Schema che riguarda il grado di sonorità
Gerarchia lungo cui è possibile disporre i vari suoni e che è rilevante per molti tra i fenomeni che analizzeremo. Tutti i suoni analizzati possono essere ordinati a seconda del grado di forza consonantica. A seconda del grado di apertura e grado di sonorità dell'apparato fonatorio possiamo individuare suoni più o meno sonori di altri; questo dipende in buona parte dall'opposizione tra elementi vocalici e consonantici e all'interno delle consonanti dai diversi modi di articolazione e anche dalla sordità e sonorità del singolo suono consonantico. I suoni più sonori di tutti sono le vocali (la fuoriuscita dell'aria non incontra alcun tipo di ostacolo o restringimento; il grado di apertura dell'apparato fonatorio nelle vocali è massimo e questo ne fa gli elementi più sonori). Nelle vocali si individua un ulteriore gerarchia che distingue i gradi di sonorità, dalla...
verso timbri vocalici più chiusi (che hanno un grado di chiusura maggiore). Nello schema, verso destra, abbiamo le approssimanti (semivocali → i di ieri e u di uovo, semiconsonanti), abbiamo le vibranti/laterali/nasali → elevato grado di apertura dell'apparato fonatorio, sono le sonoranti; avvicinandosi verso il polo di destra (elementi meno sonori) troviamo i 3 modi ostruenti, modo fricativo che in quanto continuo ha un maggior grado di apertura rispetto al modo occlusivo, tra l'uno e l'altro è presente il modo affricato (risulta dalla combinazione di un elemento occlusivo e un momento fricativo). All'interno di questi 3 modi, (l'elemento sonoro è in una posizione leggermente superiore rispetto all'elemento sordo). Le vocali sono i suoni più sonori e le occlusive sono i suoni meno sonori; la posizione dei suoni lungo questa gerarchia è rilevante per vari fenomeni fonologici: a seconda della posizione che un suonooccupa lungo questa scala può fungere da nucleo sillabico o no. - il concetto di sillaba si è rivelato complesso da identificare. le due definizioni riportate:
- unità prosodica (minima combinazione possibile di suoni) costituita da uno o più foni agglomerati intorno a un picco di intensità (=nucleo → una vocale, perché una sillaba possa costituirsi deve possedere un nucleo. È il picco di sonorità, è l'elemento più sonoro della sillaba, l'unico obbligatorio perché una sillaba si possa costituire.)
- unità fonologica che consiste almeno di un elemento sillabico detto nucleo.
Ci sono elementi la cui presenza nella sillaba è facoltativa e cioè l'attacco e la coda. La presenza meno di una coda (consonante che segua il nucleo) è ciò che determina la distinzione tra sillabe aperte e chiuse. Se la sillaba contiene un elemento in coda è una sillaba chiusa, se
termina con il nucleo è una sillaba aperta. in italiano in posizione di nucleo possono comparire solo le vocali o i dittonghi (elementi costituiti da una vocale e un approssimante) → cioè elementi più sonori. - il concetto di forza simmetrico la concetto di sonorità fa riferimento allo sforzo articolatorio necessario per la produzione del suono. nel momento in cui pronunciamo un suono occlusivo (come la t, d) lo sforzo articolatorio è maggiore rispetto allo sforzo di una a o di una u, un suo occlusivo prevede la formazione di un ostacolo totale e un aumento della produzione dell'aria nella fuoriuscita (forza → energia articolatoria, cioè pressione della colonna d'aria in uscita necessaria per la produzione del suono). è simmetricamente opposto al concetto di sonorità (legato al maggior grado di apertura dell'apparato fonatorio). - esempio: la parola "rima", ha 2 sillabe ciascuna delle quali ha un nucleo
è unattacco in ri l’attacco è la “r” e il nucleo è la “i”; in ma, l’attacco è la “m” e il nucleo èla “a”. rima è composto da 2 sillabe ciascuna delle quali ha il proprio nucleo e il proprio attacco.
Possibili combinazioni di consonanti e vocali:
- “v”: vocali. Sillabe costituite unicamente da una vocale come in a/mo/re nella prima sillaba.
