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Lingue Indo-Europee e Lingue Ugro-Finniche

Nel nostro Continente sono rappresentate due grandi famiglie linguistiche: la indo-europea e la ugro-finnica.

Le principali lingue della famiglia indo-europea sono articolate in diversi gruppi, che qui consideriamo brevemente. La nostra attenzione è rivolta ai gruppi di lingue parlate in Europa. Gli altri gruppi - di grande rilievo per la linguistica diacronica indo-europea - sono da noi soltanto citati.

Le lingue indo-iraniche

Cominciamo con il gruppo indo-iranico, che annovera:

  1. le lingue indo-europee dell'India: fra queste, di più antica attestazione è la lingua dei libri Veda, che risale al secondo millennio a. C. Nel IV secolo a. C. visse il grammatico Panini, che offrì una compiuta descrizione grammaticale del sanscrito (da sam-skrta, "elaborato"), lo stadio più maturo della lingua letteraria dell'India antica. Fra le lingue indo-europee

Maggiori parlate nell'India di oggi ci limitiamo a ricordare l'hindi, che è lingua ufficiale, e il bengali;

2) le lingue iraniche: la più anticamente attestata è la lingua degli Avesta, il libro sacro dei discepoli di Zarathustra (VI-V sec. a. C.). Fra quelle oggi parlate ricordiamo il persiano, lingua ufficiale dell'Iran, il curdo, il tagiko (parlato in Tagikistan, un'ex-repubblica dell'Urss), il pashto (che insieme al persiano è lingua ufficiale dell'Afghanistan) e l'osseto (parlato nella caucasica regione dell'Ossezia, oggi divisa in una provincia georgiana e in una repubblica autonoma della Russia);

9 Un panorama aggiornato è offerto dalla silloge di contributi, curata da Emanuele Banfi, La formazione dell'Europa linguistica. Le lingue d'Europa tra la fine del I e del II millennio, La Nuova Italia, Firenze 1993.

63) nel gruppo indoiranico sono annoverate anche le diverse parlate degli zingari,

che costituiscono dunque le lingue indo-iraniche d'Europa. L'armenoUn gruppo a parte è rappresentato dall'armeno, la lingua dell'odierna repubblica caucasica con capitale Erevan. L'armeno è attestato a partire dal V secolo d.C., con le traduzioni dei testi sacri della Cristianità. Fino alla prima guerra mondiale, la lingua armena era molto diffusa anche nella Turchia ottomana, ma negli anni fra il 1916 e il 1918 fu perpetrato un genocidio da parte dei nazionalisti turchi: morirono circa un milione e mezzo di armeni. Da allora, gli armeni di Turchia sopravvissuti al genocidio vivono sparsi per l'Europa occidentale - soprattutto in Francia; molti vivono anche in Italia - e per le Americhe. Peraltro, antiche isole linguistiche armene sono tuttora vive nel Medio Oriente (importanti, dal punto di vista religioso e culturale, quelle della Siria e dello Stato di Israele). Il tocarioUn gruppo isolato era costituito dal tocario, una lingua morta che

Viene divisasolitamente in due dialetti, chiamati A (tocario dell'est) e B (tocario dell'ovest). Sonoattestati in manoscritti di testi buddisti che risalgono alla seconda metà del primomillennio e provengono dal Turfan (Turkestan cinese).

Le lingue anatoliche

Il gruppo di più antica attestazione - ma del tutto estinto - è quello anatolico, con l'ittita (i cui resti sono del secondo millennio a.C.) e il luvio. Altre lingue anatomichesono il licio, il lidio e il cario, che sono attestate dal primo millennio a. C.

Il greco

Per la storia culturale della Cristianità d'Oriente e d'Occidente e, di conseguenza, di tuttala cultura europea moderna, sono fondamentali gli idiomi del gruppo greco, soprattutto idialetti ionico, attico, dorico, eolico. L'attico costituì la base della "lingua comune"(koiné diálektos) diffusasi con l'impero di Alessandro il Grande (IV a.C.). Nel nostro10 Sulla storia linguistica

Per ulteriori informazioni sulle comunità zingare e sulla parentela delle loro lingue con lo hindi e il sanscrito, si veda G. Manzelli, Un caso a sé: le parlate degli Zingari (le lingue indoiraniche d'Europa), in La formazione dell'Europa linguistica, cit., pp. 339-349.

Nel VII secolo, accanto al dimotikí, che è l'attuale lingua ufficiale scritta e parlata, il greco ha anche una varietà di lingua "alta", chiamata katharévusa (la lingua "pura"), che è solo scritta e mantiene caratteristiche arcaizzanti: ha avuto una funzione rilevante nel secolo scorso, con il rinascimento culturale e il sorgere dello Stato nazionale greco, ma viene oggi utilizzata soltanto in ambito ecclesiastico e militare e nei tribunali.

A sé stante è anche l'albanese, che forse è riconducibile a un gruppo chiamato illirico, anticamente rappresentato da altre parlate, fra le quali viene annoverato il messapico, di cui si hanno numerose testimonianze.

attestazioni frammentarie nei territori della Puglia meridionale. L'albanese è diviso abitualmente nelle varianti del ghego (al nord dell'Albania) e deltosco (nell'Albania meridionale). Insediamenti albanesi si trovano in Sicilia e nell'Italia meridionale, e anche in Grecia. Ma la più forte comunità albanese fuori d'Albania vive nel Kosovo, che fa parte del territorio dello Stato serbo: nel Kosovo il 90% circa della popolazione parla albanese come prima lingua.

