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Articoli di fonetica

OCCLUSIVE.Bilabiali: [p], sorda, pollo; [b], sonora, bocca. Dentali: [t], topo; [d], dito. Velari: [k], cane; [g],gatto. Uvulari: [q], sorda, Iraq. Glottidali: [ʔ], ein Apfel, la ama.

FRICATIVE.Bilabiali: [ɸ], sorda, tipo (in fiorentino); [β], sonora, cabeza. Labiodentali: [f], filo; [v], vino.Dentali: [θ], think; [s], sano; [z], sbaglio => sibilanti. Palatali: [ʃ], sci; [ʃi], jour => sibilanti.Velari: [x], hijo, buch; [ɣ], agua. Uvulari: [x], shaykh; [ʁ], jour. Faringali: [ʕ], sonora, Iraq.Glottidali: [h], sorda, have.

AFFRICATE.Labiodentali: [pf], sorda, Apfel. Dentali: [ts], pazzo; [dz], zona. Palatali: [ʧ], cibo; [ʤ], gelo.!!! In IPA le affricate si trascrivono corrispondentemente alla loro natura fonetica, come lasequenza dell’occlusiva più la fricativa dei relativi luoghi di articolazione !!!

NASALI.Bilabiali: [m], mano. Labiodentali: [ɱ], invito. Dentale: [n], nave. Palatale: [ɲ], gnocco.Velare: [ŋ], fango.

LATERALI.Dentali: [l], lana.

Palatale: [ʎ], gli.VIBRANTI.Dentali: [r], riva (in italiano è polivibrante); vi è anche una corrispondente monovibrante:matter. Uvulare: [ʀ], rot, rose. 10. Cosa vuol dire palatalizzazione? La palatalizzazione è visibile in diacronia, e consiste nel rendere palatale un suono, ovvero cambiarne il luogo di articolazione. Il fenomeno della palatalizzazione fa parte della natura della lingua, che è in continuo cambiamento e in continua innovazione, indotta anche dalla dimensione geografica, poiché la lingua è un elemento sociale e risente delle necessità e degli sviluppi umani. Vi sono due tipi di elementi che rafforzano e motivano il cambiamento: gli elementi esterni, che alludono al contatto con altre lingue, all'interazione con esse e a delle situazioni di diffuso plurilinguismo; e gli elementi interni, che riguardano i cambiamenti delle strutture interne della lingua a livello fonetico, morfologico e sintattico. Per rispondere ai

Cambiamenti nel corso della storia, la lingua adotta nuovi fenomeni per intervenire sulla lingua, come nel caso della palatalizzazione, dal verbo palatalizzare con l'aggiunta di un suffisso sostantivale per indicare la conclusione del processo interessato, in particolare la trasformazione delle consonanti alveolari, bilabiali, velari o nasali nelle corrispondenti consonanti palatali.

Nell'evoluzione dal latino alle lingue romanze questo procedimento ha assunto un'importanza fondamentale poiché ha introdotto nel linguaggio suoni che non esistevano. Tra i cambiamenti di palatalizzazione principali, uno dei più significativi è stato quello indotto dalla monottongazione dei dittonghi latini che portarono a rendere palatale la consonante velare che li precedeva (es. centum > cento). Questo cambiamento fonetico che possiamo osservare secondo una prospettiva diacronica dell'evoluzione alle lingue neolatine è la palatalizzazione delle velari c e g.

che precedevano le vocali i ed e (vocali palatali). 11. Cosa vuol dire lenizione? Il processo di lenizione consiste nell'indebolimento dell'articolazione di una consonante; deriva dal verbo lenire (verbo deaggettivale > alleviare): questo verbo deriva da lenis 'leggero' – sostantivo deverbale che indica il processo di rendere meno forte l'articolazione delle consonanti intervocaliche rendendole sonore. Questo fenomeno si sviluppa dunque in un contesto intervocalico, ovvero quando una consonante si trova in mezzo a due vocali. Vuol dire anche sonorizzazione, in quanto la consonante assume sonorità (es. lacum > lago: la velare sorda -c- si sonorizza diventando -g- in quanto si trova fra due vocali). In generale una consonante sorda che si trova tra due vocali si sonorizza diventando la sua corrispondente sonora. Secondo una prospettiva diacronica questo fenomeno interessò il passaggio dal latino classico alle lingue neolatine soprattutto.

Della Romania occidentale, che comprendeva territori italiani, della Gallia e della penisola iberica coinvolgendo di conseguenza i fonemi occlusivi. Così nello spagnolo la lenizione ha portato le consonanti occlusive sorde in posizione intervocalica interna alle parole (/p t k/) a diventare fricative sonore: vita - vida.

Cosa sono dittongazione e monottongazione? Dittongazione e monottongazione sono due fenomeni tra loro opposti che fanno parte del vocalismo tonico, ovvero la categoria che comprende le vocali accentate. Nel corso dell'evoluzione dal latino classico alle lingue romanze questi due procedimenti linguistici si alternarono a seconda delle necessità delle lingue: alcune subiscono cambiamenti fonetici (via popolare), altre prendono una via "dotta" e mantengono dunque la vecchia fonetica latina. La monottongazione avviene con la riduzione dei dittonghi latini (coelum > celum; aurum > orum), e si trova ad un'altezza intermedia; nel caso di aurum,

La monottongazione prediligela vocale o, che non è altro che la vocale che, nel triangolo vocalico, si trova tra la a e la u.

