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TESTO
Anni '60-'70: teorie del testo, nuova corrente della grammatica, si vuole creare una grammatica transfrastica.
“Imbracciò il fucile, prese la mira, sparò. La puledra cadde a terra”: c'è una consequenzialità per cui un testo è
ben formato, è un testo coerente; sarebbe incoerente se non fosse in questa sequenza. Ma non c'è nessuna
particella che collega le frasi, quello che le tiene insieme è il senso; c'è una sequenza che sta nel senso, nel
significato: tutto va in una direzione e alla fine capisco. Un elenco telefonico non è un testo: sequenza che non
ha senso linguistico. Il testo ha delle sue regole di composizione, per cui la grammatica transfrastica si occupa
delle regole che fanno del testo un testo, che gli danno una struttura coerente e coesa. È una competenza
innata costruire testi coerenti e coesi, lo fa anche il bambino. Costruire testi fa parte della competenza del
parlante, siamo narratori, raccontiamo con collegamenti soprattutto di senso: un testo è coerente quando c'è
continuità di senso in tutte le parti, ci deve essere un elemento conduttore; la coesione: deve stare insieme in
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superficie, nella struttura superficiale, e coerenza: tenuto su dalla continuità di senso. Le frasi si susseguono,
ma il senso è continuativo, altrimenti incoerenza. Nasce la linguistica del testo in Germania, la text linguistic in
territorio anglosassone, qualcosa che è andato al di là della sintassi su cui non c'era più da dire dopo Chomsky.
Noi parliamo raccontando.
Teorizzazione negli anni '70 ad opera di W. Dressler: in “Linguistica del testo” ha dato sette criteri che deve
rispettare un testo per essere tale:
1)coesione: ben formate e ben connesse le strutture di superficie;
2)coerenza: continuità di senso: significati; una buona coesione mi introduce alla coerenza;
3)intenzionalità: chi produce il testo deve avere l'intenzione a farsi capire;
4)accettabilità: chi ascolta deve avere intenzione di capire e può anche ricostruire, capacità che abbiamo →
molto importante nella comunicazione;
5)situazionalità: contesto importante per capire;
6)grado di informatività: parametro: un testo po' essere più o meno informativo, è misurabile. Un testo deve
avere un'informazione crescente, si parte dal noto per aggiungere il nuovo, è una scala;
7)intertestualità: ogni cosa fa riferimento a qualcosa che già è stato detto, cfr libro: molto intertestuale (molti
riferimenti che capiamo tramite la nostra enciclopedia), ricco di citazioni (ormai siamo immersi in una galassia
di parole e testi: molto è stato detto. Quando un testo li contiene tutti e sette allora è un testo: tutti devono
essere presenti, non allo stesso grado.
Jakobson: il parlare, un messaggio linguistico svolge più funzioni insieme. Quando avviene una comunicazione
ci sono:
1)(E)mittente: Quando parlo posso mettere l'attenzione su un elemento della comunicazione: se parlo di me
punta sull'emittente → funzione espressiva (emotiva);
2)(R)icevente: funzione puntata sul ricevente, appello, richiamo → funzione d'appello (conativa);
3)canale: funzione puntata sul canale (per esempio quando voglio verificare se il canale è aperto) → funzione
fatica;
4)codice: “la lingua è un codice digitale”: funzione che hanno solo i linguaggi umani, solo la lingua può parlare
di sé → funzione metalinguistica;
5)messaggio: posso puntare sulla forma del messaggio, costruirlo in modo stilisticamente attento → funzione
poetica;
6)contesto (=ciò di cui parlo): quando parlo del mondo, mi riferisco a cose esterne → funzione referenziale.
Cotesto: parte di testo insieme al testo che produco che mi serve per i riferimenti, coesione e coerenza; invece
il contesto è quello in cui si cala il testo.
Esercitazioni.
STORIA DELLA LINGUISTICA 72
Data che segna l'inizio della linguistica sincronica: 1916 con l'opera postuma “Corso di linguistica generale” di
De Saussure (che tenne lezioni all'università di Ginevra dal 1909 al 1913) pubblicata ad opera degli allievi Bally
e Séchehaye. Più letteratura su Saussure che scritti autografi di Saussure (addirittura sembra che la teoria del
segno l'avesse formulata diversamente). Saussure costituisce il giro di boa → dal '800 al '900 cambio di
approccio alla scienza linguistica, prima Saussure scriveva sul vocalismo indoeuropeo (approccio storicistico
alle lingue; diacronia). Dalla fine del '700, per tutto l' '800 e alle soglie del '900 c'è la diacronia: studiare le
lingue lungo l'asse del tempo, per arrivare alla forma primitiva che dà conto delle forme successive: comparare
forme linguistiche di epoche diverse; furono redatte le grammatiche storiche delle lingue romanze, della lingua
greca, dell'avestico (persiano antico), del sanscrito (lingua con cui sono scritti gli inni sacri, i Veda, testi indiani)
→ storia della lingua con cui scoprire le fasi precedenti di ogni lingua. Alcune parole delle lingue dell'India e
dell'Europa derivano da un antenato comune → ipotesi dell'esistenza di una lingua comune, l'indoeuropeo *IE.