- “cv”: consonante e vocale. (attacco consonantico + nucleo vocalico) come in ta/vo/lo. (struttura consonante + vocale). Questa struttura è la più comune nelle parole italiane, è anche l’unica che troviamo attestata in tutte le lingue del mondo; fu definita da Jacobson come la sillaba ottimale. Le prime parole che un bambino inizia a pronunciare, le prime strutture sillabiche sono mamma, pappa, tata, cacca. In tutti i casi la prima vocale che viene pronunciata è la vocale a precedute da una
occlusiva.(sillabe che combinano le vocali più sonore con elementi occlusivi, con il minor grado di sonorità; questo contrasto massimo le rende salienti sul piano percettivo semplici da produrre sul piano articolatorio perché si tratta di articolare gli elementi massimamente distinti sul piano articolatorio→ questo le rende ottimale da pronunciare). (inoltre è l'ultima sillaba che viene persa dai pazienti afasici→ pazienti con disturbi del linguaggio di natura degenerativa).- "cvc": come in con/ten/to. nelle prime 2 sillabe abbiamo sia una consonante in posizione di attacco che una in posizione di elemento di coda. (l'italiano non ammette più di una consonante in posizione di coda ma ammette più di una consonante in posizione di attacco)- "ccvc": tran/si/to. nella prima sillaba abbiamo 2 consonanti in posizione di attacco.- "cccv": stra/da. nella prima sillaba abbiamo 3 consonanti che si
trovano nellaposizione di attacco.- “cccvc”: strin/ge/re. la prima sillaba ha 3 consonanti in attacco, il nucleo e un'unicaconsonane in coda (la composizione sillabica più complessa).
possibili nuclei:il nucleo è l’elemento massimamente sonoro all'interno della struttura sillabica, adesso si possono appoggiare elementi facoltativi in posizione di attacco o coda. ivincoli su quali suoni possano comparire in funzione di nucleo possono variare dauna lingua all'altra. in italiano gli elementi sono le vocali o i dittonghi (nessi di vocale+ approssimante), che vengono distinti tra dittonghi ascendenti in cui il primoelemento è l’approssimante e il secondo è la vocale (con aumento di sonorità)es.piede e nuovo e i dittonghi discendenti in cui il primo è la vocale e il secondo èl'approssimante. es.causa (decresce la sonorità). sono più frequenti i dittonghiascendenti.
esempio di dittongo
ascendente: chiuso, il dittongo iu. in altre lingue ammettono come nucleo anche forme consonanti. le consonanti che con maggior facilità possano comparire in funzione di nucleo sillabico sono le sonoranti, le vibranti, nasali e laterali. questi elementi in virtù del loro grado di sonorità possono comparire in funzione di nucleo. pur non essendo vocali sono comunque sufficientemente sonori da fungere da nucleo sillabico. esempio: trst (nome sloveno di trieste) → l’elemento più sonoro è la r, è abbastanza sonoro perché funzioni da nucleo della sillaba. inglese rhy/thm → nella seconda sillaba thm non ci sono elementi vocalici ma c’è una nasale; li/ttle → nella seconda sillaba l’elemento abbastanza sonoro da fungere da nucleo sillabico è la laterale “l”. in inglese tutto ciò che sta alla sinistra delle fricative può fungere da nucleo sillabico. (nella scala di sonorità).
sillaba: nucleo è la o, l'attacco è la br.sillaba:nucleo è la o. ora massimizziamo l'attacco: prima della o abbiamo una vibrante r, può quindi far parte della seconda sillaba perché è meno sonora della vocale o. prima ancora abbiamo della b, può ancora far parte della seconda sillaba perché è meno sonora della r. [in li → la l è l'attacco, e la i il nucleo; in bro → la o è il nucleo e br è l'attacco] esempio 2: atleta → a/tle/ta. la seconda sillaba risponde ai criteri della massimizzazione dell'attacco: la e è l'elemento più sonoro (nucleo), abbiamo procedendo verso sinistra, una laterale (suono sonorante) e infine un suono occlusivo. l'ordine decrescente di sonorità (dal nucleo verso sinistra) è rispettato, e quindi questi elementi possono far tutti parte dell'attacco sillabico di tle. - all'interno di ciascuna sillaba individuiamo il nucleo e un attacco e unacoda(facoltativi).esempio: contento→ con/ten/to, la prima e la seconda sillaba il nucleo si trova preceduto da un attacco e seguito da una coda. ma perchè la n della prima sillaba fa parte della coda della prima sillaba e non fa parte dell’attacco della seconda sillaba? nella seconda sillaba: ten, il nucleo è la e (ora massimizziamo l’attacco rispettando la sonorità decrescente). prima della e abbiamo la t (meno sonora della e), prima ancora avremo la n che però è più sonora della t e che quindi non potrebbe far parte dell’attacco della seconda sillaba ma entra a far parte della coda della prima sillaba. eccezione:nessi con sibilante + consonante come pasto. sul piano ortografico ci spiegano che pasto va sillabata pa/sto ma se andiamo a sillabare con i criteri sopra citati vediamo che la sibilante s non è l’attacco della seconda sillaba ma è la coda della prima sillaba perché massimizzando la sillaba
Secondo la sonorità decrescente vediamo che la o è il nucleo della seconda sillaba, l'occlusiva t meno sonora di o.
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