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CONSONANTI UVULARI
Prevede di ricorre all'ugola, la parte mobile del velo e inferiore, relativa alla produzione di suoni occlusivi, fricativi e vibranti, che con una sola eccezione non si rintracciano nella lingua italiana, in quanto l'italiano non seleziona luoghi di articolazione che siano arretrati rispetto alle velari. Questi suoni dal punto di vista percettivo diventano meno salienti, il che giustifica come mai siano meno frequenti nelle lingue del mondo. Quella occlusiva si rintraccia nella lingua araba. Quella fricativa si trova in arabo (sorda) e in francese (sonora). La consonante vibrante uvulare si rintraccia in francese e tedesco; il carattere che si impiega è una lettera R in stampatello maiuscolo.
CONSONANTI FARINGALI
Articolate avvicinando la radice della lingua alla parete posteriore della cavità boccale. Ci sono solo luoghi di tipo fricativo, in cui la radice della lingua permette di produrre dei suoni che sono presenti in arabo, una sorda e una
sonora.CONSONANTI GLOTTIDALI
Prevedono che le corde vocali si avvicinino in modo da produrre la vibrazione ma anche un fruscio al passaggio dell'aria. La consonante occlusiva glottidale vuole la chiusura della glottide, quindi un immediato rilascio di aria; si rintraccia in tedesco, dove viene prodotto prima di ogni parola che comincia per vocale. Le fricative glottidali sorde (in inglese) o sonore (in tedesco); in entrambi i casi c'è un avvicinamento delle corde vocaliche e una vibrazione oppure meno. Vedi scheda con sezioni sagittali con la rappresentazioni dei luoghi di articolazione.
Notazione di consonanti lunghe
Per quanto riguarda le consonanti, si danno diversi modi per segnalare nell'IPA che una consonante sia lunga, cioè pronunciata con una durata nel tempo superiore rispetto a quella con cui si pronuncino tipicamente delle consonanti all'interno di quella lingua. Le strategie vanno distinte per:
- Quando l'IPA preveda un solo carattere
grafico: - post-porre il diacritico al simbolo della consonante lunga; - raddoppiare il carattere dell'IPA, cioè scriverlo due volte. 2. Quando l'IPA preveda simboli che prevedono due caratteri (cioè consonanti africate): - ricorso ai due punti; - raddoppiamento di un carattere. In entrambi i casi, riguarda solo il primo dei due elementi che costituiscono il simbolo all'interno dell'IPA. Non bisogna riscrivere o segnale come lunga entrambi gli elementi, ma solo quello occlusivo in virtù dell'essere il primo carattere del simbolo nel suo complesso. È più utile non segnare i due punti ma ripetere la trascrizione del carattere per evitare di ricorrere in errori per le sillabe. I due punti sono più utili per la lunghezza delle vocali. 8l Occlusive sorde e sorde aspirate in cinese L'aspirazione è un tratto articolatorio che può caratterizzare tutte e sole le consonanti occlusive che prevede che nel momento in
cui l'occlusione si conclude, quando i due organi a contatto si stacchino, venga operata un'immisione di aria nel canale molto superiore rispetto a quella che si dia usualmente nella pronuncia delle occlusive sorde. Si genera una sensazione uditiva di soffio, come fosse una fuga d'aria fricativa glottidale sorda che accompagna la pronuncia la componente occlusiva. È un tratto aggiuntivo rispetto alla pronuncia della occlusiva sorda. Questo tipo di pronuncia è presente in cinese, ma viene trascurato perché c'è una mancata corrispondenza tra il valore che si associa a questi caratteri negli alfabeti latini e quello che si inserisca nel sistema di romanizzazione (trascrizione di caratteri cinesi in alfabeto latino), che di fatto non danno informazioni sulla pronuncia di una parola ma sul significo. Per trascrivere, fare una romanizzazione, degli ideogrammi si ricorre a caratteri dell'alfabeto latino, che però hanno uso diverso rispetto.a quello che si dà nell'alfabeto latino. Nello schema, sotto la colonna IPA si trova che le consonanti occlusive sorde aspirate vengono rese mettendo in apice il simbolo della consonante fricativa glottidale sorda a indicare la fuga d'aria, ma in romanizzazione (seconda colonna) l'elemento occlusivo sordo aspirato viene reso con il simbolo associato alla consonante bilabiale sorda. Al contrario, la consonante occlusiva sorda (parte destra prima colonna) viene resa ricorrendo con romanizzazione ad un carattere reso con occlusiva sonora. In sostanza, si usano caratteri che rimando a occlusive sonore quando sono sorde in cinese.
