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LINGUISTICA GENERALE
Rispetto ad altre discipline, la linguistica generale è una disciplina estremamente giovane: la sua "data di nascita", per così dire, si fa coincidere con la pubblicazione del "Cours de Linguistique Générale" di Ferdinand de Saussure, nel 1916. Per questo, la linguistica sta ancora cercando di sviluppare un proprio paradigma teorico univoco, in cui tutti coloro che studiano linguistica possano riconoscersi. Il lavoro che va sotto il nome di Saussure, in realtà, altro non è che l'insieme degli appunti per i corsi che lui teneva, pubblicati postumi a cura di due suoi allievi, Charles Bally e Albert Sechehaye; di fatto la natura di un testo non pensato per la pubblicazione, non come un manuale o un prodotto finito, è evidente leggendo il testo stesso, nel quale vi sono ripensamenti, messe a punto, correzioni e contraddizioni rispetto a quanto detto in precedenza. D'altronde si tratta di una
disciplina che si stava ancora delineando e che doveva ancora fissare il proprio ambito di studio e le proprie metodologie. Ovviamente lo studio delle lingue era già stato avviato prima del 1916 (ex. nel I secolo a.C. Marco Terenzio Varrone scrive il trattato "De lingua latina"): tuttavia, coloro che avevano studiato le lingue fino ad allora non erano interessati alle lingue in sé, al loro funzionamento, ai meccanismi che regolano il funzionamento della facoltà del linguaggio, quanto invece, in un'ottica molto più normativa, a stabilire quale fosse la lingua corretta, cosa si dovesse dire e cosa no, quale fosse il modello di lingua letteraria, in che modo si dovesse scrivere, come dovessero parlare dei buoni oratori, etc... È solo in tempi più recenti che l'interesse si focalizza sulle lingue di per sé, circa un centinaio di anni prima di Saussure. Alla fine del '700, sir William Jones aveva diffuso in Europa
la Grammatica Comparata delle Lingue Indo-Europee di Franz Bopp. Questo testo segna l'inizio degli studi scientifici sulle lingue e sulla loro origine comune. Grazie a queste ricerche, si è potuto ricostruire l'indoeuropeo, una lingua che si stima sia stata parlata circa 6000 anni fa. Da questa lingua madre si sarebbero poi sviluppate le diverse lingue indoeuropee che conosciamo oggi, come l'italiano, l'inglese, il tedesco, il francese, il russo e molte altre. La scoperta dell'indoeuropeo ha avuto un enorme impatto sulla linguistica e ha permesso di comprendere meglio l'evoluzione delle lingue nel corso della storia umana.La linguistica si occupa dello studio del linguaggio umano. In particolare, la linguistica storica si concentra sull'evoluzione delle lingue nel corso del tempo. Un importante campo di studio è la linguistica indoeuropea, che si basa sul metodo comparativo.
Il metodo comparativo, utilizzato dagli indoeuropeisti nel XIX secolo e ancora oggi dalla linguistica storica indoeuropea, consiste nel confrontare le lingue figlie (come il sanscrito, il greco, il latino e il germanico) al fine di ricostruire la forma originaria della lingua madre.
Questo approccio permette di analizzare i fenomeni linguistici in sé, anziché concentrarsi solo sulla storia di singoli termini. Lo studio delle lingue in questa prospettiva diacronica cerca di ricostruire le varie fasi e forme linguistiche nel corso del tempo.
Un importante contributo a questa disciplina è stato dato da Franz Bopp, che ha analizzato il sistema di coniugazione della lingua sanscrita confrontandolo con le lingue greca, latina e germanica.
La linguistica storica indoeuropea, basandosi sul metodo comparativo, ha permesso di approfondire la comprensione dell'evoluzione delle lingue e delle relazioni tra di esse nel corso della storia umana.
Di stampo indoeuropeista), e dunque con la nascita della linguistica generale, fa il suo ingresso nello studio delle lingue una prospettiva sincronica: l'interesse è rivolto a capire quale sia il sistema delle regole in base al quale una lingua funziona, a prescindere dalla sua storia.
