i consueti

procedimenti delle scienze empirico-deduttive e solo attraverso l’esperimento,

noi possiamo ricostruire la struttura linguistica.

Il fondamento indispensabile di questo esperimento che si pone come il primo

passo nella determinazione di una metodologia nella linguistica è il seguente:

la verifica della pertinenza mediante la prova di commutazione.

Questa prova è stata ideata da Trubeckoj che tiene innanzitutto conto degli

insegnamenti di Saussure: nella lingua contano soltanto le differenze, ossia non

gli aspetti positivi, ma il differenziarsi, il contrapporsi di questi aspetti.

Trubeckoj parte dalle opposizioni foniche: esse sono semplicemente le svariate

differenze dei suoni che intervengono nei testi dei parlanti. Ma entro le

opposizioni foniche andranno individuate e inventariate come costitutive della

struttura linguistica soltanto certe di queste opposizioni, che sono dette

fonologiche.

Tali opposizioni non possono essere ridotte a semplici differenze foniche, ma

intervengono nel meccanismo della lingua svolgendo una funzione distintiva o

diacritica: per stabilire se un suono è pertinente, se ha cioè rilevanza, se serve

effettivamente nella comunicazione, esso permette di differenziare i significati,

è importante la prova di commutazione, con la quale si vuole quindi verificare,

date coppie oppositive di suoni, se la presenza di questa differenza fonica

comporti una differenza anche sul piano dei valori intellettuali, cioè dei

contenuti.

Definiamo quindi il fonema come l’estremo di un’opposizione fonologica.

I foni possono essere caratterizzati in base alla modalità in cui vengono

articolati, pronunciati.

Ad esempio:

il fono “P”: esso è occlusivo (viene articolato attraverso una iniziale

- chiusura delle labbra, a cui segue un’apertura), bilabiale e sordo (non

vibrano le corde vocali quando viene articolato il fono);

il fono “B”: esso è occlusivo, bilabiale e sonoro (vibrano le corde vocali).

-

Per verificare se questi due foni sono anche fonemi, mettiamo in pratica la

prova di commutazione: si costruiscono coppie minime, cioè due parole

all’interno delle quale due foni vengono sostituiti l’uno all’altro, ad esempio

sostituendo nella stessa parola “P” o “B” (esempio: “Pere” e “Bere”).

“P” e “B” svolgono una funzione distintiva o diacritica a livello di significati,

in quanto permette la differenziazione dei significati stessi: “P” e “B” sono

quindi fonemi.

Si distinguono due tipi di opposizione fonologica:

privativa: questo tipo di opposizione fonologica si manifesta quando uno

- dei due fonemi considerati è privo di un tratto distintivo presente

nell’altro, tratto che viene definito priznak, Merkmal.

Per esempio nel fono “B” c’è sonorità, tratto di cui è privo invece il

fonema “P”. Se prendiamo invece i foni “T” e “D”, il fono “D” è

caratterizzato da sonorità, caratteristica che invece il fono “T” non ha.

Il fonema che si caratterizza per la presenza di un tratto è detto

marcato, l’altro è detto non marcato;

graduale: questo tipo di opposizione fonologica si manifesta quando lo

- stesso tratto distintivo si presenta in tutti e due i fonemi, ma con gradi

diversi. Per esempio se prendiamo le parole “Venti” (plurale “Vento”) e

“Venti” (numero), entrambe le parole hanno in sé il tratto distintivo &

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
31 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher glibertino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gatti Maria Cristina.