vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MODELLO CHOMSKYIANO DEI PRINCIPI E DEI PARAMETRI
Tutte le proprietà comuni alle lingue sono chiamate da Chomsky principi (regole uguali a
tutte le lingue del mondo):
1. divisione della parole in categorie (nome/verbo/aggettivo/preposizione)
2. numero singolare/plurale (molte lingue hanno anche il duale)
3. soggetto (ciò di cui si parla); predicato (ciò che si predica del soggetto)
4. Suoni che compaiono in tutte le lingue (ex: a-i-u; m-n-p-b-l-t-d-s)
5. Verbi transitivi/intransitivi
6. Strategie per formulare domande o per esprimere la negazione
La GU contiene anche i parametri, cioè le sedi delle differenziazioni sintattiche. Il
parametro è una scelta di tipo binario davanti alla quale ci pone la grammatica universale
(ex: parametro del soggetto nullo foneticamente → it rains/piove; parametro di ordine delle
parole → in inglese l'aggettivo sta prima del nome). Altri parametri di ordine delle parole
sono l'ordine relativo di soggetto-verbo-oggetto (SVO → italiano), oppure soggetto-oggetto-
verbo (SOV → tedesco); il giapponese ha invece l'oggetto prima del verbo; il genitivo in
italiano sta dopo il nome, nelle lingue germaniche sta prima. In giapponese abbiamo le
postposizioni anziché le preposizioni (ex: cena dopo anziché dopocena).
Quindi la grammatica universale contiene principi e parametri, però bisogna poi acquisire il
lessico (le parole), le restrizioni idiosincratiche (ex: sognare è transitivo in italiano/seguito
da of in inglese e da con in spagnolo), gli usi pragmatici (in una lingua può essere normale
usare certe parole, in un'altra può essere volgare), la fissazione dei parametri (ex: il bambino
inglese deve capire che deve mettere il soggetto).
L'input ci fornisce sia il lessico e le particolarità morfologiche, ma ci fornisce anche la
chiave per fissare i parametri (parametres setting/fissazione dei parametri).
Per l'acquisizione della L1 parte dallo Stadio 0 (quando il bambino ancora non parla) e poi
si palla dallo S1,S2,S3 fino a giungere lo Ss (= stadio stabile → è stata costruita la
grammatica centrale, quella di base della nostra lingua. Nel parlante nativo si parla di
competenza perfetta).
Per l'acquisizione della L2 si ha lo stesso processo: si parte dallo S0 e poi si passa attraverso
degli stadi intermedi chiamati interlingue.
PAROLE: SIGNIFICANTE E SIGNIFICATO
De Saussure dice che le parole non sono concetti universali ma per ogni segno linguistico (il
vocabolo/parola) c'è un significante e un significato che sono uniti arbitrariamente. Il
significato è il concetto astratto identificato dalla parola (è la rappresentazione mentale che
abbiamo di quella determinata parola); il significante è l'aspetto fisico, la serie di
fonemi/suoni che mi identifica la parola (forma sonora che realizziamo quando diciamo una
parola). Egli dice che l'unione tra queste due parti è arbitraria poiché non c'è di intrinseco
nella natura di un oggetto che mi obblighi a chiamarlo in un certo modo. In una certa lingua
condivisa c'è l'unione tra queste due parti e in altre no. Inoltre, ci sono le onomatopee dove i
suoni suggeriscono il nome della parola (ex: sussurrare). Anche i significati sono diversi da
lingua a lingua, non solo le parole.
Secondo De Saussure ogni parola ha un significato/significante ma l'unione di queste è
arbitraria anche perché non c'è nessuna ragione secondo cui un oggetto dovrebbe avere quel
determinato nome.
N.B. La disciplina che studia i segni linguistici è la linguistica, la disciplina che studia i
segni in generale è la semiologia o semiotica.
FACOLTA' DI LINGUAGGIO IN DUE AREE SPECIFICHE DEL CERVELLO (→
conferma delle precedenti teoria di Chomsky secondo cui ci sono aree del cervello legate
all'acquisizione del linguaggio)
Afasia: disturbo acquisito.
Area di Broca: area che governa la sintassi, cioè la combinazione delle parole delle frasi.
Gli afasici di Broca non riescono più a mettere insieme le frasi ma utilizzano un linguaggio
telegrafico (tipico dei bambini), perdono il linguaggio ed è come se tornassero indietro
anche se riescono a rispondere coerentemente alle domande. Questi soffrono molto perché si
rendono conto del proprio deficit.
Area di Wernicke: gli afasici mostrano una scollatura tra sintassi e semantica.
Apparentemente parlano meglio degli altri però dicono spesso frasi prive di senso e non
rispondono coerentemente alle domande. Le loro sono frasi ben formate ma vuote di
significato. Si rendono meno conto della propria patologia e quindi soffrono anche meno ma
sono molto difficili da recuperare.
Disfasia: disturbo congenito → acquisizione del linguaggio molto rallentata.
FASI DELL'ACQUISIZIONE DI L1 (più o meno uguali in tutte le lingue → le differenze
sono più che altro individuali):
FASE PRELINGUISTICA – PARTE I (il bambino non comunica significati) 0-6
• mesi: fase del balbettio → il bambino produce suoni scollegati, che non fanno
nemmeno parte del repertorio linguistico che verrà fornito dall'input o che verranno
acquisiti molto tardi. Anche i bambini sordi balbettano.