Nei tentativi di Saussure di dare vita a una disciplina che prima non esisteva e di circoscriverla, deve innanzitutto definire quale sia il campo di studio della linguistica generale: "la materia della linguistica è costituita anzitutto dalla totalità delle manifestazioni del linguaggio umano, popoli selvaggi e nazioni civili, epoche arcaiche, classiche e di decadenza, tenendo conto per ciascun periodo non solo del linguaggio corretto e della buona lingua, ma dell'espressione di ogni forma." Si prendono dunque le distanze dagli aspetti normativi; Saussure mette inoltre in evidenza una rinuncia all'eurocentrismo nello studio delle lingue (infatti le lingue che
sistudiavano erano le lingue europee nazionali e le lingue classiche) e una maggiore apertura nei confronti di lingue, tradizioni letterarie e culturali che non hanno molti elementi in comune tra loro. Saussure getta le basi per un confronto interlinguistico più ampio e presenta dei tratti che ancora oggi caratterizzano la linguistica, cioè l'essere una disciplina non normativa e il trattamento di ciascuna lingua come un codice linguistico che di per sé non è meno perfetto di altri, funzionale, funzionante, completo e che è in grado di trasmettere tutto ciò che deve comunicare (a prescindere da fattori extralinguistici, come il fatto che abbia una letteratura o meno, che sia usata in contesti "alti" e ufficiali, etc). Saussure si dedica poi alla definizione degli obiettivi della linguistica. Compito della linguistica sarà fare la descrizione e la storia di tutte le lingue che potrà raggiungere, ciò che comporta.<p>Fare la storia delle famiglie di lingue e ricostruire nella misura del possibile le lingue madri di ciascuna famiglia. Nonostante la linguistica saussuriana sia sostanzialmente una linguistica di tipo sincronico, Saussure stesso, forse per la sua formazione basata sullalinguistica storica, in realtà sin da subito dà importanza alla storia delle lingue. È vero che in teoria è possibile tracciare una netta distinzione tra fenomeni diacronici (ciò che ha a che fare con la storia della lingua) e fenomeni sincronici (cioè la descrizione del funzionamento della lingua); all’atto pratico, tuttavia, separare così nettamente sincronia e diacronia è meno semplice di quanto si possa pensare: questo perché la sincronia di una lingua (le sue regole grammaticali, il suo lessico, etc) è il prodotto della diacronia, della storia della lingua stessa. Esempio: regola sincronica = in italiano gli avverbi si formano dalla forma</p>femminile dell'aggettivo corrispondente, a cui va aggiunto il suffisso -mente: giusto -> giustamente, sicuro -> sicuramente. La spiegazione della regola va ricercata nell'asse diacronico: in latino un epitaffio recitava "secura mente", cioè "con animo sicuro, tranquillo". "mente" era l'ablativo di mens, mentis, e "secura" concordava con mente, che è femminile: questa espressione si è poi cristallizzata e i due elementi hanno finito per fondersi in un'unica parola. Dunque, è evidente che accantonare una delle due dimensioni, sincronia e diacronia, comporterebbe una perdita: per questo Saussure non oblitera mai la storia delle lingue. Secondo compito della linguistica è "cercare le forze che, in modo permanente e universale, sono in gioco in tutte le lingue ed estrarre le leggi generali a cui possono ricondursi tutti i particolari fenomeni della storia". Trovare affinità.Strutturali e stessi fenomeni in lingue traloro anche molto distanti, non appartenenti alla stessa famiglia, usate da comunità di parlantidiverse tra loro, vuol dire che effettivamente questi fenomeni sono meccanismi che in modopermanente e universale sono in gioco in tutte le lingue. La linguistica è quindi alla ricerca deicosiddetti universali linguistici, cioè regole di carattere estremamente generale, che al di làdelle variazioni delle singole lingue, si riscontrano però in tutte le lingue del mondo e quindiriflettono dei cicli funzionali e cognitivi generali del linguaggio e della mente umana. Le stradeper giungere a questi universali linguistici possono essere molto diverse: pensiamo per esempioa Chomsky da un lato e a Greenberg dall’altro. Chomsky è considerato il padre fondatore dellalinguistica generativa: egli postula l’esistenza di una grammatica universale, comune a tutti gliesseri umani, innata, biologicamente determinata.
Secondo Chomsky, la mente umana sarebbe già programmata come prodotto dell'evoluzione a produrre linguaggio: gli uomini sono forniti di strutture in partenza uguali per tutti, che consentono poi ai parlanti delle varie lingue di apprendere con facilità la lingua con cui si trovano in contatto (approccio deduttivo: da pochi principi è possibile dedurre tutte le strutture possibili). Invece Greenberg è il padre fondatore della linguistica tipologica (approccio induttivo: si parte dall'osservazione della variabilità dei dati per poi cercare di giungere agli universali linguistici): egli parte da una direzione opposta a Chomsky, cioè dal confronto interlinguistico, dal cercare di riscontrare in un campione quanto più ampio possibile di lingue quali siano i meccanismi ricorrenti in esse e comuni a tutte, procedendo per progressive generalizzazioni e astrazioni (questi fenomeni ricorrenti sarebbero i cosiddetti universali).
Linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano. Ha diversi obiettivi:
- Analizzare e descrivere le lingue umane, studiando la loro struttura, il loro significato e il loro uso.
- Studiare l'origine e l'evoluzione delle lingue, cercando di comprendere come si sono sviluppate nel corso del tempo.
- Delimitare e definire se stessa come disciplina, dato che era ancora in fase di formazione. Questo è un compito ancora in corso, poiché vari aspetti degli studi sul linguaggio possono sconfinare in ambiti contigui alla linguistica, ma che non sono linguistica in senso stretto (ad esempio, se studio come il linguaggio è strutturato all'interno del cervello umano, si tratta di neurolinguistica). Questa difficoltà nel delimitare il campo di studio è dovuta alla natura eteroclita e ambigua della lingua stessa.
In generale, ci sono ancora molti progressi da fare su questi obiettivi. Dal momento che la lingua è lo strumento di comunicazione più efficace sviluppato dall'essere umano, è importante esaminare gli elementi coinvolti nell'atto della comunicazione.
Messaggio passa da un emittente a un ricevente attraverso un canale (generalmente fonico-acustico); ciò che consente il passaggio del messaggio è il codice, condiviso da entrambi.