La dittongazione, invece, riguarda la produzione di nuovi dittonghi subita dalle vocali medie (la e e la o) prodotte quando la lingua si posiziona in mezzo alla bocca; per questo loro carattere di minore definitezza rispetto alle altre vocali, sono soggette alla dittongazione.

Questo processo dipende dalla posizione delle vocali, che è tonica; di particolare rilievo c'è anche la sillaba [terminazione in consonante (sillaba chiusa) o in vocale (sillaba aperta)].

In italiano la dittongazione avviene in sillaba con vocale-media aperta (pedem > piede, venit > viene). Stesso concetto con la vocale media posteriore (bonum > buono, locum > luogo).

La dittongazione anticipa la vocale media con la semivocale della serie corrispondente.

Lo spagnolo, a differenza dell'italiano, dittonga anche in sillaba chiusa (porta > puerta).

è uno sviluppo diverso del dittongo, in quanto dalla serie posteriore si sposta sulla serie anteriore. Il friulano si comporta come lo spagnolo: da boreas a buera, da portam a puarte, dove al dittongo segue una vibrante complicata (r+consonante); nel caso di n+consonante si ha “ui”.

13. Differenza tra consonanti occlusive e fricative

Le consonanti, come le vocali, vengono distinte tra loro a seconda del modo e del luogo di articolazione all’interno del canale fonatorio, ma a differenza delle vocali, le consonanti sono suoni prodotti mediante la frapposizione di un ostacolo totale (o parziale) e momentaneo; inoltre vengono definiti suoni non autonomi poiché necessitano dell’appoggio di una vocale per essere pronunciate.

I suoni consonantici si riconoscono e classificano in due grandi categorie: le occlusive e le fricative.

Le occlusive, si caratterizzano per l’interruzione del flusso d’aria e per l’impossibilità di essere prolungate.

Poiché prodotte appunto da una totale occlusione del canale fonatorio, ne fanno parte per esempio la g, la c, la p, la t e la d.

Le fricative, invece, dette anche 'continue', perché possono essere prolungate, si contrappongono alle occlusive per l'articolazione del suono attraverso la frizione degli organi fonatori, che permettono quindi il passaggio parziale dell'aria, ed è il caso della f, della z, della s e della r.

14. Le vocali dell'italiano

Dal latino vox, vocis 'voce': sono i suoni prodotti senza alcun ostacolo presente durante il flusso d'aria, libere ed autonome e sono quindi tutte sonore.

Non sono caratterizzate dal modo di articolazione o dagli organi interessati nella produzione, bensì dalle diverse conformazioni che assume la cavità orale come conseguenza al movimento dell'organo di fonazione principale, ovvero la lingua, che funge da modulatrice dell'emissione del fiato.

Le coordinate

I fondamentali che possono descrivere la posizione della lingua riguardano il suo rispettivo avanzamento (spostamento verso l'esterno) o arretramento, e distinguono rispettivamente le vocali anteriori, posteriori, centrali. Ad esso si aggiunge un altro parametro importante, ossia l'altezza della lingua: secondo i parametri di innalzamento o abbassamento, le vocali si dividono in vocali alte, medie (a loro volta divise in medio alte e medio basse), basse. Ci sono altre caratteristiche utili nella classificazione delle vocali, come l'arrotondamento o meno delle labbra e l'interessamento della cavità nasale. Le vocali dell'italiano sono 12 (7 in posizione tonica, 5 in posizione atona); queste 7 vocali rispettano l'altezza e lo spostamento della lingua avanti o indietro: le categorie riflettono esattamente le posizioni e gli spostamenti della lingua all'interno della bocca per descrivere il carattere delle vocali. Lo schema triangolare, chiamato

Il triangolo vocalico (che è la rappresentazione schematica della posizione delle vocali all'interno della bocca), pone al vertice l'unica vocale bassa, la a; poi da un lato vengono rappresentate le palatali (o anteriori), ovvero la e medio bassa, la e medio alta e la i alta; dall'altro lato invece le velari (o posteriori), ossia la o medio bassa, la o medio alta e la u alta. Le palatali vengono prodotte al livello del palato duro, mentre le velari sul palato molle.

Nei dialetti le vocali medie sono molto diverse a seconda delle regioni, poiché si distribuiscono diversamente e assumono pronunce diverse.

15. Gli alfabeti

L'alfabeto è un sistema convenzionale creato dall'uomo per fissare il messaggio orale con la scrittura, un sistema arbitrario per rappresentare il suono e il segno linguistico: dal momento che non ci sono elementi naturali che richiamano il segno grafico per esprimere suoni, serve rappresentare graficamente i suoni del linguaggio, e

per poter unire tutte le diversità che un popolo di più di un miliardo di parlanti poteva presentare, in quanto c'era bisogno di studiare una vasta gamma di ideogrammi per poter comunicare efficacemente. Altri esempi di sistemi di scrittura includono l'alfabeto cirillico utilizzato in lingue come il russo e il bulgaro, l'alfabeto arabo utilizzato in lingue come l'arabo e il persiano, e l'alfabeto latino utilizzato in molte lingue europee, tra cui l'italiano e l'inglese. Ogni sistema di scrittura ha le sue regole e convenzioni specifiche, ma tutti servono allo stesso scopo: trasmettere informazioni attraverso il linguaggio scritto.do il tag

per formattare il testo:

scrittura che fosse uguale per tutti, in qualsiasi zona del paese.Utilizzan

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ChRisTiaN02giGlio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Vicario Federico.