Africate e fricative in cinese
In alcune varietà di cinese emergono, in riferimento a consonanti africate e fricative, dei suoni retroflessi, con modalità di articolazione dei suoni che, a parità di luogo e modo di articolazione, preveda che la lingua venga posizionata rispetto all'altro articolatore fisso puntando verso
L'articolatore non la lamina superiore della lingua, bensì quella inferiore. La lingua viene ribaltata all'indietro all'interno della cavità orale. In questo caso, il cinese presenta una serie di retroflesse che si combinano con quattro diversi modi di articolazione: africate aspirate, africate sorde, fricative approssimanti. 'Approssimanti' definisce un modo di articolazione che costituisce una variante delle fricative in cui la lingua sia più distante dal palato di quanto non lo sia quando si pronuncia una fricativa. Si approssima al palato generando un suono che ha al suo interno degli elementi che lo possano rendere simile a delle vocali. Questo è il reciproco delle semi-vocali: non produce un'occlusione ma nemmeno una frizione con l'avvicinamento di due articolatori.
Faringalizzazione delle consonanti in arabo
Faringalizzazione delle consonanti in arabo: certe consonanti in certi contesti possono essere
resecontemporaneamente arretrando o abbassando la radice della lingua, che si avvicina alla parete della laringe. Il simbolo che nel'IPA si utilizza per questi suoni prevede una ripresa del simbolo della fricativa faringalesonora posta in apice a seguire il simbolo della consonante che viene faringalizzata. In questi casi, si tratta di articolazioni secondarie (sia in arabo che in cinese), questo spiega il motivo per cui questi simboli vengano messi in esponente: si tratta di sovrapporre nell'articolazione anche il tratto di faringalizzazione, che aggiunge colore alla produzione degli altri suoni loro accompagnatisi.
93. FONOLOGIA
Corso di linguistica generale
IINDICE:
> Fonologia segmentale pag. 1
> Fenomeni sovrasegmentali o prosodici pag. 4
SEGMENTALE
FONOLOGIA La fonologia studia l'organizzazione e il funzionamento dei suoni nel sistema linguistico. La fonetica studia come sono fatti fisicamente i suoni di cui le diverse lingue si servono come una delle
le facce costitutive dei segni linguistici possono essere suddivise in tre parametri principali: fonetici, fonologici e morfologici. Il parametro fonetico riguarda la produzione e la percezione dei suoni linguistici attraverso l'apparato fono-articolatorio. Questo parametro si occupa di studiare come vengono prodotti i suoni, quali organi vengono utilizzati e quali movimenti vengono compiuti per emettere i suoni. Inoltre, analizza anche come questi suoni vengono percepiti dall'orecchio umano. Il parametro fonologico, invece, si concentra sulla selezione e l'organizzazione dei suoni all'interno di una lingua. Ogni lingua seleziona solo alcuni suoni dalla totalità di quelli possibili e attribuisce loro un valore particolare. Questi suoni selezionati vengono utilizzati per costruire unità di prima articolazione, ovvero unità che possono essere associate a un significato e che possono essere utilizzate per formare parole. Infine, il parametro morfologico si occupa dell'organizzazione dei suoni all'interno delle parole. Esso studia come i suoni si combinano tra loro per formare morfemi, ovvero le unità minime di significato all'interno di una parola. Ad esempio, nella parola "gatto", il suono /g/ e il suono /a/ si combinano per formare il morfema "ga". In conclusione, la fonologia si occupa di descrivere e comprendere come le lingue selezionano e organizzano i suoni linguistici utilizzando i tre parametri fonetici, fonologici e morfologici.Emerge una grande differenza tra la fonetica e la fonologia: la differenza tra le unità di base tra i due sistemi. Mentre la fonetica si occupa di suoni dal punto di vista concreto, materiale, fisico, quindi si occupa dei foni. La fonologia si interessa dei valori astratti e arbitrariamente selezionati ed attribuiti da ciascuna lingua a alcuni di questi foni, che prendono il nome di fonemi. Questi sono dei suoni che siano dotati di un valore distintivo, oppositivo, della capacità di permettere di contrastare due elementi che siano fisicamente tra di loro differenti oppure, al contrario, trattati come se fossero in realtà identici degli elementi che fisicamente sono differenti. Il fonema può essere considerato come l'esito di un'astrazione rispetto a famiglie, gruppi, insieme di suoni che dal punto di vista dell'osservazione della fisica sarebbero tra di loro differenti, ma dal punto di vista della linguistica possono essere ritenuti come.