FASE PRELINGUISTICA – PARTE II:, LALLAZIONE 7-8 mesi: il balbettio si
• specializza e si formano le prime sillabe → abbiamo le collane di sillabe perché non
sono sillabe uniche, di solito c'è la vocale -a con alcune consonanti come -m, -n, -p,
-b, -t, -d, -l, -s. Il bambino ancora non comunica niente
FASE LINGUISTICA/OLOFRASTICA/DELLA SINGOLA PAROLA 12-18
• mesi: una parola corrisponde ad una frase intera. Nella prima fase di questa fase il
bambino utilizza soprattutto nomi concreti di oggetti o persone che fanno parte del
suo mondo, qualche aggettivo (di qualità visibili), alcuni verbi (relativi ad azioni del
suo mondo), qualche avverbio (ex: no-più). Dal punto di vista fonologico si arriva a
parole bisillabiche (dalla collana si arriva a due sillaba consonante-vocale-
consonante-vocale → sillaba primaria formata da una consonante più la vocale -a, la
maggior parte delle volte). Dal punto di vista semantico, il bambino conosce poche
parole perché le deve imparare, allora avviene una iperestensione (il bambino
decidere di usare una parola per esprimere più concetti → la parola è iperestesa). Un
fenomeno un po' meno presente è la ipoestensione: utilizzare una parola solo per un
concetto (un nome comune viene trattato come un nome proprio per indicare un certo
oggetto particolare).
FASE DELLE DUE PAROLE/OLOFRASTICA E SINTATTICA 20-24 mesi: il
• bambino comincia a mettere insieme due parole e forma una frase ed è la fase più
interessante (sintassi: parte della linguistica che studia la formazione delle frasi →
una frase è l'unione di soggetto e predicato con accordo di genere già rispettato, ex:
mamma bella). Anche queste frasi sono telegrafiche. I bambini quando cominciano a
formare le frasi mettono già le parole in ordine.
USO DEI VERBI
Le parole funzionali (copule, articoli e tutti quegli elementi che danno un contributo alla
fase di tipo sintattico/grammaticale) in queste prime fasi vengono eliminate nonostante
siano già presenti nell'input perché “superflue”, secondarie. Possiamo dire che sono parole
secondarie alla trasmissione del messaggio. Le frasi telegrafiche possono essere ambigue
(ex: latte più → può dire sia che non si vuole più sia che se ne vuole di più) e prestate a
interpretazioni sbagliate → questo è ciò che spesso vogliono i pubblicitari.
In una prima fase il bambino usa il verbo all'infinito, la terza persona singolare, il participio
passato senza ausiliare. Inoltre, la terza persona spesso coincide con l'imperativo (ex:
mangia) ed è considerata come forma di default, di base (non ca caso i verbi impersonali
sono in terza persona). Il bambino chiama anche se stesso in terza persona e tutti i nomi
propri.
Infinito e terza persona sono quelle forme verbali che esprimono l'aspetto imperfettivo (il
bambino si esprime più con questi; l'azione non è finita ancora) mentre il participio passato
è quello che esprime l'aspetto perfettivo (l'azione è terminata).
Verbi risultativi: nel momento in cui si parla l'azione si è conclusa.
FONOLOGIA O FONETICA O STUDIO DEI SUONI CHE FORMANO PAROLE
La fonetica articolatoria studia la produzione dei suoni, la fonetica acustica studia la
natura fisica del suono e la sua propagazione, la fonetica uditiva studia la percezione del
suono da parte dell'ascoltatore.
Per classificare un suono abbiamo bisogno di tre parametri:
modo di articolazione (assetti che gli organi assumono nella produzione di un suono)
– punto di articolazione (ogni punto dell'apparato vocale in cui passa l'aria per produrre
– un suono)
sonorità (è data dalla vibrazione delle corde vocali: se queste vibrano il suono è
– sonoro, altrimenti è sordo)
I suoni possono essere classificati in tre classi principali:
vocali
– consonanti
– semiconsonanti → in genere sono sempre sonore, e condividono proprietà sia delle
– vocali (si articolano come queste), sia delle consonanti (non possono costituire il
nucleo della sillaba)
Fonologia → FONEMA: più piccola unità di suono che non ha significato in sé ma che ci
permette di distinguere due parole. E' un suono linguistico che appartiene al dominio della
competenza, quindi sono mentali, astratti. Il fonema non ha valore distintivo in sé ma
permette di distinguere due parole diverse. L'immagine mentale della parola è sempre la
stessa. I fonemi si indicano tra le //.
Fonetica → FONO: suono linguistico prodotto dal nostro apparato vocale che contribuisce
alla formazione delle parole (n.b. con il nostro apparato vocale possiamo anche riprodurre
un rumore, cioè un suono senza valore linguistico). Suono linguistico che appartiene al
dominio dell'esecuzione, quindi sono fisici e concreti. Le esecuzioni sono sempre diverse,
quindi ogni fono è impercettibilmente diverso dall'altro. I foni hanno valore linguistico
quando sono distintivi e quindi ci permettono di differenziare i significati. Vengono
rappresentati tra parentesi quadre.
Coppia minima: coppie di parole che si differenziano solo per un suono nella stessa
posizione → due parole con tutti i suoni uguali tranne uno nella stessa posizione (ex: mano-
meno/mano-nano/lana-rana → se la -r viene pronunciata da un cinese potremmo avere un
fraintendimento semantico). La coppia minima si usa per suoni abbastanza simili (ex: palla-
balla).
Possiamo dire che /r/ e /R/ sono du