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RASK
Nell'800 ci si concentrò sullo studio delle lingue indoeuropee. I primi
comparatisti analizzarono il confronto fra la morfologia flessiva e
derivativa del sanscrito e quella delle lingue indoeuropee. Tre tra gli
studiosi più noti di scienza linguistica nel primo ‘800 sono Rask,
Grimm e Bopp fondatori della linguistica storica scientifica.
Il termine grammatica comparata fu coniato da Schlegel che riprese in
un suo libro le conclusioni di Sir William e affermando che le lingue
indoeuropee derivavano dal sanscrito e, con questo, da una lingua
progenitrice. SCHLEGEL nel 1808 pubblicò un trattato in cui mise in
rilievo l'importanza di studiare le strutture interne ossia la morfologia
delle lingue perché sono queste che permettono di cogliere l'affinità
genetica tra le lingue.
RASK avviò confronti sistematici fra le forme delle parole combinando
un suono di una lingua con quello di un'altra ed essendo il primo a
mettere ordine nelle parentele.
La vera e propria comparazione sistematica delle lingue iniziò nel
1816 con Franz Bopp. Successivamente Jakob Grimm formulò una
legge,legge di Grimm, che descriveva la natura dei mutamenti che
dividono il dominio germanico in dialetti differenti.
BOPP era interessato ad una descrizione comparata delle lingue che lo
interessavano e scorse nelle flessioni il risultato di un remoto processo
di affissazione di parole ausiliarie anticamente separate [ricorda molto
Tooke in questo).
Dunque in quel periodo l'uso della comparazione diventa una guida e
si concepisce il mutamento come un deterioramento della primitiva
integrità della lingua.
LA DEUTSCHE GRAMMATIK E LA LEGGE DI GRIMM
Legge di Grimm: “Se due lingue hanno tra le forme delle parole
indispensabili una concordanza tale che si possono scoprire regole sui
mutamenti di lettere che permettono di passare dall'una all'altra,
allora fra quelle lingue vi è una fondamentale parentela”. Queste
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corrispondenze erano già state illustrati da Rask mentre la legge di
Grimm comparve solo nella seconda edizione della sua "Deutsche
Grammatik". Tra i sistemi di corrispondenze foniche nell’ambito
dell’indoeuropeo quello di Grimm è certo il più noto: si confrontano
classi di consonanti tra lingue germaniche e lingue indoeuropee.
Questi risultati furono poi integrati da altre leggi. Sebbene la
terminologia di Rask e Grimm non era precisa, la loro opera fu
importante perché si capì che nel percorso delle lingue un suono
poteva essere sostituito un altro. Grimm scorgeva nella rotazione
consonantica, cioè nel cambiamento di suoni una precoce
affermazione di indipendenza da parte dei popoli germanici. Grimm
subì l’influenza dei romantici.
IL METODO BIOLOGICO DI SCHLEICHER
Schleicher, un botanico, sulla scorta delle teorie naturaliste, scrisse
opere di linguistica storica e applicò un modello biologico alla lingua
paragonandola ad un organismo vivente, cioè che nasce, cresce e
muore. Egli cercò di comprendere la natura e le forme di una lingua
indogermanica originaria anche per comprendere i rapporti genetici
che la collegavano alle sue discendenti note.Nella seconda metà
dell’800 elaborò il modello dell’albero genealogico, che si basava sui
rapporti tra la lingua originaria (indoeuropeo) e le lingue da questa
derivate. Il modello dell’albero genealogico raffigura questi rapporti di
parentela come successive diramazioni da un ceppo iniziale
(l’indoeuropeo appunto).Il modello supponeva l’esistenza di lingue
intermedie, le protolingue, ossia lingue non documentate, per arrivare
infine a lingue attestate. Le maggiori critiche vennero dai dialettologi
e dai geolinguisti. Schmidt fece notare con la teoria delle onde
come i cambiamenti si diffondono da un centro ed hanno una intensità
decrescente come accade per le onde in superficie quando vi si getta
un sasso. Con questa teoria si nota che, comparando lingue
imparentate, la differenza linguistica è tanto maggiore quanto è la loro
distanza Le innovazioni di lingua possono essere il frutto della
filiazione genealogica ma anche di scambi sul territorio. Lingue vicine
si influenzano. In Schleicher l'evoluzione per la sopravvivenza citata
da Darwin sostituisce l'evoluzione perfezionista pensata da Humboldt
secondo cui le lingue sono sempre alla ricerca di perfezione e in
evoluzione, e ciò è più reale. Schleicher guardò molto alla biologia e
parlò di nascita, lotta e morte di una lingua a prescindere dal parlante.
Schleicher considerò i tre tipi di lingua individuati da von Humbolt, 9
isolante, agglutinante e flessiva, come rappresentanti di stadi storici
nello sviluppo delle lingue sino alla loro massima organizzazione.