equivalenti. Ad esempio, per pronunciare la parola ‘ratto’ si può ricorre a due consonanti diverse dal punto di vista articolatorio. Sebbene, dal punto di vista fisico ci sia una differenza tra le due consonanti, dal punto di vista dei segni della comunicazione i due suoni sono trattati tra di loro equivalenti, permettono comunque di capire quale sia il referente a cui si rimandi indipendente dal fatto che siano pronunciate in maniera diversa. Questo è dovuto al fatto che alcuni elementi della comunicazione umana non vengono valutati in virtù dei loro dati e delle loro caratteristiche fisiche, ma di valori astratti attribuiti dai parlanti del sistema linguistico.
Arbitrarietà delle combinazioni tra forma e sostanza del significante. Osservazioni generali che la fonologia ci permette di fare: affermare che ciascuna lingua definisce il maniera arbitraria quali siano i fonemi da impiegare, da adottare rispetto alla totalità del migliaio di foni che
siritiene che gli essere umani possano produrre e percepire come tra di loro differenti. Si dà una arbitrarietà trasegno e referente e tra significato e significante all’interno dei segni, ma altrettanto arbitrario è il rapportoche si può cogliere tra la sostanza e la forma del significante, cioè tra la gamma di suoni potenzialmentearticolabili e quella dei fonemi usati da una lingua per costruire le parole.Il numero di elementi che ciascuna lingua seleziona a tal fine è estremamente variabile. Ci sono lingue come larotokas che usano solo 11 foni, e lingue come l’ekoka che ne usano 171. La maggior parte delle lingue del mondousa tra i 20 e i 40 fonemi. Se si immagina che tutte le lingue codifichino lo stesso numero di concetti tra diloro, il fatto di avere un numero diverso di unità di prima articolazione disponibile per codificare queiconcetti comporta che le parole di quelle lingue saranno tra di loro molto diverse.Il concetto dell'arbitrarietà tra forma e sostanza del significante, cioè tra l'insieme delle rappresentazioni possibili e quelle selezionate come significative, è un concetto fondamentale nella teoria del linguaggio. Secondo questa teoria, la forma o la struttura di un segno linguistico (il significante) è arbitraria e indipendente dalla sua sostanza o dal suo significato. Questo significa che non c'è una connessione intrinseca tra la forma di un segno linguistico e il suo significato. Ad esempio, la parola "cane" in italiano è solo una sequenza di suoni che è stata convenzionalmente associata al concetto di un animale domestico a quattro zampe. Non c'è nulla nella forma della parola "cane" che suggerisca automaticamente il suo significato. Allo stesso modo, la forma scritta di un segno linguistico può variare da una lingua all'altra, senza che ciò influisca sul suo significato. Ad esempio, la parola "dog" in inglese ha una forma diversa rispetto alla parola "cane" in italiano, ma entrambe le parole si riferiscono allo stesso concetto. In sintesi, il concetto dell'arbitrarietà tra forma e sostanza del significante sottolinea che il legame tra la forma di un segno linguistico e il suo significato è basato su convenzioni sociali e culturali, e non su una relazione intrinseca tra i due.