Le lingue dell'Italia antica. Il latino e le lingue romanze

Il gruppo italico comprendeva anticamente numerosi idiomi attestati sul territorio della nostra Penisola: anzitutto i diversi dialetti latini, dai quali si sviluppa la lingua letteraria e attestazioni frammentarie di altre di Roma; vi sono poi le varietà dell'osco-umbro lingue. Dal latino dei primi secoli prima e dopo Cristo, parlato nei diversi territori dell'Impero romano, è sorto il gruppo delle

Lingue romanze. Con il termine Romania si intende il vasto territorio linguistico delle parlate romanze. La si distingue tradizionalmente in Orientale e Occidentale. La Romania Orientale comprendeva le parlate latine della penisola balcanica e i dialetti a sud della linea "Roma-Ancona" (a nord della linea "La Spezia-Rimini" si collocano invece i dialetti gallo-italici).

Per accostare l'osco-umbro e le attestazioni frammentarie di lingue non indoeuropee della Penisola si può cominciare da V. Pisani, Le lingue dell'Italia antica oltre il latino, Rosenberg & Sellier, Torino 1964 (seconda edizione).

Una posizione di raccordo fra Romania Orientale e Occidentale occupava la serie di dialetti dalmatici, che erano parlati sulle coste di Dalmazia e nelle isole vicine, da Veglia a nord fino alle Bocche di Cattaro a sud. Per ultimo si estinse il dialetto vegliota: l'ultimo parlante, Antonio Udina Burbur, di Veglia, morì nel 1898. Ma fra

Questi dialetti spicca per importanza un idioma utilizzato ancora nei secc. XV-XVI: ildalmato-raguseo, lingua ufficiale della Repubblica di Ragusa, gloriosa città-stato nell'orbita venezianache fra il Quattrocento e il Seicento sviluppò un'importante letteratura plurilingue (in latino, croato,veneziano e raguseo) e conservò l'indipendenza fino all'inizio dell'Ottocento.

dialetti romanzi occidentali; vi è poi un'area mediana, con il territorio linguisticotoscano soprattutto). Le lingue ufficiali oggi impiegate sono il rumeno, lingua ufficiale13 . Il moldàvo, lingua ufficiale dell'omonima repubblica già sovietica, vadella Romanìaconsiderato a tutti gli effetti una variante del romeno letterario. La sua autonomia dalromeno - proclamata dal potere sovietico nel secondo dopoguerra - aveva motivipolitici: il governo sovietico doveva attribuire una peculiarità linguistica e culturale allaMoldavia,

allora appena sottratta al Regno di Romania, alleato della sconfitta Germania. La Romània Occidentale comprende le seguenti lingue: il francese, il catalano, lo spagnolo, il gallego, il portoghese, l'italiano e il ladino o retoromanzo. In Europa, il francese è parlato anche in Vallonia ed è lingua ufficiale della Federazione dei belgi. È parlato anche nei cantoni svizzeri di Neuchâtel, Ginevra, Vaud, Giura, Vallese (per metà tedesco) e costituisce la seconda lingua della Confederazione elvetica. Fuori d'Europa, il francese è lingua ufficiale di molti Stati africani, ex-domini coloniali di Parigi, e del Québec, Stato canadese. L'influsso culturale e linguistico francese è oggi ancora molto forte nell'Europa centrale ex-sovietica, soprattutto in Polonia e Romania. Ricordiamo che il francese è stato la lingua veicolare diplomatica e amministrativa per tutto il XIX secolo e fino alla prima guerra mondiale fu la lingua franca della diplomazia internazionale.lingua dell'aristocrazia europea, soprattutto di quella russa. Nel Cantone svizzero dei Grigioni si parla il romancio, che è l'insieme dei dialetti occidentali del ladino; i dialetti centrali, parlati nelle valli Badia, Gardena, Fassa, Marebbe, nel Livinallongo e nell'Ampezzano, sono separati dal romancio da un cuneo tedescofono (nella valle dell'Adige e in val Venosta, dove fino al XVII secolo sussistevano parlate ladine), mentre un cuneo dialettale alto-italiano (nella valle del Piave) li separa dal ladino orientale, o friulano. Lo spagnolo, oltre che nella Penisola iberica, è parlato nell'America latina, ma le varianti americane si allontanano dallo spagnolo castigliano all'incirca come l'inglese d'America è distante dal "british english". Il gallego è riconosciuto come lingua amministrativa nella Galizia, la regione spagnola a nord del Portogallo. In Catalogna, nelle Baleari e nel territorio di Valencia, il

catalano è lingua ufficiale insieme allo spagnolo castigliano. Il portoghese, oltre che nell'originaria terra lusitana, è lingua ufficiale dello Stato del Brasile, ma anche in questo caso vi sono molte differenze con la lingua parlata in Portogallo. Il portoghese è parlato ancora in Angola e in Mozambico, che fino agli anni settanta furono colonie di Lisbona.

Il gruppo baltico13 Nei secoli passati, popolazioni romene si stanziarono in Istria, nelle regioni oggi greche del Meglen, a nord di Salonicco, e del Pindo. Esse tuttavia smisero nel tempo i rispettivi idiomi romeni originari, che vengono chiamati dai glottologi istroromeno, meglenoromeno e aromeno.9

Le lingue baltiche sono oggi continuate dal lituano e dal lettone, lingue ufficiali dei rispettivi Stati. Fino al XVII secolo, nella regione che nel Seicento prese a chiamarsi Prussia orientale - ossia il territorio di Königsberg (oggi Kaliningrad, in Russia) e di Allenstein (oggi Olsztyn, in Polonia) - si

parlava il prussiano, che i glottologi chiamano "prussiano antico". Ci res
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

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