Cfr “pater” in latino; “pater” in greco antico; “father” (vater) in tedesco; “pitàr” in sanscrito; “hatir” in celtico
→ ricostruzione dell'indoeuropeo e della civiltà indoeuropea (caccia, religione,..) → forma ricostruita da cui
discendono tutte le altre forme: “pətèr”. Le somiglianze grammaticali sono indice sicuro di parentela genetica.
Una parola che assomiglia alla nostra può essere casuale, frutto di un prestito, ma quando si trova un sistema
morfologico analogo la grammatica non si presta, perchè è il modo della lingua di organizzare il sistema: due
lingue che presentano analogie forti nella grammatica sono lingue parenti, derivate da un antecedente
comune. Classificazione genealogica delle lingue per cui c'è un indoeuropeo che si divide in più rami → una
gerarchia cronologica (ad esempio ramo germanico da cui derivano inglese e tedesco). La lingua fa da collante,
unisce e allo stesso tempo da abstand = presa di distanza, anche politica. Alcuni “dialetti” italiani sono vere e
proprie lingue diverse (sardo, ladino,..), derivate dal latino, non equivalenti ai dialetti dell'Italia antica. Dal
1816, quando esce un trattato che dichiara che tutte queste lingue sono parenti, la “Grammatica comparata”
di F. Bopp, viene inaugurata una nuova prospettiva di studio che si chiama linguistica comparata →
comparativismo tipico del '800: non si studia se non si mettono a confronto delle forme, studio storico nella
profondità del tempo.
Questa prospettiva arriva fino alla fine del '800, ma negli ultimi 25 anni (1875-1899) a Lipsia si riunisce un
grande gruppo di glottologia (nasce dai filologi che nello studio delle parole si rendono conto che queste
lingue sono somiglianti). Scoperta del sanscrito (già il colonialista William Johns alla fine del '700 affermò che il
sanscrito aveva somiglianze con le lingue europee). Continua questa scoperta di lingue indoeuropee fino
all'inizio del '900, quando viene scoperto il tocario, in un monastero del Turkenstein cinese, in cui trovano una
lingua somigliante al sanscrito → testimonianza di questo dominio indoeuropeo. A Lipsia lavora anche De
Saussure e si inizia ad avere idea della lingua come di un organismo che funziona in un certo modo, i cui
soggetti sono i parlanti che prima non venivano tenuti in conto. Gli studiosi di Lipsia vengono definiti
73
“neogrammatici”, sono un gruppo di giovani: Paul, Delbruck,..che studiano la linguistica diacronica e a un certo
punto la superano. De Saussure nel saggio sul vocalismo indoeuropeo cerca di capire le vocali
dell'indoeuropeo studiando il sanscrito; e si accorge che il sanscrito doveva avere anche la E la O (prima idea
che avesse solo la A; e la E la O considerati come esiti di dittonghi). Cinque in sanscrito: “pancia” (c'era una E
finale che ha palatalizzato la C), cfr “quinque” in latino e “penta” in greco. Arriva poi alla conclusione che
nell'indoeuropeo c'erano tutte le vocali e la shwa. Sono teorie e dimostrazioni tutt'oggi non attaccate. Verso la
fine del secolo nasce anche una strumentazione, c'è modo di fare degli orogrammi, dei tracciati della parola; la
voce, il suono diventano importanti, la lingua viene rivestita della sua componente fisica e articolatoria →
attenzione alla fonetica che esplode nella scuola praghese. I neogrammatici pongono molta attenzione ai
parlanti, gli autori del cambiamento delle lingue secondo la tendenza alla comodità articolatoria: cfr rotazione
consonantica che interessa il tedesco in particolare, per cui si dice “brother”: legge di Rasmus Rask (colui che
la formulò per primo), o di Grimm; detta anche legge del TAM: T (tenue: sorda) A (aspirata o spirante, le non
occlusive) M (media: sonora): se nel sanscrito è sorda nel germanico è aspirata, se nel sanscrito è aspirata nel
germanico è sonora: le parole toccate dalla rotazione si spostavano di un grado. Lautnerrsehiebungen:
scivolamento delle consonanti che continua tuttora (scivolamento di un grado delle consonanti dal sanscrito al
germanico), cfr isoglossa che divide la Germania settentrionale da quella meridionale: movimento iniziato dal
V secolo a.C., che ha una ripresa nel Medioevo e che ha continuato e continua anche oggi. Germania del nord:
basso tedesco ancora non toccato dalla rotazione consonantica; Germania del sud: alto tedesco che presenta
la legge del TAM. É un movimento in atto, tutti i parlanti fanno così → concetto di deriva di Sapir: è un
movimento inconscio, ma unitario, condiviso, in blocco, che fanno tutti i parlanti: tutto è sistematico → le cose
si muovono insieme nella lingua, che è “un sistema dove tutto si tiene”. Con la scuola dei neogrammatici,
nasce la lautphisiologie, lo studio del suono: cfr legge di Verner sull'accento: “pitàr” ha corrispondenza con
l'indoeuropeo “patèr”. Prima di Saussure c'è già la spina dei neogrammatici che iniziano a guardare ai parlanti,
al sistema e capiscono il concetto dell'analogia: la lingua cambia perchè da una parte c'è la fonetica che non
dipende dal parlante e funziona come una legge fisica, poi dall'altra ci sono i casi dove non funziona: lì è
intervenuto il parlante, i parlanti che per qualche ragione hanno posto delle analogie. Analogia: meccanismo
per cui c'è una simmetria e noi ci adeguiamo, tant'è vero che ag