I NEOGRAMMATICI (OSTOFF E BRUGMANN) 1878 – visione
scientifica
La più importante controversia linguistica della fine dell’800 è quella
della dottrina dei neogrammatici. I neogrammatici erano alla ricerca di
uno stato primordiale (originale) della lingua, una lingua non ancora
corrotta e quindi pura. Pensavano si dovessero studiare le lingue e
non i dialetti, poiché pensavano che le lingue erano incanalate in un
contesto storico, mentre i dialetti erano corrotti e impoveriti, perché
senza canalizzazione (incanalamento) storica si aveva corruzione e
quindi perdita di purezza. La posizione generale dei neogrammatici
era che il cambiamento linguistico, in quanto il linguaggio è un’attività
umana, doveva essere soggetto a studio sistematico. Per poter
rendere conto dello sviluppo delle lingue, formularono 2 principi che,
secondo loro, contribuivano al processo storico dell’evoluzione della
lingua: il cambiamento fonetico (che affermavano fosse
“assolutamente regolare”; cioè che il cambiamento delle parole e la
direzione in cui il suono cambia è la stessa per tutti i componenti di
una stessa comunità linguistica) e l’analogia (opera a livello
morfologico e sintattico e tende a ristabilire l’ordine nella lingua. Alla
base del modello neogrammatico c’è dunque un processo fisiologico
considerato come ‘regola’ (LEGGE FONETICA) a cui se ne contrappone
uno psicologico (ANALOGIA). Questi erano organicisti (organicismo:
corrente di pensiero che nella seconda metà dell'800 fondò su basi
biologiche la
teoria sociologica, concependo la società come un organismo vivente).
Con la GEOGRAFIA LINGUISTICA fu messo in crisi il concetto di LEGGE
FONETICA. La G.L. studia l’estensione nello spazio e la distribuzione
geografica dei fenomeni linguistici. Essi, come Schleicher, cercarono di
fondare il loro lavoro all'interno delle scienze naturali. Presero però
come modello non la biologia ma le scienze fisiche e i dati di fatto con
una tale attenzione per il particolare che finirono per tralasciare
quanto scoperto dai linguisti precedenti. La teoria dei neogrammatici
esposta nel 1878 afferma che “tutti i mutamenti di suono, in quanto
processi meccanici, avvengono in uno stesso dialetto ed entro un dato
periodo di tempo secondo leggi che non ammettono eccezioni, e lo
stesso suono nello stesso ambiente si svilupperà sempre nello stesso
modo”. Ma creazioni e modifiche di parole specifiche sono una 10
componente universale del mutamento linguistico in tutti periodi della
storia. Furono Osthoff e Brugmann che dichiararono questo e se, come
dice Leskien, si ammettono deviazioni casuali della lingua, senza
alcun nesso, l'oggetto di indagine non è accessibile all'analisi
scientifica. Verner invece affermava che doveva esserci addirittura
una regola per l'irregolarità nella rotazione consonantica nel
germanico. Moltissimi dei famosi linguisti del ‘900 si formarono sulle
teorie dei neogrammatici.
Osthoff scrisse di leggi sui suoni che agiscono per “cieca necessità” in
modo indipendente dalla volontà dell’individuo, ma va detto che
secondo lui la lingua non era un'entità sopraindividuale con una
crescita e una vita propria (rif. Humboldt e Schleicher) ma aveva la
sua esistenza negli individui e i mutamenti linguistici erano mutamenti
nelle abitudini linguistiche degli individui.
LA DIALETTOLOGIA E GLI STUDI SU WORTE UND SACHEN
I neogrammatici studiarono molto la fonetica, ponendo l’accento
sull’uniformità fonetica, e la dialettologia perché i dialetti
rappresentavano l'ultimo stadio nella differenziazione della famiglia
indoeuropea. Tentare di limitare le modificazioni dialettali in
determinate aree e in determinati periodi è praticamente impossibile
a causa dei continui cambiamenti. L'esame minuzioso delle differenze
tra i dialetti, l’indagine sulla storia e la distribuzione geografica di voci
relative alla cultura materiale “parole e cose”, portarono alla luce
considerazioni connesse all'indagine etimologica. Solitamente
l'evoluzione fonetica di una parola può essere descritta secondo leggi
fonetiche ma a volte per spiegare una parola si deve far riferimento a
circostanze particolari ed errori individuali possono essere conservati
e propagati nelle generazioni successive. Nasce con Gilliéron
l’ideazione di un Atlante Linguistico che rappresentava su carta
geografica le risposte dei vari parlanti di varie località francesi. Questo
atlante consentiva di tracciare delle linee di confine chiamate
isoglosse. Lo studio dei dialetti si servì molto di questo strumento in
quanto permetteva di avere un quadro sincronico di un certo
fenomeno linguistico anche su un territorio vasto. Così si osservò che i
mutamenti di suono non interessavano porzioni stabili di territorio, ma
estensioni variabili, perciò i geolinguisti rifiutarono il concetto di legge
fonetica che stabiliva confini ben precisi, affermando che non
esistevano confini dialettali ma soltanto passaggi graduali da una
varietà ad un’altra. 11
LA LINGUISTICA IDEALISTA: VOSSLER E CROCE
Un gruppo di linguisti di scuola idealista, affermò l'importanza del
singolo parlante nella diffusione di mutamenti linguistici. Vossler era il
capo di quel gruppo mise in rilievo l'aspetto individuale della capacità
linguistica: ogni mutamento linguistico ha inizio con innovazioni nella
parlata abituale dell'individuo che poi si diffondono. Certi individui, per
la loro posizione sociale, sono in una posizione migliore per dare inizio
ai mutamenti. Tale opinione non sarebbe in contrasto con i
neogrammatici se non fosse che gli idealisti vollero sottolineare la
funzione cosciente che ha l’individuo nel processo piuttosto che la
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